Camerino- La "voce" del palazzo di via Sant'Agostino. La testimonianza di Valeria Copponi

Lunedì, 05 Dicembre 2016 11:48 | Letto 5842 volte   Clicca per ascolare il testo Camerino- La "voce" del palazzo di via Sant'Agostino. La testimonianza di Valeria Copponi Proseguono a Camerino le operazioni di demolizione del palazzo di via Sant’Agostino. L’edificio parzialmente crollato a seguito della scossa di domenica 30 ottobre  si trova di fronte al parcheggio meccanizzato. In base agli accordi con il COC, impegnati nei lavori utili a ripristinare la sicurezza dell’area e la viabilità cittadina, sono la ditta Edilasfalti S.R.L in collaborazione con i vigili del fuoco.   In azione un mezzo demolitore, un braccio meccanico da 20 metri e una pinza demolitrice che consente il recupero di qualche bene dagli appartamenti. Visibilmente provati e commossi numerosi condomini seguono da distanza tutte le operazioni.  “Un emozione indicibile che oramai ho dal 26 ottobre- dichiara Valeria Copponi- La visione di questo spettro è una sensazione che mi porterò dietro a vita” Lei abitava proprio in quel palazzo diventato l’icona simbolo dello strappo che il terremoto ha lasciato in città. “ Mi auguro che sia anche il simbolo di una ricostruzione fatta con tutte le dovute precauzioni. – osserva la signora-;ci affidiamo alla coscienza e all’etica delle istituzioni affinché non manchino etica e competenze tecniche. Questo è ciò che serve per ridare fiducia alla popolazione. Non ci aspettiamo speculazioni, né brogli o lentezza di burocrazie” Quello che resta del suo appartamento è quell’angolo arancione svelato dal crollo della domenica mattina e, i mezzi al lavoro per le operazioni di abbattimento, consentono ai condomini di poter recuperare quanto possibile, dalle parti rimaste ancora in piedi dell’edificio “ Ringrazio di cuore queste persone che, mettendo a repentaglio la propria vita, stanno facendo di tutto per ridarci il recuperabile, tra beni di necessità materiale e anche di valore affettivo. Ci hanno dato questa speranza. Da quell’angolo arancione che era la camera di mia madre- aggiunge- è visibile una piccola sedia savonarola;è l’unica cosa che in quella stanza si è salvata. Il resto dell’abitazione si sviluppa poi dalla parte opposta che credo non abbia subito danni e, con le precauzioni e la competenza tecnica degli operatori, abbiamo speranza di riuscire a recuperare qualcosa, sempre che non vi siano ulteriori crolli”        All’arrivo della prima scossa del 26 ottobre   la signora Valeria e  la  sua famiglia, non erano in casa. Usciti dal lavoro si sono recati in piazza Cavour; erano al bar Centrale quando è arrivata la seconda scossa devastante delle 21 e 18. E’ la stessa signora a raccontare la concitazione di quei momenti: “ Sembrava il finimondo, è andata via la luce è caduto di tutto ed è stato un momento di forte difficoltà anche emotiva; mi sono ritrovata al centro della piazza del duomo erano caduti pezzi di cornicione, pietre. Pioveva a dirotto e la piazza era piena di gente, di studenti, ma il fatto che nessuno sia stato sfiorato o abbia riportato conseguenze, ha davvero del miracoloso. La paura ad un certo punto ha preso il sopravvento: ho visto scene dolorose: persone svenute, gente che gridava o che correva non si sa dove e in quale direzione. Uno scenario da bolgia dantesca. Siamo riusciti fortunatamente a scappare con l’auto che avevamo salvato e portato in piazza Cavour e i sospetti che il palazzo non fosse in buone condizioni li abbiamo già avuti passando al di sotto e notando anomalie alla struttura e ai muri portanti. La conferma l’abbiamo avuta tornando il giorno dopo; con la luce del giorno  ci siamo accorti che la struttura era completamente spostata nell’asse. Con la famiglia abbiamo raggiunto il Lazio ed io – racconta Valeria Copponi- ho sentito la terza scossa della domenica mattina a Genzano. Ero seduta sul letto nella camera dell’abitazione di mio zio. Il letto dondolava e lì per lì ho creduto in una mia suggestione, tanto ero rimasta sconvolta da quello che avevo vissuto a Camerino. Il movimento non si arrestava e guardando in alto ho visto il lampadario ondeggiare. Chiamando al telefono una mia amica di Camerino ho saputo che dalla parte del palazzo si vedeva un gran polverone segno che stava crollando. E’ stato terribile, ho avuto una fitta al cuore. Non ci sono parole- dichiara tra le lacrime Valeria- non c’è un vocabolario né un lessico per riuscire a spiegare le sensazioni e le emozioni di quei momenti”          

Proseguono a Camerino le operazioni di demolizione del palazzo di via Sant’Agostino. L’edificio parzialmente crollato a seguito della scossa di domenica 30 ottobre  si trova di fronte al parcheggio meccanizzato. In base agli accordi con il COC, impegnati nei lavori utili a ripristinare la sicurezza dell’area e la viabilità cittadina, sono la ditta Edilasfalti S.R.L in collaborazione con i vigili del fuoco.  

