"Momento Kafkiano nell'ultimo Consiglio Comunale di Valfornace". Utilizza queste parole il Capogruppo della minoranza Sandro Luciani, per definire la situazione, a suo giudizio paradossale, venutasi a creare nel corso dell'ultima assise comunale.
"Martedì 29 dicembre - commenta Luciani-, nel palazzetto dello sport di Pievebovigliana è stato convocato il Consiglio Comunale di Valfornace per discutere ed approvare temi di fondamentale importanza per il futuro della nostra gente e per lo sviluppo del territorio.
L'orario fissato per la convocazione, le 19, è sembrato ad alcuni dei partecipanti una strategia per evitare discussioni e/o spiegazioni sui molti punti da discutere. Certo che – prosegue il consigliere di opposizione-, programmare come ultimi la discussione sul Programma Triennale dei Lavori Pubblici e sul Bilancio di Previsione Finanziario 2021/2023, due temi che in un Comune qualsiasi occuperebbero ore di illustrazione e di discussione, aveva il chiaro obbiettivo di evitare di fornire le sia pur minime spiegazioni e dettagli. Non è una cosa grave, ma gravissima perché significa minimizzare l'importanza delle cose fondamentali e non rispettare i cittadini che devono capire quale futuro li aspetta.
tutto questo è puntualmente avvenuto - conclude il capogruppo della minoranza -: alle legittime richieste di chiarimento sui diversi temi ci sono stati da parte del Sig. Sindaco, balbettii e dimostrazione di assenza totale di conoscenza di ciò che si doveva discutere. Per fortuna l'intervento del vice sindaco, che ha dimostrato un sufficiente approfondimento dei problemi, ha tolto tutti dall'imbarazzo. Il culmine di questa kafkiana situazione è stata la reazione del Sindaco ad un appassionato intervento del consigliere all'opposizione Sandro Luciani che si è concretizzata in una affermazione che fa dubitare della correttezza democratica dell'assemblea: "io scrivo sul gazzettino quello che mi pare " !
Difficile esprimere un commento sereno ed appare chiara la futura prospettiva amministrativa del nostro Comune" .
c.c.
"Martedì 29 dicembre - commenta Luciani-, nel palazzetto dello sport di Pievebovigliana è stato convocato il Consiglio Comunale di Valfornace per discutere ed approvare temi di fondamentale importanza per il futuro della nostra gente e per lo sviluppo del territorio.
L'orario fissato per la convocazione, le 19, è sembrato ad alcuni dei partecipanti una strategia per evitare discussioni e/o spiegazioni sui molti punti da discutere. Certo che – prosegue il consigliere di opposizione-, programmare come ultimi la discussione sul Programma Triennale dei Lavori Pubblici e sul Bilancio di Previsione Finanziario 2021/2023, due temi che in un Comune qualsiasi occuperebbero ore di illustrazione e di discussione, aveva il chiaro obbiettivo di evitare di fornire le sia pur minime spiegazioni e dettagli. Non è una cosa grave, ma gravissima perché significa minimizzare l'importanza delle cose fondamentali e non rispettare i cittadini che devono capire quale futuro li aspetta.
tutto questo è puntualmente avvenuto - conclude il capogruppo della minoranza -: alle legittime richieste di chiarimento sui diversi temi ci sono stati da parte del Sig. Sindaco, balbettii e dimostrazione di assenza totale di conoscenza di ciò che si doveva discutere. Per fortuna l'intervento del vice sindaco, che ha dimostrato un sufficiente approfondimento dei problemi, ha tolto tutti dall'imbarazzo. Il culmine di questa kafkiana situazione è stata la reazione del Sindaco ad un appassionato intervento del consigliere all'opposizione Sandro Luciani che si è concretizzata in una affermazione che fa dubitare della correttezza democratica dell'assemblea: "io scrivo sul gazzettino quello che mi pare " !
Difficile esprimere un commento sereno ed appare chiara la futura prospettiva amministrativa del nostro Comune" .
c.c.
"A quattro anni dal terremoto, dopo aver visto passare tre inutili figure di commissari ed aver assistito a irreversibili scempi di natura paesaggistica(unico capitale su cui
sviluppare progetti e attività), al conseguente scadimento sociale, anche il Comune di Valfornace, in piena sintonia con il generale agire burocratico del sistema si è praticamente adagiato in un soporifero vivacchiare".
