Una ragazza forte. Questo è Alessandra Antonini. Perché? Perché dopo il terremoto è in procinto di affrontare l’ottavo trasloco, perché dal 2016 ad oggi ha continuamente rimodulato la sua vita, cambiando diversi lavori e non dandosi mai per vinta. Alessandra ha lasciato l’Università perché serviva dare una mano in famiglia, ha aspettato che i suoi genitori e sua sorella si ambientassero nella Sae prima di andare a convivere con il suo compagno Francesco con cui ora sta realizzando il grande passo: hanno acquistato una nuova casa a Matelica, la loro casa, quella dove restare. Alessandra è una sportiva. Ha 29 anni, è originaria di Visso.

Ho cambiato tutti i progetti che avevo. Il terremoto li resetta e quindi devi ricominciare da capo, ti devi ricostruire un nuovo futuro. Ci si riesce non arrendendosi, guardando in faccia alla vita che c'è ancora davanti. Il carattere viene soprattutto dall'esperienza che ho sempre avuto. Dallo sport ho imparato a cadere e rialzarmi, anche nella vita è stato così. Pratico il calcio A5 da quasi 13 anni.”

Da timida come era, grazie ad una conoscenza che poi è divenuta una grande amicizia, Alessandra ha girato l’Italia per raccontare la sua storia ai suoi coetanei, dando loro un forte messaggio di speranza. “Grazie al giornalista Luca Pagliari ho affrontato la paura. Luca mi ha dato la possibilità di essere d'aiuto ad altre persone, perché rivivere ogni volta i ricordi non era facile e anzi faceva male rivivere quei momenti che normalmente si tendono a dimenticare. Allo stesso tempo quando vedi che altre persone vengono e ti ringraziano perché sono riusciti a superare un terremoto interiore, dà tanta forza”. Quando Alessandra parla di “quei momenti”, chiaramente si riferisce alle scosse di terremoto, quello che ha vissuto durante e dopo. “Durante non te ne rendi conto, perché comunque è una questione di attimi in cui pensi solo a salvare la pelle.

Il vero terremoto inizia il giorno dopo della scossa, da quando apri gli occhi e capisci che non hai più niente e che da lì ti devi inventare qualcosa perché comunque non puoi arrenderti, perché sei ancora vivo e lo devi anche a tutte quelle persone che non ce l'hanno fatta.” Alessandra insieme alla sua famiglia ha vissuto anche in auto. “Dopo il terremoto del 24 agosto siamo stati 10 giorni in auto, 10 giorni in auto vuol dire dormire al freddo e con l'umidità perché anche essendo agosto Visso comunque è vicina al fiume. La notte dormivi con i giornali attaccati ai vetri per assorbire gran parte dell'umidità. Dormivamo vestiti, con il giubbetto e con tutte quelle cose che riescono a darti un minimo di calore. Ricordo che la notte ci svegliavamo. Quasi tutto il paese era lì nelle macchine. Scambiavamo due parole, prendevamo un tè caldo e ci davamo forza l'un l'altro, affrontavamo così anche il freddo che c'era.”

Chiedo ad Alessandra, protagonista della rubrica #primalepersone che vuole, attraverso il racconto diretto dei cittadini, testimoniare una situazione vissuta dalla comunità, cosa porta dentro di sé di tutto questo che ha vissuto. “Da allora siamo riusciti a diventare più comunità, comunque sono quelli i momenti in cui capisci che da solo non sei nessuno, insieme fai la differenza e quindi le nottate passate a tranquillizzarsi l'un l'altro, a ridere di qualche cavolata, in quel modo passava la notte. Era spalla a spalla, come durante le partite, quando arrivi che non ce la fai più e ti guardi intorno, guardi la squadra e riesci ad arrivare fino alla fine.”

