Caldarola ricorda il cardinale Giovanni Evangelista Pallotta

Venerdì, 21 Agosto 2020 11:43 | Letto 1295 volte   Clicca per ascolare il testo Caldarola ricorda il cardinale Giovanni Evangelista Pallotta Se non ci fossero stati i Cardinali Pallotta, Caldarola sarrebbe stato solo un piccolo paese del territorio.Così Mauro Capenti, ex sindaco di Caldarola e appassionato della storia del paese, ha voluto iniziare il suo intervento in occasione dela conferenza stampa di presentazione degli avvenimenti che nei prossimi mesi ricorderanno la figura del cardinale Evangelista.Primo dei quattro cardinali della famiglia Pallotta, nel 2020 ricorre il 4° centenario della morte avvenuta a Roma il 22 agosto 1620 alletà di 72 anni.Una messa, presso il monastero di S. Caterina, sarà il primo evento  per ricordare il cardinale. Il sindaco Giuseppetti, ha voluto mettere in risalto limportanza  della famiglia Pallotta e del castello  di propirietà della famiglia, rappresentata oggi  dal Dottore Quochi Pallotta Carlos e dal figlio Tommaso.  Sarà unoccasione - ha dichiarato Giuseppetti - per far conoscere a tutti le meravigli che abbiamo ereditato e vorremmo coinvolgere anche i giovani, attraverso la suola, per far comprendere il valore storico, artistico e culturale che pochi paesi hanno.  ( un momento della conferenza stampa )LArchitetto Loredana Camacci Menichelli ha dichiarato: Il cardinale Evangelista è stata una figura centrale.  Viveva a Roma ed è stato influenzato nel tempo delle grandi costruzioni romane.Ha voluto un nuovo linguaggio urbano, per quel tempo. Pensò ad una città con una viabilità con strade e vie grandi, abbattendo le vecchie mura si apre al nuovo. Costruisce una città moderna dando indicazioni precise e dettagliate. siamo nel 1585  vengono date dipsosizioni speciali per chi costruisce muovi edifici e verrà così costruito il palazzo nobile, cuore del paese. Oggi ho scoperto molte cose nuove della famiglia Pallotta e della vita dei cardinali -  ha dichiarato Dottore Quochi Pallotta Carlos - grazie alle notizie che il dott. Capenti ha illustrato. Anzi, vorrei averlo come guida storica per insegnare ai miei figli,  che amano e vogliono restare attaccati non solo al castello ma a tutta la città di Caldarola.Ho un grande desiderio di ritornare ad abitare qui con mia moglie e con tutta la famiglia, è un mio desiderio, farò di tutto per rimetterlo a posto dopo i danni del sisma. Il Castello ritornerà iù bello di sempre - gli fa eco il Tommaso - lo dobbiamo a nostra madre e alla storia.Ci auguriamo periamo che il cardinale Evangelista ( dal di là ) ci aiuti. Interessante è la figura di Giovanni Evangelista, i genitori Desiderio e Domenica Cianfortini al momento del battesimo del primogenito optarono per il doppio nome, Giovanni Evangelista, era il febbraio del 1548. Alletà di 13 anni entrò nel seminario di Macerata e attorno allanno 1571 ricevette lordinazione presbiterale. Nel 1573 era già sacerdote e figura come rector della chiesa di S. Martino a Caldarola. Da giovane sacerdote ebbe modo di conoscere Felice Peretti, il frate francescano dei padri conventuali.         Si rivelò unamicizia di grande importanza quella con il cardinale Peretti quando fu eletto papa con il nome di Sisto V. Questi lo volle come suo cameriere segreto e gli affidò la dataria apostolica, un importante ufficio della curia romana per il conferimento di benefici ecclesiastici e grazie. Rapida fu la sua carriera ecclesiastica perché nel settembre 1587 papa Sisto lo creò arcivescovo di Cosenza e nel successivo mese di dicembre lo aggregò al collegio cardinalizio con il titolo di San Matteo di Merulana. La sua attività pastorale a Cosenza è poco documentata anche se i contemporanei lo onorarono come il cardinal cosentino. Nel marzo 1588 Sisto V lo nominò arciprete ad vitam della basilica di San Pietro e prefetto della Fabbrica di S. Pietro.Per circa un trentennio, tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, simpegnò per dare a Caldarola il centro rinascimentale elaborato, come aveva fatto a Roma. Una tradizione orale caldarolese vuole che abbia utilizzato i marmi e le due colonne a tortiglione della vecchia chiesa di S. Pietro nella cornice della pala dellaltare della chiesa di San Martino. A lui si deve la demolizione delle casupole a ridosso della cinta muraria e la costruzione di palazzi che ornano un lato dellattuale piazza Vittorio Emanuele. Sempre il cardinal Pallotta fece costruire il palazzo di Piazza destinato a residenza invernale, il campanile e la nuova chiesa di S. Martino. Fece costruire anche il palazzo dei Priori, il seminario e la nuova chiesa di S. Gregorio e S. Valentino nel posto che allora si chiamava Pian di Gea. Tentò il rilancio delle attività produttive come le case della lana e della seta.In prossimità dell’avito Palazzo di Monte, oggi comunemente chiamato “Castello Pallotta”, eresse il monastero femminile delle Canonichesse Lateranensi con la relativa chiesa di S. Caterina dAlessandria ed è in questa chiesa che furono inumate le sue ceneri e quelle di suo nipote cardinal Giovanni Battista. Servizio completo nel prossimo numero dellAppennino Camerte.M.S.
Se non ci fossero stati i Cardinali Pallotta, Caldarola sarrebbe stato solo un piccolo paese del territorio.
Così Mauro Capenti, ex sindaco di Caldarola e appassionato della storia del paese, ha voluto iniziare il suo intervento in occasione dela conferenza stampa di presentazione degli avvenimenti che nei prossimi mesi ricorderanno la figura del cardinale Evangelista.
Primo dei quattro cardinali della famiglia Pallotta, nel 2020 ricorre il 4° centenario della morte avvenuta a Roma il 22 agosto 1620 all'età di 72 anni.
Una messa, presso il monastero di S. Caterina, sarà il primo evento  per ricordare il cardinale. 
Il sindaco Giuseppetti, ha voluto mettere in risalto l'importanza  della famiglia Pallotta e del castello  di propirietà della famiglia, rappresentata oggi  dal Dottore Quochi Pallotta Carlos e dal figlio Tommaso.  
Sarà un'occasione - ha dichiarato Giuseppetti - per far conoscere a tutti le meravigli che abbiamo ereditato e vorremmo coinvolgere anche i giovani, attraverso la suola, per far comprendere il valore storico, artistico e culturale che pochi paesi hanno.  

