Don Giussani. Una grande passione educativa

Mercoledì, 15 Ottobre 2014 02:00 | Letto 763 volte   Clicca per ascolare il testo Don Giussani. Una grande passione educativa È stato presentato sabato scorso il libro di Alberto Savorana “Vita di don Giussani”, teologo italiano fondatore di  Comunione e liberazione. Allevento, promosso dal centro culturale Tarkovskij di San Severino, sono intervenuti larcivescovo Brugnaro, Jesús Carrascosa, membro del consiglio di presidenza di Cl. Moderatore dellevento Massimo Ciambotti, delluniversità “Carlo Bo” di Urbino. Assente il sindaco Cesare Martini per motivi di salute, lassessore Fernando Taborro ha portato i saluti dellamministrazione comunale. Un breve saluto del presidente del centro culturale Tarkovskij, Angelo Cantenne, che ha presentato liniziativa che rientra negli eventi organizzati su tutto il territorio nazionale per la diffusione della biografia ufficiale di don Giussani. Particolarmente significativa la presenza di Jesús Carrascosa, la cui amicizia con don Giussani sin dal 1975 è allorigine della presenza del movimento in Spagna. Chi era Giussani? "Era innanzitutto un grande uomo che amava la ragione e la libertà e che ci ha fatto scoprire in modo affascinante chi è Cristo, colui che è capace di riempire il cuore delluomo". Lei ha affermato che Giussani era allo stesso tempo mistico ed educatore. "Mistico perchè aveva un particolare rapporto con il mistero, con Cristo e allo stesso tempo Cristo gli dava un amore immenso per la realtà. Giussani dice che "non si può essere veramente religiosi se non si vive intensamente il reale". Giussani ha voluto dare una proposta e un metodo. Per questo il movimento è così diffuso nel mondo? "Certo, perchè una proposta senza metodo è un traguardo senza cammino ed un metodo senza proposta è un cammino senza traguardo". Lei era lontano dalla Chiesa. Giussani lo ha convertito? "È Cristo che ti converte attraverso la carne di qualcuno, perchè Cristo diventa carne attraverso coloro che lo seguono. Giussani era uno che seguiva la carne e chi seguiva lui conosceva Gesù". Anche il vescovo Brugnaro ha conosciuto bene Giussani vivendo per alcuni anni a Milano. Eccellenza, chi era Giussani? "Un grande prete che ha saputo essere educatore. Attraverso la fede ha aiutato moltissimi giovani, professionisti, uomini e donne a riscoprire come il fermento evangelico aiuti luomo ad essere sempre più umano. Questa umanizzazione e storicizzazione ha messo in luce il metodo educativo di don Giussani: riconoscere la realtà contemplando il Cristo incarnato". Lei ha citato il seminario di Milano, doveè cresciuto don Giussani, accostandolo al seminario di Camerino. "Il seminario nel quale è cresciuto Giussani è un seminario tridentino, costituito da san Carlo dopo il Concilio di Trento. Quindi aveva le stesse caratteristiche del seminario della diocesi di Camerino, costituito dal vescovo Bongiovanni dopo il concilio. Un seminario che aveva certamente bisogno, agli inizi del 900, di aggiornamenti e cambiamenti, ma che non ha impedito ad un sacerdote come don Luigi Giussani di diventare un carismatico rianimatore e fondatore non solo di Comunione e Liberazione, ma della fede in tantissime parti del mondo". Giussani credeva che la politica fosse un grande valore. Anche lei lo ha sperimentato. "Si, Giussani dice che lesperienza politica è la carità. La carità politica significa fare in modo che il bene comune si compia a tutti i costi attraverso la fedeltà del Vangelo. Quindi la politica è unarte nobilissima, anzi, è il momento più importante della vita di una persona. Occorre dedicare il proprio tempo, la propria responsabilità, la propria fede perchè gli uomini, attraverso le istituzioni che la politica governa, diventino sempre più uomini".  "Don Giussani" non è un libro di ricordi, ma è un libro di vita vissuta – chiude Massimo Ciambotti - Savorana è stato un suo stretto collaboratore, che non ha fatto altro che raccogliere le testimonianze di coloro che hanno vissuto Luigi Giussani, che hanno vissuto anche momenti di responsabilità, come lo stesso Carascosa, che Giussani ha chiamato dalla Spagna, dopo averlo incontrato nel 75, a reggere i rapporti con tutte le comunità e le missioni del movimento allestero e poi a dirigere il Centro Internazionale, a partire dal 2000, quando fu inaugurato da Giovanni Paolo II".

