Notizie di cronaca nelle Marche
Punti di santificazione in dono al comune di Tolentino e non solo. È il bel gesto di Gualtiero Taborro, titolare della Sios srl di San Severino, azienda leader nel settore packaging. All’interno dei contenitori possono essere gettati i piccoli rifiuti come guanti e mascherine oppure fazzoletti monouso e possono essere dotati del necessario per disinfettarsi.

Con l’occasione il Sindaco Giuseppe Pezzanesi ha anche visitato l’azienda e si è complimentato con Taborro per la qualità della produzione, per l’organizzazione generale e per le tecnologie applicate.

“Ringraziamo la Sios, ricordando il fondatore Cavalier Luigi Taborro – ha sottolineato Pezzanesi -  per esserci vicina in questo particolare momento. La Sios è un’azienda moderna che produce prodotti di cartotecnica di grande qualità, anche certificati, che è patrimonio di tutto il territorio, che ha saputo unire un passato artigianale ad un importante presente industriale, molto attenta anche alla sostenibilità ambientale. I fratelli Taborro e la Sios, donandoci questi utilissimi punti di sanificazione, dimostrano un’attenzione particolare alla Comunità tolentinate e per questo li ringraziamo, unitamente agli altri soci e collaboratori. Con questo gesto hanno dimostrato il grande cuore che è proprio della nostra tradizione”.  

I punti di sanificazione sono stati donati anche ad altri enti e possono essere utili anche per tutti gli esercizi commerciali: “Abbiamo creato questo display – ricorda Gualtiero Taborro - che è molto utile per quanto riguarda l’istituzione del cosiddetto punto di sanificazione, nelle aziende, enti pubblici, esercizi commerciali. Sappiamo delle difficoltà di bilancio e quindi abbiamo voluto donare, come fatto anche con altri Comuni, anche a Tolentino, diversi punti di sanificazione. Ci auguriamo possano essere utili a contenere il coronavirus".
g.g.
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Mentre i Covid Hospital si preparano a tornare alle attività ordinarie, è scontro in consiglio regionale tra minoranza e maggioranza.
In particolare la risposta ai consiglieri della Lega in merito all'ospedale di Camerino arriva dall'assessore regionale, Angelo Sciapichetti, che in una nota replica ai rappresentanti del Carroccio: "Nell’emergenza Coronavirus la Lega e suoi rappresentanti, non avendo avuto modo, per dirla in termini calcistici di “toccare palla”, si affannano ogni giorno a fare comunicati stampa tesi a valorizzare il loro contributo in realtà inesistente o ininfluente se non per fini propagandistici ed elettorali".
Scende quindi nel particolare della mozione che chiede alla Giunta di ripristinare i servizi a Camerino e potenziare il nosocomio: "Nei giorni scorsi - precisa Sciapichetti - , la Lega si è affrettata a far sapere “urbi et orbi” che l’ospedale di Camerino verrà presto restituito alle sue importanti funzioni di presidio sanitario del territorio dell’Alto Maceratese. Peccato - commenta sarcastico Sciapichetti - che fosse già previsto al momento della conversione del locale nosocomio in ospedale Covid nella delibera di Giunta del 9 marzo scorso dove c’è scritto testualmente: al termine della fase straordinaria, l’assetto strutturale del servizio sanitario regionale sarà ripristinato come era precedentemente; eventuali tecnologie (e qui c’è il potenziamento) acquisite durante il periodo emergenziale, rimarranno patrimonio delle strutture che se ne avvalgono. Dunque, la mozione tanto sbandierata dai leghisti arriva quasi due mesi dopo e a nulla serve se non a fare propaganda elettorale".

GS
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È stato il tema principale dei dibattiti degli ultimi giorni, spaccando l'opinione pubblica e diventando spesso protagonista anche di fake news.
Si tratta dell'utilizzo del plasma dei soggetti guariti da Covid 19 anche nella Regione Marche.
Ad annunciare il percorso avviato nelle Marche era stato l'assessore regionale Angelo Sciapichetti: "C'è una sperimentazione in altri ospedali - ha detto - . Ora si farà anche nella nostra regione. Il problema è che bisogna essere molto cauti, si parla di una sperimentazione. Ci sono casi in cui i medici hanno detto che grazie al plasma ci sono stati dei miglioramenti, ma come per tutte le cose bisogna essere consapevoli che si tratta di una sperimentazione. Saranno le autorità sanitarie a validarne il percorso e l'efficacia".

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Angelo Sciapichetti

Sciapichetti è tornato sull'argomento anche dopo che la Lega ha chiesto di accelerare i tempi attraverso una mozione: "Il comitato etico regionale - ha risposto l'assessore - si è già riunito mercoledì scorso e ha già deciso che la sperimentazione negli ospedali marchigiani avrà inizio nei prossimi giorni".
Intanto le sezioni Avis si stanno preparando alle donazioni come spiega anche la presidente dell'associazione tolentinate, Ivana Ciucci: "Il responsabile per la partenza delle trasfusioni è per noi il Centro Trasfusionale di Macerata.

