Ri-abitare l'Appennino si deve e soprattutto si può.
Il messaggio forte e chiaro arriva da Campi di Norcia, uno dei paesi più colpiti dalle scosse sismiche del 2016, dove per iniziativa della Fillea Cgil e associazione Nuove Ri-Generazioni si sono riunite, ospiti della locale Pro Loco, istituzioni e addetti ai lavori, con in testa il Commissario alla Ricostruzione Giovanni Legnini, in occasione della presentazione di uno specifico progetto che sintetizza idee e proposte per le aree colpite dal sisma.
Un incontro che, anche se avvenuto nel cuore dell'Umbria, coinvolge direttamente anche le Marche e l'entroterra ferito dal sisma che condivide con la regione confinante le stesse problematiche, in attesa non solo che parta la ricostruzione, ma che vengano attuate strategie per rendere 'abitabili' le aree interne.

"Un laboratorio di innovazione per agevolare la rigenerazione di insediamenti e comunità, basato sulla positiva esperienza di resilienza attuata dalle popolazioni locali, che necessitano tanto di collegamenti materiali che immateriali, come l'associazionismo e la solidarietà - hanno spiegato Elisabetta Masciarri e Mario Margasini, rispettivamente presidente  e responsabile del Comitato scientifico di Nuove Ri-Generazioni Umbria - . Un laboratorio che ha l'obiettivo attraverso le idee chiave di “ri-abitazione”, “ri-generazione” e “riappropriazione” di sviluppare utilizzando le risorse a disposizione e il supporto degli enti prepostii vari canali di potenzialità economica e sociale del territorio, quali le filiere produttive, il turismo naturalistico, culturale e sportivo, la socialità". Ma anche costituire un punto di riferimento per sottolineare a Governo e parti sociali la necessità di rendere concrete le normative vigenti e porre un freno, a livello occupazionale, alla precarietà e alla fuga di quelle figure professionali che, dopo aver contribuito a uno spiraglio di rinascita, ora in tempi brevi vedranno scadere i propri contratti e abbandonare tanto il territorio, quanto il proprio lavoro". 

Panoramica pubblico

"Per questo - ha detto il Commissario Legnini - è necessario che tutti gli attori coinvolti attuino quelle dinamiche di nuovo sviluppo territoriale che i mezzi a disposizione oggi consentono, per poter fronteggiare una permanente doppia emergenza, strutturale e sociale. Da qui la necessità di rendere i territori sicuri, sostenibili, connessi con le infrastrutture anche digitali, anche attraverso il ripopolamento". 

Il progetto prende in esame in particolare l’esperienza della comunità di Campi, frazione di Norcia situata nella Val Castoriana e compresa all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. "La popolazione di Campi - si legge nel progetto - si distingue per aver vissuto un’esperienza sui generis nell’affrontare l’emergenza 'Sisma Centro Italia': in seguito alle scosse di ottobre 2016, che hanno reso inagibile circa il 90% del patrimonio abitativo della frazione, la comunità ha gestito risposta eccezionalmente resiliente ed autonoma rispetto all’azione della Protezione Civile e delle istituzioni locali, gestendo una co-abitazione di circa 70 persone, che si è protratta per vari mesi all’interno della sede della Pro Loco locale, un edificio anti-sismico interamente progettato, finanziato e costruito dalla comunità. Oltre ad aver mantenuto gran parte della propria popolazione residente in loco, Campi ha mantenuto viva l’attenzione sulla situazione in cui si trovano le terre appenniniche colpite e ha saputo indirizzare la solidarietà delle decine di persone ed associazioni che hanno abbracciato il suo progetto di rinascita “Back to Campi”, che si articola intorno alla creazione di un agri-campeggio di comunità in grado di offrire ospitalità turistica e che possa essere riconvertito in alloggi di emergenza nel caso in cui il terremoto tornasse a far tremare gli Appennini".

