A Camerino, va in scena domani, mercoledì 4 gennaio dalle ore 16 alle 19, il presepe vivente di Fonte San Venanzio
Curata dal gruppo GiovaniSan della parrocchia in collaborazione con l'arcidiocesi, l'unione pastorale e il comune, dopo le ultime due annate caratterizzate dalle restrizioni dettate dalla pandemia, l'iniziativa della rappresentazione della Natività riabbraccia la normalità. 

«Riprendiamo questa bella iniziativa partendo soprattutto dal desiderio del gruppo dei ragazzi di voler proporre qualcosa di bello per tutta la comunità  - spiega il parroco don Marco Gentilucci-. Già negli anni passati avevamo portato avanti questa idea e iniziato anche a realizzare qualche progetto. Poi la pandemia ce lo ha impedito.
Dunque, riprendiamo quest'anno in modo bello, semplice, ma coinvolgente soprattutto per l'esperienza dei nostri ragazzi. È questa un'occasione importante che dà modo ai nostri giovani di proporre qualcosa di significativo per tutta la comunità.  L'appoggio del comune, dell'arcidiocesi e ovviamente, dell'Unità pastorale che promuove tutte le iniziative della nostra città, rappresenta un momento anche di unione tra le varie realtà cittadine, una testimonianza dell'impegno e del valore del messaggio che si vuol dare, semplice ma efficace all'inizio di questo nuovo anno, anche come occasione di incontro per la nostra comunità. 
L'iniziativa del presepe vivente di Fonte San Venanzio - conclude don Marco Gentilucci- è anche un modo per ritrovarsi. Sentiamo proprio il bisogno di recuperarci come persone, riprenderci tutte quelle esperienze delle quali siamo stati privati a causa degli anni difficili trascorsi, per camminare insieme, per riguardarci anche in faccia, visto che tante persone sono tuttora fuori città  e con la distanza le abbiamo perse. 
Penso che anche l'esperienza del presepe vivente, possa essere un'occasione per tornare a Camerino, per rivederci e per iniziare un cammino nuovo, più libero rispetto agli anni passati».

C.C.

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Il lungo cammino della Gioventù musicale italiana di Camerino sarà ripercorso sabato mattina alle 11 all’auditorium dell’Accademia della musica Franco Corelli e sarà il primo evento dell’anno in presenza.

In quell’occasione sarà, infatti, presentato il libro “50 stagioni concertistiche” scritto da Mario Mosciatti, Francesco Rosati e Corrado Zucconi G. Fonseca.

Un racconto per luoghi, ma anche per artisti che hanno segnato la storia della musica classica, spettacoli di teatro da camera, musica jazz italiana e internazionale, esibendosi anche sui palcoscenici di Camerino: dal Collegio Granelli, alla vecchia aula magna dell’Università, la Sala della Muta, il teatro Filippo Marchetti, la Chiesa di San Filippo, il Convento di San Francesco, l’Auditorium Benedetto XIII. Intelligenti contaminazioni con le arti visive e l’architettura, balletti, attività svolte nelle scuole in mezzo secolo di storia. Attraverso un’intervista ai tre autori, saranno ripercorsi i momenti più importanti dell’attività della GMI Camerino, riportando le testimonianze di Corrado Zucconi e Francesco Rosati, presidenti della rispettivamente dal 1969 al 1990 e dal 1991 ad oggi.
I primi articoli pubblicati dall’Appennino Camerte riportano il lettore alle origini della storica rassegna concertistica che allora, come ora (come riporta anche il libro),
vuole andare avanti dando un sempre più forte segnale di speranza e rinascita affinché la musica non sia un privilegio di pochi, ma un patrimonio di tutti.
Saranno presenti Claudio Pettinari, rettore dell’Università di Camerino e un rappresentante del Comune.

Nella foto sotto, Corrado Zucconi e Francesco Rosati nel foyer del teatro Filippo Marchetti 
Corrado Zucconi e Francesco Rosati nel Foyer del teatro Filippo Marchetti
"Il momento dei ritorni". È stato definito così, dalla direttrice dei Musei civici e diocesani di Camerino, Barbara Mastrocola, questo periodo caratterizzato dal "ritorno a casa" delle opere d'arte appartenenti alla città ducale.
Dopo la "Giulia da Varano" del Dosso Dossi tornata nel 2019, questa mattina i Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale hanno restituito alla Fondazione Ma.So.Si.Ba dell'Arcidiocesi di Camerino il dipinto di scuola veneta del XVI secolo che rafigura "Diana e Atteone", trafugato nel 1981.

