Queste "pazze" fusioni. La "moda del momento" sta creando entusiasmi, ansia di novità, ma anche incertezze sul futuro, soprattutto fra le popolazioni coinvolte, rischiando di mettere seriamente a rischio equilibri da tempo consolidati. Tipico caso quello che riguarda i cosiddetti 5 comuni appartenenti all'Unione Montana dei Monti Azzurri, dopo il sasso lanciato nello stagno dal sindaco di Camporotondo di Fiastrone, Emanuele Tondi, che ha deciso di percorrere la strada verso Tolentino. A ciò si aggiunge la mai nascosta "simpatia" di Cessapalombo per Camerino per mettere sul "chi vive" i primi cittadini di Belforte del Chienti, Caldarola, Serrapetrona. Un incontro tra i sindaci dei 5 comuni interessati è previsto nei prossimi giorni per fare il punto della situazione, chiarire le rispettive posizioni e studiare eventuali strategie future per il territorio. Preoccupazioni riguardo la situazione che si è venuta a creare sono espresse dal sindaco di Caldarola, Luca Giuseppetti, contrario ad una fusione per incorporazione in un comune più grande. "Questi nostri piccoli comuni – il pensiero del primo cittadino del paese dei cardinali Pallotta – avranno vantaggi solo se riusciranno a fondersi tra loro, senza andarsi ad ingolfare con una realtà molto più grande. Questo perchè il futuro sindaco che sarà eletto, sicuramente proveniente dal comune di maggiori dimensioni, avrà senz'altro accortezza per il comune inglobato, ma non conoscerà mai a fondo le situazioni specifiche dei territori più piccoli e della popolazione che li abita. Da parte mia spero di poter arrivare ad una fusione, ma di farla con gli altri comuni del nostro territorio. Penso sia questa la soluzione migliore anche per le future generazioni. Se, infatti, non vogliamo far morire i nostri paesi, dobbiamo dare ai giovani che li abitano la possibilità di costruirvi il proprio futuro. Vorrei che dall'incontro che avrò con i miei colleghi sindaci scaturisca la proposta di un comune unico, che sia però del nostro territorio".  

I comuni di Pievebovigliana e Fiordimonte hanno deciso per la fusione. I due centri dell’entroterra, che distano pochissimi chilometri l’uno dall’altro, si mettono insieme con l’obiettivo di un notevole risparmio economico su più fronti. I due centri raggiungeranno ora un migliaio di abitanti (877 ne conta Pievebovigliana e 214 Fiordimonte). Pur mantenendo le singole identità locali i due centri potranno ora rendere più efficiente la macchina amministrativa, condividere buone prassi ed alimentare sinergie progettuali, godendo di incentivi dalla regione Marche.

Questo quanto approvato separatamente dai due consigli comunali, primo atto del complesso iter legislativo, seguito da vicino dal segretario comunale Benedetto Perroni, per poter giungere alla fusione; atto da inviare alla giunta regionale che, entro 60 giorni, dovrà presentare una proposta di legge istitutiva del nuovo comune all’ufficio di presidenza dell’assemblea legislativa che nei successivi 15 giorni la rimanda per l’approvazione ai consigli comunali interessati e alla provincia. Ricevuto il parere delle due assise comunali e dalla provincia l’assemblea avrà a disposizione 120 giorni per indire il referendum attraverso il quale i cittadini potranno esprimersi in merito alla costituzione del nuovo ente. Passaggio successivo la decadenza dei due consigli comunali e il commissariamento fino allo svolgimento delle elezioni.

Potrà allora nascere fra meno di un anno il nuovo comune di Valfornace, nome “suggerito” grazie agli studi di Elisabetta Maroni e ricavato dalla storia di Fiordimonte, anticamente nota come Fornace, dal fiume che attraversa il paese. Da qui il nome scelto dopo la fusione, con il nuovo ente che avrà sede a Pievebovigliana.

 

pievebovigliana e fiordimonte

Ha suscitato un autentico vespaio la proposta di legge, di cui è firmatario l'onorevole Emanuele Lodolini, esponente del Partito Democratico, riguardante la fusione obbligatoria dei comuni sotto i 5 mila abitanti. Molte le voci contrarie soprattutto fra gli amministratori dei comuni eventualmente interessati. Così è intervenuto lo stesso Lodolini a spiegare il contenuto e i vantaggi della sua proposta.