GS

C'era stata tanta attesa per la fine del lockdown che impediva di spostarsi da una regione all'altra e ora che le frontiere regionali sono di nuovo aperte gli automobilisti che dall'Umbria vogliono arrivare nelle Marche devono fare i conti con i lavori che interesseranno, per circa un mese, il tratto della Valdichienti Foligno-Colfiorito, in direzione Civitanova.
Una chiusura che non è stata certamente gradita né dagli umbri, né dai marchigiani che certamente, per far ripartire l'economia della propria zona, contano anche sul collegamento stradale.
Nelle ultime estati, infatti, se la costa marchigiana è stata letteralmente presa d'assalto è anche grazie alla superstrada che ha reso più semplice il collegamento tra le due regioni.
Ora, al termine del lockdown e in un momento in cui le Marche devono affrontare anche la problematica delle lunghe code lungo l'A14, arriva la chiusura del tratto che rallenta di fatto il percorso Umbria-Marche, fortunatamente solo nei giorni feriali.
A partire da lunedì scorso, infatti, "la carreggiata in direzione Macerata della strada statale 77var della Val di Chienti - si legge nel bollettino dell'Anas - è temporaneamente chiusa tra le 6 del lunedì e le 18 del venerdì nel tratto compreso tra Foligno (innesto SS3 Flaminia) e Colfiorito, in provincia di Perugia.
Il traffico in direzione Macerata vienen deviato sulla ex SS77 con indicazioni sul posto.

La chiusura è necessaria per consentire alla società Valdichienti, costruttore dell’infrastruttura, l’esecuzione di alcuni interventi di ripristino localizzato. Il completamento è previsto entro il 7 agosto.

Per analoghi interventi già in corso sul tratto marchigiano tra Colfiorito e Muccia, fino al 20 luglio il rientro sulla superstrada sarà possibile in corrispondenza dello svincolo di Muccia"

GS
"Non una lista di codici Ateco, ma l'elenco di chi deve vivere e chi morire".
E' duro il presidente di Confindustria Marche, Claudio Schiavoni, come tutti i colleghi delle altre regioni d'Italia, sulla chiusura imposta fino al prossimo 3 maggio.
“Ci saremo aspettati una riapertura graduale delle nostre aziende - dice - , e per questo abbiamo lottato con tutte le nostre forze, ma evidentemente chi ci governa non ha capito un concetto essenziale: l’azienda è ad oggi il luogo più sicuro dove stare. In questi giorni ho avuto modo di parlare con decine di colleghi imprenditori in tutta la regione e vi posso assicurare che tutti noi abbiamo messo in atto dei protocolli rigidissimi: utilizzo di dispositivi di protezioni individuali, distanziamento, turni di lavoro, ingressi alternati, sanificazione. Se queste misure garantiscono il contenimento del contagio nelle aziende che hanno un codice Ateco che rientra nella lista delle attività che possono continuare, qualcuno ci deve spiegare perché per le altre aziende questo non debba essere sufficiente! Questa non è una lista di codici Ateco: è una Schindler’s list, che decreta chi deve vivere e chi morire.
Il rischio di contrarre il virus è molto più basso nelle aziende che in tanti altri luoghi".

Una visione in controtendenza con quanto invece temono i lavoratori che, sebbene da un lato siano preoccupati per il futuro delle aziende dove lavorano, dall'altro hanno paura di portare il contagio dalle loro famiglie. Un timore che si era fatto grande quando le aziende non erano ancora state chiuse da Conte.

"Se continuiamo così - prosegue Schiavoni - tutte le misure messe in atto, a partire dai 400 miliardi in prestito che secondo loro dovrebbero risolvere tutti i nostri problemi, non serviranno assolutamente a nulla: le aziende chiuderanno o nella migliore delle ipotesi perderanno enormi quote di mercato e posti di lavoro a favore dei concorrenti esteri che hanno Governi più lungimiranti, che non hanno fermato il motore produttivo come sta succedendo nel nostro Paese. Ci sono settori, come quello della Moda, legato alla stagionalità dei prodotti, che perderanno un anno di lavoro: tutto il Made in Italy che si afferma di voler tutelare subirà un contaccolpo durissimo.
Se fermiamo le aziende - conclude - fermiamo il Paese". 

