Carolerie, librerie e negozi per bambino. Sono questi i settori che da ieri hanno rialzato la saracinesca, seppur con orari limitati e tutti gli accorgimenti del caso.
Settori per cui la richiesta non era scesa nemmeno durante la chiusura, dal momento che le lezioni a distanza sono proseguite e c'era la necessità di acquistare corredi e indumenti per i bambini, soprattutto appena nati.
A confermarlo sono i commercianti che, da Camerino a Tolentino, passando per i Comuni più piccoli, confermano di aver avuto delle richieste e aver visto i primi clienti già da ieri.
"C’è una notevole differenza tra la grande città e un piccolo centro come il nostro - dice Mario Volpini, titolare del negozio di abbigliamento Narducci di Camerino - . Noi chiaramente non registriamo quella fila davanti al negozio che potrebbe avere un centro commerciale o un supermercato; la nostra clientela si riduce a meno di 10 clienti al giorno per cui il tutto avviene con molta tranquillità e senza grossi problemi. Di certo, quel che si avverte, è che le persone escono pochissimo di casa. Qui a Camerino si sta rispettando davvero molto il dettato delle direttive governative”.
Il negozio Narducci
A preoccupare i negozi di abbigliamento per bambini che hanno riaperto è ora la chiusura dei loro fornitori, come evidenzia Samuela Porfiri, titolare del negozio Tentazioni di Belforte del Chienti, che aveva aperto solo poche settimane prima del lockdown: "Sono ottimista di natura - dice la commerciante - e non voglio disperare. Posso dire che, proprio lavorando da poco tempo nel settore, mi sono resa conto in maniera diversa di tutta la situazione, rispetto ai colleghi che hanno negozi da più tempo. Sicuramente con il cambio della stagione avrei potuto lavorare di più, ma ora sto comunque ricevendo telefonate di clienti che prima di venire vogliono accertarsi che ho quello che cercano e si prova a ripartire. L'unico problema è che non so quando riapriranno i fornitori e questo potrebbe compromettere l'apertura dele negozio".
Samuela Porfiri in negozio
Una leggera ripartenza è stata avvertita anche da Silvana Pallorito, del negozio di abbigliamento per bambini, Bobò a Tolentino: "Ieri è stato il primo giorno - dice - . Molta gente, purtroppo, non ha ben compreso quali sono i settori che hanno riaperto. È stata chiara la notizia della chisura totale e credo che sarà chiara quella che vedrà le riaperture generali, ma c'è più incertezza per questa via di mezzo. Ovviamente non mi sento nemmeno di invitare i clienti a venire in negozio con il marketing sui social, vista la situazione. Posso dire, però, che il settore dei corredini è ripartito subito perchè c'era davvero molta richiesta. Molte clienti mi hanno chiesto di mettere da parte la merce: passeranno a ritirarla approfittando dell'uscita per la spesa. Ovvio - commenta - che se un indumento non è indispensabile si rinuncia ad uscire, come richiede il decreto".
Silvana Pallorito (Foto d'archivio)
Buone notizie anche per quanto riguarda il settore scolastico che era andato avanti con le consegne a domicilio: "Dopo un mese gli studenti hanno finito diversi materiali per lo studio - dice Clelia Bentivoglio della cartoleria Passato Presente di Caldarola - . Proprio per questo la settimana scorsa abbiamo effettuato delle consegne a casa. Ieri, con la riapertura, diversi clienti sono venuti, ci auguriamo che continuino a venire".
Stefano Annibali e Clelia Bentivoglio in negozio
Le fa eco Letizia Pazzelli della Cartoleria Vera di Tolentino: "Ho riaperto al mattino - dice - mentre nel pomeriggio proseguo con le consegne a domicilio che effettuavo già nei giorni passati. La ripartenza va comunque molto piano. Giustamente in giro ci sono poche persone. Molti richiedono ancora la consegna a casa per evitare di uscire. Dire che abbiamo sempre lavorato sarebbe esagerato, però posso dire che qualcosa ha continuato a muoversi".
Il negozio di Letizia Pazzelli
La situazione si fa ovviamente più difficile nell'entroterra dove i negozi, come l'edicola cartolibreria Calbucci di Sandro Bisbocci di Camerino aveva già affrontato il sisma e la delocalizzazione: "Il numero delle persone è scarso anche in tempi normali - dice il commerciante - figuriamoci con la situazione attuale. Più che altro abbiamo fatto consegne di materiale come penne e quaderni che sono serviti agli scolari per continuare la didattica da casa. Pochissime le persone che si sono viste da ieri e interessate al settore libreria perché giustamente c’è il timore di uscire da casa e, io che nella mia vita sono stato sempre ottimista, sotto il profilo economico la vedo brutta.
Sandro Bisbocci con sua moglie (Foto d'archivio)
È anche per questo motivo che alcuni hanno preso la decisione di non riaprire per non affrontare spese, limitandosi ad effettuare consegne a domicilio. La libreria è anche un settore particolare - evidenzia Bisbocci - si entra e si guarda, si chiedono consigli, il cliente dedica del tempo alla scelta di un libro. Un tipo di contatto che dunque non c’è più e che fa sì che se prima la vendita di un libro era molto rara, adesso lo è ancora di meno”.
Giulia Sancricca
Carla Campetella