Un'importante opera pittorica che era custodita nel Castello di Lanciano di Castelraimondo e che è stata recuperata non appena comparsa sul mercato antiquariale, quando stava per essere battuta in vendita da una casa d'aste lombarda.

"Quando un'opera viene rubata molti anni prima, come in questo caso - ha detto il comandante provinciale dei carabinieri, Nicola Candido - è difficile risalire a tutti i passaggi che l'hanno portata alla casa d'asta, soprattutto perchè ci sono dei casi in cui le opere sono accompagnate da documentazioni che possono facilmente trarre in inganno gli acquirenti. In questo caso è stato molto importante il lavoro della sezione Antiquariato dell'Arma perchè il quadro era stato inserito nella banca dati delle opere da ricercare".

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Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano e condotte da militari della Sezione Antiquariato del Reparto Operativo TPC, hanno consentito di identificare il mandatario a vendere dell'opera. È stata così ricostruita la catena dei vari passaggi di mano del bene, fino a giungere a un noto faccendiere di settore, che ha tentato di mascherare la provenienza del dipinto, dichiarando di averlo acquistato da una persona deceduta anni addietro, con l'intento di vanificare le indagini.

Il ringraziamento ai militari dell'Arma è unanime, come sottolineano il presidente della Fondazione Ma.So.Gi.Ba, Luigi Tapanelli, e l'arcivescovo Francesco Massara.
"Un segno importante di ripartenza per il nostro territorio - ha detto Tapanelli - che in questo momento sta attraversando diverse difficoltà per varie ragioni; ci dà speranza per il futuro".

"Grazie ai carabinieri - ha ribadito Massara - è stato possibile recuperare questa opera d'arte e restituirla alla sua comunità. È un bel segno di gioia e speranza per il futuro, così come lo è l'impegno dei carabinieri che sono sempre al servizio delle comunità, in particolare quelle colpite dal sisma".

L'arte come volano di una terra ferita è ciò che il sindaco Sandro Sborgia ha voluto evidenziare, soprattutto appellandosi agli enti sovracomunali affinchè i centri dell'entroterra vengano valorizzati per le loro peculiarità: "Questo nuovo ritorno - ha detto - testimonia quanto sia importante il patrimonio culturale e artistico della nostra città. È un rinnovato invito agli amanti dell'arte a riscoprire quanto questa terra ha di bello da offrire. Ma è anche un richiamo alla politica in generale, perchè finalmente ponga lo sguardo alle aree interne della regione e metta a disposizione ogni sforzo possibile per valorizzare questi territori. Credo che, se avessimo la piena consapevolezza delle risorse di questa area spesso marginalizzata e anche poco apprezzata, ne trarrebbe beneficio l'intera regione. Superiamo le ristrettezze di vedute - ha chiesto il sindaco - e pensiamo che i luoghi che oggi vivono una doppia emergenza hanno una grande opportunità di rinascita attraverso la valorizzazione delle opere d'arte. Se ci fosse un impegno condiviso e consapevole sarebbe un bene per tutta la nostra comunità".
Il messaggio del rientro dell'opera è, quindi, duplice: non solo culturale e artistico, ma anche e soprattutto sociale.

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La direttrice dei Musei civici e diocesani di Camerino Barbara Mastrocola

"L'opera - spiega Barbara Mastrocola - sembra in buono stato conservativo, anche se probabilmente avrà bisogno di qualche restauro. L'iconografia è molto vicina a quella che ha rappresentato Tiziano nello stesso soggetto quindi è probabile che sia del tardo Manierismo. Al di là del valore storico-artistico che potranno approfondire gli esperti, l'importanza per noi è appunto quella del rientro a casa. Fa parte di un nucleo di dipinti rubati negli anni '80, uno era stato già ritrovato nel 2009 e questo è il secondo delle 17 opere trafugate. È importante, in questo momento difficile, ritrovare un legame con il dipinto perduto, serve a rafforzare il nostro senso di comunità.
Per l'esposizione - conclude - stiamo sistemando il deposito 'Venanzina Pennesi' e tra circa un mese il quadro sarà esposto e quindi fruibile al pubblico".

