Notizie di cronaca nelle Marche

A Caldarola è scattata l'ora X. Da tempo annunciati hanno, infatti, preso il via i lavori di demolizione degli edifici scolastici lungo Viale Umberto I che, prima del terremoto di agosto, ospitavano gli alunni della scuola dell'infanzia, primaria e secondaria.  Così dopo quasi un secolo di "onorato servizio" l'edificio, costruito nel 1919 sotto il regno di Vittorio Emanuele III al costo di 18300 lire, somma che il comune avrebbe saldato in 50 anni, diviene un cumulo di macerie e al suo posto sorgerà la nuova scuola progettata con criteri antisimici dall'Università di Venezia. Se ne va, così, un lungo pezzo di storia del paese dei cardinali Pallotta come è stato ben sottolineato lo scorso 3 febbraio dagli alunni del comprensivo "De Magistris" durante la cerimonia ufficile di saluto alla loro "cara vecchia scuola". Ruspe al lavoro, dunque, dopo mesi di discussione e rimpalli di responsabilità circa il da farsi, con continue promesse e immediate smentite da parte di "organi superiori", regionali e statali. Ora, comunque, "il dado è tratto" e da oggi la conformazione del viale alberato, porta d'accesso al centro storico di Caldarola, cambierà per sempre. 

 

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Affollata conferenza stampa presso la sede del COC a Camerino per presentare l’architetto Mario Cucinella, incaricato dal Comune a redigere il Piano strategico  per la ricostruzione. All’incontro, indetto dal sindaco Pasqui, dal presidente della Provincia di Macerata Pettinari, dal Presidente della Regione Marche Ceriscioli, erano presenti il Commissario straordinario per la ricostruzione Errani, l’Arcivescovo di Camerino- San Severino Marche Brugnaro, il Direttore della Scuola Architettura e Design Unicam Losco, Il Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio Marche Birrozzi, il Presidente dell’Unione Montana Marca di Camerino Gentilucci, il Direttore dell’Ufficio speciale ricostruzione post sisma Spuri. La conferenza è stata seguita con interesse anche da numerosi studenti e laureandi della Scuola di Architettura dell’università di Camerino che ha sede ad Ascoli Piceno. Subito il sindaco ha ceduto la parola ad Alessandro Gentilucci che a nome di una terra ferita e portatrice di grandi sentimenti e valori ha auspicato un percorso comune atto a ricostruire e rilanciare una Unione Montana fortemente colpita e devastata “ Possiamo farlo – ha rimarcato-  solo se c’è unità di intenti e se tutti insieme procediamo verso la stessa direzione nel rendere questo territorio appetibile, con infrastrutture importanti. Dobbiamo cogliere questo momento per poter trasformare un’energia negativa in energia positiva di rinascita”

E’ seguito l’intervento del primo cittadino che ha parlato del terremoto come dell’evento più drammatico vissuto da una terra che ha segnato, non solo il percorso culturale ma anche economico del Paese” Molte ripartente della nazione- ha osservato- derivano proprio dalla regione Marche”. Nel presentare l’architetto Cucinella, Pasqui ha dichiarato che

“ una terra così fortemente lesionata, credo  non possa meritare la sola attenzione della politica ma la politica deve essere attenta a capire i propri limiti e mettersi vicino chi ha le giuste capacità, utili a poter far sì che i nostri sogni le nostre speranze si possano guardare con concretezza e realtà e Mario Cucinella è la persona giusta al posto giusto per ridare a questa città quanto di importante conosciamo del passato, quanto sta facendo per il futuro nel presente ”.    

“ L’argomento è molto delicato- ha esordito Cucinella-Mi piace l’idea di chiamare la ricostruzione Sviluppo perché , è importante costruire ma dobbiamo cogliere l’occasione di un momento così difficile per il Paese, per migliorare questo territorio.

