Il capogruppo del Partito Democratico all’Assemblea regionale Maurizio Mangialardi ha lanciato l’allarme in Regione sull’emergenza Coronavirus. Mangialardi ha chiesto un pronto intervento alla nuova amministrazione, un provvedimento regionale che possa integrare gli aiuti a imprese, famiglie e amministrazioni locali predisposti dal governo. Questo per scongiurare il rischio, tangibile, che la crisi sanitaria diventi crisi economica prima e sociale poi.

In una nota, diffusa proprio dall’ex sindaco di Senigallia, si legge: “Le nuove disposizioni varate dal governo nell’ultimo Dpcm, pur indispensabili a fermare la crescita esponenziale della curva dei contagi da Covid-19, rischiano di aggravare la crisi di tante attività economiche, già provate dagli effetti della prima ondata pandemica di primavera. Si tratta di una situazione molto grave, che peraltro si riflette anche in tanti Comuni, chiamati a gestire l’applicazione delle nuove norme e a garantire aiuti alle fasce più deboli della popolazione, nonostante le precarie condizioni in cui versano i bilanci. Il cosiddetto decreto Ristori varato dal governo, che prevede lo stanziamento di 5 miliardi di euro a fondo perduto per aiutare le imprese messe in difficoltà dagli obblighi di legge contenuti nel suddetto Dpcm, può rappresentare una prima parziale risposta, a patto che giungano quanto prima ai diretti interessati, evitando inutili e funeste lungaggini burocratiche. 

“È tuttavia evidente – prosegue Mangialardi – che tale criticità chiama in causa anche l’impegno della Regione. Per questo, sulla scia di quanto già realizzato dalla precedente Amministrazione regionale, chiediamo che il nuovo esecutivo provveda al più presto all’approvazione di analoghe misure straordinarie e urgenti, stanziando finanziamenti volti a integrare i provvedimenti economici presi dal governo. Crediamo che in questo momento così complicato per la nostra regione, sia doveroso da parte di tutti, maggioranza e opposizione, accantonare le divergenze e cooperare per far sì che la crisi sanitaria non evolva in crisi economica e sociale”.

Red.
Nonostante il grande consenso ottenuto in termini di voti, Renzo Marinelli e Gianluca Pasqui, rappresentanti della zona montana della provincia di Macerata, restano fuori nell'elenco degli assessori.
Faranno parte dalla Giunta regionale con altri incarichi. 


Anticipati da una nota del leader nazionale della Lega Matteo Salvini, ripresa anche dall'agenzia Ansa, i nomi dei componenti il nuovo governo della regione, con il Governatore Francesco Acquaroli che tiene per sè le deleghe alle politiche europee, con l'importante questione relativa al Recovery fund, e al turismo.

Della Giunta fanno parte Mirco Carloni (Lega), vice presidente con delega alle Attività produttive e all'Agricoltura, Francesco Baldelli (Fdi), che si occuperà di Infrastrutture e Lavori Pubblici, mentre Stefano Aguzzi, eletto in quota Forza Italia, sarà assessore esterno ad Ambiente, Lavoro e Formazione. Filippo Saltamartini, ex sindaco di Cingoli, sarà il nuovo assessore alla Sanità, mentre di Cultura e Sport si occuperà la deputata leghista Giorgia Latini, che lascerà Montecitorio. Infine l'ex sindaco di Ascoli Piceno Guido Castelli (Fdi) avrà le deleghe al Bilancio e alla ricostruzione post sisma.

Ad occupare la poltrona di presidente del Consiglio regionale sarà l'esponente Udc Dino Latini.
   


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È in programma per questo pomeriggio alle 16.30 la conferenza stampa di presentazione della nuova giunta regionale.
Intanto, dopo le polemiche sollevate dal gruppo Dipende da Noi in merito alla parità di genere, un commento sulle ipotesi dei nuovi assessori arriva anche dal segretario regionale del Partito democratico, Giovanni Gostoli.
"Pare - commenta - che i partiti della destra hanno raggiunto l’accordo nei palazzi romani.
È uno schiaffo alle donne marchigiane la nuova Giunta regionale - denuncia - : solo una su sette. Le Marche tornano indietro, anziché andare avanti - dice Gostoli - Proprio quando la parità di genere che è motore di sviluppo può diventare un obiettivo del Recovery Fund. Una visione coraggiosa e innovativa sarà quella di aumentare la presenza delle donne nel mondo del lavoro, investendo nelle infrastrutture sociali e nei servizi per l’infanzia, sostenendo l’imprenditoria femminile, promovendo la parità salariale e contrastando ogni forma di discriminazione. Anche per questa ragione è importante favorire la partecipazione delle donne nella vita democratica delle istituzioni. Oggi è una brutta giornata per le Marche”, conclude il segretario regionale Pd".