Giulia Sancricca















Sono giorni di trattativa per la composizione della giunta regionale: il presidente Francesco Acquaroli, insieme ai partiti, sta lavorando per trovare la quadra e non dovrebbero essere rimasti tanti giorni per conoscere la strada intrapresa.
Si fanno sempre più forti le indiscrezioni che vedrebbero Forza Italia spingere affinchè l'assessorato venga affidato al consigliere che in tutta la regione ha ottenuto il risultato più evidente.
Sono due, infatti, i seggi complessivi che spettano in consiglio a Forza Italia e pare che tra Jessica Marcozzi per Fermo e Gianluca Pasqui per Macerata l'indicazione del partito stia ricadendo sull'ex sindaco di Camerino.
Non conferma e non smentisce il neo eletto consigliere che dice: "Nei giorni scorsi ho avuto un incontro a Roma con il presidente Antonio Tajani e con il commissario Francesco Battistoni. Ad entrambi ho dato la mia disponibilità ad essere, ovviamente, presente per qualunque incarico e ruolo che il partito possa individuare nella mia persona. Allo stesso tempo però ho dato la mia disponibilità a non prendere posizioni contrarie ad eventuali indirizzi che servano a chiudere un cerchio di coalizione. Io reputo che non sia importante l'interesse della singola poltrona - dice - ma che nasca, da questo gruppo di eletti, un percorso significativo e diverso rispetto al passato. Non posso non sottolineare il successo che ho avuto - aggiunge - . La mia provincia per Forza Italia è stata il miglior risultato della regione Marche e questo lo voglio rimarcare con forza perchè è segno di onore per tutto il territorio".

E quando parla di territorio Gianluca Pasqui parla di Camerino e dell'entroterra che lo ha sostenuto, con un occhio all'intera provincia: "Di sicuro - dice - sono quell'eletto che viene dalla terra più martoriata, anche dal sisma, e questo non posso non sottolinearlo. Nel mettermi a disposizione - aggiunge - farò sicuramente un percorso leale di amministratore attento per queste zone, al di là di quello che sarà il mio ruolo. Non so come condurrà la trattativa il mio partito - confida - , so soltanto che, comunque vada questo percorso,  ci sarò e sarò un amministratore attento, puntuale, che si è messo da anni a disposizione di un terra, non solo per l'entroterra, ma per la provincia di Macerata tutta compresa, la costa".

GS


L'approvazione del bilancio consuntivo nell'ultima seduta del consiglio comunale di Camerino ha scatenato critiche da parte del capogruppo di "Radici al futuro" Gianluca Pasqui soprattutto con riferimento allo stralcio dei residui attivi e alla loro gestione. Al riguardo interviene con la seguente nota, che pubblichiamo integralmente, il vice sindaco Lucia Jajani, che evidenzia subito i principali dati del bilancio.



In sintesi questi i principali dati di bilancio da evidenziare:

Totale disavanzo da ripianare anno 2019: euro - 2.462.473,60

Totale residui debiti finanziari al 31.12.19: euro 15.770.914,91

Debito medio per abitante: euro 2.360, 56

Totale debiti commerciali al 31.12.19: euro 6.045.145,26

Totale residui attivi al 31.12.19: euro 24.157.603,06



La percezione immediata è quella di un bilancio difficile, con un elevato valore di indebitamento ed una difficoltà cronica di cassa aggravata dalla gestione sisma in quanto l’ente anticipa somme che poi verranno rimborsate dalla Regione Marche solo dopo che si è provveduto a rendicontarle e nella sola ipotesi per cui tale rendicontazione venga ammessa.



Poco prima delle elezioni comunali è stato liquidato al comune un indennizzo assicurativo di 3 milioni di euro per danni relativi al sisma. La nuova amministrazione si è trovata a dover decidere sulla destinazione di tale ingente somma, decisione da prendere, come scadenza contabile, entro l’esercizio 2019, senza conoscere quelle che sarebbero state le relative risultanze. La scelta, quindi, costretta da tempi brevi, ha riguardato una lista di investimenti ritenuti in quel momento prioritari per la comunità, con la consapevolezza di una successiva, potenziale, revisione, alla luce dei risultati del rendiconto 2019 dalla natura dei quali non si poteva prescindere.

Il lavoro di rendicontazione svolto, che ha comportato un lungo e minuzioso lavoro da parte degli uffici, si è concluso con la definizione di un importante deficit di gestione che è andato a peggiorare la già gravosa situazione di disavanzo tecnico.