Si tratta principalmente di una provocazione – le parole dell'onorevole marchigiano - che vuole essere uno stimolo a ragionare insieme con gli amministratori del territorio, una provocazione al dibattito. La questione è molto semplice. L'obiettivo, una volta entrata in vigore la legge, è quello di dare ai comuni con popolazione inferiore ai 5000 mila abitanti 24 mesi di tempo per prendere in considerazione l'ipotesi di fusione. Altrimenti sarà la regione direttamente a sancire la fusione obbligatoria di quei comuni. Quando, nel prossimo mese di ottobre, saremo chiamati a pronunciarci, come cittadini, sulla riforma costituzionale dovremo anche affrontare il problema di chi si troverà a gestire le materie di competenza delle provincie. Dal mio punto di vista il tema deve essere affrontato rendendo i comuni più forti. Quindi la mia proposta non vuole svilire il campanile, ma rafforzarlo attraverso il trasferimento ai comuni, cui spetta il compito di gestire il territorio, delle suddette competenze. Per far questo servono comuni forti e più uniti tra di loro. Molti amministratori hanno già dato vita a forme associate, le unioni dei comuni, che considero un primo passo verso le fusioni”.

L'intervista completa all'onorevole Lodolini sul numero in edicola del settimanale L'Appennino camerte

La proposta di legge dell'onorevole Emanuele Lodolini (Pd) di “tagliare” i piccoli comuni, rendendo obbligatoria la fusione degli enti con popolazione al di sotto dei 5mila abitanti continua a far discutere, mettendo in “fibrillazione” soprattutto gli amministratori dei territori interessati. Un “taglio” che andrebbe ad interessare il territorio dei cosiddetti 5 comuni (Belforte del Chienti, Caldarola, Camporotondo di Fiastrone, Cessapalombo, Serrapetrona) e sul quale, come riferito nel numero del 12 febbraio, hanno espresso la propria opinione anche i primi cittadini. Sull'argomento pronto l'intervento di Giampiero Feliciotti, presidente dell'Unione Montana dei Monti Azzurri, che attacca: “la politica ormai da anni sta dimostrando di non avere progetti di governace territoriale e non riesce nemmeno ad avere un coordinamento tra quello che enuncia e quello che realmente fa. Risalgono ormai al 1980 – ricorda Feliciotti – i primi incontri politici per la fusione dei comuni e credo di essere stato – insieme a Fedro Buscalferri – uno degli avanguardisti della proposta. Fummo additati da molti come bravi e moderni, ma nonostante il superamento degli steccati politici non arrivammo oltre la costituzione di un consorzio che chiamammo Con.Turi.Sport. Attraverso questo strumento creammo gli impianti di canoa-canottaggio a Caccamo, il consorzio dei vigili urbani e tante altre iniziative, ma non siamo mai riusciti a creare un unico comune come voleva il legislatore. Oggi si annuncia una fusione obbligatoria che, se si realizzasse effettivamente, troverebbe impreparato l’apparato e comporterebbe un aumento della spesa.

Servizio completo sul numero in edicola del settimanale L'Appennino camerte

Fusione dei piccoli comuni. La questione è quanto mai attuale vista la forte accelerazione data al riguardo dal governo centrale nell'ottica del miglioramento dei servizi e del contenimento dei costi. Un argomento che infiamma anche il dibattitto tra gli amministratori, soprattutto nei piccoli e medi centri montani. Un progetto su cui si sta lavorando alacramente nei comuni di Visso e Castelsantangelo sul Nero, con Ussita che sembra non uscire dalla sua posizione di stallo, per dare vita al comune di Altonera. Un problema sollevato a Camerino dal consigliere di minoranza Pietro Tapanelli, che vedrebbe di buon occhio l'unione dei comuni della Marca anche con Castelraimondo e San Severino. Una questione che riguarda da vicino anche il territorio dei 5 comuni di Belforte del Chienti, Caldarola, Camporotondo di Fiastrone, Cessapalombo, Serrapetrona, che svolgono già in forma associata gran parte dei servizi e che sono "reduci" dall'esperienza, negli anni '80, di una sorta di unione ante litteram attraverso la vicenda, oggi conclusa, del Con.Turi.Sport.

Cosa pensano dell'eventuale fusione i sindaci dei territori interessati?

La risposta nel numero del settimanale L'Appennino camerte in edicola venerdì 12 febbraio...

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