Notizie di cronaca nelle Marche
Una giornata di festa per la comunità di Caldarola che ha visto tornare al suo antico splendore, dopo sette anni dal sisma, il restaurato Teatro Comunale.

Presenti alla cerimonia del taglio del nastro il Presidente della Regione Francesco Acquaroli, il Commissario Straordinario alla Ricostruzione Guido Castelli, il Presidente della Provincia di Macerata Sandro Parcaroli, il Presidente dell'Unione Montana dei Monti Azzurri Giampiero Feliciotti, l'Arcivescovo Francesco Massara, i sindaci dei comuni del cratere, gli amministratori e i rappresentanti delle associazioni cittadine, autorità civili e militari.

A fare gli onori di casa un commosso sindaco Luca Giuseppetti. "Finalmente siamo riusciti a raggiungere quello che fin dai giorni immediatamente successivi al sisma era un nostro obiettivo primario - le parole del primo cittadino - E' una luce che si accende sul nostro centro storico purtroppo ancora disabitato e con molte ferite aperte. Si tratta di un importante punto di riferimento per la comunità caldarolese che riacquista, oltre che un gioiello storico, artistico, culturale, anche un proprio punto di socializzazione. Mi auguro che questo teatro possa diventare nel tempo anche un punto di riferimento per l'intero territorio".  


interno teatro
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Tre cittadini di origini georgiane, rispettivamente di 27, 32 e 38 anni, sono stati arrestati con l’accusa di furto aggravato in concorso per aver trafugato merce da due supermercati di Macerata e Tolentino per un valore complessivo di circa tremila euro.

I tre sono stati fermati da una pattuglia per un controllo, dal quale è emerso che il conducente non aveva mai conseguito la patente di guida, e successivamente sottoposti a controllo dell’auto nel cui bagagliaio erano presenti numerosissimi prodotti di profumeria, cosmesi e igiene personale asportati dai due supermercati.

I tre sono stati così condannati alla pena di un anno e due mesi di reclusione nonché alla multa di 300 euro ciascuno, con la sospensione condizionale della pena, mentre il veicolo su cui viaggiavano è stato sottoposto a sequestro amministrativo.
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I militari della Compagnia di Camerino unitamente a quelli dell’Ispettorato del lavoro, hanno effettuato due accessi in cantieri di ricostruzione a Camerino.
In entrambi i casi, i controlli hanno portato ad evidenziare l'esistenza di pericoli per i lavoratori operanti nelle aree di cantiere.

Nello specifico, nella prima area oggetto di ispezione è stata verificata la presenza di un ponteggio pericoloso per l’incolumità delle maestranze.
Per la ditta, con sede legale in Teramo, è quindi scattata una multa di ottomila euro e la denuncia del responsabile del cantiere,
un trentasettenne abruzzese.

Nel secondo cantiere ispezionato è stata invece riscontrata un'erronea gestione della viabilità interna e delle vie di fuga, tale da comportare evidenti rischi per la sicurezza. In questo caso la ditta, con sede nell’hinterland perugino, è stata multata di tremila euro e il cinquantenne titolare è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Macerata.

Sempre a Camerino, nell'ambito dei controlli alla circolazione stradale durante la movida dei giovedì sera universitari, i carabinieri hanno ritirato quattro patenti per guida in stato di ebbrezza ad altrettanti giovani. Per due di loro, un 23enne studente universitario di Civitanova e un operaio 30enne di Porto Sant'Elpidio è scattata anche la denuncia in quanto il tasso d'alcl che avevano nel sangue era superiore a 0,8 grammi.
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Annullato dal tribunale amministrativo delle Marche il provvedimento con cui l’Unione montana Marca di Camerino, guidata dal presidente Alessandro Gentilucci, aveva respinto la richiesta presentata nel 2018 dai comuni di Castelsantangelo sul Nera e Monte Cavallo di entrare a far parte dell’Ente.

Il provvedimento annullato è la delibera di consiglio dell’Unione montana numero 24 del 17 dicembre 2021. Scrivono nella sentenza i giudici del Tar di Ancona: «Il provvedimento di diniego deve essere annullato. Dall'annullamento deriva l'obbligo dell'Unione montana di rideterminarsi sulla domanda di adesione del Comune di Castelsantangelo sul Nera». Analoga decisione è stata presa nella sentenza riguardante il Comune di Monte Cavallo.

