Ad intervenire sulla tragedia di Corinaldo che il 7 dicembre scorso ha causato la morte di sei persone e ha visto 120 feriti, è il vescovo di Jesi, Monsignor Gerardo Rocconi, nato proprio nella città che ha fatto da sfondo al dramma della discoteca dove diffusero lo spray al peperoncino prima di un concerto.
Rocconi, da Loreto, dove era in corso il pellegrinaggio dell’Unitalsi delle diocesi di Jesi, Senigallia e Fabriano, ha proposto così una riflessione su quei fatti.
“Abbiamo saputo della notizia di sette persone arrestate e sei che facevano parte della ‘banda dello spray’ che, provocando calca, approfittavano anche per derubare. Questo riempie di dolore nel senso che rende di nuovo viva la sofferenza che abbiamo provato alcuni mesi fa, sapendo i fatti accaduti. Non è ancora risolto il discorso più ampio della capienza e di ciò che si cercava di sapere in ordine ad altro tipo di responsabilità – aggiunge il presule al Sir -. Però io credo che alla fine anche l’aver conosciuto chi sta dietro alle responsabilità non attenua il dolore, però è importante che si faccia luce su tutto quello che è accaduto. E questo porta una riflessione - proprio nella messa per gli ammalati a Loreto dove ha lanciato un messaggio nella liturgia - . Le cose di questo mondo: soldi, ricchezza, non fanno la felicità o danno la gioia. Questo è il messaggio del vangelo. In tutto questo ci viene da dire che laddove si è guidati dalla cupidigia, dalla bramosia del possedere o in qualche maniera dell’affermarsi non può che scaturire sofferenza. Questa sofferenza che è tornata viva dal ricordare gli avvenimenti accaduti nel mio paese circa otto mesi fa ci fa dire che se non ritroviamo la capacità di relazionarci in maniera corretta, attenta e premurosa, piena di attenzione e amore per il prossimo, troveremo sofferenze più grandi”. 

GS

C’è già una data fissata per la riapertura della discoteca Much More di Matelica. E’ quella di sabato 13 ottobre, una notte che entrerà nella storia della città e del locale che nel 2019 compirà 40 anni. Sì, si può parlare di storia perché il Much More dagli anni ’80 ha contribuito in grande stile al divertimento notturno di tutto l’entroterra marchigiano, con serate e ospiti che sono nella memoria di intere generazioni. A far ripartire la discoteca saranno tre ragazzi del posto: Riccardo Antonelli, 25 anni di Matelica, Simone Bellardinelli, 27 anni di Castelraimondo e Gianluca Mattioli, 30 anni di Fabriano. Tante le novità che caratterizzeranno la stagione 2018/2019, dal calendario completamente ripensato rispetto al passato, all’allestimento del locale. «E’ ancora presto per svelare tutto – spiegano i tre ragazzi – di sicuro al momento c’è solo la grande emozione che stiamo provando giorno dopo giorno. Abbiamo cercato il più possibile di tenere nascosta la notizia, ma in città e dintorni è stato impossibile per l’attesa che c’era intorno a questo locale. Un clima che è stato reso tale solo grazie a chi ha gestito il locale prima di noi e lo ha portato ad essere un punto di riferimento per tutta la regione, con persone che lo conoscono in tutta Italia». Il Much More è stato costretto a chiudere nel febbraio del 2016, a causa della morte del titolare dell’attività Luciano Beniani. Un lutto improvviso che ha colto di sorpresa tutti. «Tutti e tre conoscevamo bene Luciano, chi per lavoro o chi per amicizia – raccontano i tre nuovi soci – E’ encomiabile lo sforzo che ha messo in campo negli anni dedicandosi a questo locale come probabilmente nessun altro aveva fatto prima. E’ anche per lui che oggi siamo qui decisi a riaprire questa discoteca. Faceva veramente male vedere le porte chiuse e le luci spente anche di sabato sera. E’ stato più per questo motivo che per altri se alla fine ci siamo buttati in questa avventura, considerando anche il fatto che al giorno d’oggi attività come queste sono le più rischiose per tanti motivi». Soprattutto in un territorio che sta facendo fatica a rialzarsi dopo il sisma del 2016. Un evento che ha sconvolto la comunità e cambiato il tessuto economico e sociale dell’intera area. E’ in questo contesto di rinascita che si inserisce la riapertura del Much More, per molti un punto di ritrovo considerato come una vera e propria piazza. «C’è chi lo ha chiamato salotto buono di Matelica e chi invece lo ha considerato come la seconda piazza della città. Noi siamo tra questi ultimi e stiamo lavorando per fare in modo che torni ad essere un punto di riferimento per tutti, giovani e adulti. L’obiettivo è anche quello di riportare gente nei bar e ristoranti di Matelica, perché se si riattiva quel meccanismo come negli anni passati, siamo sicuri che questa città può definitivamente rinascere» concludono Riccardo, Simone e Gianluca.

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