Così Sandro Luciani, Capogruppo della minoranza a Valfornace, nell'affidare ad una lettera le sue parole di sfogo e di critica alla gestione amministrativa dell'attuale Giunta comunale, guidata da Massimo Citracca.
" I costanti decessi dei numerosi anziani, a cui si aggiungono partenze di nuclei familiari giovani,hanno trasformato l’antico borgo, culla di tradizioni e cultura locale, in un relitto di comunità destinato ad implodere. Le nostre contrade interne- scrive Luciani- con estremo dolore , si spopolano giorno dopo giorno, il silenzio cala sui resti di comunità che costantemente non trovano,la forza di rinascere.
Gli antichi progetti di collegamento tra comunità, lo sviluppo di iniziative nuove impostate su logiche moderne legate alle tradizioni ed ai saperi autentici, sono sempre più lasciate all’inerzia dell’oblio. La nostra comunità non fa eccezione e la popolazione attonita, prima dagli eventi sismici, poi dalla pandemia covid 19, confinata nelle anguste soluzioni abitative, inizialmente definite“momentanee”, ora sempre più “definitive” anche in rapporto all’età degli occupanti, sta percependo che per la maggioranza di loro sarà “l’ultima residenza”. Sono molti coloro che non residenti, proprietari di secondeabitazioni nella maggior parte dei casi ereditate, i quali non trovando più anche quelle atmosfere ospitali e collaborative tipiche della antica Pieve, stanno stancamente attendendo l’avverarsi delle favola della ricostruzione. In un primo momento ci si era infervorati nella speranza di vedere l’avvio di quel programma di ricostruzione, che man mano si è trasformato in una presa per i fondelli con ilripetere –non vi lasceremo soli–. Ora che si è rimasti soli-continua Luciani- non resta che amareggiarsi e per qualche singolo ostinato proseguire nell’incalzare il sistema, ma con poca convinzione. Un esempio fra tutti, nella piccola realtà di Valfornace, che può essere preso come fatto emblematico di tutte le tipologie della onnipotente burocrazia, è un’assurda vicenda che ha del paradossale. Esiste un fabbricato di proprietà comunale costruito da oltre 70anni, che per normativa vigente è sottoposto ad un vincolo storico che ne impedirebbe la demolizione e la sua ricostruzione, anche in altro luogo, seppur l’immobile non presenti particolari emergenze architettoniche da salvaguardare. Normativa che applicata in maniera letterale,senza un minimo di ragionevolezza, porta inesorabilmente al più totale immobilismo procedurale.
La pianificazione urbanistica è di per se una scienza in divenire, evolutivamente parlando, che ha in se lo spirito di rinnovamento ed adeguamento alla trasformazione. Non per nulla illustri pianificatori hanno coniato la definizione di Paesaggio come “ il luogo delle trasformazioni governate”.
Ebbene che si fa in Valfornace? Si inviano quesiti alle Istituzioni preposte e si attende fiduciosi; se poi le Istituzioni ritardano o non danno riscontro o peggio si limitano ad interpretare lessicalmente, la frittata è servita e l’amministrazione comunale che fa ? Attende, trincerandosi dietro la scontata inutile frase – siamo in attesa di risposta –. Tutto questo immobilismo a chi giova?
Alcuni iniziano a chiedersi: come mai i funzionari o peggio gli amministratori sono così poco attivi ed intraprendenti? Molte sarebbero le ipotesi di soluzione, ma è necessario che qualcuno le proponga. Invece tutto tace, gli uffici ed i rispettivi dirigenti si giustificano con la rilevante mole di lavoro fuori programmazione (quale?), senzamai assumersi responsabilità o proporre iniziative. Sono proprio le iniziative, che insieme alle idee di programma mancano a Valfornace, mentre la popolazione decresce. Forse una possibilità esiste ed è quella di proseguire con aggregazioni tra realtà comunali più grandi, perseguendo modelli di sviluppo nuovi e in grado di programmare l’indispensabile sovvertimento dell’attuale tendenza, che - conclude Luciani- sta portando alla distruzione dei valori di civiltà che la storia ci ha tramandato".
