Il vescovo di Jesi sui fatti di Corinaldo: "Dalla cupidigia scaturisce la sofferenza"

Domenica, 04 Agosto 2019 09:51 | Letto 763 volte   Clicca per ascolare il testo Il vescovo di Jesi sui fatti di Corinaldo: "Dalla cupidigia scaturisce la sofferenza" Ad intervenire sulla tragedia di Corinaldo che il 7 dicembre scorso ha causato la morte di sei persone e ha visto 120 feriti, è il vescovo di Jesi, Monsignor Gerardo Rocconi, nato proprio nella città che ha fatto da sfondo al dramma della discoteca dove diffusero lo spray al peperoncino prima di un concerto.Rocconi, da Loreto, dove era in corso il pellegrinaggio dell’Unitalsi delle diocesi di Jesi, Senigallia e Fabriano, ha proposto così una riflessione su quei fatti.“Abbiamo saputo della notizia di sette persone arrestate e sei che facevano parte della ‘banda dello spray’ che, provocando calca, approfittavano anche per derubare. Questo riempie di dolore nel senso che rende di nuovo viva la sofferenza che abbiamo provato alcuni mesi fa, sapendo i fatti accaduti. Non è ancora risolto il discorso più ampio della capienza e di ciò che si cercava di sapere in ordine ad altro tipo di responsabilità – aggiunge il presule al Sir -. Però io credo che alla fine anche l’aver conosciuto chi sta dietro alle responsabilità non attenua il dolore, però è importante che si faccia luce su tutto quello che è accaduto. E questo porta una riflessione - proprio nella messa per gli ammalati a Loreto dove ha lanciato un messaggio nella liturgia - . Le cose di questo mondo: soldi, ricchezza, non fanno la felicità o danno la gioia. Questo è il messaggio del vangelo. In tutto questo ci viene da dire che laddove si è guidati dalla cupidigia, dalla bramosia del possedere o in qualche maniera dell’affermarsi non può che scaturire sofferenza. Questa sofferenza che è tornata viva dal ricordare gli avvenimenti accaduti nel mio paese circa otto mesi fa ci fa dire che se non ritroviamo la capacità di relazionarci in maniera corretta, attenta e premurosa, piena di attenzione e amore per il prossimo, troveremo sofferenze più grandi”. GS
Ad intervenire sulla tragedia di Corinaldo che il 7 dicembre scorso ha causato la morte di sei persone e ha visto 120 feriti, è il vescovo di Jesi, Monsignor Gerardo Rocconi, nato proprio nella città che ha fatto da sfondo al dramma della discoteca dove diffusero lo spray al peperoncino prima di un concerto.
Rocconi, da Loreto, dove era in corso il pellegrinaggio dell’Unitalsi delle diocesi di Jesi, Senigallia e Fabriano, ha proposto così una riflessione su quei fatti.
“Abbiamo saputo della notizia di sette persone arrestate e sei che facevano parte della ‘banda dello spray’ che, provocando calca, approfittavano anche per derubare. Questo riempie di dolore nel senso che rende di nuovo viva la sofferenza che abbiamo provato alcuni mesi fa, sapendo i fatti accaduti. Non è ancora risolto il discorso più ampio della capienza e di ciò che si cercava di sapere in ordine ad altro tipo di responsabilità – aggiunge il presule al Sir -. Però io credo che alla fine anche l’aver conosciuto chi sta dietro alle responsabilità non attenua il dolore, però è importante che si faccia luce su tutto quello che è accaduto. E questo porta una riflessione - proprio nella messa per gli ammalati a Loreto dove ha lanciato un messaggio nella liturgia - . Le cose di questo mondo: soldi, ricchezza, non fanno la felicità o danno la gioia. Questo è il messaggio del vangelo. In tutto questo ci viene da dire che laddove si è guidati dalla cupidigia, dalla bramosia del possedere o in qualche maniera dell’affermarsi non può che scaturire sofferenza. Questa sofferenza che è tornata viva dal ricordare gli avvenimenti accaduti nel mio paese circa otto mesi fa ci fa dire che se non ritroviamo la capacità di relazionarci in maniera corretta, attenta e premurosa, piena di attenzione e amore per il prossimo, troveremo sofferenze più grandi”. 

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