Trasformati i soldi del sisma in lingotti di oro puro. Ben 51, per 13 chili e un valore di 500mila euro. Nel mirino della guardia di finanza di Camerino l'Hotel 77 di Tolentino.
“Il sisma ha creato tanti problemi - ha affermato il colonnello Amedeo Gravina - e qualcuno ne ha approfittato. Al 30 novembre sono state segnalate 190 persone per Cas illecitamente percepiti in provincia, per un 1 milione e 126mila euro. I sequestri fin ora effettuati sono stati per 450mila euro circa. Parliamo quindi di somme importanti e nel caso di specie si tratta di qualcosa di leggermente diverso. Una struttura ricettiva usata fin da subito per alloggiare gli sfollati ha approfittato della situazione”.
Giovanni Giorgio ha rivelato che la struttura in questione sarebbe l’Hotel 77 di Tolentino: “È stato accertato non solo l’indebito percepimento di fondi, ma ha poi dichiarato bancarotta e convertito il denaro in lingotti d’oro. Sono stati sequestrati anche 60mila euro rispetto ad un profitto illecito di 1 milione e 500mila euro”. I lingotti sarebbero stati rinvenuti in una botola sotto al letto di alcuni indagati che nel frattempo erano andati in vacanza a San Francisco.
“Tutto sommato qualcosa di importante l’abbiamo fatto - è tornato a dire Giorgio - sforzandoci di lavorare in un contesto di importanti carenze di personale”.
L’attività descritta dal capitano Alessandro Tomei è stata particolare e dinamica, iniziata con un settore di intervento e poi sfociata in altri: “Siamo impegnati nella tutela e salvaguardia dei contributi del post sisma e la nostra attenzione è ricaduta sull’Hotel 77, chiuso a inizio 2018. Era molto capiente e sin da subito ha fornito assistenza e alloggio agli sfollati. Sono tre le ragioni che ci hanno spinto a vederci più chiaro: era una delle poche strutture che aveva fornito servizi e che aveva dichiarato per più di un anno sempre il trattamento di pensione completa per gli sfollati. E ci siamo chiesti come fosse possibile che il 100 per cento delle persone fossero tutti i giorni a pensione completa. Inoltre era un evasore totale, non c’erano dichiarazioni né per il 2016 né per il 2017. Poi ci ha fatto definitivamente dubitare della scorretta gestione dei fondi percepiti - ha aggiunto - la bancarotta a dicembre 2018”. Come poteva aver ricevuto 1,5milioni dalla Regione e dalla Prefettura e fallire? Ne è così scaturita una informativa di reato e sono partite le indagini seguite dal Pm Carusi.
Sono stati svolti accertamenti e indagini su un nucleo familiare di cinque persone nonché l'escussione anche di ex dipendenti.
“La direzione ha distratto un milione di euro di cui 500mila in lingotti d’oro puro del peso complessivo di 13 chili. L’acquisto di questi lingotti - ha precisato Tomei - sono stati contestuali alla percezione dei bonifici da parte della Regione. Peraltro gli indagati avevano creato una nuova società e avevano un tenore di vita molto alto”.
Il procuratore Giorgio ha sottolineato il problema della concezione dei reati fallimentari come reati di serie B. “Vengono ritenuti degli incidenti di percorso ma chi si rende responsabile di bancarotta fraudolenta fa qualcosa di molto grave ed è discutibile il trattamento sanzionatorio che viene applicato per queste persone”.
L’attività continuerà poiché pare che un’ulteriore società riconducibile alla proprietà dell’Hotel 77 risulti essere evasore totale.
g.g.
Il primo giorno del 2020, infatti, Ussita ospiterà la prima giornata di "gioco antisismico" come lui stesso lo ha definito.
Peppe Lu Mattu, nome di fantasia di un vero personaggio che dopo il sisma ha creato questo profilo Facebook con fatti ed aneddoti legati a Castello, Ussita e Visso, ci aveva confidato l'intenzione di fare un vero e proprio torneo con il gioco da tavola più amato a cui lui aveva cambiato luoghi, imprevisti e probabilità. Così è stato: un gioco che ha cambiato nome e che è nato per tenere accesi i riflettori sui territori del sisma, ora riscopre anche il suo valore sociale, quello di far stare insieme le persone che negli ultimi tre anni vivono nelle Sae e nei paesi del cratere.