GS
La sua candidatura è stata incerta fino all'ultimo ma a notte inoltrata è arrivata la conferma che Romano Carancini avrebbe fatto parte della squadra Maceratese del Pd per le prossime elezioni regionali.
Da oggi, quindi, si lavora al progetto per il territorio dove, al primo posto, il sindaco uscente di Macerata mette la provincia che "non dovrà più essere la Cenerentola della regione". Un tema su cui si sofferma e, senza timore, condanna i modi in cui la sua provincia è stata trattata fino ad oggi: "La provincia di Macerata deve tornare ad essere rispettata - dice - . Fino ad oggi è stata ingiustamente la Cenerentola delle Marche, i consiglieri eletti dovranno essere forti per tornare ad essere punto di riferimento per la Regione. Purtroppo spesso è accaduto il contrario e la provincia, a volte, è stata per certi aspetti un po' emarginata".
Poi una visione più ampia sulla sua candidatura: "Una conferma arrivata a tarda notte - dice - . Il tempo di fermare la mia adrenalina e rispondere a tanti messaggi che ho ricevuto e vorrei innanzitutto ringraziare la direzione regionale che ha voluto tributarmi una fiducia che spero di meritare e non era così scontata. 
Da oggi guiderò la mia amministrazione fino all'ultimo e diventerò un soldato che cercherà di impegnarsi totalmente.
La chiave sarà la mia identità: anche dieci anni fa, per presentarmi a Macerata, dicevo di essere stato un mediano nel calcio e volevo e voglio continuare ad esserlo, in mezzo, per servire".
Poi l'attenzione alla montagna che aveva già confidato giorni fa: "Sarò determinato su questo tema - afferma - e lo dico al fianco di Sauro Scaficchia (altro candidato consigliere nella lista del Pd ndr) con cui spero di poter immaginare, non solo un sostegno dal punto di vista del sisma, ma anche di crescita territoriale".
Infine lo sguardo ai moderati: "Proverò a parlare a tutti - annuncia - indipendeneteme dalle appartenenze: c'è un mondo politico moderato con cui ho lavorato a Macerata e che è un mondo da tenere in considerazione perchè molto spesso è stato decisivo e produttivo dal punto di vista della elaborazione politica".

GS

 
Se da un lato il candidato sindaco alle amministrative di Macerata, Sandro Parcaroli, vuole essere il collante tra il capoluogo di Provincia e l'entroterra, dall'altro è Romano Carancini, sindaco uscente e possibile candidato come consigliere regionale del PD ad anticipare la volontà di mettere la montagna come principale impegno in Regione.
Se da domani il PD accettasse la sua candidatura, infatti, Carancini proporrebbe, al primo punto una legge sulla montagna.
"In Italia - dice ai microfoni di Fabio Ubaldi di Radio C1...inBlu - manca un provvedimento che, finalmente, sappia guardare alle aree interne e montane, ai problemi che c'erano già prima del terremoto e che si sono aggravati in maniera drammatica. Deve, la Regione Marche, lavorare sperimentalmente, quasi a servizio dell'intero territorio nazionale, su una legge della montagna che non si limiti ad accontenare le persone. Deve immaginare un progetto che trovi in sé la possibilità di affascinare i giovani con questo territorio. Adoro quei luoghi, che frequento spesso per ragioni affettive. La montagna e i Sibillini sono una grande potenzialità e sarà il primo dei punti su cui vorrei lavorare, che va ben oltre quello della ricostruzione: certamente li vede uniti, ma dobbiamo spingerci ancora più avanti".
E lui, che per dieci anni ha guidato Macerata, commenta così la figura del candidato di centrodestra che potrebbe rappresentare l'unione tra la montagna e la provincia: "Ho ascoltato le dichiarazioni di Sandro Parcaroli - esordisce - a cui faccio un in bocca al lupo, penso però che queste parole denotino la mancanza di conoscenza di alcuni passaggi. Macerata non ha voluto e non ha potuto essere, unilateralmente, una guida, ma credo di poter dire che, invece, è stata un punto di riferimento e ci sono molti esempi di questo: penso alla guida del Cosmari; al grande lavoro fatto per l'Assemblea Territoriale di Ambito dell'acqua, dove Macerata ha cercato di guidare un percorso di integrazione; penso che la Marca Maceratese (MaMa) sia stata una proposta elaborata tutti insieme; penso all'Area Vasta della Provincia con la scelta del nuovo ospedale, che è stata guidata dal sindaco della città, che è anche presidente della conferenza dei sindaci di Area Vasta.
Sono tutti esempi - conclude - per dimostrare che si può contribuire ad un percorso che ha visto Macerata protagonista in questi anni. Certamente si può fare di più, ma senza immaginare di essere il centro del mondo". 