GS
I casi di Coronavirus in crescita, regisrati in Lombardia, hanno aumentato la psicosi lungo l'intera penisola. In apprensione anche tanti maceratesi che negli ultimi giorni stanno intasando le linee del 118 per paura di aver contratto il virus, anche senza alcun sintomo riscontrato.
Nelle scorse settimane, infatti, Milano ha ospitato il Micam, il salone internazionale leader del settore calzaturiero e, vista la vocazione pellettiera della regione, sono stati molti i maceratesi che si sono recati in fiera.
Ora, dopo le notizie dei casi di Coronavirus in Lombardia, il timore di chi è tornato da Milano è quello di essere stato contagiato.
Tante, per questo motivo, le chiamate al pronto soccorso per chiedere consigli o chiarimenti sul contagio, anche se in realtà sono cittadini che non hanno nemmeno i sintomi del virus.
Intanto il presidente della Regione, Luca Ceriscioli anche tramite un post su Facebook, ha fatto sapere che al monento non ci sono casi nelle Marche: "Il centro diagnostico regionale di riferimento - ha scritto - ha comunicato che il risultato delle indagini sui tre casi monitorati è risultato negativo. Confermiamo che a oggi nelle Marche non abbiamo nessun caso positivo. Ciò non toglie che dobbiamo rafforzare tutte le attività di prevenzione".
Poi ricorda la prassi da seguire qualora ci fossero dei sintomi: "Quando si hanno dei sintomi non bisogna andare al pronto soccorso - scrive - ma chiamare al telefono il medico di medicina generale, cioè il medico di famiglia, o il medico di continuità assistenziale, affinché intervengano loro per gestire la situazione. Noi stiamo lavorando nella sala operativa da molte ore e lo faremo anche nei prossimi giorni, senza abbassare la guardia, senza creare inutili allarmismi. Tutto quello che è importante sarà via via comunicato ai cittadini. Sono già pronti, se serviranno, 57 posti per ospitare casi che dovessero rivelarsi, perché la macchina non aspetta l’ultimo momento ma si muove per tempo. Lavoriamo anche per proteggere chi lavora in sanità. Si fanno scelte che devono consentire a tutto il sistema di essere pronto. Non dobbiamo generare paura - conclude - , ma ognuno di noi deve fare la propria parte".

GS
Anche le Marche lasceranno il segno sulla settantesima edizione del Festival di Sanremo.

Cominciato ieri sera, dopo giorni di critiche e attacchi al direttore artistico, in pochi hanno saputo comunque resistere al fascino che questo evento porta con sé da tempo.

E nella macchina di questo Festival che, per diversi motivi, è destinato a rimanere nella storia della televisione italiana, ci sono a bordo tanti marchigiani che portano alto il valore di questa regione.

L’ascolano Dario “Dardust” Faini ha firmato tre brani in gara e la musicista fermana Sylvia Catasta, ieri sera, ha diretto l’orchestra durante l’esibizione di Elodie che ha cantato “Andromeda“, canzone scritta proprio da Faini insieme a Mahmood.

Tra gli autori dei testi c’è poi Piero Romitelli, nato a Civitanova, vive a Trodica di Morrovalle, ed è co-autore de “Il sole ad est” di Alberto Urso e “8 marzo” cantato da Tecla Insolia, in gara nella sezione Nuove Proposte, che ha già vinto Sanremo Young e che ieri sera ha ottenuto il posto in semifinale battendo il gruppo Eugenio in via di gioia.

A debuttare sul palco dell’Ariston, ieri sera, è stata anche la musicista maceratese Beatrice Antolini che ha diretto l’orchestra durante la canzone di Achille Lauro.

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Ultimo in scaletta il marchigiano Raphael Gualazzi, originario di Urbino, che ha fatto ballare l'Ariston con la sua "Carioca".
Domani, per la serata delle cover, sul palco anche la cantautrice pesarese Maria Antonietta, che canterà con Levante e Francesca Michielin la canzone “Si può dare di più”.

Marchigiani protagonisti non solo sul palco, ma anche dietro le quinte.

Rinnova, infatti, la sua presenza per occuparsi delle acconciature degli artisti di Casa Sanremo l’hair stylist di Belforte del Chienti, Andrea Rilli, presente al Festival insieme a sua moglie.

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Ad occuparsi dell’abito del Maestro Enzo Campagnoli, che stasera dirigerà l’orchestra durante l’esibizione di Elettra Lamborghini, la stilista di Matelica, Francesca Cottone.

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Maurizio Caridi, Francesca Cottone, Enzo Campagnoli

Ancora una volta, dunque, le Marche, terra di artisti non potevano mancare con la propria presenza ad uno dei più attesi appuntamenti televisivi dell’anno.