Tornando ad oggi chiedo ad Alessandra cosa rappresenta la futura casa. “Rappresenta la serenità, la stabilita, comunque ritornare a considerare casa un posto sicuro. Dopo un terremoto è difficile, perché consideri la casa quasi l'incubo quello che t'ha portato a subire tutto questo. Quella che abbiamo acquistato è una casa antisismica, è un nuovo inizio, significa ricominciare a creare un porto fermo, un porto sicuro in cui abitare e creare una famiglia. Ci stiamo un po' adattando per quel che si può a sistemarla con le nostre forze, è anche una soddisfazione in più poter dire che alla fine l'abbiamo messa come volevamo.” Alessandra mi dice che prima di prendere la casa ne ha viste tantissime. Quando si vivono terremoti come quelli che ci sono stati in centro Italia dal 2016, la sicurezza di una casa è elemento fondamentale. Devi tornare a fidarti di nuovo del posto che ti accoglie, della tua casa. Alessandra e il suo compagno nella ricerca hanno chiesto informazioni sulla tipologia di terreno, sulla storia della casa, su come è stata costruita.

Prima di salutarci le chiedo se dovesse paragonare la sua vita a una partita di calcio, cosa direbbe. “Che si sta sbloccando il risultato, che è stata dura, che abbiamo tirato per gran parte del tempo, però iniziano a vedersi i primi traguardi, i primi punti che volevamo.” Quale è il tuo ruolo in camp0? “L'attaccante, quindi quella che sblocca le partite.”

Barbara Olmai

Qui il link del podcast del programma in cui ascoltare l'intervista ad Alessandra.
http://www.appenninocamerte.info/podcast/itemlist/category/121-primalepersone

Altri approfondimenti su " L' Appennino Camerte" in uscita domani




Di seguito la lettera del corrispondente di Visso, Valerio Franconi, con gli apprezzamenti sull'organizzazione per la somministrazione dei vaccini:

"Noi cittadini siamo sempre pronti a divulgare notizie circa le inefficienze e il cattivo funzionamento delle strutture pubbliche, cosicché a circolare sono solitamente le voci negative a scapito di quelle positive. Ciò premesso e costatato, provo un senso di viva soddisfazione nel rompere questa tendenza, dando una descrizione della realtà migliore di come viene solitamente rappresentata.

Martedì 23 febbraio io e mia moglie abbiamo ricevuto la prima dose di vaccino anti covid (siero Pfizer) nella postazione della Asl 3 di Camerino, allestita in un’ampia tecnostruttura in località Vallicelle. Entrambi siamo rimasti favorevolmente impressionati dalla perfetta organizzazione del servizio: immediata accettazione, nessuna fila e personale efficientissimo, straordinariamente gentile, collaborativo e rispettoso, la cui sollecitudine, non priva di un’evidente vena affettiva verso le persone anziane, toccava il cuore. Durata dell’operazione circa mezz’ora, compreso termo scanner, alcune domande sulle condizioni di salute e quindici minuti di osservazione a vaccinazione avvenuta.

Per quanto sopra espresso intendo tranquillizzare quei concittadini che mostrano dubbi e difficoltà a vaccinarsi, ma soprattutto voglio pubblicamente ringraziare tutto il personale sanitario coinvolto nell’operazione, nonché  i volontari della Croce Rossa e della Protezione Civile, per questa dimostrazione di efficienza organizzativa e di cortesia, che andando ben oltre i doveri professionali, fa  onore alla sanità e a  tutti i sevizi pubblici, che meglio di così non possono funzionare. Medici e infermieri, in particolare, dimostrano ancora una volta di saper affrontare al meglio anche le situazioni eccezionali. Sono tornato a casa rinfrancato, ma soprattutto rinforzato nel convincimento che nutro da sempre: il cuore di un sanitario, come pure di un volontario, non batte mai a ritmi contrari".

Valerio Franconi
Nella prima puntata del programma radio e della rubrica #primalepersone, nato per testimoniare, grazie alle interviste dirette e il racconto personale fatto dai cittadini, una situazione che riguarda un territorio, incontro Donatella Rosi. Donatella vive con la sua famiglia in una Sae, soluzione abitativa di emergenza, a Visso, come tanti suoi concittadini. Le chiedo come si sta e subito mi porta nel suo mondo e in quello di migliaia di persone del centro Italia terremotato, alle prese con l’attesa della ricostruzione.

