Dopo i 320milioni di euro già stanziati dal Ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina, arrivano altri 30 milioni per le scuole. La provincia di Macerata riceverà 80mila euro.
Le risorse aggiuntive arrivano dopo il decreto Rilancio per l’edilizia scolastica e potranno essere usate dagli enti locali per effettuare interventi urgenti di edilizia scolastica, oltre che per adattare gli ambienti e le aule didattiche alla necessità di contenere il Coronavirus in vista dell'avvio del nuovo anno scolastico. 

"I 30 milioni di euro del decreto Rilancio - si legge in una noota del Ministero - vanno ad incrementare il Fondo unico per l’edilizia scolastica per l’anno 2020 e sono distribuiti tra tutte le Province e le Città metropolitane e poi tra i Comuni con un numero di studenti pari o superiore a 10mila. La ripartizione è avvenuta sulla base del numero di studenti presenti sul territorio". Da qui la ragione degli 80mila euro per la provincia di Macerata che conta 14.988 studenti. Per l'anconetano, con 22.226 studenti, arriveranno 220mila euro, per Ascoli Piceno (10.477 studenti) 80mila euro, e per la provincia di Fermo (6.946 studenti) 40mila euro.
Le erogazioni saranno disposte direttamente dalla Direzione generale per i fondi strutturali per l’istruzione, l’edilizia scolastica e la scuola digitale del Ministero dell’Istruzione in favore degli Enti locali beneficiari.
g.g.


La didattica a distanza è stata al centro di numerosi dibattiti, anche politici. Se alcune scuole erano già pronte ad affrontare un periodo di studio in via telematica, infatti, altre hanno fatto più fatica. 
A spiegare l'organizzazione dell'istituto comprensivo Vincenzo Tortoreto di San Ginesio, uno dei primi ad aver attivato la didattica via web, è la dirigente Grazia Maria Cecconi.

Come si è organizzato il suo istituto dall’inizio dell’emergenza, tenendo in considerazione le varie fasce di età?

Il nostro istituto si è attivato immediatamente, i primi a partire (già dal 9 marzo) con la didattica on line sono stati gli studenti della scuola secondaria di primo grado, tramite Skype. La settimana successiva è partita anche per la scuola primaria, tramite la piattaforma Meet (Google Suite) e per i bambini della scuola dell’infanzia. Successivamente anche la scuola secondaria ha iniziato ad usare la piattaforma g.suite- meet. I ragazzi e le famiglie non sono stati mai lasciati soli e hanno sperimentato sin dall’inizio il valore della vicinanza. Sul sito dell’istituto sono stati pubblicati gli orari di svolgimento delle lezioni on line, le istruzioni per l’uso delle piattaforme e l’informativa sulla privacy.

Come reputa l’apprendimento a distanza?

È sicuramente una sfida per il mondo della scuola, impone un ripensamento della didattica, un capovolgimento dei paradigmi tradizionali ed apre scenari completamente nuovi. I docenti sono stati costretti a riprogettare, a ripensare le pratiche quotidiane, così tanto consolidate e stereotipate. Ho detto sin dall’inizio che avrebbero dovuto fare di necessità virtù. Li ho invitati a focalizzarsi su quello che è veramente essenziale e irrinunciabile, significativo e inclusivo. Stiamo cercando di lavorare su compiti di realtà e unità di apprendimento per sviluppare le competenze di cittadinanza.

Quali lacune sono emerse e dove si può migliorare?

Alcuni docenti hanno pensato che si potessero trasferire le modalità in presenza con quelle a distanza. Si sono presto accorti che andava ripensato anche il modo di relazionarsi con gli studenti, che era necessario valorizzare l’empatia, la condivisione, la collaborazione. Si può sicuramente migliorare l’approccio comunicativo, si deve puntare ad innovare la didattica, è una grande occasione.

Quali sono stati i principali fattori di disagio raccolti in questo periodo da insegnanti e famiglie? Tutti allineati alle stesse condizioni?