Accanto a Maceropoli, Peppe Lu Mattu ha dato vita anche a Mercalli in fiera, sempre riferendosi ad un altro famoso gioco da tavola e cambiando, anche in questo caso, i nomi ai fatti e ai personaggi.
L'appuntamento, quindi, al quale Peppe Lu Mattu sta lavorando da settimane, ha trovato l'appoggio delle Pro Loco di Castello, Ussita e Visso e si svolgerà nella nuova struttura sociale di Ussita dalle ore 15 del primo gennaio.
Peppe Lu Mattu ha preannunciato "premi per grandi e bambini - come ha scritto sulla sua pagina Facebook, ma carbone per la Regione.
Uscite da ste SAE - l'invito del personaggio misterioso ma tanto amato - e venite a giocare. Sarà un bel momento di coesione".
GS
Dopo le quattro famiglie che la scorsa settimana hanno preso le chiavi delle abitazioni di Sant'Angelo, da questa mattina altre tre potranno cominciare a trasferire gli arredi nei tre appartamenti di Borgo Conce.
"Abbiamo iniziato questa scia positiva lo scorso sabato - commenta il vice sindaco Silvia luconi che la scorsa settimana è stata al centro di una polemica proprio sugli appartamenti (Approfondimento su L'Appennino Camerte cartaceo) - con i primi quattro appartamenti realizzati dall'amministrazione con l'aiuto della protezione civile e questa mattina abbiamo assegnato altri tre appartamenti a chi era in lista nella nostra graduatoria.
Sono stati chiamati come primi coloro che sarebbero dovuti andare negli appartamenti di via Filelfo, seguendo ovviamente la graduatoria.
Ricordiamo che gli appartamenti di via Filelfo non sono più assegnabili perché Erap non ha più proceduto con l’acquisto.
Ci ha però permesso di requisire tre ulteriori appartamenti che aveva disponibili in città per destinarli a quelle famiglie che sapevano di dover essere assegnatarie di Via Filelfo o via Roma.
È chiaro che quelli non più acquistabili sono di numero maggiore rispetto a quelli a disposizione in questa fase, però è un inizio e soprattutto un segnale che c’è la volontà di sbloccare la situazione.
Inoltre precisiamo che le prime famiglie destinatarie dell’invenduto non andato a buon fine hanno accettato Borgo Conce e contrada Rancia.
Tra le famiglie dell’invenduto che hanno rifiutato contrada Sant’Angelo ci sono motivazioni valide come anzianità, invalidità o anche inizio della ristrutturazione della propria abitazione.
Questa è l'ultima consegna dell'anno - conclude, ma per i primi sei mesi del prossimo anno continueremo ad avere consegne di questo tipo".
L'argomento delle rinunce, al centro del dibattito politico, sarà ulteriormente approfondito nella prossima edizione de L'Appennino Camerte.
GS
g.g.
È il Comitato 30 ottobre ad attaccare l'amministrazione comunale e, in particolare il vice sindaco Silvia Luconi: "Le sue minacce indignano i terremotati - scrive il Comitato in una nota - , che oltre alla beffa di essere stati lasciati soli, nella ricerca di un'abitazione in emergenza, sono accusati ora di aver rinunciato ad una abitazione distante dal paese e con enormi problemi di viabilità (strade dissestate, senza illuminazione e senza servizi pubblici).
Come si permette la vice sindaco d'intimidire e continuare a prendere in giro i cittadini terremotati - si chiede il gruppo presieduto da Flavia Giombetti - ? Cosa avete fatto in emergenza? Pensate solamente al patrimonio immobiliare futuro con i soldi della Protezione Civile e quindi di tutti e lo state facendo sulle spalle dei terremotati consegnando vergognosamente gli appartamenti dopo 4/5 anni dal sisma.
Forse la Luconi ha memoria corta - aggiunge - oppure non è a conoscenza delle persone che già un anno fa hanno rifiutato gli appartamenti in contrada Rancia e quindi queste persone sono già state segnalate alla Protezione Civile? Hanno avuto lo stesso trattamento? E cosa ha risposto al riguardo la Protezione Civile?".