Ma da dove cominciare per creare il nuovo modello? “ Intanto- ha spiegato l’architetto Cucinella- si parte con la raccolta di tutte le informazioni in quanto, Camerino come altri luoghi ha tante informazioni che vanno messe insieme per poter dare delle risposte. Il tema centrale è quello della temporaneità paziente, perché costruiremo rapidamente ma ci vorrà del tempo. Saranno infatti i nuovi luoghi di Camerino con l’idea che il progetto della temporaneità diventerà comunque un qualcosa di non definitivo ma permetterà alla gente poi di tornare nella loro terra. Sarà dunque un periodo di tempo importante- ha sottolineato- caratterizzato dai nuovi luoghi del commercio e dell’abitare e dobbiamo costruirli in una maniera tale da lasciare una memoria positiva. Credo che in questo contesto l’obiettivo di tutti sia quello di realizzare qualcosa per poi tornare ad abitare il centro storico e aggiungere qualità a quei servizi che forse anche prima non c’erano; quello che si dibatte non è rifacciamo quello che c’era e basta ed è per questo che assolutamente lavoriamo sul tema delle scuole  e di quei servizi che aiutano le famiglie che stanno resistendo, tanto che nelle scuole stanno andando più bambini di prima e questo significa che c’è un forte attaccamento al territorio, allora diamo a loro dopo il dramma l’opportunità di costruire delle cose nuove per radicarsi ancora di più in queste zone. Credo che sia importante costruire una “ casa dei cittadini” , un luogo dove potersi confrontare e far conoscere quali sono le iniziative, far vedere che siamo insieme alla comunità in un lavoro per il futuro- ha osservato l’architetto-; il problema è che si è interrotto un processo di normalità e dobbiamo evitare che passi troppo tempo e la gente perda quella memoria che invece è elemento fondamentale dell’identità dei luoghi. Un luogo dove confrontarsi, alimentare e creare partecipazione attraverso il coinvolgimento delle persone, per progettare insieme un futuro, credo sia determinante perché, quel futuro che oggi narriamo è quello che ci permette di tener incollata quella memoria che non si deve rompere come un elastico. Seimila persone fuori dalla città, rappresentano il rischio di perdere le abitudini, allora, - ha rimarcato- prima di tutto i servizi, le scuole, i luoghi del commercio, iluoghi della normalità di tutti i giorni, e piano piano bisogna avere anche la pazienza di accettare che le cose non si fanno in due minuti”. La “ casa dei cittadini” è dunque allo studio anche con la Protezione civile; l’idea è quella di un piccolo luogo, una stanza dove la gente potrà conoscere tutte le indicazioni del piano di lavoro; un luogo aperto alla partecipazione di tutti anche attraverso giornate di dialogo. “ Credo che la cosa più difficile in questo momento sia proprio rimettere in moto un dialogo – ha precisato Cucinella- ; se le persone possono parlare, anche per esprimere la loro tensione, le paure legate al non conoscere il futuro, e trovare un luogo dove il futuro lo si sta facendo insieme, penso sia un’ancora che aiuti a mantenere viva anche l’idea che tutti insieme stiamo facendo. Questo è l’elemento determinante in quanto qui non si tratta di costruire solo l’hardware e rimettere insieme le cose, ma tenere insieme una comunità e anche tornare a praticare i riti, tornare nelle proprie chiese, poter usare una piazza, ritrovarsi al bar. Dobbiamo ricostruire un luogo dove le persone possano tornare a chiacchierare come facevano tutti i giorni. Viste dal di fuori sembrano particolari leggeri ma in realtà sono quelle relazioni invisibili con cui si costruisce una città. L’hardware va bene perché bisogna avere una casa ed un tetto sopra la testa ma costruiamo anche un luogo di relazione. Camerino è poi una città straordinaria, ricca di potenti beni culturali che sono motore per la sua economia, allora mettiamole in evidenza queste preziose peculiarità; Tra le cose che mi hanno colpito l’opera del Tiepolo e un teatro davvero magnifico; ricordo che dopo la seconda guerra mondiale nella città di Milano, pur bombardata e con conseguenti drammi umani, Toscanini fece un concerto alla Scala per dire “ questa città riparte dalla cultura”e noi dobbiamo fare questo, dare questi piccoli segnali a tutti i cittadini. Fare un evento a teatro anche tra un anno vuol dire riprendersi un po’ di “normalità” nei luoghi fondamentali della cultura. Che sono importanti ce ne accorgiamo sempre dopo quando ce li tolgono, ora abbiamo bisogno di non perderli più. Abbiamo davanti due tempi: lavoreremo innanzitutto su una temporaneità fuori dalla città e poi c’è l’altro tempo che non vuol dire iniziare un’operazione di recupero del centro storico a macchia di leopardo, come in parte è stato fatto a L’Aquila, ma cominciare dai bordi della città, ristrutturando per abitare in quanto, se noi partiamo senza una logica c’è il rischio che si ristrutturano immobili nel centro senza che sia possibile potervi andare. Suggeriremo pertanto una strategia che consenta di fare delle azioni affinché pian piano, dall’esterno verso l’interno, il centro storico possa essere recuperato e abitato. Ci sono delle parti della città  nelle quali è già possibile procedere rapidamente e, anche ridurre mano a mano la zona rossa pur se per piccoli segmenti,è un segnale importante . Ricordo che a L’Aquila, un anno dopo il terremoto, le persone dicevano che non si poteva vivere di sola periferia, perché tutti hanno bisogno di quei luoghi che sono nel loro dna; la strategia che stiamo iniziando e che stiamo studiando è quella che permetta piano piano di ristrutturare e abitare cosicché il centro storico possa riprendere il suo avvio sia nell’hardware che nel software. Bisognerà chiamarla una ricostruzione paziente, perché occorrerà avere pazienza.