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In azione un mezzo demolitore, un braccio meccanico da 20 metri e una pinza demolitrice che consente il recupero di qualche bene dagli appartamenti. Visibilmente provati e commossi numerosi condomini seguono da distanza tutte le operazioni.

 “Un emozione indicibile che oramai ho dal 26 ottobre- dichiara Valeria Copponi- La visione di questo spettro è una sensazione che mi porterò dietro a vita” Lei abitava proprio in quel palazzo diventato l’icona simbolo dello strappo che il terremoto ha lasciato in città.

“ Mi auguro che sia anche il simbolo di una ricostruzione fatta con tutte le dovute precauzioni. – osserva la signora-;ci affidiamo alla coscienza e all’etica delle istituzioni affinché non manchino etica e competenze tecniche. Questo è ciò che serve per ridare fiducia alla popolazione. Non ci aspettiamo speculazioni, né brogli o lentezza di burocrazie” Quello che resta del suo appartamento è quell’angolo arancione svelato dal crollo della domenica mattina e, i mezzi al lavoro per le operazioni di abbattimento, consentono ai condomini di poter recuperare quanto possibile, dalle parti rimaste ancora in piedi dell’edificio

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“ Ringrazio di cuore queste persone che, mettendo a repentaglio la propria vita, stanno facendo di tutto per ridarci il recuperabile, tra beni di necessità materiale e anche di valore affettivo. Ci hanno dato questa speranza. Da quell’angolo arancione che era la camera di mia madre- aggiunge- è visibile una piccola sedia savonarola;è l’unica cosa che in quella stanza si è salvata. Il resto dell’abitazione si sviluppa poi dalla parte opposta che credo non abbia subito danni e, con le precauzioni e la competenza tecnica degli operatori, abbiamo speranza di riuscire a recuperare qualcosa, sempre che non vi siano ulteriori crolli”

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All’arrivo della prima scossa del 26 ottobre   la signora Valeria e  la  sua famiglia, non erano in casa. Usciti dal lavoro si sono recati in piazza Cavour; erano al bar Centrale quando è arrivata la seconda scossa devastante delle 21 e 18. E’ la stessa signora a raccontare la concitazione di quei momenti: “ Sembrava il finimondo, è andata via la luce è caduto di tutto ed è stato un momento di forte difficoltà anche emotiva; mi sono ritrovata al centro della piazza del duomo erano caduti pezzi di cornicione, pietre. Pioveva a dirotto e la piazza era piena di gente, di studenti, ma il fatto che nessuno sia stato sfiorato o abbia riportato conseguenze, ha davvero del miracoloso. La paura ad un certo punto ha preso il sopravvento: ho visto scene dolorose: persone svenute, gente che gridava o che correva non si sa dove e in quale direzione. Uno scenario da bolgia dantesca. Siamo riusciti fortunatamente a scappare con l’auto che avevamo salvato e portato in piazza Cavour e i sospetti che il palazzo non fosse in buone condizioni li abbiamo già avuti passando al di sotto e notando anomalie alla struttura e ai muri portanti. La conferma l’abbiamo avuta tornando il giorno dopo; con la luce del giorno  ci siamo accorti che la struttura era completamente spostata nell’asse. Con la famiglia abbiamo raggiunto il Lazio ed io – racconta Valeria Copponi- ho sentito la terza scossa della domenica mattina a Genzano. Ero seduta sul letto nella camera dell’abitazione di mio zio. Il letto dondolava e lì per lì ho creduto in una mia suggestione, tanto ero rimasta sconvolta da quello che avevo vissuto a Camerino. Il movimento non si arrestava e guardando in alto ho visto il lampadario ondeggiare. Chiamando al telefono una mia amica di Camerino ho saputo che dalla parte del palazzo si vedeva un gran polverone segno che stava crollando. E’ stato terribile, ho avuto una fitta al cuore. Non ci sono parole- dichiara tra le lacrime Valeria- non c’è un vocabolario né un lessico per riuscire a spiegare le sensazioni e le emozioni di quei momenti”   

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