I due Comuni montani avevano presentato nel 2018 e 2019 domanda di adesione alla nuova Unione montana costituitasi nel 2015, sulle ceneri della disciolta comunità montana. All’epoca diversi comuni non aderirono, tra questi Bolognola, Visso, Ussita, Valfornace e appunto Monte Cavallo e Castelsantangelo sul Nera, tanto che l’Unione montana si costituì con i soli Comuni di Camerino, Fiastra, Muccia, Pieve Torina e Serravalle di Chienti, poi nel 2019 era stata accolta la richiesta di Ussita di entrare a farne parte.

A modificare la normativa regionale del 2013 sulle Unioni montane, a partire dal primo gennaio 2021 è entrata in vigore la nuova legge regionale di cui erano stati firmatari i consiglieri Renzo Marinelli, Jessica Marcozzi, Giacomo Rossi e Carlo Ciccioli, che aveva modificato l’articolo 35 della legge regionale n. 35 del 2013, impedendo fino al 2025 l’ingresso dei Comuni richiedenti e prevedendo il silenzio diniego, nel caso di una mancata risposta dell’ente, ma di fatto le domande dei due enti erano già state presentate prima, nel 2018 Castelsantangelo e nel 2019 Monte Cavallo. Se quindi la nuova legge Regionale fosse stata adottata per impedire il loro ingresso, si assisterebbe ora al paradossale effetto che la nuova disciplina costituisce uno sbarramento per tutti i Comuni delle Marche, eccezion fatta proprio per Castelsantangelo sul Nera e Monte Cavallo.

Si legge ancora nella sentenza: «Alla fattispecie in esame appare applicabile la legge regionale che non solo si limita a richiedere l'approvazione dello statuto, ma la ritiene necessaria non per l'ammissione, ma per l'effettiva partecipazione, lasciando quindi intendere che è possibile un'approvazione successiva, l'Unione montana non può quindi negare l’adesione esclusivamente per la mancanza della maggioranza qualificata. Quindi l'istanza non poteva essere respinta...

I giudici sottolineano anche che l’Unione montana ha approvato il 18 novembre 2021 la delibera, inviata ai comuni richiedenti, che propone di dare avvio al tavolo istituzionale programmatico, ma ciò non può essere motivo di respingimento della richiesta di ammissione, in quanto il mancato svolgimento del tavolo istituzionale di incontri non può costituire, nel totale silenzio della legge e dello Statuto della Comunità Montana, una motivazione per il respingimento dell’adesione. Ciò in quanto i Comuni ricorrenti hanno approvato in maniera incondizionata lo Statuto dell’Unione Montana.
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“Di Sibille & di moto, il territorio si racconta” è il titolo del singolare appuntamento che si tiene sabato 28 ottobre nella sala conferenze del MARec, il museo dell’arte recuperata di San Severino Marche.

Un incontro particolare con Tea Fonzi, studiosa ed esperta di iconologia (branca della storia dell'arte che si occupa di ricercare la spiegazione delle immagini, dei simboli e delle figure allegoriche dell'arte),  e Lucia Vallesi allo scopo di valorizzare il territorio, percorso nelle sue strade e vie da turisti spesso in viaggio su due ruote, soprattutto nell’Alto Nera, attraverso le opere in esso contenute, nello specifico le Sibille di Visso che, conservate nel deposito del museo, per l’occasione tornano a essere fruibili.

