Poco prima della partenza della tappa un bambino ha con sé un’agenda, la fa firmare a tutti i ciclisti che può. Il padre lo aiuta ad attirare l’attenzione. Si fermano quasi tutti, chi non lo fa chiede scusa. Lì vicino un signore di mezza età, che di quel bambino potrebbe essere il nonno. Ferma tutti e riesce a scattare un selfie con Pogacar e Alaphilippe. È la magia dello sport, che stamattina ha colorato Sefro. Il paese delle trote saluta i fenomeni del ciclismo mondiale. La quinta tappa della Tirreno Adriatico è partita a pranzo, e il paese si è vestito a festa per l’occasione. Tanti i tifosi e gli appassionati in strada, davanti al palazzo comunale, per vedere da vicino il gruppo cominciare a pedalare verso Fermo, dove dopo 155 chilometri i corridori taglieranno il traguardo. Tanta gente anche davanti al palco firma, il posto in cui è quasi possibile sfiorare i propri idoli.

alaphilippre

Grande soddisfazione per il paese e per il sindaco, Pietro Tapanelli, che ha dato il via alla corsa. È stato lui, infatti, a sventolare la bandiera poco dopo le 13. «Un evento di grandissima portata per un paese piccolo come Sefro – dice –. Ospitiamo la partenza di tappa di una delle più importanti corse ciclistiche mondiali. È un segnale forte per il territorio, che cerca ancora di guarire dopo le ferite del sisma. La carovana della Tirreno Adriatico porta con sé il meglio del ciclismo mondiale, ma anche un indotto formidabile grazie alle telecamere e alla stampa. È un modo per far conoscere una zona sottovalutata ma che ha molte bellezze da offrire. La speranza è che grazie agli elicotteri e alle motocronache, l’Italia conosca il nostro territorio, veda quello che è successo dopo il sisma, ma anche che si accorga di noi e magari decida di venirci a trovare».

taddei

l.c.

Pietro Tapanelli è il nuovo sindaco di Sefro. Non appena finiti gli scrutini il neo amministratore ha commentato il risultato ottenuto: “Una emozione unica – ha detto - . C’è molta felicità perché Sefro ha risposto alle nostre idee che porteremo avanti. Noi dobbiamo lavorare tutti insieme e fare massa critica per andare avanti. Anche nell’Italia dei campanili è possibile, ci stiamo lavorando e ci stiamo riuscendo piano piano”.

GS

Chiamatela, se volete, '' sindrome da fusione ''.

E' evidente che le '' Unioni Montane '' non funzionano, altrimenti no si capirebbe il perchè di tutta questa corsa alla '' Fusione ''

Camerino e il consiglio comunale hanno respinto la proposta del consigliere Tapanelli di una fusione e per questo i consiglieri di minoranza tornano '' all'attacco '' per precisare quanto segue:  

''Con il presente comunicato, il gruppo consiliare Comunità e Territorio e il consigliere indipendente di minoranza Pietro Tapanelli intendono manifestare tutta la loro preoccupazione riguardo allamancata approvazione dell mozione presentata nell’ultimo consiglio comunale, volta proprio ad aprire un dialogo su un’ipotetica fusione tra alcuni comuni appartenenti all’Unione Montana “Marca di Camerino”.

Come già ampiamente spiegato dallo stesso consigliere presentatore, Pietro Tapanelli, e ribadito dal capogruppo di Comunità e Territorio Fabio Trojani, la mozione non era subitaneamente orientata alla fusione sic et simpliciter, ma indirizzata (testualmente) “ad avviare, anche in sede di Unione Montana, un serio confronto per elaborare una proposta di avvio del processo di fusione”.

Non c’era e non c’è alcuna volontà di imporre niente agli altri comuni né di inglobare altri enti, ma di analizzare seriamente, insieme a tutti gli attori interessati, gli innumerevoli benefici economici e tributari derivanti da un’aggregazione di enti locali, con l’obiettivo finale di creare un comune montano di fondamentamele impatto economico ed elettorale per l’intera Regione Marche. 

Non a caso, a poca distanza dall’approvazione della legge di stabilità per il 2016 che incrementa i vantaggi scaturienti da tali processi, alcuni amministratori lungimiranti hanno accelerato proprio in questa direzione. Dati ufficiali del Ministero dell’Interno, e quindi non opinioni dei singoli consiglieri, dicono che non vi sono solo consistenti contributi per ben dieci anni e notevoli risparmi sulla spesa corrente, ma l’aspetto che dovrebbe far cambiare idea a Pasqui e soci è che c’è anche un importante alleggerimento della pressione fiscale di cui beneficerebbero tutti i cittadini.

Essere pro fusione non significa voler cancellare le realtà locali. Chi dice questo è in malafede e probabilmente non vuole abbandonare la poltrona dove siede da ormai troppo tempo. Essere a favore di tali aggregazioni significa capire le necessità dei territori montani e rilanciare uno sviluppo che rischiamo di vedere sempre più da lontano.

Tutto questo sembra non interessare a questa amministrazione, e a qualche altro grigio politicante montano, rischiando di fare perdere un treno che ora passa molto vicino e che, per essere preso, necessita solo di una volontà politica orientata allo sviluppo di un territorio montano sempre più isolato e martoriato da tagli indiscriminati.''

Andrea Caprodossi, Marco Fanelli, Pietro Tapanelli, Fabio Trojani.

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