Ai microfoni dei giornalisti l’architetto ha definito grave e soggetta ad attento studio la parte della città verso la Rocca, con la chiesa di santa Maria in via e una via di accesso di primaria importanza. “ In quell’area- ha rilevato- c’è già l’apertura verso il parco che è un luogo sicuro e si pottrebbe già lavorare lì e poi insieme alla Sovrintendenza poter capire cosa fare, perché la problematica della chiesa è davvero molto difficile da affrontare. Bisognerà per forza di cose trovare una strategia anche perché quello è uno dei pochi accessi alla città però i Beni Culturali hanno dato grande disponibilità e occorrerà anche essere veloci con la messa in sicurezza di quella chiesa che è condizione fondamentale per accedere al centro storico”.

L’architetto ha anche parlato di alcune demolizioni che possono rappresentare un’opportunità per Camerino, come quella riguardante l’edificio dell’ex tribunale in piazza Mazzini. “ Togliamo qualcosa di brutto che non sta più in piedi- ha detto-. Perché recuperarlo? Facciamoci invece una piazza nuova e utilizziamo questa opportunità, perché forse prima non avremmo potuto farlo. Oggi quell’immobile, anche tecnicamente, non ha senso e facciamo una demolizione che diventa operazione qualitativa. Non dimentichiamo poi che le vie di fuga a Camarino sono poche e, fa paura non poter uscire. Avere dei luoghi di apertura togliendo delle cose brutte, può essere un’idea vincente per prevenire quello che potrebbe succedere dopo. Iil lavoro è insomma complicato e complesso ma- ha ribadito il professionista- mi piacerebbe fare un lavoro insieme, discutendone. Le città sono infatti il luoghi dove la gente vive ed è molto attaccata anche al futuro; vuole sapere, vuole dire la sua  ed è giusto poter discutere con le persone della visione che abbiamo e per la quale è nostro desiderio vi sia condivisione.

Ha espresso tutta la sua soddisfazione di avere un grande professionista alla guida del progetto,  il presidente della Regione Ceriscioli” Onorati di avere un figura di assoluta qualità come quella dell’architetto Mario Cucinella che seguirà quello che è uno dei punti più importanti della nostra ricostruizione, in quanto, attraverso Camerino e il percorso necessario per la comunità di questo territorio, si crea anche un modello interessante per l’intero territorio marchigiano. E’ un modo- ha rimarcato- per dare grande qualità a questo percorso, facendolo partecipare ai cittadini e nel contempo riuscire a trovare un modo di ricostruire che restituisca sicurezza e bellezza alla nostra terra. Noi – ha concluso- siamo convinti che la scelta sia di straordinaria qualità e questo, può essere un momento di orgoglio per tutte le Marche”.