Giulia Sancricca
Un auditorium gremito ha accolto al Largo Fiera della Pesca di Ancona la presentazione di Italia Viva, il nuovo soggetto politico costituito da Matteo Renzi: quella marchigiana rappresentava una tappa importante per la presentazione del partito e del progetto che lo sottende, in quanto proprio in seno alla Regione Marche è nato il primo gruppo consiliare di Italia Viva formato dai consiglieri regionali Federico Talè e Fabio Urbinati, i quali hanno accompagnato nella presentazione il vice presidente della Camera Ettore Rosato e la deputata Lucia Annibali. “Questa è una sfida che comporta grande responsabilità – ha detto Fabio Urbinati, che del gruppo consiliare di Italia Viva è presidente – ma non c’è niente di più bello che far crescere una creatura nuova: in questi giorni ho ritrovato quell’entusiasmo di fare politica che negli ultimi due anni avevo un po' perso; Italia Viva è un movimento che parte dal basso, ed è dal basso che dobbiamo iniziare a fare il nostro lavoro. Abbiamo deciso di piantare un albero per ogni iscritto e siamo già a venticinquemila semi da piantare: contiamo di far germogliare sempre più alberi grazie alla nostra passione, ma al contempo dovremo avere la fermezza di tagliare eventuali rami secchi, perché la politica mette spesso di fronte a scelte di questo tipo. Paolo Crepet nel suo ultimo libro afferma che la passione e l’inquietudine sono il motore del mondo, ed io credo che ognuno di noi con la propria passione possa riportare quell’entusiasmo di fare politica che anche in questa Regione è ultimamente venuto a mancare”. Entusiasmo che non ha affatto nascosto ai numerosi presenti neanche il consigliere regionale Talè, il quale ha inoltre spiegato le ragioni che lo hanno portato a lasciare il Partito Democratico dopo una lunghissima militanza: “Lasciare un partito in cui hai fatto tutta la gavetta e che ti ha portato ad essere consigliere comunale a 18 anni, poi consigliere provinciale ed ora consigliere regionale ha rappresentato una scelta umanamente e politicamente forte ma molto ponderata: io non rinnego affatto i miei valori di centrosinistra, anzi li rivendico in questo nuovo movimento, ma ciò che non andava bene era la loro attuazione. Non possiamo pensare che la maggior parte della gente si sia svegliata una mattina ritrovandosi estremista e sovranista, siamo noi che non abbiamo più saputo veicolarne le istanze: la sinistra ed il Pd da un po' di tempo si sono avvitati su sé stessi allontanandosi dai bisogni delle persone, e questo mi ha portato a fare la scelta di cui vi sto parlando”. A rappresentare Italia Viva nelle Marche non poteva non esserci la deputata ed avvocatessa Lucia Annibali, originaria di Urbino: “Matteo Renzi ha detto che Italia Viva è un partito femminista, nel senso che vuole bene alle donne: deve però volergliene nel modo più giusto ed autentico possibile, e da questo punto di vista metterò tutto il mio impegno affinchè sia così. Dobbiamo dare quella spinta propulsiva che consenta di superare quella banalizzazione e quegli stereotipi coi quali viene spesso raccontata la sofferenza delle donne, e soprattutto deve porre attenzione sui figli di quelle donne che in queste storie di violenza domestica hanno rimesso la vita: quei figli continuano ad esistere affrontando la vita con fatica ma anche con coraggio e speranza, spetta a noi farci carico di quest’ultima”. A chiusura dell’evento le parole di Ettore Rosato: “Italia Viva nasce per rifiuto di un bipolarismo che è ormai chiaro a tutti: da una parte l’ultradestra di Salvini, Meloni e Casapound, dall’altro una sinistra che cerca di risolvere i problemi del futuro con le ricette del passato; io non credo che le soluzioni ai problemi del futuro possano trovarsi nel passato ed è per questo che mi piace chiamare Italia Viva il partito del futuro, che accetta cioè la sfida assai complicata del futuro, perché il futuro è davvero complicato da raccontare: facile soffiare sul fuoco della paura quando si parla d’immigrazione, molto più difficile è spiegare cosa sta succedendo in Africa e cosa succederà nei prossimi vent’anni”. Tra i presenti in platea anche diversi volti noti dell’entroterra marchigiano come l’ex rettore dell’Università di Camerino Flavio Corradini e la consigliera comunale matelicese Fabiola Santini.

