La conferma dell'impronta seria e fattiva che il commissario alla ricostruzione Giovanni Legnini ha voluto dare sin dall'inizio del suo incarico c'è stata anche questa mattina, con la firma dell'accordo di collaborazione con il Segretario generale dell'Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino centrale Erasmo D'Angelis, per gli studi di approfondimento sulle oltre 290 aree interessate dai dissesti idrogeologici che insistono su alcuni centri urbani del cratere sisma 2016.
E’ la prima volta che nell’ambito di una ricostruzione post sisma viene impostato un lavoro di analisi sistematica sulle aree dissestate che, se non studiate nel dettaglio, rappresentano un ostacolo insormontabile al reinsediamento della popolazione.
Un accordo che coinvolge ISPRA e le Università del territorio per un lavoro che sarà concluso in 5 o 6 mesi con la massima competenza tecnica.

"Attraverso queste attività - ha detto Legnini - noi completiamo gli strumenti di quella ricostruzione sicura sostenibile e connessa, che costituisce la cifra del lavoro che stiamo portando avanti. Sono fiducioso - ha ammesso - e mi sento più tranquillo dopo aver chiuso anche questo obiettivo, perchè sono certo che garantiremo una ricostruzione di qualità.
Grazie ai rappresentanti della comunità scientifica. Voglio ricordare che la normale proceduta, affidata alle singole Regioni ed ai Comuni, ci avrebbe portato a tempi lunghissimi.
Mentre noi, in questo modo, concentriamo nell'arco di pochi mesi questa attività.
Nell'accingerci a firmare - ha confidato - non vi nascondo la mia emzoione, perchè io ho iniziato il mio percorso pubblico molti anni fa, da sindaco del mio piccolo Comune di origine, iniziando con un progetto di messa in sicurezza e contrasto al dissesto irogeologico. Quello della sicurezza del territorio è un punto che sta nel mio DNA e questa firma mi emoziona molto". 

Erasmo D'Angelis ha sottolineato il cambio di passo avvenuto con l'arrivo di Legnini: "Noi siamo contenti di firmare questo importante protocollo di intesa - ha detto - perchè il commissario Legnini sta imprimendo un cambiamento alla ricostruzione. Non ci dimentichiamo che siamo un Paese pieno di rischi naturali.
Il nostro destino non è quello di attendere la catastrofe, ma difenderci da essa. Ne abbiamo le competenze, la forza economica, le tecnologie che ci consentono di avere un quadro chiaro dei rischi. Nella forma più veloce e più sicura possibile andremo ad individuare le aree più a rischio. Metteremo in campo un centinaio di tecnici, la piattaforma tecnologica con i controlli satellitari: abbiamo tutto a disposizione per velocizzare la ricostruzione.
Questa è un'impresa: in pochi mesi riusciremo a consegnare al commissario un quadro chiaro del territorio che permetta di definire dove è possibile cominciare la ricostruzione e dove non è giusto farlo". 

Un lavoro che sarà possibile grazie all'impegno delle università delle regioni colpite, come ha confermato questa mattina la presena dei docenti Gabriele Scarascia Mugnozza e Paolo Mazzanti dell'Università Roma Uno, Corrado Cencetti di Uni Perugia, Enrico Miccadei dell'università Chieti Pescara, Stefano Mazzoli, Gilberto Pambianchi e Riccardo Strima di Unicam e Simone Galeotti di Uni Urbino.

Marco Amanti, responsabile del Servizio Geologia applicata e idrogeologia (SUO-GEA) è entrato nel dettaglio dell'operazione: "Noi ci siamo aggiunti nel momento finale - ha detto - . La sruttura è molto semplice: stiamo lavorando sui piani franosi che vincolano il territorio e la ricostruzione. Lo scopo di questo lavoro è di riuscire ad approfondire, in maneira rapida e spedita, le condizioni reali del territorio. Con i colleghi delle università rivedremo i circa 300 fenomeni che insistono nelle zone della ricostruzione". 

GS








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