Di fronte alla necessità di ripianare tale risultato negativo, l’amministrazione si è trovata costretta a rivedere gli impegni inizialmente presi sull’investimento dei 3 milioni, decidendo di destinare solo una parte per opere pubbliche e la restante a copertura del disavanzo registrato.

Contrariamente a quanto sostenuto dalla minoranza, il citato deficit gestionale non è frutto di un’invenzione contabile volta a “(...) cercare buchi di bilancio quando buchi non ce ne sono(..)”, con il solo progetto politico di screditare la precedente gestione (non è questo l’interesse dell’attuale amministrazione), ma è il risultato di un lungo ed impegnativo lavoro di analisi e relativa rendicontazione che ci ha imposto, in ossequio al principio della prudenza ed a tutela delle finanze pubbliche, la linea contabile adottata.

Ci è stato contestato “di aver stralciato male residui attivi non prescritti ed ancora esigibili” con il solo scopo di peggiorare il risultato di bilancio a discredito di chi ci ha preceduto.

A chiarimento dei meno esperti in materia, i residui attivi sono crediti che il Comune vanta nei confronti di terzi a fronte di entrate accertate, ma non ancora riscosse. Ogni anno, in sede di rendiconto, ne viene fatta una ricognizione per valutarne la cosiddetta affidabilità, ovvero l’effettiva possibilità di riscossione. Questo perchè, nonostante la sussistenza del titolo giuridico che ne legittima la riscossione e giustifica la presenza in bilancio, potrebbero, per altri motivi che possono emergere solo da un’attenta ricognizione degli stessi, essere valutati come di dubbia esazione.

Il bilancio del comune di Camerino presentava crediti di anni molto vecchi (2011 e seguenti), che fino ad oggi, quindi, non sono stati mai riscossi. Questo stato di fatto evidenzia un’ oggettiva difficoltà nel loro recupero, anche se tutti accompagnati dal relativo titolo giuridico. Il lavoro di stralcio effettuato è servito a prendere atto di tale criticità, accantonando risorse volte all’eventuale ripiano nel caso in cui si verifichi il definitivo mancato incasso. Nel momento in cui si otterrà relativa riscossione (per talune partite sarà improbabile), le somme incassate torneranno a beneficio del saldo di cassa, con un risultato a questo punto oggettivamente accertato e non presunto.

Un comportamento, quindi, di dovuta prudenza a beneficio e non danno della salute delle finanze comunali.

Ci è stato anche contestato di aver preso “un mutuo per pagare le bollette”. Tradotto in termini tecnici, a fronte di debiti commerciali al 31.12.19 per totali euro 6.045.145, ancora da pagare, il comune ha richiesto l’anticipazione di liquidità prevista per legge proprio per onorare immediatamente parte di tali debiti, a sostegno delle imprese creditrici degli enti locali già fortemente penalizzate dalle drammatiche conseguenze dell’epidemia Covid-19. Non si è trattato quindi di nuovo indebitamento, bensì di trasformazione dello stesso da commerciale a finanziario, con il vantaggio di poterlo rateizzare in 30 anni piuttosto che sostenerne il carico in un’unica soluzione (impossibile anche perchè se ce ne fossero state le possibilità sarebbero stati pagati) e di liquidare immediatamente quante più imprese creditrici possibili, attualmente in grande difficoltà.

Ci è stato anche contestato di non avere le idee chiare, “(...) perchè se è vero che ci sono tutte queste difficoltà economiche non si avrebbe dovuto spendere un solo centesimo del rimborso assicurativo (..)”. Sarebbe stato facile non spendere niente o spendere tutto, facile perchè avrebbe prescisso da qualsiasi analisi e considerazione che, se correttamente fatta e valutata, necessariamente avrebbe imposto, come correttamente affermato da qualcun’altro, “un colpo al cerchio ed uno alla botte”. E’ questo l’obiettivo che abbiamo cercato di perseguire: non privare la comunità di alcune importanti opere (piscina, rifacimento della strada Mergnano/Mecciano e Ponti/Canepina, terza via di fuga giardini della Rocca, manutenzione straordinaria struttura ricettiva in loc.Morro) che solo approfittando dell’indennizzo assicurativo possiamo permetterci di sostenere e nello stesso tempo cercare di porre parziali rimedio alle criticità di bilancio evidenziate.