Alessio Botticelli
Approvata all'unanimità in Consiglio regionale la legge sulla riduzione dei rifiuti derivanti dalle plastiche. Diventerà operativa da novembre 2019 e, fino al 31 marzo 2020, ci sarà tempo per consumare le scorte. 
“ Penso che sia uno dei passi significativi che in questa legislatura noi abbiamo fatto nella direzione della difesa dell'ambiente – dichiara l’assessore all'ambiente Angelo Sciapichetti- . E’ una legge che recepisce la Direttiva Europea e siamo la prima tra le regioni in Italia a farlo; è stata concertata con tutte le associazioni anche ambientaliste e con un mondo molto vasto e, credo che sia un segnale concreto nella direzione della difesa del nostro ambiente e, soprattutto in un'epoca in cui assistiamo ai cambiamenti climatici che ci impongono una assoluta e diversa politica ambientale.
Io credo che la regione Marche- aggiunge l'assessore -  senza tanti strepitii e senza tante enunciazioni di principio, in questi anni abbia fatto passi molto importanti e concreti nei confronti di questo tema; basti pensare alla legge della plastica in mare che abbiamo fatto qualche tempo fa, oppure  alla battaglia che abbiamo fatto contro l'inceneritore e gli inceneritori in generale senza dimenticare  la legge sulla tariffa puntuale che, in via sperimentale, andremo ad applicare in alcuni comuni della regione a partire dal prossimo anno. Sono tutti i passi concreti che vanno nella direzione giusta: una politica ambientale che guarda meno ai programmi e più  alle le cose da fare;  questa era una cosa da fare prima del ferragosto lo avevamo detto e credo che sia un bel regalo che noi facciamo ai marchigiani, ma che facciamo soprattutto a noi stessi
”.

Elencati nella legge sono i soggetti che non potranno più utilizzare prodotti in materiale plastico monouso, internamente e nell'erogazione dei rispettivi servizi: Regione, Province e Comuni e le società da essi partecipate,  le strutture sanitarie pubbliche e private accreditate, istituti e mense scolastiche, chiunque svolga attività economica in area demaniale marittima o organizzi eventi e manifestazioni avvalendosi di patrocinio o contributo regionale. Per essi, sarà vietato  utilizzare prodotti, quali piatti, posate, cannucce, contenitori, coperchi, bicchieri e tazze per alimenti e bevande realizzati in plastica. Continuerà ad essere consentito, invece, l'utilizzo di prodotti finalizzati alle attività sanitarie.

C.C.

Con l'invito a " Sedere e mirare la bellezza infinita delle Marche", la regione al plurale è pronta a svelarsi in tutta la sua ricchezza al Salone Internazionale del Libro di Torino che si svolgerà dal 9 al 13 maggio.  Al via della 32.ma edizione del Festival, le Marche si presentano come ospite d'onore, forti di un ricco programma che potrà dipanarsi in tutta la sua attrattività, nell'arco di cinque giornate. L’inaugurazione del padiglione dello spazio Marche è prevista per questo giovedì, primo giorno del Salone del Libro che accoglierà  al Lingotto centinaia di migliaia di lettori, scrittori, editori e addetti ai lavori. Alla più grande manifestazione italiana dedicata ai libri, le Marche arrivano da invitate privilegiate anche per l'occasione del bicentenario della composizione de " L'infinito", capolavoro poetico di Giacomo Leopardi

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Un mega evento, nel corso del quale la regione potrà presentare anche un assaggio variegato della sua vivacità culturale.

"Le Marche- spiega Daniele Salvi, capo gabinetto della Presidenza del Consiglio regionale- si presentano a questa kermesse innanzitutto onorate di questo riconoscimento che pensiamo derivi, non solo dalla lunga e  oramai quasi ventennale partecipazione al Salone del libro, ma anche dal fatto che negli ultimi anni la nostra regione evidentemente è cresciuta, guadagnando un’'attenzione dal punto di vista delle politiche culturali e della crescita del turismo culturale. Ci presentiamo – continua Daniele Salvi- avendo fatto un largo scouting di tante realtà culturali riferite all’intero territorio regionale, dalle case editrici agli autori affermati ed emergenti, dalle università ai Festival e premi letterari regionali, toccando anche i Centri di studi e di Alta formazione. Tante anime e tanta ricchezza racchiuse dunque in una rassegna molto larga che, in questi mesi, ci ha impegnati in maniera serrata. Molto ricco il programma che abbiamo condensato e che punta su un immagine più contemporanea delle Marche, senza dimenticare i classici e i geni marchigiani che ancora continuano ad alimentare il pensiero umano".

