Come vivere il successo ad 8 anni. La mamma di Anita: "Le dico di continuare a sognare"

Giovedì, 10 Giugno 2021 12:32 | Letto 2601 volte   Clicca per ascolare il testo Come vivere il successo ad 8 anni. La mamma di Anita: "Le dico di continuare a sognare" Gestire il successo che arriva all’improvviso può essere difficile per gli adulti, figuriamoci per una bambina di 8 anni che, fino a due settimane fa, sentiva di aver già realizzato il suo sogno con la sola partecipazione allo Zecchino D’oro ed in un attimo ne è diventata  la vincitrice.Quando si spengono le luci della ribalta e si torna alla quotidianità con un successo nazionale bisogna essere bravi ad incastrare lo straordinario con l’ordinario e per farlo, in questo caso, sono fondamentali i genitori.A raccontare il ritorno a casa ed il dietro le quinte della belfortese Anita Bartolomei, che ha vinto il 63esimo Zecchino D’oro, è la mamma, Marina Migliorelli.“Nei minuti successivi alla vittoria abbiamo sperimentato la gioia pura – racconta – È stato un momento di felicità incredibile, anche perché è stato contornato dall’affetto di tutti i bambini dello Zecchino. Non c’è stata rivalità, ma solo un abbraccio collettivo meraviglioso. Poi le telefonate di Simone Cristicchi e Gabriele Ortenzi (autori della canzone ndr).Ricordo Anita con gli occhi commossi, sorrideva, era senza parole”.Anita con i genitori ed il fratelloI festeggiamenti hanno proseguito a Belforte del Chienti, ma gestire il successo che andrà avanti anche nei prossimi mesi diventa un vero e proprio impegno: “Credo che Anita non abbia ancora capito quanto sia arrivata al cuore di tante persone – prosegue la mamma che è anche una insegnante - . A volte era un po’ stordita. Finché a complimentarsi erano i conoscenti si sentiva a suo agio, poi ci sono stati dei momenti in cui è stata fermata al supermercato o in pizzeria da persone che non conosceva e si è intimidita. Mi ha chiesto come mai ci fermassero tutti. Personalmente ci siamo trovati spiazzati – confida - , perché è vero che non eravamo pronti alla vittoria, ma nemmeno a tutto quello che c’è stato dopo. Stiamo cercando di gestire la situazione nel miglior modo possibile, soprattutto per lei che è una bambina e ha voglia di normalità, ma anche tanta voglia di cantare”.Ecco, quindi, che nella bellezza del successo emergono l’umiltà e la semplicità che Anita ha saputo dimostrare davanti alle telecamere e che è stata forse la qualità che le ha permesso di arrivare al cuore di tutti gli italiani: mentre tutti pensano alla vittoria, lei pensa a cantare.“In lei non vedo un atteggiamento da piccola diva – dice la mamma - . Quando siamo tornati a fare lezione di canto con l’insegnante Tiziana Muzi, Anita non voleva più smettere di cantare.Il nostro ruolo in questo momento è duplice – ammette Marina Migliorelli - . Da un lato farle capire che è normale che sia ricercata e che ha una responsabilità nei confronti di chi l’ha sostenuta. Dall’altro cerchiamo di fare attenzione affinché resti un gioco. Le chiediamo sempre se ha il desiderio di fare ciò che le viene proposto (esibizioni, interviste). Non vorremmo mai che fosse una imposizione. Allo stesso tempo le dico anche che sarà, probabilmente, solo un momento e che poi questo andrà a scemare. Ce ne saranno altri, ma la invito a restare coi piedi per terra.Come si è impegnata tanto per raggiungere questo obiettivo, dovrà farlo per raggiungerne altri.Deve continuare a sognare e a ricordare chi è, ciò che ama fare.Non deve dimenticare che è una bambina”.GS
Gestire il successo che arriva all’improvviso può essere difficile per gli adulti, figuriamoci per una bambina di 8 anni che, fino a due settimane fa, sentiva di aver già realizzato il suo sogno con la sola partecipazione allo Zecchino D’oro ed in un attimo ne è diventata  la vincitrice.

Quando si spengono le luci della ribalta e si torna alla quotidianità con un successo nazionale bisogna essere bravi ad incastrare lo straordinario con l’ordinario e per farlo, in questo caso, sono fondamentali i genitori.

A raccontare il ritorno a casa ed il dietro le quinte della belfortese Anita Bartolomei, che ha vinto il 63esimo Zecchino D’oro, è la mamma, Marina Migliorelli.

“Nei minuti successivi alla vittoria abbiamo sperimentato la gioia pura – racconta – È stato un momento di felicità incredibile, anche perché è stato contornato dall’affetto di tutti i bambini dello Zecchino. Non c’è stata rivalità, ma solo un abbraccio collettivo meraviglioso. Poi le telefonate di Simone Cristicchi e Gabriele Ortenzi (autori della canzone ndr).

Ricordo Anita con gli occhi commossi, sorrideva, era senza parole”.

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Anita con i genitori ed il fratello

I festeggiamenti hanno proseguito a Belforte del Chienti, ma gestire il successo che andrà avanti anche nei prossimi mesi diventa un vero e proprio impegno: “Credo che Anita non abbia ancora capito quanto sia arrivata al cuore di tante persone – prosegue la mamma che è anche una insegnante - . A volte era un po’ stordita. Finché a complimentarsi erano i conoscenti si sentiva a suo agio, poi ci sono stati dei momenti in cui è stata fermata al supermercato o in pizzeria da persone che non conosceva e si è intimidita. Mi ha chiesto come mai ci fermassero tutti. Personalmente ci siamo trovati spiazzati – confida - , perché è vero che non eravamo pronti alla vittoria, ma nemmeno a tutto quello che c’è stato dopo. Stiamo cercando di gestire la situazione nel miglior modo possibile, soprattutto per lei che è una bambina e ha voglia di normalità, ma anche tanta voglia di cantare”.

Ecco, quindi, che nella bellezza del successo emergono l’umiltà e la semplicità che Anita ha saputo dimostrare davanti alle telecamere e che è stata forse la qualità che le ha permesso di arrivare al cuore di tutti gli italiani: mentre tutti pensano alla vittoria, lei pensa a cantare.

“In lei non vedo un atteggiamento da piccola diva – dice la mamma - . Quando siamo tornati a fare lezione di canto con l’insegnante Tiziana Muzi, Anita non voleva più smettere di cantare.

Il nostro ruolo in questo momento è duplice – ammette Marina Migliorelli - . Da un lato farle capire che è normale che sia ricercata e che ha una responsabilità nei confronti di chi l’ha sostenuta. Dall’altro cerchiamo di fare attenzione affinché resti un gioco. Le chiediamo sempre se ha il desiderio di fare ciò che le viene proposto (esibizioni, interviste). Non vorremmo mai che fosse una imposizione. Allo stesso tempo le dico anche che sarà, probabilmente, solo un momento e che poi questo andrà a scemare. Ce ne saranno altri, ma la invito a restare coi piedi per terra.

Come si è impegnata tanto per raggiungere questo obiettivo, dovrà farlo per raggiungerne altri.

Deve continuare a sognare e a ricordare chi è, ciò che ama fare.

Non deve dimenticare che è una bambina”.

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