“Siamo davvero soddisfatti che finalmente - ha dichiarato Giovanni Bernardini presidente Copagri Marche - , sia stato accolto il nostro appello per dare risposte concrete agli allevatori delle aree terremotate. Siamo infatti stati i primi ad ascoltare le difficoltà degli allevatori e a denunciare la precaria e insostenibile situazione a cui hanno dovuto far fronte in tutti questi anni per assicurare alle mandrie e ai greggi al pascolo la necessaria acqua.
Il primo momento pubblico in cui abbiamo espresso queste necessità risale al 24 giugno 2017 a Visso “tutti agibili per un giorno”, iniziativa a cui abbiamo partecipato attivamente sia nell’organizzazione che nella realizzazione. Presentammo un’idea progettuale grazie alla collaborazione di tecnici che hanno prestato gratuitamente il loro lavoro, il geologo dott. Pierpaolo Rinaldelli e l’architetto dott. Andrea Prosperi”.
“Il lavoro è proseguito - dichiara Mirella Gattari, presidente Cia Marche, - cercando di creare una mappa precisa dei bisogni del territorio, che dopo lo sciame sismico si è trovato con quantità di acqua molto ridotta, fino al 24 luglio scorso, in un momento davvero drammatico per il bene acqua, a seguito anche della prolungata siccità che ha ingigantito il problema, quando facemmo un’iniziativa a Castelsantangelo Sul Nera, alla sorgente del fiume Nera, alla presenza degli assessori alla ricostruzione Castelli e ai parchi e alle acque Aguzzi.
Fortunatamente il nostro appello è stato finalmente recepito dall'assessore Carloni e sono state presentate a Bruxelles le necessarie modifiche al PSR ed oggi facciamo un grande passo avanti verso questa soluzione.
Ora i comuni faranno la loro parte individuando le aree per la costruzione dei bacini. Come sempre, gli uffici Cia e Copagri, sono pronti a dare il supporto necessario affinché gli allevatori possano lavorare con più tranquillità: ricordo che in questi sei anni dal terremoto l’acqua è stata costantemente trasportata da valle in alta quota”.
Mirella Gattari, Presidente della Cia Marche, ha visitato La Pasta di Camerino. L’azienda della famiglia Maccari è alla seconda generazione con i fratelli Federico e Lorenzo Maccari che hanno ruoli di responsabilità nell’azienda fondata dai genitori Gaetano e Mara. “Conoscevo bene i prodotti dell’azienda ma incontrare la direzione e visitare lo stabilimento di produzione è stato molto utile e piacevole” – ha detto la Gattari. “Il territorio montano è fortemente provato dal sisma e, in un recente incontro con il sottosegretario Crimi, ho sottolineato la necessità di ritornare a pensare al territorio come una somma di vari fattori tra cui le persone, le loro vite e le loro storie e invece troppo spesso ce se ne dimentica”. “E’ su esempi virtuosi come quelli della famiglia Maccari – ha aggiunto - che possiamo sperare di far ripartire un intero territorio”. Particolarmente interessata alla nuova pasta Hammurabi di grano antico monococco macinato a pietra realizzata e commercializzata sempre con il marchio La Pasta di Camerino recuperata grazie al lavoro con l’azienda sementiera Agroservice e commercializzata da pochi mesi, la presidente della Cia Marche ha anticipato prossime iniziative.
“Stiamo lavorando alla realizzazione di una serie di eventi che punteranno a valorizzare le tipicità agroalimentari del territorio e ho chiesto a La Pasta di Camerino di essere soggetto attivo potendo raccontare una storia imprenditoriale di successo che sta vivendo il passaggio generazionale come un’opportunità e che va sottolineata per il sostegno al comparto agricolo che sta dando essendo l’unica che garantisce l’utilizzo di ingredienti 100% italiani, grano e uova in nome della qualità e del rispetto degli agricoltori e allevatori, una volta tanto vincitori di fronte alla logica del profitto”.
Oggi l’azienda ha 71 dipendenti e quasi 18 milioni di euro di fatturato e prosegue il consolidamento nella distribuzione della pasta all’uovo e di semola sul mercato nazionale
una foto dell'evento di presentazione della nuova pasta "Hammurabi"