Nella foto Daniele Salvi, capo gabinetto della presidenza del Consiglio regionale delle Marche

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Importanti i numeri della presenza marchigiana al Salone del Libro di Torino: ben 100 gli eventi previsti, 200 i relatori, 70 gli editori regionali-nazionali e 30 i Festival culturali e premi letterari presenti. In particolare, il " Premio Ugo Betti di Camerino" presente alla kermesse, verrà  segnalato come uno tra i più interessanti premi letterari. 

"Dallo Spazio Marche- aggiunge Salvi- una finestra aperta sul paesaggio, in dialogo con la cultura marchigiana. Forte è il contributo nell'ideazione da parte di Tullio Pericoli, uno dei pittori e artisti marchigiani più conosciuti nel mondo. E' il  senso e il taglio che abbiamo voluto dare scegliendo il titolo  "Sedendo e mirando la bellezza infinita delle Marche” dove, accanto alla figura di Giacomo Leopardi vi sarà l'evocazione del paesaggio delle Marche attraverso le immagini  di diversi artisti quali ad esempio Tullio Pericoli, Ezio Bartocci. Il resto del programma, oltre che nello Spazio delle Marche si svolgerà anche in diversi luoghi del salone. I Maestri cartai di Fabriano presidieranno lo Spazio “Fantàsia” dove incontreranno le scuole; eventi particolari saranno quelli  legati all'Infinito leopardiano di cui quest'anno ricorrono i 200 anni, tema che verrà affrontato domenica pomeriggio da Massimo Cacciari, Giulio Giorello e Piero Dorfles in un evento promosso direttamente dalla regione; la ricchezza artistica delle Marche verrà curata da Vittorio Sgarbi il quale parlerà delle scuole pittoriche e degli artisti financo contemporanei, da Gino De Dominicis a Osvaldo Licini passando per Raffaello e Lorenzo Lotto.  Vi saranno inoltre appuntamenti che contamineranno insieme diversi generi: non solo la scrittura con la lettura ma anche la musica con l'illustrazione, con il design, con la fotografia, con il teatro. Di particolare evidenza l'evento  del 9 maggio al Circolo dei lettori di Torino dove insieme ai buyers internazionali dell’"International Book Forum" e ai "soci del Circolo dei lettori di Torin"o, si terrà la serata dedicata alle Marche e con uno spettacolo dedicato a Leopardi e Monti Azzurri che vedrà protagonista l'attrice Lucia Mascino.  Il tema dei Sibillini è infatti tema centrale nella promozione dello Spazio Marche e nella presenza delle Marche al Salone e, verrà sviluppato  anche attraverso tante immagini che  nelle pubblicazioni e nello spazio Marche, percorreranno i nostri Monti Azzurri. Tra gli altri eventi anche un ricordo di Leonardo Sciascia, la presenza  di tanti nuovi scrittori giovani emergenti insieme a scrittori più affermati.

La regione vuole infine ricordare, le origini marchigiane di Valentino Bompianigrande editore del '900  nato ad Ascoli Piceno nel 1898; a lui  è dedicata  una 'cartella d'arte' realizzata da Ezio Bartocci e da Claudio Piersanti, nella quale vengono raccolti 12 segnalibri artistici che ritraggono degli scrittori che Bompiani ha pubblicato nel corso del ‘900. Insomma- conclude Daniele Salvi- un ricco programma che si dipanerà dal 9 al 13 maggio, su 5 giornate piene di eventi. L''invito è quello di venirci a trovare e, a sedere e mirare la bellezza infinita delle Marche”.

Carla Campetella

Stellati, emergenti e chef internazionali a Tipicità, in programma a Fermo dal 9 all’11 marzo. Sarà Claudio Sadler, il due stelle Michelin che ha contribuito a sviluppare la cucina italiana nel mondo, il protagonista della Lectio Magistralis nell’Accademia di Tipicità. Saranno diversi i personaggi che dipingeranno con pennellate di internazionalità l’area di show cooking: Georgios Macris, dalla mitica isola di Creta, ma anche Altin Prenga, per molti il miglior chef di Albania, ed Anton Kalenic, executive chef del prestigioso Marriott di Minsk. Performance anche da parte di Paolo Gramaglia, “stella Michelin” di Pompei, del lombardo Luigi Gandola e di due “cuochi-televisivi” Rai e Sky: il laziale Alessandro Circiello e il toscano Gilberto Rossi.