Giulia Sancricca
Accorpamento delle classi IV del liceo classico: non solo la maggioranza ma anche il Partito Democratico scende in campo per scongiurare una scelta che andrebbe a penalizzare una scuola e una città già fiaccate dal sisma.
"Sicuramente lodevole la presa di posizione del Comune - scrive il Pd in una nota - . La delibera di giunta, seppur lodevole, è un atto ininfluente e serve a poco. Purtroppo questa situazione è conseguente alla drastica riduzione degli iscritti, dovuto anche alla diminuzione degli abitanti e degli studenti, che vivono a Tolentino.

Sottolineiamo che ormai gli studenti si trovano già in difficoltà a causa del sisma e dal 2016 attendono una sede scolastica più consona alle loro aspettative e che la legge 229 del 2016, prevede la deroga al numero minimo di alunni per classe per i comuni compresi nel cosiddetto cratere del sisma con edifici scolastici non agibili".
A queste motivazioni il Pd aggiunge la questione Covid: "E' un controsenso l’accorpamento delle classi in un periodo in cui l’Italia è stata colpita dal coronavirus e gli studenti sono costretti a seguire le lezioni su piattaforma per mancanza di spazi per un adeguato distanziamento. Ecco il controsenso di questo accorpamento che penalizza ancora una volta gli studenti, che devono essere messi invece nelle migliori condizioni nello studio".

Motivazioni che hanno portato la sezione locale del Pd ad agire nei confronti dei rappresentanti regionali: "Abbiamo già chiesto ai referenti regionali di scongiurare l'accorpamento delle due sezioni, facendo presente che questo accorpamento è inopportuno". Una scelta accanto alla quale il Pd chiede all’amministrazione comunale di "risolvere, con la certezza della tempistica, la situazione degli istituti superiori della città per garantire agli studenti ed alle loro famiglie, a quattro anni dal sisma, il diritto allo studio senza penalizzarli rispetto agli studenti di città limitrofe, che hanno edifici scolastici già all’avanguardia".

GS
In vista della seduta del consiglio comunale in programma a Tolentino per questo pomeriggio, i consiglieri del Partito Democratico presentano tre mozioni per chiedere al sindaco di ricostruire una città più solidale dopo il coronavirus, “In particolare - scrivono in una nota - chiediamo al sindaco di istituire un ‘Tavolo dello sviluppo’, al quale possano partecipare ‘tutte le anime’ socio-economiche della città per sviluppare un’attività integrata ed organica al fine di far ripartire il tessuto sociale, imprenditoriale, produttivo e commerciale di Tolentino, nella convinzione che solo con l’aiuto di tutti si potranno adottare le scelte migliori".
I dem chiedono poi l’istituzione di due bandi per fare ripartire la città in modo solidale, uno dal nome 'Tolentino Ripaerte' e l'altro 'Tolentino Solidale'.
"Con ‘Tolentino riparte’ - spiegano - sollecitiamo il sindaco a proporre un patto sociale tra i cittadini e i commercianti locali per incentivare l’acquisto di prodotti e servizi del nostro territorio in modo da far ripartire il motore della città, attraverso un’iniezione di liquidità immediata in favore delle aziende commerciali; compito del Comune - aggiungono - è quello di coprire il costo per la promozione dell’iniziativa. Invece con l’iniziativa ‘Tolentino solidale’ intendiamo stimolare una raccolta fondi destinata alle famiglie disagiate, istituendo un conto dedicato nel quale i cittadini verseranno offerte volontarie. Anche in questo caso il bando vuole rappresentare un patto sociale di solidarietà locale, in quanto le somme saranno destinate alle associazioni con il vincolo per azioni (che potranno essere sia l’acquisto di bene che la produzione di servizi) rivolte ai cittadini di Tolentino più colpiti dall’emergenza sanitaria".
Infine la richiesta in merito ai parcheggi tornati a pagamento su cui tanto si è discusso l'ultima settimana.

