Chiusura sportelli bancari, 15 mila maceratesi costretti a recarsi fuori comune

Venerdì, 27 Ottobre 2023 16:01 | Letto 1710 volte   Clicca per ascolare il testo Chiusura sportelli bancari, 15 mila maceratesi costretti a recarsi fuori comune La provincia di Ancona è quella che negli ultimi 5 anni ha perso più sportelli bancari nel suo territorio. Ben il 23% in meno rispetto al 2018, maglia nera delle Marche davanti a Macerata (-22,6%), Pesaro Urbino (-17,5%), Ascoli (-16,5%). La meno penalizzata sembra essere la provincia di Fermo con il -10,7% che, tuttavia, risulta essere quella con l’incidenza maggiore di comuni sprovvisti di sportello: -43%. Un allarme lanciato nei mesi scorsi dalla Uilca Marche e che è diventato tema del dibattito che si è tenuto a Palazzo Li Madou alla presenza di sindacalisti, politici e docenti universitari. “Siamo tornati nelle Marche per continuare a tenere i riflettori accesi sulla regione e sui quei territori colpiti dal sisma che più soffrono la perdita di servizi – ha detto Fulvio Furlan, segretario generale Uilca - quella della desertificazione bancaria è un tema che impatta sulle persone e sull’economia che rischia di non avere quel sostegno per lo sviluppo che le banche portano”. Secondo lo studio della Uilca nazionale, la categoria della Uil che riunisce i lavoratori dei settori credito, assicurazioni ed esattoriali, l’intera regione ha perso quasi il 20% delle filiali. Solo nell’ultimo anno preso in considerazione dallo studio Uilca, 2022 su 2021, sono 11 i Comuni che hanno perso l’ultimo sportello bancario. In tutto sono quasi 55mila i cittadini marchigiani (oltre 11mila anconetani, 6mila ascolani, 13mila fermani, 15mila maceratesi e 8mila pesaresi) costretti a recarsi in un altro comune per poter entrare in un istituto di credito. Secondo Sergio Crucianelli, segretario generale Uilca Marche “nei piccoli comuni la banca è anche un elemento di socialità e la sua assenza porta anche a un senso di abbandono. C’è anche un aspetto che riguarda l’occupazione. Le Marche hanno perso 164 sportelli bancari e questo ha significato anche minore occupazione con i posti di lavoro che sono diminuiti del 18,6%. Ad oggi sono 5.218 i lavoratori del settore”. Nel corso della mattinata sono intervenuti anche il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, il Commissario straordinario alla Ricostruzione, Guido Castelli, il presidente della Provincia di Ancona, Andrea Carnevali e, in rappresentanza dell’Anci Marche, il sindaco di Genga, Marco Filipponi, oltre a Francesco Orazi e Antonio Gitto, rispettivamente docente di sociologia del lavoro allUnivpm e docente di economia aziendale allUdA di Chieti. “Le banche non sono solo un attore economico ma rivestono anche un ruolo sociale – ha concluso Claudia Mazzucchelli, segretaria generale della Uil Marche – servono dunque politiche di prospettiva che permettano ai comuni di mantenere i servizi come, ad esempio, sportelli condivisi tra più istituti perché l’alternativa è penalizzare territori già in difficoltà e persone, soprattutto anziane, fragili”.
La provincia di Ancona è quella che negli ultimi 5 anni ha perso più sportelli bancari nel suo territorio. Ben il 23% in meno rispetto al 2018, maglia nera delle Marche davanti a Macerata (-22,6%), Pesaro Urbino (-17,5%), Ascoli (-16,5%). La meno penalizzata sembra essere la provincia di Fermo con il -10,7% che, tuttavia, risulta essere quella con l’incidenza maggiore di comuni sprovvisti di sportello: -43%.

Un allarme lanciato nei mesi scorsi dalla Uilca Marche e che è diventato tema del dibattito che si è tenuto a Palazzo Li Madou alla presenza di sindacalisti, politici e docenti universitari.

“Siamo tornati nelle Marche per continuare a tenere i riflettori accesi sulla regione e sui quei territori colpiti dal sisma che più soffrono la perdita di servizi – ha detto Fulvio Furlan, segretario generale Uilca - quella della desertificazione bancaria è un tema che impatta sulle persone e sull’economia che rischia di non avere quel sostegno per lo sviluppo che le banche portano”.

Secondo lo studio della Uilca nazionale, la categoria della Uil che riunisce i lavoratori dei settori credito, assicurazioni ed esattoriali, l’intera regione ha perso quasi il 20% delle filiali. Solo nell’ultimo anno preso in considerazione dallo studio Uilca, 2022 su 2021, sono 11 i Comuni che hanno perso l’ultimo sportello bancario. In tutto sono quasi 55mila i cittadini marchigiani (oltre 11mila anconetani, 6mila ascolani, 13mila fermani, 15mila maceratesi e 8mila pesaresi) costretti a recarsi in un altro comune per poter entrare in un istituto di credito.

Secondo Sergio Crucianelli, segretario generale Uilca Marche “nei piccoli comuni la banca è anche un elemento di socialità e la sua assenza porta anche a un senso di abbandono. C’è anche un aspetto che riguarda l’occupazione. Le Marche hanno perso 164 sportelli bancari e questo ha significato anche minore occupazione con i posti di lavoro che sono diminuiti del 18,6%. Ad oggi sono 5.218 i lavoratori del settore”.

Nel corso della mattinata sono intervenuti anche il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, il Commissario straordinario alla Ricostruzione, Guido Castelli, il presidente della Provincia di Ancona, Andrea Carnevali e, in rappresentanza dell’Anci Marche, il sindaco di Genga, Marco Filipponi, oltre a Francesco Orazi e Antonio Gitto, rispettivamente docente di sociologia del lavoro all'Univpm e docente di economia aziendale all'Ud'A di Chieti. “Le banche non sono solo un attore economico ma rivestono anche un ruolo sociale – ha concluso Claudia Mazzucchelli, segretaria generale della Uil Marche – servono dunque politiche di prospettiva che permettano ai comuni di mantenere i servizi come, ad esempio, sportelli condivisi tra più istituti perché l’alternativa è penalizzare territori già in difficoltà e persone, soprattutto anziane, fragili”.

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