E’ vero anche che è stata una scelta sofferta, analizzata in tutti i possibili scenari percorribili, cercando di prevedere tutte le potenziali conseguenze che ne fossero derivate e per questo siamo stati “accusati” di non averci dormito la notte. Ebbene sì, abbiamo sentito tutto il peso e la responsabilità di questa decisione cercando di scegliere la via migliore per il bene della comunità con il minor livello di approssimazione possibile, ma questo non penso che possa essere considerata una colpa.
La costituzione di un tavolo di lavoro per far fronte all'emergenza Covid-19. E' quanto richiede il capogruppo di Radici al Futuro Gianluca Pasqui insieme agli altri consiglieri di minoranza Roberto Lucarelli, Antonella Nalli e Stefano Falcioni , con una lettera inviata alle istituzioni locali e nella fattispecie, all'Arcivescovo Massara, al rettore Claudio Pettinari, ai presidenti dell'unione Montana Alessandro Gentilucci e di Contram Spa Stefano Belardinelli, al capogruppo di maggioranza Luca Marassi, nonchè al sindaco di Camerino Sandro Sborgia.
 
"Facendo seguito alla nota che vi abbiamo inviato a mezzo pec il 15.03.2020 e successivamente alla comunicazione pervenutaci dal Sindaco di Camerino (Prot. Rif. n. 7182 del 17 marzo 2020) con la quale ci comunica la sua disponibilità a considerare attentamente una serie di proposte volte all’interesse della comunità, nel ringraziare il Sindaco Sborgia, che ci legge per conoscenza- per la disponibilità dimostrata - è scritto nella lettera- siamo fermamente convinti della necessità di redigere azioni e proposte condivise, utili sia nell’immediato che nella fase successiva all’ emergenza sanitaria. 

Sin da subito, bisognerà studiare, come già detto, una serie di misure economiche e di “vario interesse” che riguardano la Città di Camerino e l’intero territorio montano, territorio gà fortemente messo a dura prova dal sisma del 2016. 

A tale proposito - continua lil documento- riteniamo fondamentale costituire un tavolo di lavoro che grazie al contributo di tutti possa redigere un documento programmatico di azione condivisa. 

Certi che tale obiettivo può essere raggiunto soltanto unendo le nostre forze, siamo a chiedere ai soggetti in indirizzo, la disponibilità d’istituire tale essenziale strumento. 

In attesa di una vostra formale adesione, che anticiperà un primo incontro in video conferenza per accordarci sulle modalità di lavoro da utilizzare- concludono i consiglieri di Radici al Futuro Pasqui, Nalli, Lucarelli e Falcioni- porgiamo cordiali saluti". 

Motivo della richiesta, dice Gianluca Pasqui "la necessità di programmare interventi a sostegno dell'economia cittadina e del territorio sia in questa fase emergenziale che successivamente ad essa anche perché la ripartenza da questa emergenza non sarà per nulla facile neppure per i nostri territori, anzi soprattutto per essi, in quanto colpiti dall'evento calamitoso del sisma 2016". Il 17 marzo scorso, a seguito della prima lettera di richiesta inviata da Radici al Futuro in data 15 marzo, il sindaco Sborgia ha risposto di essere lieto di constatare  la disponibilità della minoranza circa la volontà di collaborare per la programmazione di tali interventi auspicando una fattiva collaborazione e chiedendo di "formulare proposte di programmazione degli interventi di sostegno all'economia cittadina, per consentire all'amministrazione una attenta disamina che vedrà nel proseguo la ricerca di immediate occasioni di confronto ai fini della percorribilità".  "Partendo dalla lettera di risposta del sindaco- aggiunge Pasqui- abbiamo domandato dunque attraverso pec e formale richiesta, la costituzione del tavolo di lavoro alle istituzion locali per avanzare appunto delle proposte che poi possano essere portate avanti tutti insieme". 
C.C.