Alcune famiglie hanno avuto all’inizio problemi di connessione, non perchè non avessero wifi ma perchè la linea non era abbastanza potente. Quasi tutti si sono attivati per potenziare la linea domestica. La scuola si è resa disponibile ad aiutare le famiglie in difficoltà. Dal 9 di aprile ci è stato asseganto un assistente tecnico che può supportare gli utenti, tramite servizio di consulenza. Chi non aveva computer ha potuto ricevere in comodato d’uso quelli della scuola.

A suo avviso, gli studenti più grandi hanno appreso la gravità dell’emergenza?

Per gli studenti della secondaria di primo grado all’inizio è stata una vacanza, poi sono stati consapevoli dell’emergenza e della drammaticità del momento. Lavorano quasi tutti con molto impegno e senso di responsabilità. Ad oggi hanno tutti i computer (un ragazzo era rimasto senza, ho mandato il vigile urbano a consegnarglielo a casa).

Quali sono le sue previsioni? Gli studenti potranno ritornare a scuola a metà maggio o a metà settembre?

Non credo che si possa tornare alla normalità a breve. Il momento in cui la curva scende potrebbe coincidere con l’abbassamento dei livelli di attenzione e potrebbe essere l’inizio di una nuova ondata di contagi. Per questo  ho voluto dare stabilità alla didattica a distanza, sto investendo fondi ed energie sulla formazione dei docenti, proprio perchè il periodo potrebbe prolungarsi e perchè vorrei facessimo tesoro di quello che abbiamo dovuto apprendere.

L’esame di terza media come si svolgerà?

C'è una data che dovrebbe fare da spartiacque, il 18 maggio. Se si dovesse rientrare prima (ma ho dei dubbi) l’esame dovrebbe svolgersi in modalità semplificate eliminando qualche prova e cambiando il metodo di assenazione del voto finale. Se non si dovesse tornare a scuola prima del 18 maggio, il consiglio di classe dovrebbe valutare il candidato tenendo conto anche di un elaborato presentato dallo studente.Attendiamo comunque la nota del ministero e le linee guida che speriamo possano fare una maggiore chiarezza.


Il vostro, come tanti altri dell'entroterra, è un istituto sano, cosa chiederebbe al Ministro Azzolina per il futuro?

Il Ministero ha fatto abbastanza, abbiamo ottenuto un finanziamento che ci permetterà di acquistare circa 15 nuovi pc, di potenziare la rete e far lavorare da remoto anche l’ufficio di segreteria. Chiederei al Ministro di non far morire i piccoli istituti perchè sono cuori pulsanti, realtà operose che sanno porsi a diretto contatto con l’utenza, rinnovandosi e aprendosi continuamenti al territorio di appartenenza e all’esterno.

Cosa pensa possa insegnare il periodo che stiamo vivendo ai suoi insegnanti e alunni?

La precarietà della vita. A volte penso che questa pandemia sia l’urlo della terra, l’ultimo implorante grido di aiuto. Forse ci dovevamo fermare e cercare di capire cosa conta davvero, quali sono i limiti dell’uomo e della scienza. Forse abbiamo capito quanto sia grande e bella la normale quotidianità e quanto ci manchi ora quella semplice routine, che a volte ci tediava. Anche i ragazzi hanno capito che la tecnologia è una grande opportunitàe che forse non riusciremo più a separarcene, ma hanno anche capito quanto sia importante la scuola in presenza, quanto siano costruttive e feconde  le relazioni con compagni e insegnanti, quanto sia variegato e affascinante quel mondo fatto di mille sfaccettature e quante opportunità possa offrire.

Che augurio manda a tutti i suoi studenti?

Auguro a tutti di essere all’altezza di questa sfida epocale, di cavalcare il cambiamento senza farsi travolgere, di diventare costruttori  di una trasformazione che ci permetterà di ricominciare, più forti, più consapevoli  e più orgogliosi di prima.

GS
Commissione formata da membri interni. Da fuori solo il presidente. L’esame di maturità 2020 è sicuro che dovrà adeguarsi alle restrizioni imposte dal Coronavirus. Nessun cambiamento di orario scolastico e neppure per l’esame anche se, come ha spiegato la Ministra Azzolina, a scuola non si tornerà fino a che non vi saranno le condizioni di sicurezza e intanto, si punta a potenziare il più possibile la didattica a distanza.