“Non è casa tua, dico solo questo, nel senso che comunque ti ritrovi in un ambiente dove sai che starai per un po' di anni. Si sta abbastanza bene, sono abbastanza confortevoli nonostante i problemi che possono avere e che hanno avuto. Sono molto calde in inverno, però si sta un po' come in un campeggio, nel senso che comunque tu sei lì, vivi insieme agli altri ma nello stesso tempo forse senti di più la solitudine. Quella a Villa Sant’Antonio dove sono io è molto grande, siamo in tanti ma non so neanche chi ci sta. In quelle più lontane da me c'è un silenzio a volte, anche in piena estate, che è inquietante. C'è tanta difficoltà anche a socializzare nelle Sae, perlomeno nella mia realtà.”

Stiamo parlando di un comune piccolo, perché Visso prima del sisma contava oltre 1100 abitanti, adesso non conosciamo i dati precisi ma sappiamo che sono probabilmente qualche centinaio in meno. Quindi tu che sei una vissana non sai chi hai nell'ultima Sae del tuo villaggio? Questo mi fa pensare che le persone si sono ancora di più ritirate. “A Visso in nessun villaggio Sae c'è un'area di incontro, tra l'altro non abbiamo aree di incontro proprio, quindi è difficile trovare un luogo dove vedersi. Non so per quale motivo c’è questa chiusura, ognuno è chiuso all'interno della propria casetta e c'è questo silenzio. Qualche volta si sentono i bambini che giocano. Adesso ci sono anche delle piccole aree in cui hanno donato dei giochi, quindi i piccoli spazi verdi ma manca una apertura, anche da prima del covid-19.”

Voi come famiglie vi siete organizzati prima del covid in una sorta di aggregazione sociale quasi autogestita. “Con alcune famiglie ci siamo visti più volte per delle cene. Per fortuna c'era il container dove era la chiesa, il sacerdote ce l'ha messo a disposizione, quindi lì ci siamo incontrati, facendo anche delle attività che ci hanno fatto dimenticare un po' la solitudine, la difficoltà di socializzare che in questo momento è quella che manca, tu esci e non incontri nessuno, quindi la difficoltà di ricreare rapporti sociali tra sempre meno persone.” In questi territori chi soffre di più la situazione sono soprattutto le persone anziane che non escono dalle casette e i giovani che non hanno luoghi di incontro. “Prima c’era il campo da calcio e il palazzetto del ghiaccio a Ussita dove si organizzavano dei corsi tutto l'anno, un bel gruppetto di bambini faceva il corso con la possibilità anche di fare degli stage estivi e invece adesso nulla, è un problema per tutte le fasce d'età ma soprattutto per i ragazzi, perché comunque a 14-15 anni non hanno ancora l'autonomia per andare fuori e se vuoi fare attività sportiva devi andare fuori. Questo c'era anche prima, noi ci siamo sempre organizzati per quello che ci mancava andando altrove. Però in questo momento non c'è altra possibilità.

Ci organizziamo come genitori, si fatica un po' di più, ci impegniamo per far stare insieme questi ragazzi. Per gli anziani il discorso dei servizi riguarda soprattutto quelli medici. A Visso il dottore è tornato a fare servizio costante tutti i giorni, però nei paesi vicini sono tutt'ora senza medico di famiglia.”

Questi luoghi Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera, sono stati sempre considerati un po' un tutt'uno, l'Altonera. Tu prevedi anche nel futuro una unione che sia più che formale, sostanziale? “Io non vedo altra strada né altre possibilità che quella di unirsi, perlomeno lavorare insieme e con uno stesso tipo di progettualità. Progettare insieme per rivivere questi territori.” Tu ci credi in cuor tuo Donatella? “Ci credo e ci spero, altrimenti non sarei qua, altrimenti avrei fatto la scelta che hanno fatto in tanti di andar via. Io credo alle potenzialità di questo territorio e credo alla qualità di vita diversa e migliore che qui si può fare. Però io faccio la guida ambientale, quindi amo la montagna, amo il verde, amo anche i posti abbastanza isolati, non mi interessa il centro delle città, qualche volta sì ma insomma.

