Forno crematorio, Fulvio Riccio: "Tutti contrari, sono certo che la maggioranza cambierà idea"
04 Gen 2021Una contrarietà già ampiamente dimostrata dalla minoranza come ha più volte ribadito il Movimento 5 Stelle e come spiega il consigliere dem Fulvio Riccio che ripercorre l’iter che ha portato alla delibera.
“Il problema del forno crematorio viene da lontano – dice - . Con un atto dei primi mesi del 2020 la giunta aveva già manifestato l’interesse per la realizzazione di questo forno crematorio. Da subito era partita la battaglia per evitare che questo tipo di impianto, altamente inquinante, venisse realizzato a Tolentino. A novembre scorso poi, una determina dirigenziale del Comune di Tolentino, ha stabilito uno stanziamento per definire il project finance per la realizzazione del forno. Questa determina non aveva avuto alcun tipo di pubblicità da parte dell’amministrazione – precisa Riccio - , ma la minoranza lo ha visto nel sito del Comune è di nuovo scoppiata la polemica ed il progetto è stato presentato in consiglio. C’è stato un ampio dibattito – spiega – e, con nostra notevole sorpresa, sulla una base di accesso agli atti che ho effettuato e di cui non posso divulgare i contenuti, abbiamo visto che già a maggio scorso l’amministrazione comunale era in possesso di documenti dettagliati su tutte le valutazioni effettuate.
La documentazione è completa di tutto il partenariato pubblico-privato e questo denota che c’è una vera intenzione da parte dell’amministrazione a realizzare l’impianto”.
Una intenzione che preoccuperebbe non solo le minoranze ma anche i cittadini: “Il cimitero si trova a pochissimi passi dalle prime case della città, a 100 metri da un campo sportivo e a mezzo km dal centro città. La denominazione è di ‘Impianto insalubre di primo livello’, che denota la forma peggiore dell’insalubrità tra le pratiche industriali esistenti”.
Non una contrarietà alla cremazione quella che vuole sottolineare Fulvio Riccio, ma alla posizione del forno che sarebbe comunque a servizio di un intero territorio: “Ritengo la cremazione una pratica necessaria e opportuna in un futuro prossimo – precisa - ma questi forni devono avere una regolamentazione ben precisa e la posizione non può essere decisa dai Comuni, senza alcun tipo di confronto a livello provinciale e regionale.
Questo tipo di impianto a Tolentino avrà un impatto limitato: negli anni passati sono state meno di cinque le cremazioni in un anno. È chiaro, quindi che questo sarà un impianto che svolgerà il suo servizio prevalente a servizio della regione e di quelle vicine.
Proprio per questo sono i soggetti pubblici sovraordinati, come la Regione, a dover decidere dove installare questi impianti e sicuramente Tolentino non potrà essere il luogo adatto”.
Intanto il Comitato No Inceneritore ha lanciato una raccolta firme in proposito: “Il Comitato era nato qualche anno fa per impedire un inceneritore di fanghi biologici alle porte della città e quella battaglia è stata vinta. Oggi combatte la battaglia per evitare che si realizzi il forno crematorio. Anche la minoranza è compatta – conclude – e ringrazio il Movimento 5 stelle e le forze civiche non presenti in consiglio che hanno mostrato come noi contrarietà al progetto. Ad oggi solo la maggioranza sembra voler andare avanti, ma sono sicuro che cambierà idea anche ascoltando la voce dei cittadini”.
GS
Risulta invece evidente la somma di tutte le argomentazioni portate con operoso impegno dall'amministrazione e dagli uffici competenti del Comune, che hanno determinato insieme alla grande attenzione della Provincia di Macerata e dell’ASUR, il risultato finale che salutiamo con grande soddisfazione".
Ma il vero scontro ora è sul forno crematorio che dovrebbe sorgere vicino al cimitero cittadino e per il quale Bisonni ha già espresso contrarietà: "Si tratta - ribadisce Pezzanesi - di una realtà tecnicamente e empaticamente totalmente diversa da qualsiasi altro impianto di settore e che stiamo valutando la possibilità di realizzarlo, consapevoli della volontà di coloro che ne fanno sempre di più richiesta e che oggi devo recarsi a Perugia, Fano o San Benedetto.
