Parte da Pieve Torina un’esigenza di razionalizzazione dei tanti documenti che diversi enti, a cominciare dalla regione e dai comuni coinvolti nell’esperienza del terremoto del 2016, hanno prodotto e continuano a produrre al governo centrale per definire richieste, linee d’intervento e priorità per la ricostruzione. “Troppi interlocutori, una pletora di documenti e continue richieste frammentate - dice il primo cittadino - possono compromettere la forza di un fronte che, malgrado le inevitabili specificità, dovrebbe presentarsi il più possibile in modo unitario. Il tempo delle analisi di quel che è successo è ormai concluso, ora è il momento di agire in modo chiaro per il futuro delle nostre comunità cercando di non replicare vecchi errori. Questo è lo sforzo che, come Unioni Montane che rappresentano diversi comuni dell’entroterra marchigiano, abbiamo cercato di fare promuovendo un unico documento che consegneremo direttamente nelle mani del presidente del consiglio dei ministri, Conte. Vogliamo presentarci con una sola voce, perché l’unione fa la forza come recita un vecchio adagio”. Queste le parole di Alessandro Gentilucci, sindaco di Pieve Torina e presidente dell’Unione Montana Marca di Camerino che giovedì scorso si è incontrato con i suoi omologhi, Matteo Cicconi, sindaco di Pioraco e presidente dell’Unione Montana Potenza Esino Musone, e con Matteo Cicconi in rappresentanza di quella dei Monti Azzurri. “Si tratta di un evento che ha una rilevanza significativa per il nostro territorio – prosegue Gentilucci – perché siamo riusciti a superare personalismi ed egoismi che troppo spesso rischiano di minare la compattezza di una realtà che presenta tanti elementi comuni. L’obiettivo unitario è quello di ridare speranza e prospettive di sviluppo certe all’entroterra marchigiano trasformando la tragedia del terremoto in opportunità. Se questo non dovesse accadere - conclude Gentilucci - il rischio di una desertificazione dei piccoli centri montani potrebbe tradursi in una terribile certezza”.

GS
Una situazione delicata, secondo il portavoce al Senato del Movimento 5 Stelle, Sergio Romagnoli, che interviene sulla crisi di Governo e sulle dimissioni di Giuseppe Conte.

"La situazione è delicata - dice - . Io la trovo assurda perchè dopo un anno e due mesi buttare tutto all'aria in questo modo è illogico sotto ogni punto di vista. Un tradimento così c'era da aspettarselo - ammette facendo riferimento alla Lega - . Sono andati contro gli interessi dell'Italia e degli italiani. Domani e venerdì ci saranno le audizioni dal presidente Segio Mattarella poi sarà lui che deciderà come muoversi. Noi siamo a disposizione - dice - . La situazione che si è creata ha messo in difficoltà tutti. Stavamo facendo cose interessanti e anche difficili dal momento che eravamo e siamo due forze molto diverse. Abbiamo fatto cose anche controvoglia ma siamo andati avanti perchè abbiamo pensato a dare una svolta a questa Italia, ottenendo anche risultati concreti sotto gli occhi di tutti".

Poi uno sguardo al territorio colpito dal sisma: "Ora è tutto sospeso - dice Romagnoli - e questa situazione è abbastanza grave perchè siamo a rischio di aumento dell'Iva, di stoppare i decreti che sarebbero andati in vigore. Stiamo cercando di dare una risposta immediata a questa situazione. La cosa positiva di tutto questo è che dal dibattito di ieri in Aula e dagli interventi di ieri dei rappresentanti del Movimento e di Giuseppe Conte è emerso che siamo un gruppo coeso e garante di quello che sono le mosse politiche oneste. La Lega ha deciso di comportarsi come partito di sistema, ora vedremo se qualcuno accetterà di portare avanti i punti di Governo. Di certo la nostra attenzione è per il nostro territorio. Bisogna capire cosa fare perchè andare alle votazioni subito significa bloccare il Paese per sei mesi".

GS

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