«Le Sibille di Visso, opere di proprietà comunale, saranno visibili al pubblico per la prima volta dopo il terremoto – spiega la direttrice del MARec Barbara Mastrocola, che chiarisce anche l’accostamento fra arte e moto – La valorizzazione del territorio passa, oltre che attraverso le opere d’arte conservate, prima del sisma, nelle chiese dei nostri piccoli borghi, anche attraverso le bellezze della natura, dei paesaggi, dei paesi e delle strade percorse dai visitatori. E allora perché non creare un connubio con le moto in sella alle quali molti turisti percorrono le vie delle nostre terre, spesso per raggiungere proprio Visso e le zone circostanti dove le Sibille facevano mostra di sé, come detto, prima del sisma? Da qui il titolo dell’incontro nel quale le relatrici, dopo il saluto dell’arcivescovo e del sindaco di Visso, parleranno anche di due storie di rinascita: la storia di Lucia Vallesi, che ha vissuto la propria rinascita attraverso la passione per la moto, e la storia delle Sibille, raccontata da Tea Fonzi, che rappresenta appunto la rinascita del territorio».
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A Castelsantangelo sul Nera, si è tenuto l'incontro per illustrare la normativa inerente la delocalizzazione definitiva delle attività produttive, commerciali ed agricole che sono state delocalizzate in modo provvisorio, durante l’emergenza post terremoto, secondo le ordinanze della protezione civile e della struttura commissariale.
Infatti, l'entrata in vigore del testo unico della ricostruzione privata, pone la necessità di far scegliere a chi ha delocalizzato la propria attività, se rendere definitiva la sistemazione, inizialmente pensata come temporanea, oppure se rientrare nell'edificio originario, secondo un iter che prevede il coinvolgimento del Comune e dell’ufficio speciale ricostruzione.
La normativa è stata illustrata dal sindaco Mauro Falcucci e dall'architetto Marco Guardascione, capo dell'area tecnica.
«Solo nel caso in cui sia stata delocalizzata il 100% dell'attività, cosa tra l’altro non prevista in fase di emergenza, e si voglia rientrare nell'edificio originario, si ottiene il contributo completo per la ricostruzione al costo parametrico attuale, purché si restituisca alla disponibilità della pubblica amministrazione la struttura per la delocalizzazione temporanea. Negli altri casi, la normativa prevede che sia erogato il contributo per la ricostruzione solo alla parte non delocalizzata, togliendo quanto già erogato per la delocalizzazione temporanea. Entrando nel dettaglio, all'epoca delle delocalizzazioni temporanee o in strutture prefabbricate la percentuale massima della delocalizzazione si aggira intorno al 70%, con un contributo parametrico che per le attività di Castelsantangelo sul Nera era stato di circa 350 euro al metro quadrato, tanto che nella maggioranza dei casi gli esercenti hanno dovuto completare la delocalizzazione con un contributo proprio per la sistemazione interna delle strutture prefabbricate. In questo secondo caso il contributo per riparare il vecchio edificio sarà solo sulla parte non delocalizzata, pari ad esempio al 30 per cento, che otterrà il costo parametrico attuale per le attività produttive, che si aggira intorno ai 2.000 euro al metro quadrato. L'altra strada percorribile è quella di ampliare, ove ci siano i requisiti urbanistici, la delocalizzazione temporanea adeguandola alla normativa ordinaria del settore, con un contributo riconosciuto dal testo unico della ricostruzione privata, chiedendo la conformità urbanistica al Comune.
Finora, essendo classificate come temporanee, le attività produttive erano oggetto di deroghe, che però non saranno più possibili. Nel testo unico ci sono previsioni specifiche per le attività agricole che hanno avuto in dotazione strutture temporanee. È ammissibile a contributo la spesa per l'ampliamento, comunque per l'adeguamento dell'attività alle normative di legge, ma per la trasformazione della delocalizzazione da temporanea a definitiva, sarà comunque necessario presentare l'istanza al Comune».
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Spiega il sindaco Mauro Falcucci:  «Abbiamo dato inizio ad una fase di ascolto degli esercenti, un incontro si è già tenuto e dopo di questo ce ne sarà un altro, per raccogliere le loro esigenze in questa fase molto delicata. A partire da queste ci muoveremo come Comune, vogliamo capire cosa intendono fare gli operatori. Stiamo predisponendo una variante urbanistica, per armonizzare le diverse delocalizzazioni esistenti. Se piazzale Piccinini che ha destinazione a parcheggio, sarà sede della delocalizzazione definitiva delle attività commerciali che tuttora vi si trovano, dovremo individuare un altro parcheggio nel piano regolatore generale. Prevederemo nel centro storico delle attività commerciali per garantire la fruibilità una volta ricostruito. Continuiamo a chiedere da tempo una zona franca in stile Livigno, altrimenti con il tempo sarà sempre più difficile che qualcuno venga ad investire nell'entroterra montano».
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Prevenzione e confronto dedicati all'Osteoporosi al centro dell'incontro, in programma questo pomeriggio con inizio alle ore 18.00, nei locali del Centro sociale di MontagnanoCamerino.
Un appuntamento organizzato dalla dott.ssa Anna Maria Schimizzi, primario del reparto di Medicina dell’ospedale di Camerino, in collaborazione con Comune di Camerino, Ast Macerata e comitato locale di Croce Rossa Italiana.
Interverranno il dott. Gianni Lamanna, remautologo, il dott. Daniele Pupilli, ortopedico, e la dott.ssa Natalia Busciantella, responsabile del reparto di diabetologia. L’incontro sarà moderato dalla giornalista Claudia Trecciola.

