Tolentino, la mostra dei tesori storici è realtà. Per l’occasione aperta fino alle 24

Giovedì, 02 Luglio 2020 19:01 | Letto 826 volte   Clicca per ascolare il testo Tolentino, la mostra dei tesori storici è realtà. Per l’occasione aperta fino alle 24 Un taglio del nastro inusuale, simbolo più che mai di una doppia rinascita. Il sindaco di Tolentino, Giuseppe Pezzanesi, ha inaugurato nei locali di via Parisani la nuova esposizione temporanea dal titolo: “Il volto di una città. Tolentino tra ‘700 e ‘800”, mentre gli ospiti assistevano in diretta televisiva la cerimonia dal teatro Vaccaj della città.Una mostra che nasce per rimettere insieme i tesori artistici che, a seguito del sisma, erano rimasti chiusi nelle stanze inagibili del centro storico e che ora tornano a vivere in un periodo altrettanto difficile come quello del Covid. È così che il termine ‘resilienza’ di cui a volte si è abusato, oggi a Tolentino è tornato con prepotenza per ricordare, invece, la sua importanza, sottolineando che la voglia di andare avanti e credere nel futuro non è poi così scontata.Tutti dal palco del teatro gli interventi del primo cittadino, dell’ideatore Giorgio Semmoloni, del vice sindaco e assessore al Turismo Silvia Luconi, dell’assessore alla Cultura e Istruzione Silvia Tatò e del curatore dell’allestimento Giampiero Calcaterra. Nel corso della cerimonia anche gli interventi musicali del Quartetto F.A.T.A. (Fuoco-Acqua-Terra- Aria) composto da quattro flautiste, Lucia Paccamiccio, Marta Montanari, Alessandra Petrini, Elisa Ercoli.(Il sindaco Pezzanesi) “Non potevamo aspettare - ha detto il sindaco - . Vogliamo essere ricordati come coloro che volevano, a tutti i costi, in questo periodo, dare un segnale positivo”. Senza tralasciare un chiaro messaggio alla politica: “La nostra società si divide tra chi ama il Paese e coloro che invece non rigano dritti. L’Italia è quella dell’impegno e della solidarietà che hanno vissuto durante la pandemia.  La temporaneità della mostra sarà legata al recupero del palazzo Bezzi - ha precisato - per cui ci vorrà diverso tempo, ma sono fiducioso grazie al nuovo Commissario Giovanni Legnini che è un professionista che ascolta, legifera, passa le notti a preparare i decreti e le ordinanze”. È stato il primo cittadino a ribadire la volontà di portare avanti questo progetto da parte di Silvia Luconi, Silvia Tatò, Monica Priorietti, sostenute da tutta l’amministrazione.(Il vice sindaco Silvia Tatò) “Abbiamo lavorato in tre come fossimo un’unica persona - ha detto Silvia Tatò facendo riferimento alle due colleghe - . Ci siamo messe al lavoro creando un po’ di scompiglio perché una mostra del genere non era immaginabile. È una mostra allestita in un contenitore bellissimo: l’architetto Calcaterra ha fatto un lavoro straordinario. Un grande impegno di gruppo che ha portato a realizzare questo obiettivo con qualche mese di ritardo a causa del Covid. L’idea iniziale è stata raggiunta e credo che per la città sia un messaggio importante quello di ricreare attraverso la cultura il senso di comunità ed appartenenza a Tolentino. Ora ci auguriamo che ci sia una buona risposta di pubblico”. Si parla di passato ma con uno sguardo al futuro ed alla tecnologia: “Ci tengo a sottolineare la bellezza dei contributi multimediali con i racconti dalla voce di Saverio Marconi. I bambini e non solo potranno infatti immergersi nelle stanze napoleoniche aspettando di vederle sistemate dopo il sisma”. Una esposizione resa possibile anche grazie ad un bando della Regione Marche che ha concesso i finanziamenti, uniti a quelli del Comune. È stato a Giorgio Semmoloni, attraverso aneddoti e situazioni storiche, a spiegare l’allestimento dell’esposizione “incentrata su due principi essenziali uno l’amarcord e l’altro è quello delle novelties, ossia delle novità ed è congegnata, se pur in modo rigidamente scientifico, in una forma vezzosa e seducente con una palese rinuncia alla consueta severità accademica, presenta e narra le vicende storiche, sociali ed artistiche della Città di Tolentino, attraverso due secoli molto importanti: il Settecento e l’Ottocento. Da Napoleone e la Pace di Tolentino alla Battaglia della Rancia del 1815, dal meccanismo dell’orologio della torre civica, al Lucatelli fino al Vaccaj. La mostra - ha spiegato - bisogna vederla per rendersi conto di ciò che vive in quelle stanze”.(Giorgio Semmoloni) Per continuare il pomeriggio di festa l’esposizione rimarrà aperta con orario continuato e potrà essere visitata, fino a mezzanotte con ingresso gratuito e aperto a tutti e per l’occasione tutti i negozi del centro storico, grazie alla collaborazione degli esercenti commerciali che hanno aderito all’iniziativa, saranno aperti fino alla stessa ora. Dare vita al centro è infatti uno dei principali motivi della scelta dei locali di via Parisani: “Siamo consapevoli che per vedere il cuore della città guarito dalle ferite del sisma ci vorranno anni - ha detto Silvia Luconi - ma aspettando quel giorno dobbiamo far sì che si torni al l’abitudine di viverlo e la mostra è uno dei motivi affinché questo avvenga. Fondamentale, poi, che la storia di quei luoghi oggi chiusi venga tramandata ai più piccoli che quando potranno tornare a visitare le sale originali saranno grandi, ma intanto possono conoscere la storia della città”.GS(Il quartetto F.A.T.A.)Alcuni scatti dell’esposizione sono stati pubblicati nell’edizione de L’Appennino Camerte in edicola da oggi.
Un taglio del nastro inusuale, simbolo più che mai di una doppia rinascita.

