Flora, botanici Unicam scoprono una specie unica al mondo

Mercoledì, 16 Febbraio 2022 10:29 | Letto 766 volte   Clicca per ascolare il testo Flora, botanici Unicam scoprono una specie unica al mondo La Riserva Naturale Regionale Montagne della Duchessa ha finanziato a fine 2020 all’Università di Camerino una ricerca finalizzata a chiarire l’identità tassonomica della popolazione di Allium presente all’interno dell’Area Protetta. I botanici Unicam Fabio Conti e Fabrizio Bartolucci, in collaborazione con i colleghi dell’Università di Napoli, hanno condotto specifiche analisi genetiche e fenotipiche sui campioni raccolti sul campo unitamente ai tecnici della Riserva, per indagare la presenza di eventuali differenze o caratteristiche peculiari rispetto a specie affini. La mole di lavoro per la comparazione tra varie popolazioni europee è stata notevole: 21 caratteri morfologici, un’analisi tridimensionale dei semi con microscopio elettronico a scansione, conta cromosomica, analisi di numerosi marcatori molecolari. Al termine, lo studio pubblicato sulla rivista internazionale Plants (https://www.mdpi.com/2223-7747/11/3/426) ha evidenziato l’unicità delle popolazioni della Duchessa e del Velino consentendone l’attribuzione ad una nuova specie per la scienza, che prende il nome di Allium ducissae Bartolucci, Iocchi & F.Conti, sp. nov., che viene ad aggiungersi alla flora italiana come unità endemica dell’Appennino Centrale, ossia a livello mondiale questa specie è presente solo nell’Appennino Centrale, precisamente nel massiccio Duchessa – Velino.La specie più simile ad Allium ducissae è risultata essere Allium palentinum, endemico dei monti Cantabrici in Spagna, facendo ipotizzare la genesi da un comune antenato avente una distribuzione più estesa nel Terziario. “L’eccezionalità della scoperta – sottolineano i ricercatori – evidenzia come anche in un territorio relativamente piccolo come l’Appennino Centrale, i massici montuosi consentono la sopravvivenza di specie legate ad un clima più freddo, perché sono stati siti di rifugio e aree di espansione e contrazione di areali. Tuttora queste aree conservano veri e propri tesori della biodiversità, che rischiano di scomparire in seguito al riscaldamento climatico in atto”.
La Riserva Naturale Regionale Montagne della Duchessa ha finanziato a fine 2020 all’Università di Camerino una ricerca finalizzata a chiarire l’identità tassonomica della popolazione di Allium presente all’interno dell’Area Protetta.

I botanici Unicam Fabio Conti e Fabrizio Bartolucci, in collaborazione con i colleghi dell’Università di Napoli, hanno condotto specifiche analisi genetiche e fenotipiche sui campioni raccolti sul campo unitamente ai tecnici della Riserva, per indagare la presenza di eventuali differenze o caratteristiche peculiari rispetto a specie affini.
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La mole di lavoro per la comparazione tra varie popolazioni europee è stata notevole: 21 caratteri morfologici, un’analisi tridimensionale dei semi con microscopio elettronico a scansione, conta cromosomica, analisi di numerosi marcatori molecolari.

Al termine, lo studio pubblicato sulla rivista internazionale Plants (https://www.mdpi.com/2223-7747/11/3/426) ha evidenziato l’unicità delle popolazioni della Duchessa e del Velino consentendone l’attribuzione ad una nuova specie per la scienza, che prende il nome di Allium ducissae Bartolucci, Iocchi & F.Conti, sp. nov., che viene ad aggiungersi alla flora italiana come unità endemica dell’Appennino Centrale, ossia a livello mondiale questa specie è presente solo nell’Appennino Centrale, precisamente nel massiccio Duchessa – Velino.

La specie più simile ad Allium ducissae è risultata essere Allium palentinum, endemico dei monti Cantabrici in Spagna, facendo ipotizzare la genesi da un comune antenato avente una distribuzione più estesa nel Terziario.


“L’eccezionalità della scoperta – sottolineano i ricercatori – evidenzia come anche in un territorio relativamente piccolo come l’Appennino Centrale, i massici montuosi consentono la sopravvivenza di specie legate ad un clima più freddo, perché sono stati siti di rifugio e aree di espansione e contrazione di areali. Tuttora queste aree conservano veri e propri tesori della biodiversità, che rischiano di scomparire in seguito al riscaldamento climatico in atto”.

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