"Questa mattina è venuto a mancare Ovidio Monaco, un concittadino residente a Macerata e originario del nostro Comune che da sempre ha manifestato passione e interesse per questa terra". Con queste parole il sindaco Mauro Falcucci ha voluto ricordare l’amico Ovidio, promotore di tante iniziative amministrative, sportive e culturali.

"Ricordo Ovidio, non solo come impegnato e competente consigliere comunale per ben due legislature, ma soprattutto per la nostra profonda e sincera amicizia, per la stima reciproca, per l’amore e per la dedizione che ha sempre riservato a questo territorio nell’esclusivo interesse della collettività - continua il primo cittadino - Da amministratore, da tecnico (Funzionario Geometra al Comune di Macerata) e da cittadino ha partecipato con competenza alla Commissione Edilizia comunale. È stato socio fondatore sia del Tennis Club, sia del “Capannaccio” (primo luogo di aggregazione giovanile) con un impegno costante anche nella Pro Loco.
Una straordinaria cura l’ha destinata al presepe meccanico (realizzato dallo scomparso Elio Angeletti) che è stato oggetto di significativi apprezzamenti tanto da essere, dopo gli eventi sismici del 2016, trasferito ed esposto a Macerata. Con la pubblicazione della raccolta storica da lui curata insieme al Dott. Matteo Ricucci, dal titolo “Le silenziose orme del Tempo – Una documentazione fotografica su Castelsantangelo sul Nera” pubblicato nel 2002, ha lasciato un segno tangibile di quanto ha amato questa terra. Richiamo un suo passaggio tratto dall’introduzione della predetta Opera: “Così, attraverso vecchie fotografie, cartoline e antichi documenti, il passato della nostra gente e del nostro paese rivive permettendo alle generazioni di allora di sentire attuale il tempo lontano e alle nuove generazioni di apprendere e comprendere l’ambiente, la vita e la cultura di genitori, dei nonni protagonisti.” Rimarrà un significativo contributo culturale, architettettonico e storico per le future generazioni. A nome della Comunità, dell’Amministrazione comunale tutta e mio personale, siamo vicini e partecipi all’immenso dolore di Francesca e Silvia, sue amate figlie, e formuliamo le nostre più sentite espressioni di cordoglio.

 Ha continuato ad essere vicino al suo "gregge" anche nella giornata festiva della domenica l'arcivescovo Francesco Giovanni, che dal giorno del terremoto si sta adoperando fattivamente per fronteggiare l'emergenza senza tralasciare i suoi compiti pastorali. Mons. Brugnaro ha prima fatto visita agli sfollati di San Severino Marche celebrando, insieme al cardinale Edoardo Menichelli, la messa nel palazzetto dello sport settempedano per poi pranzare insieme alla popolazione. "Abbiamo voluto condividere insieme al cardinale Menichelli la celebrazione della messa con gli abitanti di San Severino che sono rimasti in città e con molti che, invece, sono rientrati per l'occasione prima di raggiungere di nuovo i luoghi in cui sono ospitati alla presenza del sindaco e delle autorità cittadini - le parole dell'arcivescovo - Abbiamo cercato di confortarci e sostenerci con l'impegno da parte di tutti ad avere pazienza, ma anche ad approffittare di questo momento per vivere la solidarietà, che in molti stanno manifestando nei nostri riguardi. L'avere pazienza non significa dilazionare l'aspettativa di bene che ognuno di noi porta nel cuore per poter ritrovare la propria quotidianità. E' chiaro che sarà necessario del tempo e quando ci si sente scoraggiati è opportuno rivolgersi al vicino e a quanti possano essere in grado di dare sostegno. Ringrazio di cuore tutti i volontari e coloro che ci sono stati vicini".

Nel pomeriggio, poi, la visita a Portorecanati, dove si trovano gli abitanti di Ussita, Castelsantangelo sul Nera e delle zone dell'epicentro del sisma, per portare anche lì una parola di conforto e celebrare insieme l'Eucaristia.

 

vescovo messa

 

vescovo in fila

 

camerti con vescovo

 

sfollati san severino

 

don aldo romagnoli

 

luogo sfollati

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L’arcivescovo Francesco Giovanni Brugnaro ha fatto visita agli sfollati di Castelsantangelo sul Nera, ospiti dei Salesiani a San Marone di Civitanova Marche. Un gesto di calore e solidarietà che ha fatto molto piacere alla piccola comunità di terremotati trasferitasi sulla costa per l’emergenza. Un pranzo condiviso, qualche gioco da tavolo per ingannare il tempo e per scacciare brutti pensieri e, successivamente un momento di fede e raccoglimento . 

“ Ho avuto il piacere di stare un po’ di tempo con loro- ha detto Brugnaro- ; ci siamo abbracciati e con la mia presenza ho voluto in qualche modo rassicurarli e farli sentire idealmente collegati”. Alle ore 16 30, insieme al loro parroco don Dominique, l’arcivescovo ha celebrato la santa messa prefestiva del sabato.

 

Vescovo Civitanova

 “ Un’occasione molto bella, fraterna, amichevole che li ha rincuorati- ha aggiunto l’arcivescovo- E’ stato commovente perché finita la messa, sono venuti a ringraziarmi. Mi hanno detto  che la mia visita ha contribuito a riportarli idealmente nella loro terra, a ricordare il nostro legame forte, a rinfrancarli, a essere fiduciosi che il Signore qualcosa farà”.

Nel pomeriggio di domenica 6 novembre Brugnaro sarà di nuovo sulla costa a Porto Recanati, per incontrare il resto molto più numeroso della comunità di Castelsantangelo sul Nera, ospite di un camping.“ Andrò a confortare anche loro, ad incoraggiarli. Stanno ricevendo benevolmente tanta solidarietà da parte di tutta la penisola; si sono mossi amici, privati, chiese. Sono in contatto con diversi vescovi che desiderano collaborare, invocare e proporre aiuto”.

Prima di raggiungere Porto Recanati, l’arcivescovo Francesco Giovanni Brugnaro incontrerà la popolazione settempedana. Anche a San Severino Marche il terremoto ha seminato paura e danni ingenti. Alle ore 11, insieme al Cardinale Edoardo Menichelli, Brugnaro celebrerà messa presso il Palazzetto dello Sport.

Nei prossimi giorni l’arcivescovo della diocesi di Camerino San Severino Marche proseguirà il suo giro tra le comunità terremotate, attualmente ospitate in diversi centri della costa adriatica.

“ I loro parroci sono contenti, perché sanno dove si trovano i loro fedeli; questo ci facilita l’incontro con tutti e ci permette anche di disegnare una piccola mappa di dove sono stati spostati i parrocchiani e gli abitanti dei nostri piccoli comuni. Invito tutti a sperare, a confortarsi e ad avere pensieri positivi verso il futuro- ha sottolineato l’arcivescovo-. L’atteggiamento di positività ce lo insegna il Vangelo. Il Signore c’è, dio c’è e le prove anche così pesanti come quelle che stiamo sopportando, possono essere anche occasioni per una ripresa diversa, più creativa, più umana. Non che Dio voglia un male per ricavarne un bene e, tanto meno, che colpisca il nostro male con un altro male. Abbiamo bisogno di incoraggiarci a vicenda, di infervorarci, in modo tale che i giovani, gli studenti universitari, le persone che vivono e lavorano nelle campagne e hanno animali da accudire, possano riprendere il lavoro e siano spinte anche a riprendere la vita della normalità”.

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