«L'osteoporosi  - spiega la dottoressa Anna Maria Schimizzi- , è una malattia dello scheletro, caratterizzata da una fragilità delle ossa e che comporta un rischio di frattura, anche per traumatismi minimi.
L'incontro con la popolazione di questa sera, ha l'obiettivo di promuovere quelli che sono interventi di prevenzione atti ad evitare i danni di questa malattia, o quantomeno, a riconoscerla precocemente in maniera da mettere in atto tutti quelli che sono accorgimenti, sia di natura terapeutica che non, che possono rivelarsi utili ad impedire l'evoluzione di questa malattia verso le complicanze più gravi.
Vogliamo parlare con la popolazione proprio per promuovere un intervento di prevenzione di questa malattia - continua la dottoressa Schimizzi-. Riteniamo che sia molto importante parlare di prevenzione anche perchè i dati riferiti a questa malatttia sistemica sono allarmanti: sappiamo che in Italia circa 5 milioni di persone ne  sono affette e che la maggior parte di queste persone ne soffrono dopo la menopausa tanto che possiamo dire che una donna su tre in età di menopausa soffre di questa malattia.
Nel corso dell'incontro si parlerà quindi di quello che è la malattia osteoporosi, di come prevenirla  e di come trattarla,soprattutto, di come evitare quella che dell'osteoporosi è la complicanza principale, cioè la frattura delle ossa».


C.C.  

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Un registro contabile appartenente all’archivio comunale è stato restituito alla città di San Severino Marche dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Ancona.

Il registro, risalente agli inizi degli anni Venti del secolo scorso e contenente l’elenco dei mandati e degli ordinativi di pagamento dell’ente pubblico, è stato rinvenuto dai militari del Nucleo al termine di un’indagini disposta nel 2022 dalla Procura della Repubblica di Macerata.

La restituzione è avvenuta nelle mani di una dipendente del Comune alla presenza del vice sindaco e assessore alla Cultura, Vanna Bianconi.

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L’Ast di Macerata assume sei dirigenti medici di Medicina interna, che andranno a coprire le carenze di professionisti sanitari in particolare nelle zone montane, nei presidi ospedalieri di Camerino e San Severino” – lo comunica l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini.

“Vista la necessità di ricoprire diversi posti vacanti di medici internisti – dichiara il Direttore Generale Dott. Milco Coacci – previsti nel Piano Triennale del Fabbisogno del personale e nel relativo PIAO, le assunzioni andranno a rimpinguare le fila dei camici bianchi per garantire l’erogazione dei servizi sanitari e le prestazioni previste dai LEA”.

Sono assunti a tempo indeterminato i medici specialisti D’Addio Stefano e Pasquali Riccardo e la specializzanda Chiara Mercanti.

Mentre per gli specializzandiSara Salvucci, Caterina Garbuglia e Daniele Giannini il contratto si trasformerà a tempo indeterminato dopo il conseguimento del titolo di specializzazione.

“E’ tra le nostre priorità garantire assistenza ai cittadini, soprattutto nelle zone interne che inevitabilmente vivono una situazione più disagiata per la carenza di servizi “, conclude Saltamartini
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E’ di due mezzi andati praticamente distrutti nell’impatto, fortunatamente gli occupati degli stessi se la sono cavata con un grande spavento e lievi ferite, il bilancio di un incidente stradale avvenuto lungo la strada provinciale 361 “Septempedana”, all’altezza della zona industriale Maestri del Lavoro, subito dopo l’abitato di Taccoli in direzione di Passo di Treia.

Per cause in corso di accertamento da parte degli agenti della Polizia Locale di San Severino Marche giunti prontamente sul posto, un fuoristrada Audi Q5, condotto da un settempedano di 68 anni, è entrato in collisione con un vecchio modello Mercedes 190, condotta anch’essa da un settempedano.

L’impatto ha danneggiato la parte anteriore destra di quest’ultima autovettura mentre il Suv, a causa della collisione, è finito contro una scarpata, ha cappottato per ben due volte prima di terminare la corsa ribaltato su di un fianco in mezzo alla carreggiata. Il conducente è uscito da solo dall’abitacolo sfondando il parabrezza.

Per la rimozione delle due autovetture e la messa in sicurezza del tratto teatro dell’incidente, la strada è rimasta chiusa per circa un’ora.

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