( un momento della conferenza stampa )

cardinale

L'Architetto Loredana Camacci Menichelli ha dichiarato: " Il cardinale Evangelista è stata una figura centrale.  Viveva a Roma ed è stato influenzato nel tempo delle grandi costruzioni romane.
Ha voluto un nuovo linguaggio urbano, per quel tempo.
Pensò ad una città con una viabilità con strade e vie grandi, abbattendo le vecchie mura si apre al nuovo. Costruisce una "città moderna" dando indicazioni precise e dettagliate. siamo nel 1585  vengono date dipsosizioni speciali per chi costruisce muovi edifici e verrà così costruito il palazzo nobile, "cuore " del paese".
 
"Oggi ho scoperto molte cose nuove della famiglia Pallotta e della vita dei cardinali -  ha dichiarato Dottore Quochi Pallotta Carlos - grazie alle notizie che il dott. Capenti ha illustrato. Anzi, vorrei averlo come guida storica per insegnare ai miei figli,  che amano e vogliono restare attaccati non solo al castello ma a tutta la città di Caldarola.
Ho un grande desiderio di ritornare ad abitare qui con mia moglie e con tutta la famiglia, è un mio desiderio, farò di tutto per rimetterlo a posto dopo i danni del sisma. Il Castello ritornerà iù bello di sempre - gli fa eco il Tommaso - lo dobbiamo a nostra madre e alla storia.
Ci auguriamo periamo che il cardinale Evangelista ( dal di là ) ci aiuti. 

Interessante è la figura di Giovanni Evangelista, i genitori Desiderio e Domenica Cianfortini al momento del battesimo del primogenito optarono per il doppio nome, Giovanni Evangelista, era il febbraio del 1548. 
All'età di 13 anni entrò nel seminario di Macerata e attorno all'anno 1571 ricevette l'ordinazione presbiterale. Nel 1573 era già sacerdote e figura come rector della chiesa di S. Martino a Caldarola. 
Da giovane sacerdote ebbe modo di conoscere Felice Peretti, il frate francescano dei padri conventuali. 
        
Si rivelò un'amicizia di grande importanza quella con il cardinale Peretti quando fu eletto papa con il nome di Sisto V. Questi lo volle come suo cameriere segreto e gli affidò la dataria apostolica, un importante ufficio della curia romana per il conferimento di benefici ecclesiastici e grazie. 

Rapida fu la sua carriera ecclesiastica perché nel settembre 1587 papa Sisto lo creò arcivescovo di Cosenza e nel successivo mese di dicembre lo aggregò al collegio cardinalizio con il titolo di San Matteo di Merulana. 

La sua attività pastorale a Cosenza è poco documentata anche se i contemporanei lo onorarono come il "cardinal cosentino"Nel marzo 1588 Sisto V lo nominò arciprete ad vitam della basilica di San Pietro e prefetto della Fabbrica di S. Pietro.

Per circa un trentennio, tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, s'impegnò per dare a Caldarola il centro rinascimentale elaborato, come aveva fatto a Roma.

Una tradizione orale caldarolese vuole che abbia utilizzato i marmi e le due colonne a tortiglione della vecchia chiesa di S. Pietro nella cornice della pala dell'altare della chiesa di San Martino.

A lui si deve la demolizione delle casupole a ridosso della cinta muraria e la costruzione di palazzi che ornano un lato dell'attuale piazza Vittorio Emanuele.

Sempre il cardinal Pallotta fece costruire il palazzo di Piazza destinato a residenza invernale, il campanile e la nuova chiesa di S. Martino.

Fece costruire anche il palazzo dei Priori, il seminario e la nuova chiesa di S. Gregorio e S. Valentino nel posto che allora si chiamava Pian di Gea. Tentò il rilancio delle attività produttive come le case della lana e della seta.
In prossimità dell’avito Palazzo di Monte, oggi comunemente chiamato “Castello Pallotta”, eresse il monastero femminile delle Canonichesse Lateranensi con la relativa chiesa di S. Caterina d'Alessandria ed è in questa chiesa che furono inumate le sue ceneri e quelle di suo nipote cardinal Giovanni Battista. Servizio completo nel prossimo numero dell'Appennino Camerte.

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