C.C.
sviluppare progetti e attività), al conseguente scadimento sociale, anche il Comune di Valfornace, in piena sintonia con il generale agire burocratico del sistema si è praticamente adagiato in un soporifero vivacchiare".
Così Sandro Luciani, Capogruppo della minoranza a Valfornace, nell'affidare ad una lettera le sue parole di sfogo e di critica alla gestione amministrativa dell'attuale Giunta comunale, guidata da Massimo Citracca.
" I costanti decessi dei numerosi anziani, a cui si aggiungono partenze di nuclei familiari giovani,hanno trasformato l’antico borgo, culla di tradizioni e cultura locale, in un relitto di comunità destinato ad implodere. Le nostre contrade interne- scrive Luciani- con estremo dolore , si spopolano giorno dopo giorno, il silenzio cala sui resti di comunità che costantemente non trovano,la forza di rinascere.
Gli antichi progetti di collegamento tra comunità, lo sviluppo di iniziative nuove impostate su logiche moderne legate alle tradizioni ed ai saperi autentici, sono sempre più lasciate all’inerzia dell’oblio. La nostra comunità non fa eccezione e la popolazione attonita, prima dagli eventi sismici, poi dalla pandemia covid 19, confinata nelle anguste soluzioni abitative, inizialmente definite“momentanee”, ora sempre più “definitive” anche in rapporto all’età degli occupanti, sta percependo che per la maggioranza di loro sarà “l’ultima residenza”. Sono molti coloro che non residenti, proprietari di secondeabitazioni nella maggior parte dei casi ereditate, i quali non trovando più anche quelle atmosfere ospitali e collaborative tipiche della antica Pieve, stanno stancamente attendendo l’avverarsi delle favola della ricostruzione. In un primo momento ci si era infervorati nella speranza di vedere l’avvio di quel programma di ricostruzione, che man mano si è trasformato in una presa per i fondelli con ilripetere –non vi lasceremo soli–. Ora che si è rimasti soli-continua Luciani- non resta che amareggiarsi e per qualche singolo ostinato proseguire nell’incalzare il sistema, ma con poca convinzione. Un esempio fra tutti, nella piccola realtà di Valfornace, che può essere preso come fatto emblematico di tutte le tipologie della onnipotente burocrazia, è un’assurda vicenda che ha del paradossale. Esiste un fabbricato di proprietà comunale costruito da oltre 70anni, che per normativa vigente è sottoposto ad un vincolo storico che ne impedirebbe la demolizione e la sua ricostruzione, anche in altro luogo, seppur l’immobile non presenti particolari emergenze architettoniche da salvaguardare. Normativa che applicata in maniera letterale,senza un minimo di ragionevolezza, porta inesorabilmente al più totale immobilismo procedurale.
La pianificazione urbanistica è di per se una scienza in divenire, evolutivamente parlando, che ha in se lo spirito di rinnovamento ed adeguamento alla trasformazione. Non per nulla illustri pianificatori hanno coniato la definizione di Paesaggio come “ il luogo delle trasformazioni governate”.
Ebbene che si fa in Valfornace? Si inviano quesiti alle Istituzioni preposte e si attende fiduciosi; se poi le Istituzioni ritardano o non danno riscontro o peggio si limitano ad interpretare lessicalmente, la frittata è servita e l’amministrazione comunale che fa ? Attende, trincerandosi dietro la scontata inutile frase – siamo in attesa di risposta –. Tutto questo immobilismo a chi giova?
Alcuni iniziano a chiedersi: come mai i funzionari o peggio gli amministratori sono così poco attivi ed intraprendenti? Molte sarebbero le ipotesi di soluzione, ma è necessario che qualcuno le proponga. Invece tutto tace, gli uffici ed i rispettivi dirigenti si giustificano con la rilevante mole di lavoro fuori programmazione (quale?), senzamai assumersi responsabilità o proporre iniziative. Sono proprio le iniziative, che insieme alle idee di programma mancano a Valfornace, mentre la popolazione decresce. Forse una possibilità esiste ed è quella di proseguire con aggregazioni tra realtà comunali più grandi, perseguendo modelli di sviluppo nuovi e in grado di programmare l’indispensabile sovvertimento dell’attuale tendenza, che - conclude Luciani- sta portando alla distruzione dei valori di civiltà che la storia ci ha tramandato".
C.C.