"Necessario adottare tutte le misure per tutelare i lavoratori e le lavoratrici in mancanza delle quali le attività produttive vanno sospese". Lo chiedono tutte le sigle sindacali di Cgil, Cisl e Uil.  Le saracinesche dei negozi sono abbassate tranne poche eccezioni, ma le aziende possono continuare a lavorare ed è per questo che le sigle sindacali si fanno portavoci della assoluta necessità di tutelare salute e sicurezza di lavoratrici e lavoratori comunque chiamati a raggiungere i siti produttivi.

"I recenti interventi del Governo per contenere la diffusione del visus Covid-19, resi necessari dalla situazione sempre più drammatica, impongono a tutti quanti comportamenti rigorosi e coerenti con tale finalità. Questo vale nella vita privata di ognuno ma soprattutto nei luoghi di lavoro dove è necessario siano adottate tutte le misure necessarie a garantire la salvaguardia della salute e sicurezza di lavoratori e lavoratrici".  
Le Segreterie nazionali di CGIL CISL UIL hanno scritto alle associazioni datoriali, e per conoscenza al Governo, per concordare una riduzione dell’attività produttiva,proprio perché lavorare in sicurezza è la condizione necessaria per rilanciare l'economia e difendere l’occupazione, oltre ad essere una condizione imprescindibile per contenere al massimo la diffusione del virus. Azioni coerenti, quelle richieste dai sindacati che sottolineano la necessità di mandare messaggi chiari e univoci a lavoratori e lavoratrici. In particolare, vine evidenziata l'esigenza che le attività economico-produttive si adeguino subito al nuovo contesto e alle nuove necessità, derivanti dalle prescrizioni dei recenti DPCM e dalla necessità di contenere la diffusione del virus .

“ E’ una situazione del tutto eccezionale ed inedita – afferma Daniel Taddei, segretario generale  CGIL Macerata  - e tutti i soggetti debbono essere richiamati al massimo della responsabilità. Non è possibile dire giustamente“io resto a casa” perché bisogna abbassare il livello di contagio e allo stesso tempo i lavoratori debbano andare in luoghi di lavoro dove non sono garantite le misure minime di sicurezza.  Questo non è possibile- rimarca Taddei - quindi noi chiediamo che le misure di sicurezza siano tutte applicate oppure, qualora non fosse  possibile applicarle, che sia sospesa l'attività”.
Le strutture di CGIL CISL UIL, i delegati e le RSU/RSA sono disponibili a negoziare specifiche intese, a livello territoriale e nei luoghi di lavoro, per gestire la difficile e inedita situazione di emergenza.
 “Noi siamo a tutt'oggi ancora operativi- aggiunge Taddei- Alcune aperture sono state dilazionate, ma siamo presenti nel territorio e siamo a disposizione per qualsiasi tipo di formula ma – precisa- come hanno già richiesto altre regioni del nord Italia anche nelle Marche, visto che il contagio sta avanzando in maniera esponenziale, è assolutamente necessario mettere in sicurezza i nostri luoghi di lavoro e, su questo, bisogna adottare sia strumenti straordinari sia strumenti ordinari" .
CGIL CISL UIL monitoreranno la situazione nei luoghi di lavoro e nei casi in cui non dovesse esserci il rispetto delle norme e delle misure a tutela della salute, chiederanno la sospensione delle attività. " Da parte nostra- continua Daniel Taddei- vigileremo con la massima attenzione sul rispetto delle misure e norme dettate per la tutela della Salute; qualora vi fossero delle segnalazioni di vari lavoratori che si trovino in situazioni nelle quali le norme di sicurezza previste dai vari decreti e varie ordinanze non possano essere rispettate e, qualora per queste situazioni non si trovino soluzioni, chiederemo la sospensione dell'attività lavorativa e l'accesso agli ammortizzatori sociali, con l’impegno da parte delle imprese di mantenere tutta la forza lavoro".
c.c.