"Chiediamo all’ASSM di garantire almeno fino a settembre la sosta gratuita per i primi 120 minuti per i parcheggi a pagamento del centro storico e la previsione di una specifica deroga all’attuale regolamento per l’occupazione di suolo pubblico, in modo tale da permettere l’ampliamento dei metri quadrati a disposizione delle attività commerciali della città come bar, ristoranti, osterie, alimentari e altre, anche attraverso un’opportuna pedonalizzazione parziale del centro storico”. 

GS
Una delegazione del Partito Democratico della provincia di Macerata ha preso  parte questa mattina all'assemblea nazionale del PD indetta all'Auditorium di via della Conciliazione a Roma nel corso della quale  si è votato per l'elezione della nuova presidente dell'assemblea nazionale del partito che su proposta del segretario Nicola Zingaretti ,è risultata Valentina Cuppi,  36 anni sindaco di Marzabotto. Designazione che ha portato Zingaretti ad affermare con orgoglio di un ufficio di presidenza tutto composto da donne.
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Della delegazione maceratese del PD che ha raggiunto la Capitale, facevano parte il Capogruppo in Consiglio regionale Francesco Micucci, Irene Manzi componente della direzione nazionale del PD e delegata allassemblea e Claudia Trecciola
"L'elezione di Valentina Cuppi, avvenuta quasi all'unanimità con un solo astenuto- afferma Irene Manzi- rappresenta un'apertura verso il mondo del civilismo e va ad integrare  una squadra composta da donne. Le altre due vicepresidenti sono infatti Anna Ascani e Debora Serracchiani che erano già state elette al momento dell'affermazione di Gentiloni.  Vediamo dunque una bella riaffermazione dell'importanza del ruolo femminile all'interno del nostro partito.
Valentina Cuppi- continua Irene Manzi-  è una giovane amministratrice e, tra l'altro, non sfugge anche il  fatto simbolico di essere sindaca di un comune dell'Emilia Romagna come Marzabotto, tristemente noto per l'eccidio nazista che vi è stato commesso e tra l'altro, con un messaggio  molto forte della lotta contro l'odio che lei stessa ha lanciato.  Lo stesso messaggio che peraltro ha animato tutta l'assemblea nazionale , di contrasto anche alle reazioni violente che sono commesse in questi giorni: non a caso lo slogan dell'assemblea di oggi è stato "Non c'è spazio per l'odio" e, insieme a questo - prosegue Manzi- il segretario Zingaretti ha voluto riaffermare comunque la necessità per il Partito Democratico, di svolgere un ruolo propositivo all'interno del  governo che il partito ha  contribuito a far nascere e in cui crede fortemente.
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Dal Segretario nazionale, anche un richiamo importante di apertura e di inclusività del nostro partito, rispetto ai movimenti e rispetto alle forze civiche che si muovono all'interno della società  italiana. Un'assemblea dunque dal riscontro molto positivo e decisamente proiettato in avanti". 
Zingaretti ha inoltre fatto accenno alle elezioni amministrative che si terranno in varie regioni d'Italia.
"Proprio nel passaggio in cui ha richiamato alla necessità di apertura del PD e alla creazione di ampie ed inclusive coalizioni- conclude Irene Manzi- seppur non riferendosi a singole realtà o a singole regioni del Paese, il Segretario nazionale ha richiamato all'esigenza generale di guardarsi intorno, aprendosi ai civici, alle forze sociali politiche e civili, all'associazionismo che si muove all'interno della realtà anche locali. Questo dunque è un po' il messaggio che ha voluto consegnare rispetto ai prossimi appuntamenti elettorali". 