Qui ci sono tante possibilità di lavorare secondo me che non vengono colte, anche nel turismo. Certo la difficoltà di vita, la mancanza di servizi, rende tutto un pochino più difficile, anche la distanza, lo spopolamento che non è un problema solo di Visso ma di tutto l'Appennino italiano. Però forse la sopravvivenza di questi territori è quella di attingere a persone che abbiano capacità imprenditoriali, che possano trovare in questi luoghi una opportunità di lavoro.”

Barbara Olmai

Altri approfondimenti su “L’Appennino Camerte” in uscita giovedì prossimo

Riascolta qui l'intervista completa:
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Si chiama Fragibilità, il progetto finanziato dalla Regione Marche (POR MARCHE FESR 2014/2020) che prevede servizi per la domiciliarità protetta con interventi domiciliari e di prossimità rivolti alla popolazione anziana negli Ambiti Sociali 10, 17 e 18. Un servizio utile nelle terre del sisma in questo tempo di pandemia che richiede la distanza. Ne abbiamo parlato con Patrizia Vita, operatore di prossimità per i comuni di Ussita, Visso e Castelsantangelo sul Nera. “Fragibilità è un progetto che è riservato a coloro che hanno più di 65 anni e alle famiglie, che prevede una serie di servizi gratuiti per i cittadini come consegna della spesa, il ritiro di farmaci a domicilio. Mi occupo direttamente dei servizi come operatore di prossimità. Tra i servizi previsti anche la fisioterapia, la ginnastica dolce e un'attività di socializzazione con un' animatrice di comunità e una psicologa. Questi due servizi che ho citato per ultimo, quindi la fisioterapia e attività di socializzazione, in questo momento vengono effettuati usando uno strumento che Fragibilità dà in dotazione agli utenti, un tablet, in modo tale che ogni persona può individualmente fare in accordo con il professionista che svolge questo servizio, tramite un programma personalizzato.” Il progetto è anche una sperimentazione che intende facilitare l’attivazione della comunità, rafforzando la rete, mobilitandone le risorse, coinvolgendo in un lavoro di insieme, le associazioni e le istituzioni del territorio. “Questo servizio è stato patrocinato da tutti e tre i comuni Visso, Ussita, Castelsantangelo sul Nera. Per richiedere il servizio c’è una pagina Facebook che contiene tutte le informazioni, o ci si rivolge al proprio comune. Questo progetto è stato realizzato grazie a quattro cooperative BORGORETE (soggetto Capofila), VIVERE VERDE Onlus, CASTELVECCHIO Service e IL MELOGRANO ed è supportato dagli Ambiti Sociali Territoriali 17, 18 e 10. “ Il progetto riguarda ovviamente anche altri comuni. Per informazioni e per la richiesta dell’attivazione di un servizio nei comuni di Ussita Visso e Castelsantangelo sul Nera, si può anche telefonare al numero 3391575644.

B.O.
Si può pensare di risparmiare quando si parla di servizi di soccorso?
È ciò che si chiede il CONAPO prosegueno la battaglia in merito alle criticità operative della sede di Visso.

Dopo il sollecito avanzato all’ufficio del Capo del Corpo lo scorso 5 gennaio, la segreteria provinciale del sindacato autonomo dei Vigili del Fuoco, si rivolge ora ai sindaci della provincia di Macerata chiedendo loro un tempestivo supporto politico ai loro esponenti del Ministero degli Interni affinché si attivino per risolvere i problemi legati alla sede dela paese dell'entroterra.

“Non si può ridurre il soccorso a logiche aziendali dove si deve produrre un tangibile fatturato per poterne consolidare la validità - scrivono in una nota - . Investire risorse nella Sicurezza e nel Soccorso producono un bene difficilmente tangibile benchè immenso, che si manifesta attraverso il mantenere incolume la vita delle persone.
Solamente chi ha avuto salva la vita o un bene da un pronto intervento dei Vigili del Fuoco può comprenderne sino in fondo l’importanza”.

Entra nel merito della questione il sindacato, facendo riferimento alle difficolt attraversate dopo il sisma: "Per quanto preventivabile che a distanza di 5 anni dal terremoto si vogliano applicare significative riduzioni di spesa in un’ottica di risparmio strettamente legata all’emergenza sisma, non si può accettare che lo stesso Dipartimento VVF non abbia previsto una diversa modalità di gestione delle risorse e del personale per garantire comunque una doverosa forza operativa del distaccamento di Visso". 

