Firmato ieri, in Prefettura ad Ancona, il protocollo d’intesa per impedire le infiltrazioni mafiose nella ricostruzione. 

A farne parte, il direttore della Struttura di missione prevenzione e contrasto antimafia Sisma del Ministero dell'Interno, il commissario straordinario per la Ricostruzione, il procuratore generale delle Marche, i procuratori e i prefetti. Presente anche il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho e il sottosegretario Vito Crimi. La firma di questo documento era stata annunciata la scorsa settimana nel corso del convegno organizzato da Libera a Macerata sulla percezione delle mafie nelle Marche.

"Si vuole che i lavori della ricostruzione vengano svolti in tempi brevi - ha detto Cafiero De Raho - e nello stesso tempo verificare i dati e confrontarli con le rispettive banche dati affinché imprese sospettate di far parte di giri mafiosi restino escluse. I lavori vorremmo che fossero svolti in tempi brevi ma da imprenditori sani”.

Con l’occasione Crimi ha fatto un bilancio di quanto fatto e di ciò che il Governo intende fare. Tra queste, una legge quadro per tutti i prossimi eventi sismici: “All’interno deve contenere le regole da mettere in campo ogni qualvolta succederà un evento sismico. Un progetto da portare avanti non nell’immediato ma entro il 2019. Nella normativa – ha spiegato – dovrebbero essere classificati gli eventi sismici per loro natura in modo tale che da questa classificazione conseguano tutte le attività: di ricostruzione prime case, seconde case, percentuali di contribuzione, chi sono i soggetti attuatori, se deve esserci una contabilità speciale o non è necessaria e quant’altro. Tutto misurato con l’entità dei danni”. Insomma l’obiettivo è “che ci sia un codice: in modo che, dal giorno dopo, tutti – imprese, cittadini professionisti, istituzioni – sappiano quali sono le norme che saranno applicate su quella ricostruzione”.

g.g.

 

FOTO ANSA

Nuova accusa per Mario Pianesi, il guru e fondatore del “Punto Macrobiotico”. L’uomo, residente a San Severino, sarebbe ora indagato anche per omicidio volontario aggravato. Secondo la procura di Ancona infatti, sarebbe il responsabile della morte della sua prima moglie, Gabriella Monti, avvenuta nel 2001.

Quattro anni prima alla donna venne diagnostica una grave malattia cardiovascolare che richiedeva cure specifiche. Tuttavia, secondo il pm, la donna sarebbe stata costretta dal marito a sottoporsi agli strettissimi dettami della sua “filosofia” evitando visite e cure mediche e seguendo una dieta a base di cereali. Ovviamente le sue condizioni si sarebbero aggravate fino al decesso. Ora la magistratura andrà a scavare nella vita del santone e ascolterà quelle persone che sono potute entrare in contatto con la Monti negli anni della malattia.

Mario Pianesi, lo ricordiamo, al momento è accusato insieme ad altre tre persone, fra cui la sua attuale moglie, Loredana Volpi, di associazione a delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù, lesioni personali, maltrattamenti e esercizio abusivo della professione medica, nonché di evasione fiscale.

g.g.

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