Via a Symbola: oggi discussione sulla ricostruzione e la rigenerazione dei territori

Martedì, 03 Luglio 2018 19:48 | Letto 969 volte   Clicca per ascolare il testo Via a Symbola: oggi discussione sulla ricostruzione e la rigenerazione dei territori “Nuovi sentieri di sviluppo dell’Appennino Marchigiano”. Questa la ricerca di Unicam illustrata oggi pomeriggio a Treia dal docente Massimo Sargolini, in occasione del Festival della Soft Economy che si concluderà sabato con una due giorni dedicata al seminario estivo della Fondazione Symbola.  Festival iniziato proprio stamane con un primo convegno dedicato alla fine dell’emergenza e all’avvio della ricostruzione. Per l’occasione è stato illustrato il Patto per lo Sviluppo e la Ricostruzione, elaborato dall’Istao e promosso dalla giunta regionale. Si tratta di un lavoro che si basa su sei pilastri: i servizi alla persona, il sistema produttivo, il territorio e l’ambiente, il patrimonio storico e culturale, il sistema infrastrutturale e il sistema della conoscenza.  Pomeriggio invece il tema era “La sfida della rigenerazione territoriale”. Hanno preso parte, per illustrare i vari scenari odierni, Sauro Longhi, rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Claudio Pettinari, rettore dell’Università di Camerino, il sindaco di Amandola, Adolfo Marinangeli e il sindaco di Belforte, Roberto Paoloni, Franco Capponi, coordinatore della commissione terremoto Anci Marche, e Antonio Mastrovincenzo, presidente del consiglio regionale. A presiedere l’incontro, Domenico Sturabotti, direttore della Fondazione Symbola.  Una ricerca, quella di Unicam, che Sargolini ha definito “impalcatura di una strategia di fondo”, senza la quale risulterebbe difficile affrontare qualsiasi tipo di ricostruzione. “Molti dei nostri borghi - ha detto - dovranno ripensarsi, rivedere l’assetto urbanistico. Con l’ordinanza 39 del Commissario Straordinario si può mettere in atto un progetto di ricomposizione delle comunità pensando al loro futuro”. Lo studio si sviluppa lungo 11 sentieri tutti però legati da un’unica parola d’ordine: il rinnovamento: “Si deve lavorare perché in questi territori si viva meglio, dunque servono azioni per rendere attrattivi i luoghi, e sulla mobilità e connettività. Serve il rilancio del patrimonio culturale come motore della rinascita dei territori, progetti pilota in contesti produttivi e paesaggistici. Particolare attenzione - ha aggiunto il docente - al made in Italy, al capitale green dell’Appennino e alle energie rinnovabili. Un altro sentiero può essere la valorizzazione e lo sviluppo della filiera zootecnica, la conoscenza e il monitoraggio costante della ricostruzione”. Dall’intervento del sindaco di Amandola è emersa la necessità di azioni rivolte agli anziani che compongono la maggior parte della popolazione cittadini, al contrario invece la pensano Roberto Paoloni e il rettore Pettinari: “Il Comune è in forte crescita - ha spiegato il sindaco di Belforte - è il secondo per natalità della provincia, con una media anagrafica bassa. Serve ambizione e programmazione. Noi abbiamo un modello di sviluppo legato ad una forte azienda del territorio, la Nuova Simonelli, ma non può essere solo questo. Dobbiamo migliorare nei servizi, smettere di fare politica in maniera egoistica, puntare su un turismo diverso, esperienziale, rivolto a persone che siano interessate alle nostre tipicità”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Pettinari che ha più volte ribadito la necessità di attrarre giovani e di non fossilizzarsi sulla più abbondante presenza degli anziani: “Purtroppo il tema di oggi è la coesione, ma da noi si parla ancora di individualità. Si parla di socialità ma temo si vada per la singolarità. Oggi come oggi, la superstrada Foligno-Civitanova è solo un grande ponte e se nel mezzo non mettiamo qualcosa, attività, lavoro, i nostri territori saranno solo dei dormitori. Voglio lavoro - ha incalzato - obiettivi temporalizzati. Se c’è lavoro, resisteranno anche i Comuni limitrofi. Mi preoccupo degli anziani, certo, ma se non ci sono giovani, il nostro intervento sociale sarà vano. Dobbiamo portare cose che li attraggano. Come? eccellenza, formazione, ricerca”. Capponi, nel suo intervento, ha illustrato come la ricostruzione stenti a partire a causa dei piccoli abusi edilizi per superare i quali non esiste ancora una legge: “Ci troviamo di fronte a situazioni che vengono dagli anni ’60-’70. Come Anci abbiamo proposto un limite alla decenza (quello del 20% per piccoli abusi effettuati prima del 2003) per le sanatorie. Si tratta di un abusivismo sanabile che però rappresenta   uno stallo che è devastante, specie nelle aree interne. Gli aggregati, in montagna, si bloccheranno a causa di questo e probabilmente anche le perpetrazioni”. Secondo Silvia Spinaci, di Cisl Macerata, per parlare di Patto di di sviluppo restano ancora aperte alcune questioni: il tema dei servizi alla persona, “la Regione è un grande assente nel suo ruolo di coordinare e programmare una rete dei servizi locali”; l’urgenza di ricomporre la governance, “tra progettazione strategica e gestione vera e propria non ci sono stati molti contatti. Da un lato si è progettato, dall’altro però quelle stesse strategia non sono state impiegate”; in ultimo, secondo Spinaci, non ci sarà rigenerazione se non si ricostruirà la fiducia: “la popolazione sente di essere abbandonata, nutre sfiducia nei confronti delle istituzioni”. A chiudere, il presidente del Consiglio delle Marche Antonio Mastrovincenzo che ha riassunto tutto con cinque parole chiave: “Grande visione, capacità di governance, competenza specifica, capacità di fare squadra e grande trasparenza. Spero che il nuovo governo vorrà lasciarci più liberi in tema di semplificazione della burocrazia. Servono finanziamenti ad azioni utili per lo sviluppo sostenibile, e poi controllo, programmazione e coordinamento, quindi una cabina di regia per il Patto dello Sviluppo. In termini di governance, dovremo arrivare ad una maggior sinergia tra Comuni e Regione, il tutto corredato dalla massima trasparenza e legalità del percorso di ricostruzione e rilancio”.g.g.

