" La Pasqua sia un atto di ringraziamento al Signore". L'augurio dell'arcivescovo Francesco Brugnaro

Sabato, 31 Marzo 2018 12:16 | Letto 1536 volte   Clicca per ascolare il testo " La Pasqua sia un atto di ringraziamento al Signore". L'augurio dell'arcivescovo Francesco Brugnaro E’ innanzitutto con l’invito a fare un atto di ringraziamento al Signore, rivolto anche a coloro che non credono, che l’arcivescovo della diocesi di Camerino San Severino Marche Francesco Brugnaro, invia il suo messaggio augurale di Buona Pasqua ad un vasto territorio. “ In questi giorni, seppur lentamente, stanno arrivando le ‘casette’ anche nei comuni più piccoli, più lontani ,più sottoposti alle intemperie e al freddo che ancora si fanno sentire. Sebbene gradualmente-  sottolinea l’arcivescovo- stiamo arrivando ad una normalità, al ritrovarci insieme gli uni accanto agli altri, a riformare le nostre vie e le nostre piccole frazioni, a vedere che magari il vicino è un’altra persona dello stesso paese. Vorrei che tutti noi prendessimo coraggio in maniera più forte dall’esperienza della vita cristiana. In questi giorni, tempo di passione, abbiamo compreso che è vero che il Signore insegna ad una vita buona ma dobbiamo ricordarci che è Lui che dà la forza per una vita buona. La fede cristiana- prosegue mons. Francesco- è dunque una via per vivere bene la vita, ma la forza per vivere una vita buona viene da un uomo che è il Figlio di Dio risorto. Il terzo pensiero che rivolgo a tutti è che quando ci troviamo insieme, animati dalla fede e da una seria e buona volontà, dobbiamo dirci che le cose possono migliorare, le nostre contrade possono diventare luoghi di comunione, di condivisione e di partecipazione, perché quando le sofferenze vengono condivise insieme, da un’autentica umanità e da un’esperienza di fede, diventano meno faticose e meno pesanti . Credo che questa strada- conclude l’arcivescovo - sia doverosa da parte di tutti e a tutti i livelli e, soprattutto, da parte di ogni famiglia e cittadino. Insegnare anche ai nostri giovani che ricostruire la famiglia, l’unità del paese e della strada dove abitavamo, significa riscoprire che la comunità ha bisogno di ciascuno . Ai giovani va insegnato dunque che, vivere in comunità, è il modo migliore per trasmettere sicurezza preparare il futuro “.

E’ innanzitutto con l’invito a fare un atto di ringraziamento al Signore, rivolto anche a coloro che non credono, che l’arcivescovo della diocesi di Camerino San Severino Marche Francesco Brugnaro, invia il suo messaggio augurale di Buona Pasqua ad un vasto territorio.

“ In questi giorni, seppur lentamente, stanno arrivando le ‘casette’ anche nei comuni più piccoli, più lontani ,più sottoposti alle intemperie e al freddo che ancora si fanno sentire. Sebbene gradualmente-  sottolinea l’arcivescovo- stiamo arrivando ad una normalità, al ritrovarci insieme gli uni accanto agli altri, a riformare le nostre vie e le nostre piccole frazioni, a vedere che magari il vicino è un’altra persona dello stesso paese. Vorrei che tutti noi prendessimo coraggio in maniera più forte dall’esperienza della vita cristiana. In questi giorni, tempo di passione, abbiamo compreso che è vero che il Signore insegna ad una vita buona ma dobbiamo ricordarci che è Lui che dà la forza per una vita buona. La fede cristiana- prosegue mons. Francesco- è dunque una via per vivere bene la vita, ma la forza per vivere una vita buona viene da un uomo che è il Figlio di Dio risorto. Il terzo pensiero che rivolgo a tutti è che quando ci troviamo insieme, animati dalla fede e da una seria e buona volontà, dobbiamo dirci che le cose possono migliorare, le nostre contrade possono diventare luoghi di comunione, di condivisione e di partecipazione, perché quando le sofferenze vengono condivise insieme, da un’autentica umanità e da un’esperienza di fede, diventano meno faticose e meno pesanti . Credo che questa strada- conclude l’arcivescovo - sia doverosa da parte di tutti e a tutti i livelli e, soprattutto, da parte di ogni famiglia e cittadino. Insegnare anche ai nostri giovani che ricostruire la famiglia, l’unità del paese e della strada dove abitavamo, significa riscoprire che la comunità ha bisogno di ciascuno . Ai giovani va insegnato dunque che, vivere in comunità, è il modo migliore per trasmettere sicurezza preparare il futuro “.

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