    Non usano mezzi termini i dirigenti sindacali del CONAPO per manifestare il loro malcontento e la loro preoccupazione.

Ieri si è anche tenuto un incontro con il Comandante provinciale che dopo l’intervento del CONAPO, ha manifestato anch’esso "l’intenzione di richiedere ufficialmente ulteriori risorse al Capo del Corpo nella speranza di ristabilire quanto prima un corretto apparato operativo".

   Diverse sono le proposte avanzate dal sindacato: "Prevedere ulteriori risorse per il richiamo di personale in straordinario come avvenuto sino ad oggi,a prescindere da quale fondo vengano attinte; prevedere un immediato trasferimento dei vigili del fuoco residenti nella provincia di Macerata, ma attualmente dislocati presso altri comandi d’italia; prevedere, per le prossime assegnazioni degli allievi vigili del fuoco che stanno effettuato il corso di   formazione, un numero maggiore di unità da dislocare presso il comando di Macerata. 

   Bypassando le dinamiche legate ai colori politici, come fanno i Vigili del Fuoco quando portano il soccorso, il CONAPO - conclude - ha auspicato da parte di tutti i Sindaci un’azione sinergica che manifesti interesse per la sicurezza di tutti i cittadini".

  L'argomento sarà approfondito nella prossima edizione de L'Appennino Camerte in uscita il prossimo 14 gennaio.

GS
Un libro per valorizzare la memoria. “Visso e le sue valli” scritto oltre cinquanta anni fa da Don Ansano Fabbi, è stato ristampato dall’associazione “Visso Futura” e donato agli studenti dell’Altonera.

“Con questa mia ulteriore fatica, presento ai cercatori di memorie e di bellezze artistiche, l'alta Valle del Nera, con al centro Visso e intorno gli estremi confini delle Valli di Ussita e di Castelsantangelo, l'altipiano di Macereto e la zona montuosa di Mevale e Fematre. Essa at­tualmente appartiene alle Marche, ma storicamente per due millenni, ha fatto parte della stirpe e della Regione Umbra. L' Umbria ha formato il carattere forte e costante della genie vissana, ma la vicina Marca lo ha ingentilito con un'arte briosa e piacevole.”

Con queste parole Don Ansano Fabbi raccontava in premessa ai “cercatori di memorie e bellezze artistiche” cosa lo spinse a scrivere un libro su questi territori. Era il 1964. Il sindaco Silvio Sensi nella sua premessa parlò di saggezza delle rubriche scritte da Fabbi capaci di suscitare ammirazione e riflessione.

( nella foto alcuni bambini con il loro libro )

alcuni bambini con il loro libro

Il libro "Visso e le sue valli" di Don Ansano Fabbi, grazie alla volontà dell’associazione “Visso Futura”, è stato ristampato per le edizioni “Il Formichiere” di Marcello Cingolani con l’introduzione alla stampa anastatica del critico e curatore indipendente Maurizio Coccia e donato, lo scorso 18 dicembre a tutti gli alunni delle elementari e medie dell’Istituto Pietro Capuzi di Visso, in cui ci sono anche studenti provenienti da Ussita e Castelsantangelo sul Nera.

