I problemi ambientali ancora al centro dell’attenzione del Consigliere regionale, Sandro Bisonni. Questa volta a finire sotto la lente d’ingrandimento sono le macerie del terremoto situate nel deposito all'aperto presso il Cosmari, soprattutto in relazione all’eventuale presenza di amianto. Cinque i quesiti contenuti in una interrogazione e rivolti al Presidente della Giunta ed all’Assessore competente. Bisonni vuole sapere se l’Arpam era a conoscenza del deposito all’aperto ed eventualmente come sia intervenuta a riguardo; se il protocollo per la gestione corretta delle macerie preveda o meno questo stesso tipo di depositi, anche temporanei, presso il sito del Cosmari; per quale motivo non sono state trattate esclusivamente in opifici depressurizzati e se sono state, in forma preventiva, lavate e pretrattate al fine di eliminare le eventuali polveri di amianto. Infine, nell’atto si chiede se la gestione futura delle macerie nel sito in questione preveda o meno il loro trattamento negli opifici di cui si faceva cenno. “Sono ormai 25 anni – evidenzia Bisonni – che l’amianto è stato messo al bando eppure i dati del Ministero dell’ambiente sono allarmanti. I siti censiti sono 33.610, la cui massima concentrazione si registra nelle regioni Marche ed Abruzzo. Ad oggi le bonifiche eseguite sono poco più di 800 e quelli risanati, solo parzialmente, sono circa 340”. Il Consigliere ricorda, inoltre, che “la presenza di eternit o cemento amianto è ancora forte nelle scuole, negli ospedali, nelle residenze per anziani, così come nelle aree residenziali ed industriali, sia attive che dismesse. E’ noto che le fibre e le polveri dello stesso amianto, se inalate, sono cancerogene e responsabili di diverse e gravi patologie”. Detto questo, nell’interrogazione si fa presente che la potenza distruttiva del terremoto del 2016 ha prodotto tonnellate di macerie, che ora devono essere smaltite e che contengono frazioni disomogenee di materiali per la cui rimozione sono previste procedure particolari e definite. In base a notizie riportate anche a mezzo stampa, le autorità competenti in passato avrebbero riscontrato la presenza di amianto presso un deposto temporaneo. “Per la rimozione delle macerie - conclude Bisonni - il meccanismo pubblico individuato a livello nazionale prevede diverse e precise fasi d’intervento. La gestione delle materie, che potenzialmente potrebbero contenere amianto, anche sotto forma di polvere, dovrebbe avvenire, a mio avviso, in opifici posti in depressione. Vedere le macerie stoccate all'aperto lascia inevitabilmente perplessità e dubbi che mi auguro siano fugati dalla risposta dell'Assessore competente in materia”.
g.g.

"Vorrei ricordare al sindaco Pezzanesi che spetta a lui adoperarsi per risolvere i problemi dei Tolentinati, sue sono le responsabilità dei disagi, sue sono le colpe per le cose non ancora fatte". Un botta e risposta al vetriolo quello tra il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi e il consigliere regionale Sandro Bisonni. Quest'ultimo ha sollevato più volte il tema del caro affitto dei container e della possibilità che la protezione civile potesse acquistare i moduli anziché prosgeuire col pagamento dell'affitto. Acquistandoli infatti, la Regione spenderebbe di meno che se continuasse a pagare l'affitto. Questa soluzione non trova però d'accordo l'amministrazione tolentinate e il sindaco Pezzanesi ha incolpato Bisonni di fare una pretestuosa polemica e di non aver fornito "in nessuna forma e in nessuna sostanza" alcun sostegno alla sua città.

"Voglio ringraziare Pezzanesi - ribatte Bisonni - che mi dà lo spunto e l'opportunità di ricordare le decine di atti istituzionali da me prodotti in tema sisma (concernenti ad esempio i provvedimenti per l'emergenza abitativa, la sicurezza sismica per scuole e ospedali, le agevolazioni fiscali per le imprese del cratere, e altro) e far sapere alla popolazione il mio impegno per il territorio e in particolare per la città di Tolentino. Prima però vorrei ricordargli che essendo lui il Sindaco di Tolentino spetta a lui adoperarsi per risolvere i problemi dei Tolentinati, sue sono le responsabilità dei disagi che i Tolentinati a distanza di due anni ancora vivono, sue sono le colpe per le cose non ancora fatte". Bisonni ricorda ad esempio la mozione depositata e discussa a maggio del 2017 con la quale si è ottenuta la deroga al mantenimento dei punti di primo intervento di Tolentino e Recanati; "e prima ancora - dice -quando nell'imminenza del sisma, vista la popolazione costretta a dormire nel palazzetto dello sport sopra a sdraio da mare, mi sono impegnato e ho trovato ben 600 lettini con comodi materassi che la protezione civile era pronta a consegnare a Tolentino, ma il sindaco (conservo tutta la chat di WhatsApp) rifiutò l'offerta e preferì continuare a far dormire la popolazione sulle sdraio; chissà, forse perché tutto sommato era bello per lui andare su tutti i notiziari nazionali?". Bisonni sostiene di aver offerto molte volte il suo contributo ma che questo non è mai stato accettato: "Il sindaco crede di saper fare tutto da solo e i risultati si vedono; Tolentino è la città in assoluto più indietro con la ricostruzione, a parità di norme. La vicenda dei container, sulla quale ho prodotto una interrogazione e che mi auguro si rivolva e non si tramuti invece in tragedia, è solo la punta dell'iceberg di una gestione disastrosa dovuta all'inconcludenza, incapacità e mancanza di visione dell'azione politica di un sindaco che farebbe bene a non piangere aiuto o tentare di scaricare le colpe dei suoi fallimenti sugli altri. Farebbe bene - sottolinea - a crescere come politico e amministratore, aprendosi al confronto con le minoranze, accogliendo i suggerimenti, permettendo agli altri di aiutarlo e assumendosi le sue responsabilità. Se non ci riuscirà, magari perché troppo preso dal suo ego, non gli rimarrà altro, se solo amasse la sua città, che scusarsi e farsi da parte al più presto perché mentre lui cerca capri espiatori per le sue colpe e le sue responsabilità - conclude - molti cittadini passeranno, contro la loro volontà, ancora un altro inverno dentro ad umidi container e questo sinceramente non è giusto".
Gaia Gennaretti 

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