Il sindaco di Tolentino, Giuseppe Pezzanesi, ha inaugurato nei locali di via Parisani la nuova esposizione temporanea dal titolo: “Il volto di una città. Tolentino tra ‘700 e ‘800”, mentre gli ospiti assistevano in diretta televisiva la cerimonia dal teatro Vaccaj della città.

Una mostra che nasce per rimettere insieme i tesori artistici che, a seguito del sisma, erano rimasti chiusi nelle stanze inagibili del centro storico e che ora tornano a vivere in un periodo altrettanto difficile come quello del Covid.

È così che il termine ‘resilienza’ di cui a volte si è abusato, oggi a Tolentino è tornato con prepotenza per ricordare, invece, la sua importanza, sottolineando che la voglia di andare avanti e credere nel futuro non è poi così scontata.

Tutti dal palco del teatro gli interventi del primo cittadino, dell’ideatore Giorgio Semmoloni, del vice sindaco e assessore al Turismo Silvia Luconi, dell’assessore alla Cultura e Istruzione Silvia Tatò e del curatore dell’allestimento Giampiero Calcaterra.

Nel corso della cerimonia anche gli interventi musicali del Quartetto F.A.T.A. (Fuoco-Acqua-Terra- Aria) composto da quattro flautiste, Lucia Paccamiccio, Marta Montanari, Alessandra Petrini, Elisa Ercoli.

(Il sindaco Pezzanesi)

pezzanesi


“Non potevamo aspettare - ha detto il sindaco - . Vogliamo essere ricordati come coloro che volevano, a tutti i costi, in questo periodo, dare un segnale positivo”. Senza tralasciare un chiaro messaggio alla politica: “La nostra società si divide tra chi ama il Paese e coloro che invece non rigano dritti. L’Italia è quella dell’impegno e della solidarietà che hanno vissuto durante la pandemia. 

La temporaneità della mostra sarà legata al recupero del palazzo Bezzi - ha precisato - per cui ci vorrà diverso tempo, ma sono fiducioso grazie al nuovo Commissario Giovanni Legnini che è un professionista che ascolta, legifera, passa le notti a preparare i decreti e le ordinanze”.

È stato il primo cittadino a ribadire la volontà di portare avanti questo progetto da parte di Silvia Luconi, Silvia Tatò, Monica Priorietti, sostenute da tutta l’amministrazione.

(Il vice sindaco Silvia Tatò)

tatò

“Abbiamo lavorato in tre come fossimo un’unica persona - ha detto Silvia Tatò facendo riferimento alle due colleghe - . Ci siamo messe al lavoro creando un po’ di scompiglio perché una mostra del genere non era immaginabile. È una mostra allestita in un contenitore bellissimo: l’architetto Calcaterra ha fatto un lavoro straordinario. Un grande impegno di gruppo che ha portato a realizzare questo obiettivo con qualche mese di ritardo a causa del Covid. L’idea iniziale è stata raggiunta e credo che per la città sia un messaggio importante quello di ricreare attraverso la cultura il senso di comunità ed appartenenza a Tolentino. Ora ci auguriamo che ci sia una buona risposta di pubblico”. Si parla di passato ma con uno sguardo al futuro ed alla tecnologia: “Ci tengo a sottolineare la bellezza dei contributi multimediali con i racconti dalla voce di Saverio Marconi. I bambini e non solo potranno infatti immergersi nelle stanze napoleoniche aspettando di vederle sistemate dopo il sisma”.

Una esposizione resa possibile anche grazie ad un bando della Regione Marche che ha concesso i finanziamenti, uniti a quelli del Comune.

È stato a Giorgio Semmoloni, attraverso aneddoti e situazioni storiche, a spiegare l’allestimento dell’esposizione “incentrata su due principi essenziali uno l’"amarcord" e l’altro è quello delle "novelties", ossia delle novità ed è congegnata, se pur in modo rigidamente scientifico, in una forma vezzosa e seducente con una palese rinuncia alla consueta severità accademica, presenta e narra le vicende storiche, sociali ed artistiche della Città di Tolentino, attraverso due secoli molto importanti: il Settecento e l’Ottocento. Da Napoleone e la Pace di Tolentino alla Battaglia della Rancia del 1815, dal meccanismo dell’orologio della torre civica, al Lucatelli fino al Vaccaj. La mostra - ha spiegato - bisogna vederla per rendersi conto di ciò che vive in quelle stanze”.

(Giorgio Semmoloni)

semmoloni


Per continuare il pomeriggio di festa l’esposizione rimarrà aperta con orario continuato e potrà essere visitata, fino a mezzanotte con ingresso gratuito e aperto a tutti e per l’occasione tutti i negozi del centro storico, grazie alla collaborazione degli esercenti commerciali che hanno aderito all’iniziativa, saranno aperti fino alla stessa ora.

Dare vita al centro è infatti uno dei principali motivi della scelta dei locali di via Parisani: “Siamo consapevoli che per vedere il cuore della città guarito dalle ferite del sisma ci vorranno anni - ha detto Silvia Luconi - ma aspettando quel giorno dobbiamo far sì che si torni al l’abitudine di viverlo e la mostra è uno dei motivi affinché questo avvenga. Fondamentale, poi, che la storia di quei luoghi oggi chiusi venga tramandata ai più piccoli che quando potranno tornare a visitare le sale originali saranno grandi, ma intanto possono conoscere la storia della città”.

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(Il quartetto F.A.T.A.)

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Alcuni scatti dell’esposizione sono stati pubblicati nell’edizione de L’Appennino Camerte in edicola da oggi.










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