La Scuola di Architettura e Design “E. Vittoria” dell’Università di
Camerino organizza per i prossimi 7 e 8 aprile l’evento “UrbanGenHome Conference”.
UrbanGenHome è una ricerca di ateneo, che raccoglie diversi settori disciplinari nel
comune scopo di individuare temi e azioni utili alla città. L’ambito di studio è quello della
macro-regione ionico adriatica, come territorio caratterizzato non solo da condizioni
analoghe, geografiche e climatiche.
Le due giornate della conferenza saranno dedicate a svolgere una ricognizione su
esperienze di rigenerazione urbana svolte in varie parti di Italia e in Europa, con l’obiettivo
di vederne le possibili ricadute in contesti simili a quello della ricerca.
La sfida è quella di affrontare il tema secondo un’ottica multidisciplinare, facendo dialogare
esperti ricercatori e non: architetti (progettisti, urbanisti, tecnologi, designer), giuristi, fisici
ambientali, ingegneri, informatici.
“Come nel genoma umano, - ha affermato la prof.ssa Maria Federica Ottone, coordinatrice
del progetto – nei caratteri identitari di una città ci sono ampie zone sconosciute e poco
indagate all’interno delle quali è possibile identificare nuove potenzialità. L’obiettivo della
ricerca è quello di individuare nuove metodologie di intervento che si possono generare
alle diverse scale di indagine, partendo dalle relazioni tra costruito e non costruito: questa
relazione costituisce la premessa per azioni mirate e puntuali, riconnesse tra loro da una
strategia che vuole enfatizzare il tema dell’abitare sostenibile e inclusivo”.
La città adriatica, con la sua indeterminatezza, viene vista come una opportunità, anche
nel quadro di sviluppo di una nuova dimensione urbana.
Indagare e progettare all’interno della relazione tra costruito e non costruito, con una
attenzione speciale alla sinergia tra le diverse scale di intervento, è la premessa per
individuare nuove azioni ed ottenere risultati che possano migliorare la qualità della vita
non solo all’interno del proprio spazio domestico e lavorativo, ma anche nello spazio
urbano immediatamente prossimo. Una sorta di moltiplicazione di benefici generati dallo
studio delle dinamiche che, alle diverse scale, possono esemplificarsi in: centro-periferia,
abitato-abbandonato, esterno-interno, coperto-scoperto, permeabile-impermeabile, verde
spontaneo-verde organizzato, ecc.
“L’indagine – prosegue la prof.ssa Ottone – si svolge con una attenzione maggiore rivolta
all’ordinario piuttosto che allo straordinario. O meglio, quello che si vuole trasmettere è la
volontà di evidenziare i meccanismi attraverso i quali poter accelerare il processo di
trasferimento tra pratica eccezionale a pratica quotidiana. Le condizioni oggetto del nostro
interesse sono: abitare lo spazio domestico, abitare lo spazio del retail, abitare la città”.
I relatori sono stati esortati non tanto a parlare dei propri successi in modo acritico,
quanto invece a segnalare i problemi, a focalizzarsi sulla “battaglia” per ottenere
determinati risultati, piuttosto che soffermarsi sui risultati.
E’ così che da questa conferenza si potrà partire per realizzare una mappa di problemi e
un elenco di proposte che il gruppo di ricerca potrà sottoporre alle amministrazioni in un
secondo round. Per il prossimo autunno, a conclusione della ricerca, sarà infatti
organizzato un evento con amministratori, associazioni, imprese, per confrontare le
esperienze e valutare possibili proposte.