“Da parte del Ministro – spiega il dirigente dei licei e dell'Antinori di Camerino Francesco Rosati- siamo ancora comunque al livello di dichiarazioni d’intenti e di informative, seppure ben accette e ben accolte poiché credo che la la popolazione scolastica abbia bisogno di un contatto diretto e di una presenza autorevole del Ministro che, fino ad oggi, si è espresso attraverso circolari, note che comunque hanno un po' indirizzato la nostra attività didattica. Entrando un po' nei tecnicismi devo dire che tuttavia mancano ancora delle norme precise su tanti aspetti e, alla fine, di questo lungo intervento d’ informativa di ieri in Senato la parte più importante dell’intervento del Ministro dell’Istruzione è stata quella conclusiva quando, brevemente ma in maniera molto sintetica e sicuramente mirata per i tecnici della scuola, ha detto che usciranno delle norme aventi forza di legge in deroga alle disposizioni attuali e vigenti. In buona sostanza, per trasformare l'esame di stato con delle commissioni interne, c'è bisogno di una norma in deroga a quella attualmente vigente e lo stesso per quanto riguarda la valutazione degli studenti. Finora infatti il Ministro ha invocato l'autonomia scolastica e dopo più 20 anni siamo ben felici che ci venga riconosciuto questo ruolo, però è chiaro che il sistema scolastico italiano giustamente si fondi su dei regolamenti che vengono dal Ministero  e che sulla base di quelli poi c'è una libertà nella valutazione. Ad oggi tuttavia dobbiamo avere anche su questo aspetto informazioni più precise e delle norme, ugualmente  con riguardo alla frequenza scolastica perché gli studenti si stanno chiedendo se le valutazioni si possono fare, se le frequenze alle video lezioni siano valide o meno.

Tutta questa materia – precisa quindi Rosati- ad oggi richiede di essere normata perché noi stiamo garantendo il diritto all’istruzione ma in un periodo dove le lezioni tecnicamente sono sospese (come accade durante le vacanze di Natale). Il Ministro ha assicurato dicendo che la prossima settimana usciranno norme di chiarimento e, sull'esame di Stato, avevamo un po' preannunciato e anche un po' ipotizzato quella che sarà l'idea del ministro, cioè di fare un esame di stato di un presidente esterno e mi trovo pienamente d'accordo perché ogni  scuola poi avrà attivato il programma così personalizzato che risulterà  difficile fare un esame con una commissione mista ed essendo tutti nella stessa situazione a livello nazionale.  Quindi, qualche spiraglio si sta aprendo”.

Quanto alla didattica a distanza che è da potenziare Il Ministro ha preannunciato uno specifico stanziamento di 85 milioni di euro per l’anno 2020 al fine di consentire alle istituzioni scolastiche di dotarsi immediatamente di tutti gli strumenti utili per l’apprendimento a distanza e, agli studenti meno abbienti, di poterne fruire.

"Per quel che ci riguarda, come scuola- dichiara il Preside Rosati-  è da tre settimane che siamo partiti con una modalità sperimentale ma comunque forti dell'esperienza del terremoto e molti genitori e anche altre scuole ci hanno riconosciuto la reazione tempestiva che c’è stata ,sia con i Licei che con l'Istituto tecnico; abbiamo anche collaborato vicendevolmente per condividere alcune azioni tra scuole e, devo dire che nel caso dei nostri due isituti, abbiamo anche convocato colleghi docenti on-line, per meglio regolamentare questo tipo di offerta edr equilibrare ad esempio la mattinata tra video lezioni e attività scolastiche di approfondimento e studio che i ragazzi faranno a casa da soli e con altrettanta indicazione di controllo da parte dei docenti. 

Per quel che concerne la didattica a distanza- conclude il dirigente Rosati-, la critica che viene mossa è che rischia di creare delle discriminazioni a livello sociale”. 

C.C.

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