“Stiamo seminando un po' di Visso. Forse tra vent'anni nascerà qualcosa.” Così il presidente dell’associazione “Visso Futura” Roberto Flammini che, lontano dalla cittadina vorrebbe che i 36 bambini presenti oggi nel plesso scolastico, possano conoscere e amare questi luoghi, di cui ora purtroppo si fa fatica ad immaginarne il futuro e probabilmente anche il passato. Alcuni di loro sono molto piccoli e non ricordano lo splendore di uno dei borghi più belli d’Italia, non ricordano come era Visso prima che un sisma così forte nel 2016 ne distruggesse la sua bellezza e con essa una parte della storia, della cultura e della socialità. Azioni come questa sono importanti anche per onorarne la memoria. “In queste occasioni tragiche c’è una rottura tra passato e presente. Dopo le prime settimane di scoraggiamento, c’è stato bisogno di uno scatto rappresentato dallo sguardo verso il futuro per cercare di progettarlo – prosegue Flammini – Nell’ottobre 2018 abbiamo fondato questa associazione,  tra i cui  scopi tra l’altro c’è quello di agire per la tutela e la conservazione del patrimonio culturale, storico – artistico, ambientale, sociale ed economico dei territori dell’Altonera, di elaborare studi e ricerche, avanzando suggerimenti e proposte all’opinione pubblica ed alle amministrazioni pubbliche su temi che riteniamo importanti per la sua conservazione e la sua rinascita. Per noi si tratta di un dovere civico ineludibile come cittadini vissani in uno dei momenti più difficili della storia dei nostri paesi dell’Appennino, in un periodo in cui si debbono prendere decisioni e formalizzare provvedimenti che segneranno il futuro delle nuove generazioni. Noi abbiamo l’obbligo di consegnare delle idee, proporre progetti affinché quelle scuole possano essere ripopolate grazie a delle strategie a lungo termine che possano consentire di aumentare la popolazione come era prima, in quegli anni in cui il libro prendeva forma. Allora 250 bambini della valle frequentavano la scuola.  Oggi senza una strategia che accanto alla ricostruzione materiale affianchi quella socio economica, andremo incontro alla creazione di “gusci vuoti” come li ha giustamente chiamati il Commissario Straordinario alla ricostruzione Giovanni Legnini. Spetta anche ai cittadini fare la loro parte e contribuire a far conoscere la storia e la cultura dei nostri luoghi, fatta anche di tramandi orali che grazie all’opera di Fabbi abbiamo la fortuna di possedere e l’onere e l’onore di valorizzare e far conoscere. Anche con questi obiettivi “Visso Futura” ha voluto riprodurre in stampa anastatica questo testo organico sulla storia di Visso e le sue valli che dovrà essere nelle case di chi ama questi paesi,
perché siamo convinti che il futuro non si progetta se non si guarda al passato”.

( nella foto alcuni componenti dell'associazione Visso futura)

alcuni componenti lassociazione Visso futura

Nel corso della distribuzione avvenuta all’esterno della scuola, il libro è stato consegnato ad ogni alunno. Nella pagina finale del libro è stato riportato il giorno della consegna e il nome dello studente a cui l’opera è stata destinata. Un segno dell’importanza che ogni piccolo cittadino riveste per il futuro del paese. La professoressa Maura Antonini, che ha contribuito all’organizzazione dell’evento, ha ricordato: “Per volare verso il futuro, occorre stare con i piedi ben piantati a terra, attaccati alle radici, rappresentate anche dal nostro passato”.  

Don Fabbi nella premessa al libro cita i versi dell’idillio “Alla luna” di Leopardi: «Oh come grato occorre il rimembrar delle passate cose, ancor che triste, e che l’affanno duri”. Del poeta recanatese oltre all’originale di “Alla luna”, Visso conservava numerosi manoscritti, su tutti L’Infinito. Don Fabbi allora si augurava “Ho la speranza che queste “rimembranze” siano utili allo sviluppo turistico di questa altrimenti poverissima zona, alla conservazione del suo patrimonio artistico e della pittoresca ambientazione medievale della città.” Un augurio ripreso dall’associazione Visso Futura.

 
La Delegazione Marche Nord dell’Ordine di Malta sostiene i territori colpiti dal sisma di quattro anni fa. In occasione delle festività natalizie, nel giorno di Natale, a oltre centocinquanta residenti nei villaggi temporanei di Camerino, Visso e Ussita, segnalati dai parroci del territorio e da Monsignor Massara, sarà offerto il pranzo di Natale grazie all’asporto di diversi ristoranti locali. Un gesto semplice ma significativo, che dimostra vicinanza a situazioni di bisogno e che ha riportato l'attenzione sul dramma del terremoto, passato in secondo piano in ragione dell’emergenza sanitaria.
Un'iniziativa possibile grazie al sostegno e alla volontà del marchese Francesco Costa, Delegato delle Marche Nord sul solco dei principi di servizio cristiano ed assistenza ai bisognosi che sono alla base del carisma melitense.