Ribadiamo che questa Amministrazione solo nella piena consapevolezza della buona tecnologia e delle buone pratiche dell’impianto in discussione, provvederà alla sua realizzazione, in più crediamo fermamente che, come già accaduto in paesi più progrediti del nord Europa, il futuro della maggior parte delle tumulazioni si indirizzerà in tale direzione, anche perché è assolutamente necessario e doveroso, di fronte a una società che tende ad invecchiare come età media, continuare a pensare all’ampliamento continuo delle strutture laterizie dei cimiteri esistenti che, tra qualche decennio, potrebbero assumere dimensioni più grandi delle stesse città, se non opportunamente gestiti, con danno marcato ed evidente dei nostri paesaggi e dell’ambiente".
GS
Bisonni ritiene che questa vittoria sia frutto di una solida collaborazione costruita con l’apporto di tanti cittadini che hanno inteso opporsi ad una scelta che fin dall’inizio è apparsa penalizzante per la città di Tolentino e, forte di questa posizione dei cittadini prosegue la sua battaglia contro il forno crematorio annunciato dall'amministrazione: “L’amministrazione Pezzanesi – conclude – è davvero convinta di percorrere questa strada? Ora che abbiamo bloccato l’inceneritore, farebbe bene a prendere atto della volontà della popolazione e tornare sui propri passi, garantendo ai cittadini un ambiente sano e vivibile, evitando pressioni e ricadute importanti sul territorio. La città ha altre importanti esigenze che attendono da tempo una risposta e merita ben altro che un forno crematorio.”
GS
Dopo che l'ex pentastellato, con una nota, ha accusato il Comune di Tolentino di non aver segnalato la presenza di una scuola in zona Rancia, dove dovrebbe essere realizzata la struttura, il primo cittadino ha messo a tacere ogni dubbio, precisando che "l'ammistrazione del Comune di Tolentino nella seduta del Consiglio Comunale del 25 Luglio scorso ha deliberato ancora una volta dopo la seduta di giugno, all'unanimità il "No" deciso all'Inceneritore della ditta Biorecovery sul territorio di Tolentino in Contrada Cisterna.
Maggioranza e Minoranza unite hanno affermato con determinazione che l'area ha una destinazione, in primis residenziale, commerciale, scolastica, oltre che area per uso agricolo a tutela di tipo orientato ed area di rispetto a verde privato, che di fatto rendono assolutamente incompatibile l’impianto proposto. A Bisonni - conclude Pezzanesi - ribadiamo che il Consiglio persegue il No all'inceneritore in termini assoluti e definitivi e che nel suo caso farebbe meglio a tacere, in occasioni estremamente vitali come queste e non parlare scorrettamente alla ricerca di visibilità a tutti i costi per poter trattenere con le unghie e con i denti una comoda poltrona regionale casualmente incontrata, che a nostro avviso difficilmente potrà mantenere visti gli atteggiamenti includenti nella prossima tornata elettorale del 2020".
E' stata questa replica, con la minaccia di agire per vie legali nei suoi confronti, a far indignare ancora di più il consigliere regionale, al punto di chiedere le dimissioni del primo cittadino tolentinate.
“Questa è la goccia che fa traboccare il vaso! Il sindaco – stigmatizza Bisonni - politicamente parlando, ha dimostrato per l'ennesima volta la sua incapacità gestionale. Tanta approssimazione può diventare pericolosa per la Comunità intera che per tale mancanza avrebbe anche potuto rischiare di trovarsi un nuovo inceneritore sul territorio.Viste la comprovata incapacità amministrativa e la totale inadeguatezza al ruolo istituzionale che per nostra disgrazia ricopre, se Pezzanesi amasse solo minimamente la nostra Comunità rassegnerebbe immediatamente le dimissioni".
GS
L'argomento sarà approfondito nella prossima edizione de L'Appennino Camerte.
Inceneritore a Tolentino: la Provincia dice no.
L’ente ieri si è trovato a valutare la richiesta, presentata dalla ditta Biorecovery srl, di Falconara Marittima, che chiedeva l’autorizzazione per realizzare un impianto per il recupero di fanghi biologici tramite essiccamento e termovalorizzazione (incenerimento).
Il luogo individuato per la realizzazione dell’impianto era in Contrada Cisterna: “Effettuata la verifica della richiesta sia sotto l'aspetto formale che sostanziale - si legge in una nota della Provincia - con particolare riferimento alla conformità al Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, la domanda è risultata carente tanto da un punto di vista dell’adeguatezza della documentazione necessaria all'istruttoria, quanto dal punto di vista dei presupposti necessari alla sua approvazione e ne è stata, pertanto, disposta l’archiviazione”. Dunque un sospiro di sollievo per la popolazione e tutti quanti si erano schierati contro quest’idea con la costituzione di un comitato pronto anche a manifestare per scongiurare la nascita dell’inceneritore.
g.g.