“ E’ innanzitutto la sicurezza quella che dobbiamo garantire ai cittadini che desiderano tornare nelle loro abitazioni-  ha detto il presidente della provincia Pettinari- La sicurezza non può significare non rispettare le nostre identità, la storia, le nostre architetture, la riconoscibilità del nostro territorio. L’altro aspetto da tenere in massima considerazione sono i servizi- ha aggiunto-; senza i servizi, senza le strade, senza i collegamenti, senza il trasporto pubblico, senza la sanità e senza tutti quei servizi che sono primari per la persona, perché un cittadino dovrebbe abitare qui, perché dovrebbe tornarvi? Le persone sono attaccate alla loro terra e stanno soffrendo per esserne state staccate e per loro, e soprattutto per i loro figli, dobbiamo riuscire ad offrire, non una speranza vuota, ma assicurare che tutti i beni e i servizi siano garantiti assolutamente, anzi siano ripristinati, in quanto molti sono stati anche ridotti o tagliati. L’altro aspetto da tenere in forte considerazione è quello socio-economico. Per abitare qui non servono solo case sicure e servizi, ma serve soprattutto lavoro, serve la possibilità di vivere, di fare progetti di vita per i nostri figli. Allora- ha concluso-il mettere tutto insieme con una corretta pianificazione e un progetto che consideriamo ottimo, non può prescindere dalle possibilità di sviluppo per un territorio già debole e in crisi, colpito duramente nel 1997 e oggi distrutto. Occorre molto di più e cioè il rilancio di tutto il sistema appenninico perché le aree interne sono una grande ricchezza, ma rischiano di diventare un grande deserto”.      

“ Possiamo vantare sicuramente la disponibilità di un grande uomo e di un eccellente tecnico.- ha dichiarato il sindaco Pasqui – Quello che a me interessava in questo tempo era dare al territorio una centralità e, farlo divenire plastico di una ricostruzione. Mi pare oggi di aver capito dalla bocca di tutti coloro che erano seduti attorno al tavolo decisionale per il futuro della nostra città e del territorio, che vi sia netta condivisione e che tutti pensino a questa terra come esempio per la nazione intera, sul come ricostruire. Avere un architetto come Mario Cucinella, uno dei massimi esperti al mondo dell’architettura, è anche sinonimo di garanzia”. 

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Visita nelle Marche del presidente nazionale UNPLI Antonino La Spina come segno di vicinanza delle Pro Loco d’Italia alle popolazioni terremotate. Accompagnato da una delegazione guidata dal presidente regionale Mario Borroni, La Spina si è recato prima in visita ad Arquata del Tronto e alle 13.30 circa è arrivato a Camerino. Ad accoglierlo c’erano il presidente provinciale Sergio Giorgi, il presidente della Pro Camerino Renzo Riccioni, tutti i colleghi alla guida delle associazioni di promozione turistica del territorio e la presidente regionale UNPLI Abruzzo Paola Di Francescantonio.

Momento conviviale condiviso nella mensa container di Vallicelle e a seguire, incontro con il sindaco Gianluca Pasqui arrivato poco dopo per portare il saluto della città. “ Stiamo cercando di portare la nostra vicinanza ai territori che stanno vivendo un reale dramma- ha detto La Spina- ; da un certo punto di vista quello che ci conforta, è vedere  il bel segnale di voler andare avanti e voler superare le tante difficoltà . Noi siamo qui per questo- ha aggiunto- per cercare di aiutare tutti i nostri operatori sul territorio affinchè possano mettersi alle spalle questo momento così drammatico e, nel contempo portare la vicinanza di tutte le Pro loco d’Italia, far capire che siamo una grande famiglia del Paese assolutamente vicina a chi sta soffrendo. Così come abbiamo fatto con le varie donazioni che sono arrivate da tutta Italia, è nostra intenzione essere partecipi e d’aiuto conc qualche cosa che possa arrecare utilità, per arrivare concretamente dove c’è il bisogno vero, dove vi siano le esigenze reali delle persone, per intervenire proficuamente, evitando sprechi o perdite di tempo”.

Durante il suo intervento il sindaco Pasqui ha lanciato un appello a favore delle associazioni, molte delle quali a seguito del sisma non hanno più una sede, e che rappresentano lo stimolo più significativo nella riaggregazione delle comunità. Il primo cittadino ha evidenziato l’importanza di inserire nel decreto di prossima uscita un’attenzione particolare proprio rivolta alle associazioni.

