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Appello dell'associazione Città in Comune alle istituzioni per salvaguardare il patrimonio della biblioteca Filelfica di Tolentino.
Non una critica ma una proposta su come poter mettere in salvo le opere che erano custodite nella struttura danneggiata dal sisma del 2016.

"Il patrimonio culturale della Biblioteca Filelfica è rimasto abbandonato a Palazzo Fidi - scrive l'associazione in una nota - senza che si sia provveduto alla sua tutela. I libri non sono protetti da eventuali incursioni, né dagli agenti atmosferici come umidità, polvere o altre avversità, dato che i locali da 4 anni e mezzo sono inagibili e abbandonati. 


Alla luce della legislazione vigente e delle responsabilità affidate ai possessori pubblici e privati dei beni culturali chiediamo l'immediata e non più procrastinabile messa in sicurezza del patrimonio culturale librario e archivistico, certi di essere la voce di tanti e di rappresentare il sentimento di amore verso questo bene e la preoccupazione di tutti coloro che hanno a cuore e hanno frequentato la biblioteca, ne conoscono il valore e l'importanza".

L'associazione suggerisce quindi come si potrebbe operare per la messa in sicurezza dei libri: "Tutto il materiale deve essere nell'immediato imballato, mantenendo inalterato l'ordine con cui lo stesso è stato collocato. Oltre a rispettare l'ordine di collocazione è importante mantenere distinte le diverse serie inventariali in cui sono stati catalogati e i diversi fondi che hanno una propria fisionomia legata o a una donazione o ad altre caratteristiche peculiari.
Deve essere posizionato in un locale che presenti le dovute caratteristiche per la conservazione e custodito in scatoloni poggiati ad almeno 40 cm da terra.
Tutto affidato ad una ditta specializzata".

Per poter sistemare il patrimonio in questo modo, Città in Comune, rappresentata da Barbara Salcocci e Nicola Serrani (in foto), suggerisce all'amministrazione di "trovare un contenitore adatto per la loro sistemazione che potrebbe essere l’immobile in via Colombo 22 che il Comune, con una recente Delibera, sembra intenzionato acquistare. In quei locali, anche adeguatamente protetti da furti e assicurati, il patrimonio della biblioteca potrà rimanere in custodia fino a quando finalmente si potrà disporre nuovamente dell’edificio in Largo Fidi per riaprire la biblioteca".

GS
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Che esista una giornata per celebrare la donna evidenzia ancor di più la differenza tra i generi.
È vero che l'8 marzo si ricordano i diritti, ma questa data testimonia che nel tempo sia stato necessario l'impegno di molti per conquistarli.
Il percorso che ha portato le donne ad ottenerli, continuando l'impegno per raggiungerne sempre di più affinchè non ci sia la necessità di chiedere "la parità" ma che questa esista a prescindere, emerge dalle pagine dei cento anni del settimanale L'Appennino Camerte.

La ricerca in archivio iniziata dalla redazione per confezionare le pagine della raccolta del centenario offre tanti spunti sui cambiamenti della società dal 1921 ad oggi.
In particolare, per questa giornata, proponiamo un articolo pubblicato nel 1922 dal titolo: “Alle donne” a firma di A. Sebastiani.

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“E’ tornata la primavera - esordisce - e nelle nostre piazze e vie è sbocciato a far contrasto con le dolci attrattive della natura il fiore avvelenato della moda sfacciata”. 

La critica agli abiti delle donne è chiara e non lascia spazio a fraintendimenti: l’articolo punta il dita contro “Vesti corte, scarpe alte, calze trasparenti, collo e spalle e braccia e petto nudo, faccia imbellettata, capelli di tante dimensioni quanti sono i capricci della testa che li sostiene”.

Parole dure che condannano abiti che sembrano attuali, ma pare difficile anche solo immaginare che in quegli anni le donne andassero vestite come oggi.
Dunque la descrizione sembra superare ampiamente la realtà. Allora la curiosità sorge nell’immaginare cosa potessero indossare le donne cui viene rivolto un articolo così duro, tanto da proseguire: “Voi stesse vi procurate la menomazione della vostra dignità, vi fate propaganda di antifemminismo. Partecipate alla santa crociata contro la modo attuale - conclude Sebastiani - che insegnerà il decoro alle singole persone, preparerà madri - degne di questo nome - e ci darà una società più virtuosa”.
A giudicare dalla moda del 2021 non credo che qualche donna abbia raccolto quell’invito ad imbracciare le armi contro l’evoluzione dello stile.
L'augurio, a tutte loro, è che continuino a portare avanti le proprie idee, ma che per farlo, non ci siano bisogno di battaglie.