Indagini archeologiche avviate sull’area del quartiere San Paolo, a Camerino, dove sorgerà il nuovo Istituto comprensivo Ugo Betti. Come richiesto nella conferenza dei servizi che si è svolta a Rieti a fine gennaio, sono iniziate le azioni utili per limitare il più possibile rinvenimenti casuali di siti archeologici nel corso dei lavori garantendo, così, una più efficace tutela e contenendo gli effetti di imprevisti su costi e tempi di realizzazione dell’opera stessa.
Inizite le indagini archeoloiche sullarea della nuova Scuola Betti 1

L’attuale decreto, in prosecuzione della precedente legge, prevede l’intervento della Soprintendenza sotto forma di un parere preventivo e, in aggiunta, definisce e regolamenta non soltanto la fase preliminare ma fornisce anche le linee di indirizzo per la parte esecutiva, come era stato già richiesto nel 2018.
Scopo dello studio in oggetto è quindi quello di verificare le possibili interferenze tra l’opera in progetto e le eventuali preesistenze archeologiche nell’area verificate attraverso indagini e attività di tipo diretto, indiretto e la verifica di eventuali perimetrazioni di aree di interesse archeologico e di vincoli da parte degli enti preposti. Indagini di tipo diretto le ricognizioni di superficie effettuate direttamente sul campo allo scopo di verificare la presenza o meno di materiale e strutture archeologiche affioranti.
Secondo la normativa vigente il lavoro si articolerà in più fasi alla fine delle quali sarà stilata una relazione. In base ai risultati dell’indagine si deciderà se sarà possibile procedere con l’inizio dei lavori e la cantierizzazione.
cc

Le problematche relative alla strada comunale Ponti - Capolapiaggia, temporaneamente chiusa a causa del pericolo crollo di un edificio, sono state argomento di un incontro con i cittadini, programmato e voluto dal sindaco Sandro Sborgia, insieme alla vice sindaco Lucia Jajani e all'assessore ai lavori pubblici Marco Fanelli. 
La decisione di chiudere la strada al transito, era stata adottata lo scorso 18 dicembre, sulla base dell’esito del sopralluogo che il personale dell'Ufficio tecnico del Comune ha effettuato sull’immobile in questione, sopralluogo  che ha evidenziato uno stato di danno particolarmente diffuso con pericolo di crolli in grado d’interessare anche la viabilità sottostante. Primo cittadino e assessori hanno deciso di incontrare la cittadinanza per spiegare lo stato attuale della criticità che obbliga gli abitanti di più frazioni  a percorrere una viabilità alternativa per i loro spostamenti. La situazione di pericolosità dell'immobile era già stata segnalata a giugno 2018.

"Gli uffici comunali- spiega l’assessore ai lavori pubblici Marco Fanelli - avevano predisposto per l'inizio dei lavori di messa in sicurezza già prima della fine del 2019. Per la realizzazione delle opere che sarebbero consistite nella demolizione del fabbricato pericolante, erano già state individuate ditte pronte a lavorare in quel periodo . Essendo tuttavia l'area sottoposta a vincolo paesaggistico - continua Fanelli-, prima di procedere, è stato necessario chiedere il nullaosta della Sovrintendenza che, a sua volta, ha manifestato l'intenzione di eseguire un successivo sopralluogo. A seguito di questo- precisa Fanelli-, soltanto lo scorso 21 gennaio ci è stato trasmesso un parere che non autorizza la demolizione totale dell'edificio, bensì parziale con conseguente messa in sicurezza della parte inferiore dell'edificio. Siamo dunque stati costretti alla revisione del progetto iniziale e, sarà necessario ottenere un nuovo ok dalla Protezione civile regionale per la copertura del finanziamento".

Nel corso dell’incontro con i cittadini, sono state mostrate anche le immagini che attestano il grave stato di danno e il rischio di crollo  che riguarda soprattutto la parte superiore dell’edificio.
Foto edificio pericolante per cui è stata chiusa la strada 1

"Sappiamo che la chiusura della strada comporta un notevole disagio - ha detto il sindaco Sandro Sborgia -. Fino ad oggi e sempre in sicurezza, abbiamo lavorato per procedere nella maniera più veloce e ci adopereremo affinchè i lavori vengano conclusi il prima possibile. Nel frattempo verrà risistemato anche il manto stradale della viabilità alternativa Torrone- San Gregorio. La situazione di pericolo era già stata segnalata a giugno 2018  ma a mia amministrazione ne è venuta a conoscenza solo lo scorso dicembre e, in occasione di altra segnalazione. In quel frangente - conclude il sindaco Sandro Sborgia-  abbiamo provveduto ad effettuare un immediato sopralluogo. Non appena  riscontrato l'elevato rischio di crollo del fabbricato, gli uffici hanno disposto la chiusura immediata della strada, a salvaguardia  dell'incolumità di chi la percorre. Non avevamo purtroppo altre alternative. Confidiamo nel fatto che i lavori possano partire all'inizio di febbraio".