A Muccia, presentato  il nuovo progetto di solidarietà che porterà alla costruzione di una struttura polifunzionale nell'area individuata della località Maddalena. Il progetto, redatto dai docenti della Scuola di Architettura e Design “ E. Vittoria” dell’Università di Camerino coordinati  dal direttore Giuseppe Losco, è in grado di rispondere all'eventualità di situazioni di emergenza e ad altri servizi utili alla popolazione.
Un gesto che dunque porta con sè la valenza di un esempio pionieristico a livello internazionale e la straordinaria testimonianza di un abbraccio 
solidale a favore delle comunità colpite dal sisma. Convinto il forte spirito unitario alla base di tutta l'operazione, il cui obiettivo è quello di far ritrovare fiducia e speranza ad uno dei centri più colpiti dal dramma del terremoto e con il numero più alto di sfollati dell'intero cratere sismico.
Un concreto segnale di speranza che ha potuto prender vita grazie ad una grande rete sinergica  tra le parti sociali datoriali e Sindacali del settore dell’edilizia, con il coordinamento delle Casse edili del sistema. L'attivazione di una raccolta fondi, per il tramite della CNCE- Commissione Nazionale paritetica delle Casse Edili e col coinvolgimento delle sigle sindacali di categoria Cgil, Feneal Uil, Filca Cisl, ANCE ( Associazione Nazionale Costruttori edili) Cna Costruzioni e Anaepa Confartigianato edilizia, ha fatto sì che i contributi fossero donati per la realizzazione della struttura 
Costruire il futuro da protagonisti, il motto di tutta l'operazione, illustrata nella sala grande dell'Eremo del Beato Rizzerioalla presenza dei rappresentanti delle varie sigle sindacali di categoria e delle Casse edili del sistema. All'incontro, moderato dal responsabile provinciale Fillea Cgil Massimo De Luca,  sono intervenuti il prefetto di Macerata Iolanda Rolli e il rettore di Unicam Claudio Pettinari. A illustrare i passi della progettazione e i suoi dettagli, sono stati gli  architetti Giuseppe Losco e Andrea Lupacchini della Scuola di Architettura di Unicam

"Giornata significativa- ha esordito Massimo De LucaA distanza di soli due anni e mezzo, tra lavoratori edili e parti sociali e sindacali di CGIL Cisl e Uil, abbiamo dimostrato tutti insieme che mettere in piedi un sogno era possibile. Il lavoro dei professori dell'Università di Camerino ha portato alla creazione di ciò che noi sognavano e che potrà essere toccato con mano. Dietro a tutto questo, che magari può essere un esempio per tanti altri, c'è la solidarietà di più di 100 Casse italiane. Ridare speranza a questi territori, è per noi la strada giusta".
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A fare gli onori di casa, il sindaco Mario Baroni che ha tracciato i passi attraverso i quali si è potuti approdare al progetto che, una volta realizzato, sarà funzionale a tanti impieghi, ivi compresa la possibilità di ospitare mostre ed eventi di promozione delle produzioni locali per un risveglio dell'economia di tutto il territorio

"L'andare avanti e il guardare in prospettiva è quello che condividiamo in tanti- ha detto il rettore Claudio Pettinari- Nell' immediatezza del sisma molti di noi hanno stretto contatti con le associazioni qui presenti. Ci chiedevano come poter essere utili: servivano strutture e io dissi subito che, per ipotizzare questi spazi che ci servivano,  bisognava partire da come avevamo risolte le Emergenze. A Camerino ad esempio, nelle ore successive al dramma, erano stati messi a disposizione della comunità e degli studenti, i palazzetti e i centri sportivi. Non avevamo bisogno di tendoni, ma di strutture stabili e all'occorrenza sfruttabili per eventuali situazioni d'emergenza, oltre che poter assolvere a funzioni di servizio pubblico o per altri scopi associativi. In un secondo tempo- ha aggiunto Pettinari-  all'Università è stato anche chiesto il supporto per la progettazione di numerosi spazi e, ben volentieri, abbiamo messo in campo le nostre conoscenze a servizio dei problemi.  Ill forte senso di appartenenza  a questi luoghi, seppure nella carenza di risorse che lo Stato riserva agli atenei, ci ha spinti fin da subito ad affrontare un cammino fatto insieme, per rispondere alle richieste della società. L'Università di Camerino si sente e si sentirà sempre parte di un territorio".
 