“Poter avere la possibilità di intervenire subito per non disperdere un immenso patrimonio che significa innanzitutto tradizioni da riprendere - ha sottolineato La Spina- trovo  sia molto importante, altrimenti il disagio non potrà che acuirsi. Le persone, almeno sotto alcuni aspetti, hanno bisogno di poter tornare ad una “normalità” , hanno bisogno di potersi riaggregare su alcune tematiche che possono essere quelle legate alle loro tradizioni, ai loro eventi e alle iniziative che accomunano e tengono uniti. La festa del patrono o un evento culturale – ha spiegato- sono elementi forti che riescono a farci ritrovare uno stare insieme legato alle nostre radici. La nostra visita ci ha fatto conoscere la realtà di tanti comuni anche piccolissimi dove sarà difficilissimo ricostituire un tessuto urbanistico ma almeno, manteniamo vive le tradizioni, anche se in altri modi, in altri luoghi, perché servono a mantenere vivo lo spirito reale della comunità”.

“ Mi auguro che questa attenzione per le associazioni possa trovare una risposta dal governo- ha affermato il presidente regionale Borroni- Auspichiamo che ogni ente faccia la sua parte per portare avanti questa esigenza per avere una voce forte che sicuramente potrà essere meglio ascoltata”.

A conclusione della sua visita il presidente nazionale dell’UNPLI ha incontrato il rettore Flavio Corradini, con il quale si è intrattenuto a colloquio insieme ai presidenti regionale e provinciale; infine la delegazione ha compiuto un giro nella zona rossa della città di Camerino.

gruppo rettore

 

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Non sarà una Pasqua come tutte le altre quella che si appresta a vivere la comunità di Caldarola, costretta, come noto, a fare i conti con i danni del terremoto, con l'intero centro storico, ancora zona rossa, chiuso dal 30 ottobre. La tradizionale processione del Lunedì dell'Angelo, giorno di festa più importante dell'anno per i caldarolesi, residenti e non, che da sempre si riunivano intorno alla venerata immagine della Vergine, non vedrà infatti il quadro originale della Madonna del Monte percorrere le vie del paese. La tela dipinta nel 1491 da Lorenzo D'Alessandro, su commissione del beato Francesco Piani, da sempre custodita nell'omonimo santuario nella piazza principale del paese dei cardinali Pallotta è stata, infatti, prelevata dalla sua sede per essere trasferita a San Severino, nel deposito dove si trovano custodite molte opere recuperate da chiese della diocesi di Camerino – San Severino ferite dal sisma. La decisione, fa sapere il parroco, si è resa necessaria per la realizzazione dei lavori all'interno del tempio visto l'aggravamento delle condizioni dell'edificio che, ora, necessita anche di una messa in sicurezza all'interno. Viene, così, a confermarsi il tradizionale detto caldarolese "Se non esce il Figlio non esce neppure la Madre", ad indicare nel corso degli anni che qualora non si fosse svolta la processione del Venerdì Santo (per cause metereologiche) non si sarebbe celebrata neppure quella del Lunedì di Pasqua.

 

tela in sicurezza

Ed in effetti, pur essendo regolarmente in programma la processione del Venerdì Santo con i quadri viventi della Via Crucis, grande assente sarà proprio il Cristo ligneo del 1600 che veniva portato in processione adagiato nel catafalco, statua non ancora recuperata dalle macerie della chiesa di San Gregorio. Quello che, però, attualmente "agita" i pochi residenti rimasti a Caldarola è il percorso scelto dal Comitato per la Via Crucis e la decisone della Pro Loco di dislocare il mercatino del Lunedì di Pasqua presso la zona industriale. L'ex sindaco Fabio Lambertucci, facendosi portavoce di altri cittadini, ha lanciato il sasso sui social. "Perchè – si chiede Lambertucci – è stato escluso Viale Umberto I, unica parte ancora fruibile del "vecchio" centro storico"? Così facendo – continua – quando lo faremo nuovamente rivivere?". Sembra che tale diniego, così fanno sapere dalla Pro Loco e dal Comitato Via Crucis, venga dall'Alto (dall'Amministrazione Comunale) adducendo motivi di incolumità e di sicurezza pubblica. Anche dall'amministrazione, però, giungono al riguardo voci discordanti. Si prennuncia, dunque, una Pasqua con sole, polemiche e tanti assenti.  