“Nuovi sentieri di sviluppo dell’Appennino Marchigiano”. Questa la ricerca di Unicam illustrata oggi pomeriggio a Treia dal docente Massimo Sargolini, in occasione del Festival della Soft Economy che si concluderà sabato con una due giorni dedicata al seminario estivo della Fondazione Symbola. 

Festival iniziato proprio stamane con un primo convegno dedicato alla fine dell’emergenza e all’avvio della ricostruzione. Per l’occasione è stato illustrato il Patto per lo Sviluppo e la Ricostruzione, elaborato dall’Istao e promosso dalla giunta regionale. Si tratta di un lavoro che si basa su sei pilastri: i servizi alla persona, il sistema produttivo, il territorio e l’ambiente, il patrimonio storico e culturale, il sistema infrastrutturale e il sistema della conoscenza. 

Pomeriggio invece il tema era “La sfida della rigenerazione territoriale”. Hanno preso parte, per illustrare i vari scenari odierni, Sauro Longhi, rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Claudio Pettinari, rettore dell’Università di Camerino, il sindaco di Amandola, Adolfo Marinangeli e il sindaco di Belforte, Roberto Paoloni, Franco Capponi, coordinatore della commissione terremoto Anci Marche, e Antonio Mastrovincenzo, presidente del consiglio regionale. A presiedere l’incontro, Domenico Sturabotti, direttore della Fondazione Symbola. 