Poi la richiesta che riguarda il bonus una tantum per il trasloco dei terremotati: "Se le famiglie assegnatarie hanno già effettuato un primo trasloco, usufruendo del bonus una tantum, chi si assumerà l'onere della spesa di quest'ultimo? Non abbiamo paura delle sue avvisaglie - ammonisce Flavia Giombetti - . Qualcuno nelle sedi opportune dovrà spiegare se a Tolentino è stata rispettata l'emergenza.
Il comitato - conclude - continuerà ad essere in prima linea per combattere ingiustizie e scelte sbagliate che hanno penalizzato e che continuano a penalizzare i cittadini terremotati".
GS
Sotto il tiepido sole di dicembre, questa mattina, il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi ha consegnato le chiavi dei quattro appartamenti di Sant'Angelo, dove nelle prossime settimane si trasferiranno Rino De Santis, Gianni Aliscioni, Eleonora del Brusco con suo figlio e Monica Emiliozzi con la sua famiglia e i suoi animali.
Con gli occhi lucidi e la voce rotta dalla commozione ci confidano di quanto sia stato difficile questo periodo di attesa, ma anche quanto grande sia la loro soddisfazione oggi.
Un ritorno alle origini per Rino De Santis che a poche centinaia di metri da quell'appartamento dove potrà vivere in attesa che gli venga ricostruita la propria casa c'è nato e c'è vissuto da giovane.
"Dopo il sisma ho trovato ospitalità da mia sorella - dice - . Oggi sono troppo contento".
Gli fa eco Eleonora Del Brusco che stringe a sè suo figlio Marco di otto anni: "Nonostante l'attesa - dice - tra una Sae e un vero appartamento scelgo senza dubbio l'appartamento. Mio figlio qui potrà correre e giocare e riacquistare quella normalità che ci è mancata. Facevo oltre cento km al giorno per venire a lavorare - spiega - , finalmente possiamo tornare alla serenità".
Nonostante la mancanza dei mobili vorrebbe mangiarsi un panino nel suo grande appartamento Monica Emiliozzi: "Avevamo trovato una sistemazione provvisoria in contrada Le Grazie - racconta - ci siamo arrangiati, in questi anni, con quattro pareti di cartongesso e un pezzo di lamiera sopra la testa. Ora abbiamo un appartamento sicuro".
Dello stesso tono Gianni Aliscioni che nei tre anni dopo il sisma si era appoggiato da alcuni amici e conta di entrare nell'appartamento nei primi giorni di gennaio.
"Avremmo potuto consegnarvi queste chiavi un anno e mezzo fa - esordisce il primo cittadino - ma la burocrazia di questo Paese non ce l'ha permesso". Poi la stoccata nei confronti di chi ha rifiutato gli appartamenti di Sant'Angelo: "Comprendo chi non è automunito - ha detto - . Ma non chi ci ha detto di preferire il centro storico per andare a piedi, al mattino, a fare colazione al bar. Stiamo gestendo una situazione emergenziale e lo abbiamo fatto senza investire in basi di cemento e case di legno a perdere".
Soddisfatta la vice sindaco Silvia Luconi: "Con questi appartamenti si sblocca una grande situazione. Si aggiungono ai quattro già consegnati, a quelli che consegneremo sabato prossimo e all'impegno che stiamo mettendo nei lavori degli altri che mancano".
L’edificio della ex scuola di Sant’Angelo si sviluppa su due piani oltre il piano sottotetto. Originariamente l’edificio era una scuola comunale che, dopo gli interventi di restauro e risanamento conservativo, è rimasto allo stato grezzo. L’intervento in questione ha permesso la realizzazione di 4 appartamenti con metrature da 45 mq a 70 mq (piano terra: 2 appartamenti uno di 45 mq e uno di 67 mq, piano primo: due appartamento uno di 70 mq e uno di 55 mq).
I lavori hanno impiegato complessivamente 162 giorni.
L’importo dei lavori è di € 198.881,21 e sono stati realizzati dal raggruppamento temporaneo di imprese formato da: Astra srl. e Idronova snc.
Un approfondimento dell'argomento sarà pubblicato nella prossima edizione del settimanale L'Appennino Camerte.
GS