 

cristo morto

 

stazione

 

lunedi caldarola

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I Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Jesi hanno denunciato un 17 enne per possesso ingiustificato di grimaldelli e porto abusivo di armi. Il giovane (di origini romene) è stato sorpreso dai militari nel cuore della notte mentre si nascondeva - vestito di scuro – in una stradina poco illuminata nel centro abitato di Chiaravalle. Insospettiti gli uomini dell'Arma hanno bloccato il 17enne sottoponendolo ad un controllo nel corso del quale gli hanno rinvenuto addosso guanti, una torcia ed alcuni arnesi destinati a forzare porte o autovetture, tutto custodito in uno zaino. Alle domande dei militari sul motivo della sua presenza in quei luoghi, il minore si giustificava sostenendo di trovarsi in quel posto per connettersi ad una rete Wi-Fi libera. Le spiegazioni fornite non convincevano, però, i carabinieri che conducevano il giovane in caserma dove il materiale gli veniva sequestrato e lo stesso, affidato ai genitori, è stato denunciato alla Procura della Repubblica per i Minorenni per porto abusivo d’armi e possesso ingiustificato di chiavi o grimaldelli.

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Giunge dall'ASSM, azienda gestore del servizio idrico per la città di Camerino, la seguente comunicazione urgente di interruzione del servizio di erogazione dell'acqua potabile nel pomeriggio di questo martedì 4 aprile:

Si comunica che, per l’esecuzione di un intervento di riparazione indifferibile e urgente dell’acquedotto Collattoni, in località Vallicelle di Camerino, verrà sospesa l’erogazione del servizio di distribuzione acqua potabile a partire dalle ore 14.00 del giorno 04/04/2017, prevedibilmente fino alle ore 19.00 e, comunque, fino alla fine dei lavori.

Essendo l’acquedotto di Collattoni la principale adduttrice dell’acqua potabile di Camerino, fatte salve le capacità di accumulo dei serbatoi, sia pubblici che degli impianti privati, l’interruzione del servizio potrà interessare la quasi totalità del territorio comunale.

L’ASSM Spa, gestore del SII, chiede agli utenti, al fine di limitare i disagi, di ridurre, per quanto possibile, il consumo di acqua potabile negli orari indicati, si scusa con l’utenza per il disservizio e ringrazia anticipatamente per la collaborazione.

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Parte da Camerino, a livello regionale, la Campagna di Save the Children

“Illuminiamo il futuro” che, dal 3 al 9 aprile, toccherà anche San

Benedetto del Tronto, Fermo, Macerata, Ascoli Piceno. La presentazione

dell’iniziativa, dedicata al contrasto della povertà educativa, ha avuto

luogo nella sala riunioni del Campus di Unicam, presenti Anna Rosa

Cianci referente per le Marche di Save the Children”, Andrea Nobili

Garante regionale dell'infanzia e dell'adolescenza e Sara Spuntarelli

Delegata del Rettore Unicam al Coordinamento delle Attività per la

Valorizzazione della.Persona, Pari Opportunità, Trasparenza

“Per il lancio dell’iniziativa volta ad informare e sensibilizzare

sull’importanza delle opportunità educative per la crescita dei più piccoli-

ha detto Anna Rosa Cianci-nelle Marche, è stato scelto un luogo simbolo

di ricostruzione post-terremoto e Camerino, e la città ducale, luogo

nevralgico della cultura e sede di università tra le più antiche, assurge a

luogo simbolo di rinascita culturale. Qui “ il futuro non crolla” e non deve

nemmeno crollare la speranza di poter dare ai nostri figli, ai ragazzi e ai

bambini, la possibilità di un riscatto e dell’eliminazione delle povertà

educative. E’ bello pensare ad una rinascita del territorio che migliori le

condizioni dei minori e procuri ricchezza culturale”

A Camerino sarà in particolare coinvolto L’istituto Comprensivo Betti

dove, a partire dall’8 aprile, attraverso lavori interattivi, i ragazzi saranno

stimolati a trattare temi inerenti la Convenzione dei diritti dei minori

sensibilizzandoli alla consapevolezza di essere soggetti di diritti. Dai lavori

che coinvolgeranno il diritto all’ascolto e il diritto alla capacità di

espressione, si potrà capire come gli stessi ragazzi possano pensare,

sognare e progettare insieme luoghi che offrano loro l’opportunità di

esprimersi, lavorare insieme, fare sport, cultura, musica, sano svago.