Una ricerca, quella di Unicam, che Sargolini ha definito “impalcatura di una strategia di fondo”, senza la quale risulterebbe difficile affrontare qualsiasi tipo di ricostruzione. “Molti dei nostri borghi - ha detto - dovranno ripensarsi, rivedere l’assetto urbanistico. Con l’ordinanza 39 del Commissario Straordinario si può mettere in atto un progetto di ricomposizione delle comunità pensando al loro futuro”. Lo studio si sviluppa lungo 11 sentieri tutti però legati da un’unica parola d’ordine: il rinnovamento: “Si deve lavorare perché in questi territori si viva meglio, dunque servono azioni per rendere attrattivi i luoghi, e sulla mobilità e connettività. Serve il rilancio del patrimonio culturale come motore della rinascita dei territori, progetti pilota in contesti produttivi e paesaggistici. Particolare attenzione - ha aggiunto il docente - al made in Italy, al capitale green dell’Appennino e alle energie rinnovabili. Un altro sentiero può essere la valorizzazione e lo sviluppo della filiera zootecnica, la conoscenza e il monitoraggio costante della ricostruzione”.

Dall’intervento del sindaco di Amandola è emersa la necessità di azioni rivolte agli anziani che compongono la maggior parte della popolazione cittadini, al contrario invece la pensano Roberto Paoloni e il rettore Pettinari: “Il Comune è in forte crescita - ha spiegato il sindaco di Belforte - è il secondo per natalità della provincia, con una media anagrafica bassa. Serve ambizione e programmazione. Noi abbiamo un modello di sviluppo legato ad una forte azienda del territorio, la Nuova Simonelli, ma non può essere solo questo. Dobbiamo migliorare nei servizi, smettere di fare politica in maniera egoistica, puntare su un turismo diverso, esperienziale, rivolto a persone che siano interessate alle nostre tipicità”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Pettinari che ha più volte ribadito la necessità di attrarre giovani e di non fossilizzarsi sulla più abbondante presenza degli anziani: “Purtroppo il tema di oggi è la coesione, ma da noi si parla ancora di individualità. Si parla di socialità ma temo si vada per la singolarità. Oggi come oggi, la superstrada Foligno-Civitanova è solo un grande ponte e se nel mezzo non mettiamo qualcosa, attività, lavoro, i nostri territori saranno solo dei dormitori. Voglio lavoro - ha incalzato - obiettivi temporalizzati. Se c’è lavoro, resisteranno anche i Comuni limitrofi. Mi preoccupo degli anziani, certo, ma se non ci sono giovani, il nostro intervento sociale sarà vano. Dobbiamo portare cose che li attraggano. Come? eccellenza, formazione, ricerca”.

Capponi, nel suo intervento, ha illustrato come la ricostruzione stenti a partire a causa dei piccoli abusi edilizi per superare i quali non esiste ancora una legge: “Ci troviamo di fronte a situazioni che vengono dagli anni ’60-’70. Come Anci abbiamo proposto un limite alla decenza (quello del 20% per piccoli abusi effettuati prima del 2003) per le sanatorie. Si tratta di un abusivismo sanabile che però rappresenta   uno stallo che è devastante, specie nelle aree interne. Gli aggregati, in montagna, si bloccheranno a causa di questo e probabilmente anche le perpetrazioni”.

Secondo Silvia Spinaci, di Cisl Macerata, per parlare di Patto di di sviluppo restano ancora aperte alcune questioni: il tema dei servizi alla persona, “la Regione è un grande assente nel suo ruolo di coordinare e programmare una rete dei servizi locali”; l’urgenza di ricomporre la governance, “tra progettazione strategica e gestione vera e propria non ci sono stati molti contatti. Da un lato si è progettato, dall’altro però quelle stesse strategia non sono state impiegate”; in ultimo, secondo Spinaci, non ci sarà rigenerazione se non si ricostruirà la fiducia: “la popolazione sente di essere abbandonata, nutre sfiducia nei confronti delle istituzioni”.

A chiudere, il presidente del Consiglio delle Marche Antonio Mastrovincenzo che ha riassunto tutto con cinque parole chiave: “Grande visione, capacità di governance, competenza specifica, capacità di fare squadra e grande trasparenza. Spero che il nuovo governo vorrà lasciarci più liberi in tema di semplificazione della burocrazia. Servono finanziamenti ad azioni utili per lo sviluppo sostenibile, e poi controllo, programmazione e coordinamento, quindi una cabina di regia per il Patto dello Sviluppo. In termini di governance, dovremo arrivare ad una maggior sinergia tra Comuni e Regione, il tutto corredato dalla massima trasparenza e legalità del percorso di ricostruzione e rilancio”.
g.g.

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