Il progetto che ha visto in campo la Scuola di Architettura di Unicam, è il quarto realizzato sul territorio, sfruttando le tecnologie e i materiali più innovativi a favore delle comunità. Già realizzati il Sottocorte Village, la scuola d'infanzia di Pieve Torina, la nuova Residenza per anziani "Casa Amica" che sorgerà nel quartiere Vallicelle a Camerino . 
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Dell'intervento, messo in campo in sintonia con le Casse edili  e con la finalità di dare una risposta alle zone colpite dal sisma in termini mutualistici e solidaristici, ha parlato il vicepresidente CNCE Antonio di Franco: "In 
 carenza di interventi pubblici statali, le Casse hanno messo a disposizione questo progetto localizzato in 5 territori.
Il primo che realizziamo è a Muccia ma analoghe strutture verranno realizzate anche ad Acquasanta Terme, Preci, Città Ducale e Teramo. Un progetto virtuoso che ci fa guardare avanti con grande speranza e che racchiude un grande valore di fondo: un
 contributo dato da tutti i lavoratori delle imprese del sistema, in collaborazione con Unicam. Credo che questa sia la parte bella del nostro Paese. Adesso, è nostro desiderio che questa possibilita di ricreare comunità, avvenga nel più breve tempo possibile".
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La parola è passata quindi al prof. Giuseppe Losco,direttore della Scuola di Architettura e Design " E. Vittoria" di Unicam.
Nel raccontare degli inizi del progetto, il prof. Losco ha evidenziato il grande lavoro di studio necessario a conciliare l'insieme delle richieste funzionali, alle quali avrebbe dovuto rispondere la struttura da replicare identica in diversi territori e, per diverse esigenze. In risalto l'impatto visivo dell'intero complesso, capace di rappresentare il momento storico che le popolazioni hanno vissuto e di guardare in avanti. A Maddalena di Muccia il complesso polifunzionale sorgerà su un'area comunale di 3300 metri quadrati, di fronte alla sede della Distilleria Varnelli. La superfice del complesso è di 300 metri quadrati, suscettibili di essere successivamente ampliati grazie alla particolare conformazione dell'edificio che, in modo separato, sarà in grado di rispondere a più esigenze di servizio sia dall'interno che dall'esterno. Due spazi sono fruibili come ambulatori medici dall'interno oltre che fungere da poliambulatorio con ingresso esterno.  
"La nostra responsabilità è stata doppia - ha sottolineato  Andrea Lupacchini di Unicam, artefice della progettazione- Abbiamo reagito con ricerca, sperimentazione e ricerca applicata, costruendo qualcosa che a livello internazionale non esistesse e mettendo a servizio il nostro lavoro da ricercatori". 
 

Tanti i particolari che si sono dovuti curare, tenendo in conto che ,nell'eventualità di un servizio della struttura in caso di calamità, l'attenzione debba focalizzarsi anche sull'aspetto psicologico delle persone ospiti e, le valutazioni hanno riguardato anche la privacy. Si è poi voluto che la struttura fosse un segnale fortemente visibile e, oltre alla plusvalenza di spazio multifunzionale e per le emergenze, restituisse l'immagine di una sorta di scultura  monumento.
"Terzo fattore che non potevamo non valutare- ha detto Lupacchini- quello della 'memoria'. Il suo profilo molto articolato, ricorda infatti i picchi delle scosse più forti dei due terremoti del 2016 e i metri quadrati della struttura richiamano il numero delle vittime. Un progetto scultoreo che dunque, partendo dalla forma di tanti triangoli, realizza uno skiline che ricorda il sismogrago. Ricordare l'evento, come punto per ripartire". 

Di semplice costruzione tutta la struttura, la cui progettazione ha guardato anche all'ottimizzazione di una realizzazione capace di progredire spedita nelle operazioni di cantiere e nella stessa produzione dei pezzi prefabbricati che richiederanno solo di essere assemblati, con abbattimento dei costi, velocità  di esecuzione e assoluta qualità. 
Affidata al Prefetto Iolanda Rolli  la conclusione dell'incontro: "Sono mesi che stiamo lavorando con tutti voi protagonisti per cercare di ricostruire un modello di legalità ma anche un modello rapido per avere una ricostruzione organizzata. E' importante- ha detto il Prefetto - sapere dove vogliamo andare ed è importante mettere insieme le forze. E' quello che stiamo provando a fare e che stiamo riusceno a fare. Se si riesce a fare squadra, se si riesce ad unire le competenze ele capacità, si riesce ad andare avanti più facilmente. Quello di oggi è un bellissimo esempio della capacità di lavorare insieme. Grazie all'ente bilaterale e a tutti gli enti bilaterali nazionali per  la disponibilità che c'è stata per questo territorio e, complimenti all'università di Camerino che è sempre vicina a tutti noi in tanti progetti".