In collaborazione con l’università di Camerino con la quale abbiamo una

convenzione continueremo a proporre incontri che trattino i temi del

Cyberbullismo, l’uso consapevole dei network . Ringraziamo per la

collaborazione anche l’assessorato ai servizi sociali del comune di

Camerino

La povertà educativa- ha sottolineato Anna Rosa Cianci- spesso è più

insidiosa di quella materiale che priva bambini e ragazzi della possibilità

di studiare e giocare in spazi adeguati o svolgere attività ricreative e

culturali, come fare sport, andare al cinema o al teatro o leggere un libro”

Giunta al suo quarto anno la campagna “ Illuminiamo il futuro” vedrà dal

3 al 9 aprile un susseguirsi di eventi e iniziative in tutta Italia con il

coinvolgimento di centinaia di associazioni, enti, scuole, istituzioni

culturali che hanno scelto di essere al fianco dell’Organizzazione.“ Che

nessuno resti a terra” è il messaggio lanciato dal Manifesto della

Campagna curato quest’anno dallo scrittore Eraldo Affinati. “ Tanti

aeroplani non partono,tanti sogni dei bambini rimangono a terra- ha

rimarcato la prof.ssa Cianci- I bambini hanno diritto a vedere realizzati i

loro sogni e per questo vorremmo che tutti gli aeroplani arrivassero a

destinazione “

Quanto alla situazione dell’infanzia nella regione Marche il garante

regionale Andrea Nobili ha parlato di una realtà molto attenta alle

tematiche in questione. “ Certo- ha detto- il livello di attenzione non va

mai abbassato. La povertà educativa è davvero molto subdola, in quanto

no è percepibile come la povertà assoluta o povertà economica e,

purtroppo negli ultimi anni assistiamo ad un fenomeno che è quello

dell’aumento di questo dato. Bene quindi tenere la guardia alta e

promuovere iniziative come quelle di Save the Children e mi sembra

particolarmente importante il fatto che questa campagna parta da

Camerino, città gravemente colpita dal sisma e che sia un modo per

accendere un riflettore ed affermare la piena tutela dei bambini che in

questo momento vivono una situazione ancora più impegnativa a causa

dell’evento sismico”.

“ Orgogliosi che “ Illuminiamo il futuro” parta quest’anno da Camerino e

di essere stati scelti come sede per il lancio dell’iniziativa che ci riempie di

entusiasmo- ha detto Sara Spuntarelli di Unicam- E’ con grande

attenzione che dobbiamo guardare ai minori che sono coloro che soffrono

maggiormente in questa situazione di emergenza. Save the Children nasce

come organizzazione di emergenza per il salvataggio dei bambini e delle

bambine.e quella che Camerino sta vivendo è una situazione di emergenza

sotto tanti profili.Abbiamo ritenuto che la campagna si sposi bene con le

nostre aspettative riguardo al futuro: Il futuro non crolla ed è illuminato da

queste iniziative. Comune ed IstitutoComprensivo hanno accolto con

entusiasmo gli incontri che si terranno l’uno questa settimana e l’altro il 22

aprile per riflettere insieme ai minori sulla situazione del post terremoto

attraverso l’ascolto dei ragazzi su come loro vivono questo momento che

deve diventare qualcosa da superare per tornare alla normalità nei limiti

del possibile, creando delle situazioni in cui possano tornare alla regolarità

del quotidiano, fatta di scuola e di tante altre occasioni. Un’istituzione di

ricerca e formazione come l’università non può non avere a cuore i

bambini, per i quali la società deve fare tutto il possibile per restituire il

migliore dei mondi possibile”.

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Partire da una ricerca di base multidisciplinare sulla biodiversità degli ecosistemi pastorali e

svilupparne un filone applicativo facendola diventare ricerca volta al sostegno del territorio e

delle aziende agro-zootecniche gravemente minacciate dai cambiamenti climatici. E’ una

delle finalità del progetto FAR Climapp, coordinato dal prof. Andrea Catorci di Unicam e

legato all’adeguamento dei sistemi pastorali e  produttivi di montagna ai cambiamenti

climatici. Nel suo insieme il progetto prevede due settori di attività dei quali l’uno è più

strettamente legato agli aspetti di ecologia vegetale e analizza la risposta dei sistemi di

prateria allo stress legato ai mutamenti climatici, l’altro riguarda invece la sostenibilità

economica dei processi di adattamento delle aziende agro- zootecniche alle mutate condizioni climatiche.