Per la “cucina del riuso”, dall’Emilia Romagna Marco Cavallucci, chef che ha avuto 2 stelle Michelin per più di 20 anni al ristorante “La Frasca” di Castrocaro Terme, e Alessandro Dembech, oggi al ristorante “La Rotonda” di Lido Adriano, che nella sua vita professionale ha realizzato esperienze con Pietro Leeman. Spazio anche ad una “brigata” di professionisti marchigiani che si distinguono in Italia e nel mondo, tra i quali: Barbara Settembri, Nikita Sergeev, Iginia Carducci e Rosaria Morganti. E poi Massimiliano Mandozzi, a quattro mani con Elnava de Rosa, ma anche Andrea Angeletti, che opera attualmente a Londra, Roberta Carotti e gli chef dell’Accademia del Brodetto di Porto Recanati. Ai ragazzi degli Istituti Alberghieri il compito di valorizzare la biodiversità in cucina!

Evento speciale e novità assoluta di Tipicità 2019, il contest dedicato alle “paste bio” delle Marche, che vede in giuria prestigiosi personaggi, come lo chef Danilo Bei, già stella Michelin. Otto alfieri della migliore cucina marchigiana, selezionati dall’Accademia di Tipicità, valorizzeranno altrettante paste biologiche “top di gamma” per esaltarne le peculiarità.

Dall’eclettico Enrico Mazzaroni a Serena d’Alesio, insieme ad Alessandro Campetella e Gianmarco di Girolami, con Roberto Dormicchi, Paolo Antinori e Fabrizio Gasparrini, tutti i territori delle Marche sono rappresentati ai più alti livelli di maestria, qualità ed attenzione ad un equilibrato rapporto uomo-ambiente.

Chef Anton

Chef Anton

Circiello

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Sadler

Sadler

“Una vera eccellenza imprenditoriale nel settore del food ed un portabandiera di un territorio incontaminato che rappresenta bene l’essenza delle Marche”. “Siamo per altro in pieno cratere sismico e questa azienda, la famiglia Maccari e tutti i 70 dipendenti, si sono subito rimboccati le maniche e stanno contribuendo a far ripartire il territorio oltre che a promuovere il proprio marchio già molto apprezzato e riconoscibile”.

Così Anna Casini, Vice Presidente della Giunta Regionale, ha definito La Pasta di Camerino al termine della visita in azienda ospite del Direttore Federico Maccari. Nel corso dell’incontro nel quale ha potuto visionare tutta la filiera produttiva ed ha scambiato anche qualche parola con i dipendenti. “Ho visto tante donne, molte giovani, e ho visto grande entusiasmo nello svolgimento dell’attività, in parte anche manuale, nel rispetto della tradizione” – ha aggiunto.

“Siamo particolarmente lieti della visita della Vice Presidente che è anche Assessora all’Agricoltura e all’Alimentazione – ha detto Maccari – perché il nostro territorio ha bisogno della presenza delle istituzioni. Noi stiamo facendo il massimo per proseguire l'attività e rappresentare un punto di riferimento per un territorio ferito che ha bisogno di esempi positivi”.

Nel corso dell’incontro è emersa la comune convinzione dell’importanza di lavorare su iniziative di promozione del brand Marche. “Abbiamo dato la nostra disponibilità a partecipare ad iniziative fieristiche nel quale esportare il Made in Marche – ha concluso Maccari – intensificando un rapporto che non è mai mancato con la Regione Marche. Saremo lieti se la Vice Presidente volesse coinvolgerci nel prossimo futuro in alcune iniziative. Proporre come facciamo noi un prodotto realizzato in chiave artigianale con materie prime 100% italiane e filiera tracciabile ci distingue da qualsiasi competitors e ci convince di poter impreziosire un brand che è sempre più “luminoso” come quello delle Marche di cui si stanno accorgendo anche al di fuori dei confini nazionali.

casini maccari

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