Giulia Sancricca

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Operativo l’accordo di collaborazione tra il comune di Sarnano, l’Ufficio del Commissario alla ricostruzione, l‘Ufficio Speciale della ricostruzione e l’Università di Camerino per il monitoraggio avanzato della situazione geologica della frazione di Piobbico al fine di verificare la possibilità e le modalità della ricostruzione della frazione stessa nella sua sede storica.

Soddisfazione tra gli attori firmatari per questo risultato raggiunto perché grazie alle varie competenze e conoscenze scientifiche entro 6 mesi si potranno avere risposte certe sul futuro di Piobbico, così come richiesto dai proprietari degli immobili. Sarà questo un progetto pilota, un vero salto di qualità per la risoluzione di problematiche analoghe nel territorio del cratere sismico.

Un giorno storico per il sindaco di Sarnano Luca Piergentili che vuole ringraziare in primis il Commissario Giovanni Legnini per aver mantenuto la promessa fatta durante una sua visita a Sarnano e per essersi dimostrato attento e interessato a risolvere questa problematica. “Un grande ringraziamento – prosegue il primo cittadino - va anche all’ Università di Camerino che metterà a disposizione del nostro territorio le grandi competenze nel settore geologico dando risposte concrete e supporto tecnico alla eventuale ricostruzione. Il Comune stringe con l’Ateneo una preziosa collaborazione che vedrà l’Università come partner logistico per attività di specializzazione e master nelle strutture presenti nel territorio sarnanese. Infine un ringraziamento va anche l’Ufficio Speciale alla ricostruzione che supporta continuamente l ‘operato dell’ufficio tecnico del comune ed ha saputo cogliere la possibilità di una procedura innovativa impensabile solo qualche mese fa”.
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Irene Bakkum è una componente dell'Associazione "L'Occhio nascosto dei Sibillini". "Ci occupiamo fondamentalmente di riavvicinare la cittadinanza al tema della relazione tra uomo e natura.

L'idea nasce da una passione di 4 ragazzi. Nel tempo si è ampliata e si è organizzata in una vera e propria associazione, che si chiama WalDEN ed è nata quest'anno. Impieghiamo il nostro tempo per la passione per la fotografia naturalistica e per l'ambiente che ci circonda. Abbiamo già toccato diverse tematiche nell'ultimo periodo.

Ci siamo occupati delle riprese, ad esempio, del pullo di aquila reale che è nato nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini." Irene, ricordiamo che l'Occhio Nascosto si chiama così perché voi lavorate con delle foto-trappole che mettete nei punti più disparati, dai boschi alle vette, per riprendere anche le immagini meravigliose degli animali selvatici.

"Un aspetto principale del nostro lavoro è proprio il posizionamento di fototrappole seguendo l'etica del non disturbo della fauna selvatica. Ci teniamo molto a trasmettere una finalà educativa dietro la ripresa, per avvicinare le persone al rispetto all'ambiente." Quali iniziative state programmando per la prossima primavera-estate?

"Diversi membri del team sono guide ambientali, vorremmo attivare quindi delle vere e proprie attività di educazione ambientale anche attraverso il sito www.occhionascostodeisibillini.it che stiamo ampliando di nuove rubriche per avvicinare l'uomo alla natura attraverso nuove visioni. Proprio due giorni fa è stata realizzata la prima diretta con Gianluca Carradorini, esperto alpinista che ha frequentato tantissimo i Sibillini. Un tema importantissimo quello della montagna, soprattutto visto il particolare momento storico, è essenziale riavvicinarsi alla natura ed è importante imparare come comportarsi quando si frequentano ambienti naturali."

Barbara Olmai

Maggiori approfondimenti su "L'Appennino Camerte" in uscita giovedì prossimo
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Alessandro Loreti ha 38 anni e vive con la sua famiglia a Muccia. Dopo 3 anni in Sae, soluzione abitativa di emergenza, a dicembre è tornato nella sua casa, vicino il centro storico di Muccia.