Red.
Tornare a investire nel turismo in un’area fortemente fiaccata dal post sisma e in tempi di pandemia? È quello che propone il Parco Nazionale dei Sibillini, che ha emanato un avviso esplorativo per testare la disponibilità di potenziali gestori per il rifugio di Cupi, nel comune di Visso. Si tratta di strutture temporanee che verranno poi rimosse all’avvenuto restauro del rifugio. Il RESP di Cupi consiste in quattro unità abitative, di cui una destinata all’accoglienza di persone disabili, dotate di tutti i servizi necessari ed anche di impianto fotovoltaico. Sono un supporto fondamentale per coloro che svolgono attività di trekking, passeggiate o altre attività di tipo naturalistico, anche per la loro presenza nel circuito escursionistico del “Grande Anello dei Sibillini”. È stato, inoltre, realizzato un percorso in cemento architettonico, che potrebbe consentire la fruizione in autonomia di una parte dello spazio esterno anche ai diversamente abili.

Portiamo avanti il lavoro di recupero della fruibilità di strutture ricettive attraverso costruzioni temporanee, i RESP appunto, che consentiranno agli amanti della montagna e del nostro Parco di poter pernottare e fermarsi più tempo per godere del territorio” sottolinea il presidente del Parco, Andrea Spaterna. “Sono previste altre strutture, come ad esempio quelle di Montegallo, sempre nell’ottica di potenziare la fruibilità del Parco in modalità compatibili con il suo ecosistema, nonché di proseguire nella valorizzazione delle sue straordinarie bellezze. Mi auguro che questi avvisi esplorativi trovino accoglienza ed interesse e che possano contribuire anche a rilanciare l’economia del territorio”.

Red.
Visso in lutto per la scomparsa di Paola Lucarini, agente del Corpo Forestale dello Stato, scomparsa improvvisamente ieri mattina.
Classe 1962, Paola Lucarini è stata negli anni '90 una delle prima donne ad entrare nel Corpo Forestale dello Stato.
La passione che ha sempre messo nel suo lavoro la spinse a chiedere di essere inserita nel comando operativo della stazione di Visso e, dopo l'istituzione del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, volle essere assegnata alla sorveglianza del Parco.
In prima linea per aiutare i suoi concittadini subito dopo le scosse del sisma del 2016 e anche quando l'emergenza era terminata.
L'intero paese piange una donna disponibile e sempre attenta ai bisogni di una terra fragile e sofferente.
Non è ancora stata fissata la data dei funerali.

GS
Puntuale con la siccità estiva torna a farsi sentire il problema della crisi idrica nel comune di Visso. Ad essere interessata è la frazione di Cupi dove da qualche giorno è in azione l'autobotte. Il sindaco Gianluigi Spiganti Maurizi informa che al momento sono anche in corso dei sondaggi geologici dei quali si spera in una quindicina di giorni di conoscere l'esito. " Nella frazione di Cupi - spiega il sindaco di Visso - l'amministrazione Ballesi aveva provveduto a realizzare un pozzo in un'area che a seguito degli eventi sismici si è purtroppo prosciugata. Trovata una vena ad una profondità maggiore di oltre 80 metri, nel 2017 noi abbiamo realizzato un nuovo pozzo, tuttavia, a causa della siccità dell'estate è mancato l'approvvigionamento e si è verificato il problema. Finora- continua Spiganti Maurizi-  siamo riusciti a portare acqua alla comunità di Cupi attraverso il mezzo comunale e i nostri operai, poi a causa di un'avaria della nostra autobotte, si è dovuto ricorrere ad una ditta privata. Da parte dei geologi al momento sono in corso delle nuove indagini e sondaggi;speriamo si riesca a trovare una nuova vena e che nel frattempo si rinsaldi anche quella che attualmente è in fase di prosciugamento. Purtroppo il nostro è un territorio difficile- conclude- .Speriamo che la questione possa essere risolta al più presto e senza arrecare grossi disagi alla popolazione".
c.c.

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