Giuseppe Costanza, autista di Giovanni Falcone per otto anni, sopravvissuto all'attentato al giudice il 23 maggio 1992 a Capaci, ha incontrato gli studenti dell'istituto di istruzione superiore nel corso di un'assemblea. Oltre 300 gli studenti che per oltre due ore, durantele le quali è stato anche trasmesso un breve filmato che ricordava le vittime della mafia, hanno ascoltato le parole di Giuseppe Costanza, al quale hanno rivolto tantissime domande. E' stato un faccia a faccia con chi la mafia l'ha vista in faccia e con chi l'ha vissuta sulla propria pelle. Un racconto vero, senza mezzi termini, grazie al quale i giovani hanno potuto capire i fatti accaduti in quegli anni e la realtà che stava attraversando il paese.

Costanza ha raccontato gli otto anni trascorsi fianco a fianco a Giovanni Falcone, prima al pool antimafia di Palermo e poi come direttore degli Affari penali del ministero della Giustizia. Fino ai tragici fatti di Capaci.

Perché gira l'Italia per incontrare i giovani?

Ascoltare una testimonianza vera di quello che è successo in quel periodo da parte di chi l'ha vissuta direttamente introduce i giovani che in quel periodo non c'erano per questioni anagrafiche in quel periodo drammatico. I tempi sono cambiati, ma bisogna mantenere viva l'attenzione contro la mafia, che è importantissima perché il futuro è nei ragazzi. Se non cambiano loro.... La vecchia generazione persiste, mentre mi auguro che i giovani, quando andranno a ricoprire posti importanti, agiscano diversamente da come si è verificato finora”.

Dagli incontri quali risposte riceve dagli studenti?

C'è sempre molta attenzione. Mi meraviglia la loro maturità perché, anche se non hanno vissuto quel periodo, sono molto interessati. Partecipano, fanno domande. E' una cosa che mi sbalordisce molto, in positivo”.

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Soprattutto in zone, come la nostra, dove si sente parlare di questi argomenti vivendoli però da lontano...

Fuori dalla mia terra devo dire che c'è più attenzione che in Sicilia. Mi dispiace dirlo, ma é cosi”.

Secondo lei perché?

Credo per una preparazione culturale diversa, una maturità diversa. E non abbassano la testa, mentre altrove si girano dall'altra parte. Faccio un esempio: il fenomeno del bullismo qui viene affrontato in modo diverso, mentre dalle mie parti ci si gira dall'altra parte e si fa finta di non vedere. E questo non favorisce la crescita di una realtà di legalità, ma bensì l'atteggiamento di continuare sulla vecchia scia. Queste zone le conosco molto bene. Lo studio legale Guerra di Tolentino, che mi ha assistito in diverse vicende contro la pubblica amministrazione perchè ho dovuto trascinare in giudizio anche il ministero della Giustizia e grazie allo studio abbiamo ottenuto risultati notevoli”.

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Il ricordo del giudice Falcone è sempre vivo....

Falcone ha dato la sua libertà perchè è stato un uomo limitato in tutto e poi ha dato la vita. E questo ha fatto risorgere l'Italia”.

 

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