“Sono tre mesi che siamo ritornati a casa nostra finalmente. Un ritorno diciamo molto gradevole quanto voluto. La nostra domanda è restata circa 2 anni all’ufficio ricostruzione, una volta partiti i lavori, devi stare dietro a tante questioni, poi finalmente siamo rientrati”. Alessandro aveva deciso con la famiglia che una volta nella loro casa, con loro sarebbe entrato anche il secondo cane e così è stato."

Gli chiedo cosa gli resta di 3 anni vissuti nel villaggio Sae. “Sicuramente ho un bel ricordo per quello che riguarda i vicini perché la comunità si è stretta molto, eravamo tutti quanti insieme a differenza di adesso che invece intono a noi non c’è nessuno. Mi è dispiaciuto perché avevamo una signora accanto con cui abbiamo stretto un buon rapporto e che andiamo a trovare quasi tutti i giorni, ci siamo voluti bene con Amalia. Certamente dei problemi ci sono stati dalla muffa al livello strutturale, tutto sommato ci stai, però potevano fare meglio.”

Chiedo ad Alessandro quale è stato il primo pensiero al rientro a casa. “Speravo che non venisse una scossa la prima notte, perché comunque ci pensi, perché i lavori sono stati fatti, sto tranquillo ma non sai come reagisci, non tanto per me ma per i figli”. Con Alessandro ci siamo incontrati nella piazza di Muccia. Intorno ci sono delle “belle” messe in sicurezza degli edifici ma nessuna persona, non c’è vita.

“Parecchie persone sono andate via. Si deve lavorare per riportarle e non è semplice, c’è bisogno di uno studio fatto a tavolino. L'amministrazione deve pensare qualcosa ma non da sola, a livello della zona terremotata. Io ci credo ad un futuro per queste terre. L'esperienza che abbiamo avuto, le strutture che si rifaranno saranno tutte antisismiche, quindi anche la gente sarà più tranquilla, più sicura, quindi riportata a venire qua. Poi negli ultimi 2 anni la montagna ha preso vita, anche con il covid è stata riscoperta, la gente è venuta perché ti dava la sensazione di aria pura. Secondo me si possono ottenere ottimi risultati con un progetto serio. Ci vuole tempo, non è da oggi a domani, però anche nell'arco di 10 anni, magari con una nuova zona franca che incentivi a far venire qui le aziende che possono creare dei posti di lavoro e magari attirare delle giovani famiglie a trasferirsi”.

Barbara Olmai

Altri approfondimenti su "L'Appennino Camerte" in uscita giovedì prossimo
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Operazione dei Finanzieri della Compagnia di Civitanova Marche nell’ambito dei controlli rafforzati per la verifica del rispetto della normativa di contenimento della diffusione epidemiologica: ai domiciliari un 23enne albanese, fermato con 6 “panetti” di hashish e 10 grammi di cocaina. Denunciato a piede libero un 19enne italiano trovato con 18 grammi di hashish.

I militari della Compagnia di Civitanova Marche,  hanno infatti fermato due giovani che percorrevano in skateboard  una strada del centro città. Alla vista del posto di controllo, effettuato con l’ausilio dell’unità cinofila, i due hanno manifestato un evidente stato di agitazione, tale da insospettire  le Fiamme Gialle.

Dai conseguenti accertamenti effettuati sul posto, uno dei due è risultato essere in possesso di un esiguo quantitativo di hashish. Le successive ricerche disposte dai finanzieri all'interno dell'abitazione del giovane  hanno permesso di rinvenire 18 grammi di hashish che erano stati occultati all’interno di un mobiletto in camera da letto. Lo stupefacente è stato così sequestrato ed il ragazzo è stato denunciato a piede libero all’Autorità Giudiziaria. per il reato di spaccio. 
Nei guai anche un amico del giovane che in motorino aveva poco prima raggiunto i militari per portare le chiavi di casa.  Si tratta di un operaio albanese di 23 anni il cui atteggiamento nervoso e irrequieto ha spinto i finanzieri ad approfondire la situazione. È infatti dalla perquisizione effettuata presso l'abitazione di quest'ultimo che le Fiamme Gialle hanno rinvenuto e sequestrato 6 “panetti” di hashish per un totale di 614 grammi e 10,52 grammi di cocaina; il giovane operaio è stato così arrestato e, su disposizione del P.M. di turno, condotto ai domiciliari a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
c.c.
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Incidente nel territorio comunale di Monte San Giusto. Per cause in corso d'accertamento un'apecar condotta da un uomo di 85 anni, in prossimità di un incrocio è andata a scontrarsi con un'auto proveniente dall'opposta direzione. Sul posto, oltre alle forze dell'ordine per i rilievi del caso, immediato è stato l'intervento del personale sanitario del 118 che si è occupato di soccorrere e prestare le prime cure al conducente dell'apecar che in seguito all'urto avrebbe riportato contusioni e traumi. L'ottantacinquenne è stato poi trasportato in ambulanza all'ospedale di Civitanova Marche. Le sue condizioni non sarebbero gravi e non desterebbero particolare preoccupazione.  