È stato presentato sabato scorso il libro di Alberto Savorana “Vita di don Giussani”, teologo italiano fondatore di  Comunione e liberazione. All'evento, promosso dal centro culturale Tarkovskij di San Severino, sono intervenuti l'arcivescovo Brugnaro, Jesús Carrascosa, membro del consiglio di presidenza di Cl. Moderatore dell'evento Massimo Ciambotti, dell'università “Carlo Bo” di Urbino. Assente il sindaco Cesare Martini per motivi di salute, l'assessore Fernando Taborro ha portato i saluti dell'amministrazione comunale. Un breve saluto del presidente del centro culturale Tarkovskij, Angelo Cantenne, che ha presentato l'iniziativa che rientra negli eventi organizzati su tutto il territorio nazionale per la diffusione della biografia ufficiale di don Giussani.

Particolarmente significativa la presenza di Jesús Carrascosa, la cui amicizia con don Giussani sin dal 1975 è all'origine della presenza del movimento in Spagna.

Chi era Giussani?

"Era innanzitutto un grande uomo che amava la ragione e la libertà e che ci ha fatto scoprire in modo affascinante chi è Cristo, colui che è capace di riempire il cuore dell'uomo".

Lei ha affermato che Giussani era allo stesso tempo mistico ed educatore.

"Mistico perchè aveva un particolare rapporto con il mistero, con Cristo e allo stesso tempo Cristo gli dava un amore immenso per la realtà. Giussani dice che "non si può essere veramente religiosi se non si vive intensamente il reale".

Giussani ha voluto dare una proposta e un metodo. Per questo il movimento è così diffuso nel mondo?

"Certo, perchè una proposta senza metodo è un traguardo senza cammino ed un metodo senza proposta è un cammino senza traguardo".

Lei era lontano dalla Chiesa. Giussani lo ha convertito?

"È Cristo che ti converte attraverso la carne di qualcuno, perchè Cristo diventa carne attraverso coloro che lo seguono. Giussani era uno che seguiva la carne e chi seguiva lui conosceva Gesù".

Anche il vescovo Brugnaro ha conosciuto bene Giussani vivendo per alcuni anni a Milano. Eccellenza, chi era Giussani?

"Un grande prete che ha saputo essere educatore. Attraverso la fede ha aiutato moltissimi giovani, professionisti, uomini e donne a riscoprire come il fermento evangelico aiuti l'uomo ad essere sempre più umano. Questa umanizzazione e storicizzazione ha messo in luce il metodo educativo di don Giussani: riconoscere la realtà contemplando il Cristo incarnato".

Lei ha citato il seminario di Milano, dove'è cresciuto don Giussani, accostandolo al seminario di Camerino.

"Il seminario nel quale è cresciuto Giussani è un seminario tridentino, costituito da san Carlo dopo il Concilio di Trento. Quindi aveva le stesse caratteristiche del seminario della diocesi di Camerino, costituito dal vescovo Bongiovanni dopo il concilio. Un seminario che aveva certamente bisogno, agli inizi del '900, di aggiornamenti e cambiamenti, ma che non ha impedito ad un sacerdote come don Luigi Giussani di diventare un carismatico rianimatore e fondatore non solo di Comunione e Liberazione, ma della fede in tantissime parti del mondo".

Giussani credeva che la politica fosse un grande valore. Anche lei lo ha sperimentato.

"Si, Giussani dice che l'esperienza politica è la carità. La carità politica significa fare in modo che il bene comune si compia a tutti i costi attraverso la fedeltà del Vangelo. Quindi la politica è un'arte nobilissima, anzi, è il momento più importante della vita di una persona. Occorre dedicare il proprio tempo, la propria responsabilità, la propria fede perchè gli uomini, attraverso le istituzioni che la politica governa, diventino sempre più uomini". 

"Don Giussani" non è un libro di ricordi, ma è un libro di vita vissuta – chiude Massimo Ciambotti - Savorana è stato un suo stretto collaboratore, che non ha fatto altro che raccogliere le testimonianze di coloro che hanno vissuto Luigi Giussani, che hanno vissuto anche momenti di responsabilità, come lo stesso Carascosa, che Giussani ha chiamato dalla Spagna, dopo averlo incontrato nel '75, a reggere i rapporti con tutte le comunità e le missioni del movimento all'estero e poi a dirigere il Centro Internazionale, a partire dal 2000, quando fu inaugurato da Giovanni Paolo II".

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