Carla Campetella
Per un investimento di 3 milioni e 830mila euro, approvato a Camerino il progetto relativo alla una nuova rete fognaria 
Pronte a partire le procedure per l’affidamento dei lavori di sistemazione idraulica e di regimazione delle acque bianche del bacino del fosso dello Scarico e del sistema di raccolta acque nere.
Saranno inoltre collettati tutti i reticoli fognari delle SAE dell'area Le Cortine e del quartiere San Paolo, delle vecchie e nuove strutture dell'area del Campus universitario, oltre a parte del quartiere residenziale di Montagnano. Il progetto prevede, inoltre, i lavori di regimazione del fosso “Lo scarico” per la messa in sicurezza delle case degli abitanti della località.
Dell'approvazione del progetto si dice molto soddisfatto l'assessore ai lavori pubblici Marco Fanelli:"Sono contento perché, grazie alla Protezione civile e al Consorzio di bonifica, siamo riusciti in breve tempo a reperire l'importante somma necessaria di quasi 4 milioni di euro e pertanto, è stato possibile modificare il progetto esecutivo che è stato poi approvato in conferenza dei servizi. Ora possono partire le procedure per l'affidamento dei lavori".
Approvato ad aprile 2019, il progetto definitivo non si era rivelato tecnicamente idoneo per il passaggio alla fase di progettazione esecutiva
Una serie di problematiche tecniche emerse nel corso dell'apposito incontro tenutosi a fine settembre, hanno costretto i progettisti a rivedere il progetto iniziale, apportandovi modifiche sostanziali con un conseguente aumento di spesa nell'ordine di circa 600mila euro, il che ha fatto salire a 3milioni 830mila euro l'importo totale dell’investimento.
Il reperimento dei fondi necessari alla realizzazione del progetto così modificato, si deve proprio all'intervento della Protezione civile e al Consorzio di bonifica, attivatisi nell'ultimo periodo.
" Il ringraziamento- aggiunge Fanelli- va anche all'Università di Camerino che ha messo a disposizione aree di sua proprietà, rendendosi disponibile a contribuire alla spesa laddove fosse necessario”.

Carla Campetella

Buone notizie per la costruzione della scuola "Ugo Betti " di Camerino. E' stata infatti convocata la conferenza permanente per l’approvazione del suo progetto esecutivo, ricompreso nel programma di edilizia scolastica di cui all’ordinanza commissariale n. 14 del 16 gennaio 2017. .
Nella sede operativa del Commissario straordinario,giovedì prossimo si terrà la prima seduta della conferenza permanente, ex art. 16 del D.L. 189/2016. In discussione sarà  anche l’intervento per la costruzione dell’istituto camerte che comprende scuola materna, elementare e medie.
“Siamo contenti che finalmente si sia riuscita a sbloccare questa situazione rimasta in sospeso e statica per troppo tempo – commenta Marco Fanelli, assessore ai lavori pubblici del comune di Camerino – Ci siamo subito attivati in questi mesi contattando il Commissario straordinario Piero Farabollini per far muovere le pratiche riguardanti la costruzione del nuovo plesso scolastico, visto che trattasi di  necessità prioritaria che riguarda la città, le famiglie, nonché tanti bambini e ragazzi, oggi distribuiti in diverse strutture, a tutt'oggi in una situazione provvisoria e in spazi limitati.
Nel corso dei mesi - continua l'assessore- abbiamo avuto diversi incontri con gli addetti ai lavori proprio per cercar di avere delle risposte e giovedì a Roma sarà discussa l’approvazione del progetto esecutivo dopo la quale si potranno muovere finalmente i passi per dare il via ai lavori”.

Il luogo individuato, per la sua realizzazione è tra le vie  Madonna delle Carceri e Ottaviani. L'area di intervento ha una superficie di 8.902 metri quadri, a cui si aggiungono le superfici di pertinenza per il verde e i parcheggi, messe a disposizione dall’Amministrazione comunale per un totale complessivo di circa 15.000 metri quadri.
L’edificio di forma rettangolare, si svilupperà in parte mono piano, in parte su due piani e potrà ospitare 535 studenti (ampliabile fino a 660 studenti).
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