La Regione Marche a difesa del nuovo Polo scolastico di San Ginesio. Ieri pomeriggio il presidente Luca Ceriscioli, insieme allassessore alla Protezione civile Angelo Sciapichetti, e al direttore dellufficio speciale per la Ricostruzione, Cesare Spuri, ha ricevuto una delegazione del Comitato ginesino a difesa del Polo nel centro storico per un importante momento di confronto e ascolto, da cui è emersa la ferma volontà della Regione di sostenere lamministrazione comunale di San Ginesio e lintera comunità nella complessa vicenda che ha visto bloccare la realizzazione delle nuove scuole per la presenza di un vincolo della Soprintendenza ai Beni culturali a tutela delle mura cittadine lo scorso 11 giugno. 

“ La Regione continuerà a seguire direttamente, così come ha fatto da quando è emersa la questione del vincolo, tutta la vicenda, perché sbloccarla è fondamentale per il rilancio di questi territori. Chiediamo ancora una volta un incontro alla presenza del ministro per risolvere in via definitiva il problema - ha commentato Ceriscioli - Se così non fosse questo sarebbe un duro colpo per il Comune e per tutto il territorio incostante.

Dopo quasi cinque mesi di incontri tra tutte le Istituzioni e gli enti preposti, dopo la richiesta di coinvolgimento di tutta la politica, chiediamo ancora uno sforzo unanime per trovare una soluzione a questo impasse devastante per il nostro paese, forti anche della comunione di intenti con il nostro sindaco Giuliano Ciabocco- spiega il Comitato - Come cittadini, un gruppo che oggi conta circa 900 aderenti, non ci fermiamo e continueremo a chiedere incontri con chi ha il potere e la volontà di superare questo enorme ultimo ostacolo per fare in modo che San Ginesio possa finalmente ripartire dopo il terremoto del 2016, puntando, come sempre nella sua storia, sullistruzione e le scuole, unica industria” che sostiene lo sviluppo sociale ed economico del centro storico.

GS

Due anni dalle prime scosse di terremoto e sono ancora parole come semplificazione e velocità a farla da padrone. Accantonata quella della burocrazia che nel primo anno è stata utilizzata in ogni dove, spesso come capro espiatorio che tutto ha giustificato, quello che servirebbe veramente a questo punto è quel concreto e reale calarsi nei territori con la capacità di toglier via ostacoli che rischiano di arrugginire senza essere rimossi. Nella gestione del dopo sisma e, soprattutto dal nuovo governo, la popolazione attendeva un cambio di passo che invece, dopo il varo del decreto sisma e del ‘milleproroghe’ non ha riguardato che poche modifiche. Per il resto molti i colli di bottiglia che rallentano la ricostruzione soprattutto privata degli immobili danneggiati. E’ lo stesso direttore dell’Ufficio per la ricostruzione delle Marche, ingegnere Cesare Spuri, a parlare di un sistema che denota nel complesso sofferenze a tutti i livelli . “Non possiamo dire che la macchina non cammini – afferma il dirigente dell’Ufficio Ricostruzione Cesare Spuri-; assegnare 140 milioni di euro e far partire 1000 cantieri significa infatti che i motori sono accesi. Quello che serve, è mettersi d’accordo sulla velocità e su qual è quel compromesso verso il quale tendiamo che è poi la risposta in tempi più rapidi alle esigenze e alle aspettative di tutte le persone, con un criterio di correttezza trasparenza e bontà della ricostruzione che si fa. Oggi – continua Spuri- mi sento di dire che c'è un controllo sufficientemente accurato delle valutazioni , però constatiamo che i tempi sono un po' lunghi e magari, senza pregiudicare per trasparenza e correttezza, qualcosa si potrebbe fare per cercare di ridurli. Io credo pertanto che vi siano i margini per poter fare una riflessione. E poi occorrono più fiducia e meno sospetto. C’è  un momento in cui è molto importante il discorso della trasparenza, l'eliminazione di qualsiasi infiltrazione malavitosa all'interno di un cantiere, e parliamo di cantieri per centinaia e centinaia di milioni di euro però - spiega l’ingegnere-, oggettivamente vivere sempre con un controllo costante addosso, con il pensiero che sempre e comunque dietro ogni angolo ci sia qualcosa che non è stato fatto in modo regolare, nuoce un po' alla serenità di tutti coloro che debbono lavorare e che magari qualche volta possono dimenticare un aspetto tale comunque da non pregiudicare le regolarità complessive. Su questo dunque dovremmo a mio avviso “rischiare” forse un po' di più, fermo restando che ben vengano i controlli e nessuno se ne deve sottrarre. Eliminiamo magari quella forma preventiva di controllo su ogni cosa che, oggettivamente, di tempo ne porta via. Io credo che, proprio sulla scorta dell'esperienza che abbiamo fatto in questo anno di lavoro di ufficio ricostruzione, da quando abbiamo iniziato con le relative pratiche, gli elementi che cominciamo ad avere ormai sono abbastanza stabili e standardizzati e possiamo essere in grado di dire:' così stiamo andando bene; liquidiamo contributi, paghiamo stati d'avanzamento, apriamo cantieri'. E chiediamoci cosa sia  necessario se volessimo fare più velocemente, se magari c’è bisogno di più persone, oppure, di meno controlli e più autocertificazioni. Si tratta di affrontare insomma una discussione, fornendo alla parte politica che deve prendere queste decisioni, degli elementi su cui poter valutare”.

Intanto all’Ufficio Ricostruzione Marche, ad oggi sono giunte 3500 pratiche riguardanti la ricostruzione privata, delle quali ne sono state autorizzate 1050. Il dirigente, dice che un altro 50 per cento è fermo nei comuni e che, data la vastità della devastazione, servirebbero più professionisti e imprese. Nessun problema invece per i pagamenti degli stati di avanzamento lavori ( SAL), cioè dei documenti attestanti l’avvenuta esecuzione di una certa quantità di lavori, che servono poi a poter calcolare l’importo che il committente deve pagare all’azienda commissionata per averlo svolto. “ Nella nostra regione - dice Spuri-  almeno abbiamo da registrare un punto d’onore ed è che gli stati d’avanzamento vengono pagati a 30 giorni e questo posso certificarlo come Ufficio Ricostruzione; non abbiamo lamentele dal mondo degli imprenditori riferite a pagamenti che arrivino in ritardo sui Sal  e, credo che nella cabina di regia del prossimo 6 settembre (che dovrebbe essere l'ultima del Commissario De Micheli), parleremo anche di un accordo con l’Abi per dare anche delle anticipazioni che oggi sono comunque possibili. Vero è che attualmente ci sono soprattutto cantieri di poca entità e ricostruzione leggera; probabilmente, a livello nazionale, le imprese si muoveranno in modo più consistente nel momento in cui aumenteranno i cantieri e magari saranno anche più sostanziosi. Quello che più mi preoccupa – conclude l’ingegnere Spuri- è l'aspetto della parte dei professionisti perché, se non si fanno progetti, non si appaltano nemmeno le opere”.

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