c.c.
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Un incidente è avvenuto poco dopo le 8.30 lungo la provinciale 361 Septempedana in località Passo di Treia. Per ragioni da accertare, un'auto è entrata in collisione con un furgoncino all'altezza di un incrocio 
Sul posto sono immediatamente intervenuti i soccorsi del 118 e l'ambulanza da San Severino Marche . I sanitari hanno prestato le prime cure sul posto al conducente dell'auto che sembra non abbia riportato conseguenze particolarmente gravi e sia rimasto sempre cosciente, disponendone il trasporto in ospedale per ulteriori accertamenti. 
Presenti anche i Carabinieri per effettuare i rilievi del caso.

servizio in aggiornamento 

c.c.
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Giovedì, 04 Marzo 2021 20:56

Dopo Ancona anche Macerata è zona rossa

Dopo quella di Ancona anche la provincia di Macerata è zona rossa. L'ordinanza sarà firmata nella mattinata di domani dal governatore Francesco Acquaroli ed entrerà in vigore da sabato 6 a domenica 14 marzo.

Così verranno chiuse tutte le scuole di ogni ordine e grado, con didattica a distanza al 100% per tutti gli studenti, i servizi per l'infanzia e le università, oltre alle restrizioni tipiche delle zone a più alto rischio concernenti la chiusura delle attività commerciali ad eccezione di quelle ritenute essenziali.

Restano in arancione le altre 3 province nelle quali, però, sarannà prevista la didattica a distanza totale per tutte le scuole e le università.

f.u.
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Con 211 domande pervenute per un ammontare di contributo pari a 3.614.500 euro è stato chiuso il bando per la creazione di impresa nell’area di crisi industriale complessa fermano maceratese per aver superato, con le domande presentate, il limite della dotazione finanziaria disponibile. La misura, inclusa nell’Accordo di programma sottoscritto lo scorso luglio, ha dato buoni esiti.

Si tratta dell’Avviso del Fondo Sociale Europeo per il sostegno alla creazione di impresa da parte dei disoccupati residenti in uno dei 42 Comuni eleggibili dell’area di crisi appartenenti alla categoria giovani, tra i 18 e i 25 anni, over 50 e disoccupati da oltre 6 mesi.


L’agevolazione consiste in un importo forfettario, sotto forma di contributo a fondo perduto, pari a 15.000 euro che il beneficiario riceve una volta costituita l’impresa e aperta la partita Iva. Alla fine del progetto, l’azienda può ricevere un supplemento di contributo per un massimo di 20.000 euro, nel caso abbia effettuato ulteriori assunzioni a tempo determinato e indeterminato.

Per l’area di crisi fermano maceratese, con la quinta finestra, che si è chiusa alla fine di febbraio, risultano pervenute 211 domande che si trovano allo stato attuale in diverse fasi dell’iter procedimentale:  123 sono state già ammesse a finanziamento, mentre le altre si trovano nella fase istruttoria e di valutazione.

“I settori economici più rappresentati sono stati il commercio, le attività ricettive e i servizi alle imprese – commenta l' assessore alle Aree di crisi complessa Guido Castelli – e la partecipazione diffusa, nonostante le criticità già preesistenti all’emergenza Covid, dimostra la volontà di ripartire." 

“Nonostante il periodo di crisi, aggravato dalla pandemia – conclude l’assessore al Lavoro Stefano Aguzzi - questo risultato è una bella testimonianza del vivace spirito imprenditoriale dei giovani disoccupati del territorio  che vogliono intraprendere il percorso di creazione di impresa."

B.O.


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