Carla Campetella
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Anche il Partito Democratico dice la sua in merito al forno crematorio che dovrebbe essere realizzato vicino al cimitero di Tolentino. Dopo il botta e risposta tra il primo cittadino, Giuseppe Pezzanesi e il consigliere regionale Sandro Bisonni, i dem chiedono "una discussione seria e serena sulla realizzazione e sulle dimensioni di un forno crematorio, visto che il cimitero comunale è a ridosso non solo delle abitazioni, ma addirittura a poche centinaia di metri dal centro storico ed ad un chilometro da un importante centro termale come Santa Lucia; inoltre è necessario anche di un regolamento di vigilanza sulla sua conduzione, senza creare attese illusorie nei cittadini, garantendone la qualità ambientale".
Nella nota del Pd, infatti, si fa riferimento alla crescita del numero di "persone dichiarano di poter fruire della cremazione, dopo la propria morte. In Italia negli ultimi 10 anni il trend della cremazione è in aumento, in quanto un italiano su quattro la  sceglie. La cremazione ha alcuni vantaggi, quali una visibile riduzione del suolo dedicato allo spazio cimiteriale, ma anche svantaggi, in quanto essa avviene in un forno con temperature che si aggirano intorno a 900-1000 gradi. La legislazione italiana non consente che le ceneri vengano disperse, né che l’urna possa essere conservata in luogo diverso da un cimitero.
Purtroppo - aggiungono - in Italia non esiste una norma unitaria che disciplini l’installazione degli impianti di cremazione e le loro conseguenti emissioni; ogni Regione o Provincia stabilisce limiti specifici in relazione alla localizzazione dell’impianto ed alla tecnologia adottata".
Quindi la riflessione sull'impatto ambientale: "Il principale riguarda l’aria - scrivono i dem - , come si può evincere dal sito dell’Arpat della Toscana, poiché nella cremazione si ha produzione di inquinanti atmosferici, in particolare: polvere, monossido di carbonio, ossidi di azoto e zolfo, composti organici volatili, composti inorganici del cloro e del fluoro e metalli pesanti. Inoltre durante il processo di incenerimento si producono rifiuti speciali che vanno smaltiti in discariche autorizzate in conformità alle norme di legge".

GS


E' l'inaugurazione dell'elisuperficie prevista per domenica prossima a sollevare la polemica da parte della minoranza di Belforte del Chienti.
L'ex sindaco e attuale consigliere di minoranza, Roberto Paoloni, fa il punto della situazione, mostrando la sua versione dei fatti su Facebook: "Facemmo un grande lavoro come amministrazione per ottenere i finanziamenti e fare il progetto e finalmente vediamo il risultato - scrive l'ex primo cittadino - , sono felice che anche questo viene messo a disposizione per la nostra comunità e non solo.

Ricordo il mio primo intervento nell'assemblea dei sindaci ASUR 3 a Macerata prima del terremoto, quando chiesi di avere una piazzola adeguata per il volo notturno nel nostro comune dicendo che la Regione dovesse mettere in piedi prima possibile il servizio di volo notturno degli elicotteri da e per Torrette, questa operazione farà in modo che la gente delle aree interne avrà le stesse possibilità di essere soccorsa e di poter sopravvivere se qualcosa succede anche la notte".
Poi la stoccata nei confronti di Giampiero Feliciotti, consigliere di maggioranza che ha ricoperto la carica di vice sindaco fino a poche settimane fa: "Tutto questo è stato possibile anche grazie alle donazioni degli italiani attraverso gli sms solidali, che qualcuno invece - aggiunge Paoloni - voleva destinare a piste ciclabili non nella vallata del Chienti, lo ricorderete. Anche in quella occasione ci opponemmo e dicemmo che per fare quegli interventi esistono i fondi europei e non gli sms solidali. Felice - conclude il consigliere - che la nuova amministrazione di Belforte del Chienti abbia deciso di inaugurarla".

GS
Ad accendere i riflettori sulla ricostruzione dell'ospedale di Tolentino è il Partito Democratico che ha organizzato per giovedì prossimo alle 21.15 all’auditorium della Biblioteca Filelfica della città  un incontro sul nuovo ospedale della città.
Saranno presenti il governatore della Regione Marche, Luca Ceriscioli, ed il direttore dell’area vasta 3 dell’Asur, Alessandro Maccioni, con i progettisti dei lavori.
Entro il prossimo gennaio, infatti, sarà firmato il contratto di 15 milioni di euro per la ricostruzione dell’ospedale civico. La nuova struttura, di 6.000 metri quadrati, sarà realizzata in due piani con isolatori sismici ed ospiterà 50 posti letto di cure intermedie con il 20% in più, rispetto a prima, se si dovesse prevedere un’espansione del reparto dialisi. "Nella serata - scrive il Pd -  sarà illustrato nel dettaglio il progetto ai cittadini, che potranno porre domande. L’incontro vuole essere un segnale importante per l’avvio di una ricostruzione veloce in una delle città maggiormente colpite dal sisma del 2016".

GS

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