Situazione fluida a Recanati, il più popoloso comune della provincia di Macerata chiamato al voto amministrativo, con la coalizione di centro destra che cerca la via dell’unità per tentare la scalata al vertice del comune leopardiano. Partiti e movimenti politici al lavoro per cercare un candidato che sia espressione di unità tra le diverse anime dell’opposizione. Problemi sembrano attanagliare le forze che guidano l’attuale maggioranza, in particolare il Partito Democratico chiamato ad indicare il successore del sindaco Francesco Fiordomo non più candidabile dopo aver svolto il suo secondo mandato. L’attuale primo cittadino, che molti indicano come figura spendibile per una candidatura nelle fila del Partito Democratico alle elezioni regionali del prossimo anno, avrebbe intenzione di lanciare il suo attuale vice Antonio Bravi, sulla cui figura, però, sembra non convergere l’intero partito. Ne sarebbe dimostrazione l’intenzione manifestata dall’attuale consigliere di maggioranza Massimiliano Grufi, anche lui in area Pd, che ha manifestato l’intento di correre per la poltrona di sindaco. Su questo quadro resta l’incognita del Movimento 5 Stelle il cui elettorato, in mancanza di un proprio candidato, potrebbe essere l’ago della bilancia.

Continua nelle Marche la discussione sulla gestione dell’acqua e in particolare sugli Ato. La regione Marche vorrebbe un unico Ato regionale, mentre a livello locale si punta sugli Ato provinciali. Una scelta che è stata confermata a Macerata dai sindaci nella recente assemblea dell'Ato 3, con i singoli comuni chiamati ad esprimersi. Nell'ultima seduta il consiglio comunale di Camerino ha votato un atto di indirizzo politico a favore dell'Ato unico provinciale. Votazione unanime da parte dell'assise comunale, con l'unica eccezione del consigliere Andrea Caprodossi, segretario della locale sezione del partito Democratico.

“Al momento della votazione non ero presente in aula per un'urgenza improvvisa. Questo il motivo per cui non ho votato – le dichiarazione di Caprodossi – Al riguardo, comunque, ho un’altra visione, quella di un unico Ato regionale, secondo quella che è anche la linea del mio partito. Così facendo si vanno a risparmiare diversi denari, che sono quelli relativi ai compensi dei presidenti degli Ato provinciali. Ridurre gli Ato esistenti a un unico ambito che abbracci l'intero territorio regionale comporterà meno costi in bolletta e, quindi, consentirà ai cittadini di risparmiare. Cosa diversa invece è la visione del consorzio che gestisce l’acqua. In questo caso si andrà verso consorzi di ambito provinciale dove, si auspica a breve, tutte le aziende che oggi sono nel settore si consorzieranno, così come è avvenuto per il Cosmari, e gestiranno il servizio idrico. Oggi la nostra provincia è al top per quanto riguarda il trattamento dei rifiuti e siamo invece gli ultimi per quanto riguarda la gestione dell'acqua”.

Le problematiche dell'entroterra, la questione sanità, i tagli ai servizi, la situazione finanziaria di molti comuni ed il dibattito relativo alle unioni o alle fusioni, le ormai imminenti elezioni amministrative. Questi alcuni degli argomenti discussi con il segretario regionale del Partito Democratico Francesco Comi, che ha rilasciato un'intervista esclusiva al nostro settimanale L'Appennino camerte. Nel numero in edicola sarà possibile leggere l'intero intervento del segretario regionale PD.

Segretario, l'entroterra maceratese, soprattutto nella sua zona montana, sta attaversando una crisi che sembra irreversibile sia sotto il profilo della natalità sia sotto quello dello smembramento dei servizi. Quale futuro per la nostro territorio ed in particolare per la sanità? 

Il destino dell'ospedale di Camerino è strettamente legato al territorio dell'entroterra. Il DM70 chiede bacini d'utenza e volumi di attività importanti da soddisfare come criterio da rispettare nell'allocazione e nel successivo mantenimento delle risorse. Per risorse intendo tipi di presidi ospedalieri e al loro interno Specialità e unita operative complesse, i così detti primari.
Esempio di questo schema è stata la questione dei punti nascita: più di 500 a tendere a regime a 1000, questa era la regola e il risultato è stato l'inevitabile chiusura.
Questi volumi sono difficilmente raggiungibili per i presidi montani di Camerino, Fabriano e Urbino.
Il citato Decreto Ministeriale ammette una possibile deroga per le zone disagiate o montane o le isole caratterizzate da bassa intensità demografica e da un sistema viario problematico.
Nessun bisogno di deroga invece per il sistema dell'emergenza - urgenza che è stata potenziata.
Il rispetto di queste regole rischia un impoverimento dell'offerta in tutte le aree interne.
IL PD delle marche è impegnato a garantire che Urbino, Fabriano, Camerino (San Severino) rimangono ospedali, in deroga, di primo livello. Come Segretario del PD sono impegnato e mi impegnerò nella ricerca di soluzioni che leghino in un solo destino l'intera fascia montana, da Nord a Sud. Questo legame, questo vincolo di specificità territoriale dovrà abbracciare tutti i temi siano essi sanitari, ambientali, logistici, culturali o economici.

Unione o fusioni di comuni? E' un cavallo di battaglia del Partito Democratico. E' sicuro sia la scelta giusta?

Qualunque valutazione va contestualizzata in un quadro della finanza pubblica caratterizzato da una congiuntura economica sfavorevole e da provvedimenti di riduzione costante della spesa pubblica. Ipotizzare processi di razionalizzazione della spesa che possano liberare risorse a vantaggio delle collettività locali anche attraverso l’incentivazione a processi di accorpamento e di fusione tra i comuni più piccoli, con inadeguate dimensioni, è necessario.

Non basta difendere un municipio, e la sua storia, se poi i cittadini se ne vanno in un centro più grande perché non hanno servizi adeguati.

Ma prima di promuovere una fusione tra piccoli comuni serve un progetto di aggregazione, un analisi seria dei bisogni, delle criticità e delle potenzialità di un territorio. La spinta alla fusione non può avvenire tra comuni non contigui e senza bacini di servizi comuni e solo per ottenere un finanziamento dal governo. A Tolentino ad oggi manca un progetto sostanziale di aggregazione con Camporotondo.

Molti comuni, tra cui anche Camerino e Tolentino, sono in crisi e rischiano il default. Dopo i tagli operati da governo e regione, cosa suggerisce per uscire da questa situazione?

Tutti i comuni sono in difficoltà. Nessuno escluso. Aumentano i bisogni e le domande di solidarietà. Diminuiscono le risorse. Chi amministra una comunità ha il dovere, oltre che l’onore, di andare oltre la gestione ordinaria del passato. Non basta più razionalizzare la spesa, ne ci si può limitare ad aumentare la pressione fiscale ai cittadini o ridurre i servizi. Servono soluzioni nuove e coraggiose. Purtroppo la classe dirigente non sempre è adeguata e troppo spesso è prigioniera di conservatorismi ed egoismi locali. La fusione è stata disciplinata nel 1990. in giro sento tanti buoni propositi ma poche azioni concrete.

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