Carla Campetella

*******servizio di approfondimento nel prossimo numero di Appennino Camerte

  concept struttura Muccia 





Salute, diritti, lavoro e sviluppo. Le Marche che vogliamo” lo slogan della manifestazione regionale ad Ancona, promossa da CGIL CISL UIL Marche, per sostenere le proposte delle sigle sindacali nel confronto con la giunta regionale e per richiamare l’attenzione dei cittadini sulle tante criticità della sanità. 

Massiccia la partecipazione alla giornata di mobilitazione che si è conclusa a piazza del Plebiscito. Sul palco, a rappresentare le esigenze dell'Area Vasta 3 e in particolare le problematiche della sanità dell'entroterra dell'ospedale di Camerino, la relatrice ufficiale Paola Ticani. " Buona salute a tutti noi, ma soprattutto al nostro servizio sanitario pubblico", la frase con la quale ha concluso il suo applaudito intervento, a sottolineare che le condizioni di dignità dei lavoratori della sanità, restituiscono servizi dignitosi ai cittadini.

Paola Ticani

" La mia relazione- riferisce Paola Ticani- ha approfondito le problematiche di tutta l'Area Vasta 3 per la zona montana e, soprattutto, tutta quell'area disastrosamente colpita dal terremoto del 2016. Ho rappresentato i nostri disagi che vanno dalla distruzione del sisma, alle difficoltà di accedere in maniera tempestiva ai nostri pronto soccorso.;Ho tenuto a sottolineare come nel nostro territorio, in rapporto al numero di residenti, la grande equazione determini una differenza di possibilità di accesso, rispetto a chi invece si trova a d abitare in zone più popolose. Quello che abbiamo chiesto alla politica marchigiana- spiega Ticani-  è una maggiore attenzione alle zone disagiate di tutta la regione, e con particolare riferimento alla nostra dell'Area Vasta 3, il cercare  di potenziare  la rete di emergenza -urgenza che dovrebbe essere più capillare ed efficace.  Oltre a questo, la richiesta è stata per il potenziamento della sanità sul territorio, comprensivo di azioni  sulle strutture socio sanitarie residenziali e sull'assistenza domiciliare.  Chiediamo una sanità calibrata sul territorio e che tenga conto delle esigenze e delle difficoltà degli abitanti;  sappiamo tutti quanti problemi si incontrano con le liste di attesa e,molto spesso, per noi della montagna fare una visita specialistica in tempi ragionevoli significa fare lunghi percorsi perché non c'è possibilità della prestazione nei nostri ospedali. Altro punto secondo noi fondamentale è che portando nel territorio la medicina di base, vuol dire riuscire a sgravare i centri di assistenza di secondo livello che pertanto, riuscirebbero a svolgere meglio il loro lavoro.  E poi- prosegue la portavoce dell'Area Vasta 3-  abbiamo rappresentato le difficoltà che riguardano tutto il personale, perché riteniamo che lavorare con dignità e con professionalità sicuramente metterebbe in condizioni migliori i lavoratori, anche nei confronti di chi usufruisce del servizio, tant'è che la frase finale con cui ho salutato i partecipanti alla bellissima manifestazione è stata appunto " buona salute a tutti noi, ma soprattutto al nostro servizio sanitario pubblico".

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Una manifestazione molto partecipata che ha inteso riportare al centro dell’attenzione la situazione della sanità, sostenendo che il diritto alla salute e alle cure, deve essere  garantito su livelli adeguati in ogni territorio.

" E' fondamentale su tutto il territorio- rimarca Paola Ticani-  e, per quel che ci riguarda,  ripartendo dall'entroterra e con dei servizi dedicati. Noi abbiamo bisogno dell'assistenza di supporto, delle lungodegenze, di continuità assistenziale, delle guardie mediche che  negli ultimi anni sono consistentemente diminuite: Abbiamo necessità della  guardia medica pediatrica, di una radiologia funzionante, di centri prelievi dislocati nei vari comuni perché, se numerose sono le persone che sono tornate ad abitare nelle casette dei piccoli centri , poi si trovano a dover raggiungere Camerino per fare un semplice prelievo e allora, c'è qualcosa che non quadra e occorre ripristinare quantomeno i punti di poliambulatori e distretti che c'erano anche prima del terremoto. L'augurio è che quello che abbiamo rappresentato a gran voce- conclude Ticani- possa rientrare nel  Piano sanitario regionale con delle risposte adeguate e, tenendo conto, non solo dei numeri ma anche e soprattutto delle persone perché chi ha scelto di vivere in montagna ha fatto una scelta ben precisa, e ha gli stessi diritti di chi per scelta vive in altre zone della nostra regione!"

C.C.

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