Proprio in questo ambito, nelle due giornate di venerdì 31 marzo e sabato 1 aprile, presso il

polo Lodovici dell’Università di Camerino, in collaborazione con il Prof. Maurizio Canavari

dell’Università di Bologna e con il coinvolgimento di numerosi partecipanti, si è svolto un

consumer test, a cui è seguita un’asta sperimentale, su alcuni formaggi prodotti all’interno del

progetto con tecniche e modalità atte a superare le criticità dovute all’inasprirsi delle

condizioni climatiche.

Come ha spiegato la prof.ssa Paola Scocco, tali cambiamenti stanno portando ad una sempre

crescente aridità che determina un più veloce impoverimento del valore nutrizionale del

pascolo e questo può determinare delle ricadute negative sulla qualità dei formaggi

prodotti. "Noi stiamo cercando di capire quali possano essere le azioni in grado di tamponare

questi effetti- ha detto la docente-  e, all’interno della sperimentazione, abbiamo utilizzato dei

gruppi di ovini, avvalendoci della preziosa collaborazione dell’azienda Di Pietrantonio di

Belforte. Abbiamo valutato la composizione chimica del latte, e del formaggio con esso

prodotto, in momenti differenti del ciclo stagionale, mentre un gruppo sperimentale di

ovini ha avuto un’integrazione alimentare nelle fasi più difficili del periodo estivo.

I tre formaggi che ne sono derivati hanno caratteristiche differenti e sono stati

precedentemente valutati da un panel di esperti del Centro Italiano di Analisi Sensoriale di

Matelica. Quello che ci interessa valutare è, da un lato il gradimento dei potenziali

consumatori verso questi formaggi e, dall’altro, la disponibilità dei consumatori a spendere

per un formaggio che ha delle caratteristiche particolari. Riteniamo che questo possa

rappresentare un aiuto importante per le aziende zootecniche della montagna, già in difficoltà

prima e ulteriormente danneggiate dal sisma”.

Aperta dai saluti del Rettore Flavio Corradini, con la interessata presenza del Rettore vicario

e del Direttore Amministrativo, l’iniziativa è stata valutata molto interessante e foriera di futuri

ampi sviluppi dallo stesso Corradini. ” Non mi è mai capitato di partecipare ad un evento del

genere– ha detto – ritengo che tutto questo sia molto interessante e penso che questo

metodo possa essere utilizzato proficuamente anche in altri settori.

Sui progetti FAR il nostro ateneo ha rivolto sempre massima attenzione - ha aggiunto- e su di

essi ha fatto importanti investimenti, che hanno condotto a risultati molto significativi. La

partecipazione al progetto degli economisti agrari dell’università di Bologna- ha dichiarato

Corradini- mi fa molto piacere e sono sicuro che questa sinergia potrà in futuro essere

ulteriormente implementata”

Ognuno dei partecipanti al test, seduto dalla sua postazione telematica,

ha potuto assaggiare i 3 tipi di formaggio pecorino proposti (identificati da un codice)

esprimendo un parere su ognuno attraverso la compilazione di un apposito

questionario. Successivamente ha avuto luogo un’asta sperimentale che è il metodo usato nei

sondaggi di mercato attraverso il quale si può capire il valore che i consumatori attribuiscono

al prodotto proposto dichiarando il prezzo che sarebbero disposti a pagare, per acquistarlo 

 

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“Il test dell’asta sperimentale- ha spiegato il prof. Canavari- è un metodo

di ricerca di marketing, utile per valutare il valore percepito dalle persone

per un determinato prodotto e per certe sue caratteristiche. E’ la prima

volta che collaboriamo con l’Università di Camerino su iniziative di questo

genere e ci auguriamo di poterlo fare anche in futuro, in quanto il lavoro di

ricerca sulla tecnologia, sui metodi di alimentazione e di allevamento è di

sicuro rilievo come pure è importante capire quanto queste innovazioni

siano percepite dal consumatore perché è lui che alla fine potrà dirci se il

lavoro che abbiamo fatto ha un valore, oppure no”.

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La ricerca di Unicam si mette dunque a servizio del sostegno economico

delle aziende e della promozione dei prodotti del territorio che devono

diventare testimonial diretti della montagna. Riuscire ad estendere questo

tipo di ragionamento ad un paniere più ampio di prodotti, potrebbe voler

dire ottenere un effetto amplificato e contrastare le difficoltà delle aziende,

ulteriormente inasprite dagli eventi sismici.

Carla Campetella

 

 

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