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Ivana Ciucci

Al momento abbiamo qualche potenziale donatore, ma la procedura non è ancora cominciata. Non appena il centro ci chiederà di inviare donatori idonei noi siamo pronti a contattarne anche altri".
A ribadire la necessaria cautela, spiegando che questo tipo di sperimentazione non può e non deve sostituire quella per il vaccino è Andrea Silenzi, medico specialista in Igiene e Medicina preventiva; attualmente in servizio all’Ats di Brescia, membro del consiglio direttivo del Centro di ricerca e studi sulla Leadership in Medicina, nella sede di Roma dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e vicepresidente vicario della SIMM, la Società Italiana Medici Manager.

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Andrea Silenzi

"Parliamo di un argomento che conosciamo da molto tempo - chiarisce - perchè l'utilizzo del plasma come trattamento per malattie infettive è qualcosa che conosciamo almeno quanto i vaccini. Sono trattamenti fatti per rispondere, in situazioni di urgenza, a malattie infettive che arrivano all'improvviso come il Covid 19, ma anche per gestire in urgenza situazioni che ben conosciamo come il tetano: se non sei vaccinato e sviluppi il tetano, in pronto soccorso si viene curati con le immunoglobuline ricavate dal plasma di soggetti donatori di sangue vaccinati per il tetano e opportunamente selezionati. Lo scopo è di conferire una protezione immediata contro la malattia, proprio quello che si sta provando a fare con il COVID19.
È stato provato anche per l'HIV, ma in quel caso non ha mai funzionato. Ovviamente in ogni caso è differente. La Comunità Scientifica sta vedendo quando e come utilizzarlo in situazioni critiche, ma è bene far passare il messaggio che non si tratta di una soluzione valida a sostituire il vaccino, né tantomeno un eventuale farmaco. Si sta lavorando per arrivare alla vaccinazione - prosegue - . Il vaccino dovrebbe essere pronto per l'inizio del 2021 grazie alla conoscenza che deriva da epidemie precedenti come la Sars. Sicuramente all'inizio non sarà disponibile per tutta la popolazione, ma saranno definite le categorie più fragili a cui sottoporlo prima degli altri. Quello che deve essere chiaro a tutti - conclude - è che il vaccino servirà a prescindere dalla sperimentazione con il plasma. Sono due cose differenti".

Giulia Sancricca

L'intera intervista di approfondimento al dottor Andrea Silenzi sarà pubblicata nella prossima edizione de L'Appennino Camerte.
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Una lettera al governatore Luca Ceriscioli per chiedere un sostegno per professionisti e piccole e medie imprese. A firmarla il presidente dell'Unione Montana Potenza Esino e Musone, Matteo Cicconi, a nome di tutti e 12 i sindaci che rappresenta.

L’emergenza epidemiologica e le misure di prevenzione del contagio conseguenti, sebbene condivisibili nel loro obiettivo di contenere il diffondersi del virus, rischiano di rappresentare un ostacolo insormontabile per tanti professionisti e per tantissime imprese del territorio. Con il protrarsi dell’emergenza - scrive Cicconi - è evidente, tantissime attività rischiano di non poter proseguire il loro lavoro, per l’assottigliarsi inesorabile dei ricavi. Penso ai tanti professionisti e agli autonomi, alle piccole Partite Iva, alle molte micro, piccole o medio imprese della nostra Regione". Ma il pensiero va soprattutto a quelle colpite dal terremoto che potrebbero subire conseguenze ancora più gravi. "Le poche attività che si erano timidamente riaffacciate sul mercato, o quelle che con molte difficoltà avevano deciso di restare, rischiano di essere spazzate via dalle misure di lockdown e di distanziamento sociale. Tantissime tra l’altro, rappresentano in molti piccoli borghi gli ultimi presìdi di socialità e di comunità, oltre che un’ultima speranza per mantenere popolati i nostri territori: penso al barbiere, al bar, alle strutture ricettive ai ristoranti". Da qui la richiesta al Presidente di predisporre interventi economici aggiuntivi rispetto a quelli nazionali. 
"Sono già molte le Regioni che si stanno muovendo in tal senso. A mero titolo di esempio, la Regione Lazio ha messo in campo dei prestiti di 10 mila euro senza interessi da rimborsare in cinque anni. Si tratta di interventi che mirano ad aiutare aziende e professionisti che si trovano in difficoltà economica in conseguenza del blocco delle attività. Per quanto poderose e inedite, infatti, le misure finora assunte a livello nazionale rischiano di non essere sufficienti. Per tale motivo richiediamo con forza che la Regione possa attivarsi per mettere a punto in tempi rapidi degli strumenti di tutela e sostegno alle attività economiche, calibrate - si conclude il testo - sulle esigenze del nostro tessuto produttivo e della nostra economia.
g.g.
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Futuro incerto per fiere ed eventi. Le regole imposte per il contenimento del Covid 19, che vedono in primo luogo le misure del distanziamento sociale non permettono di fare nessuna previsione su quando tali eventi potranno tenersi. Così manifestazioni come la Raci, Tipicità, Fiera dell'Usato, EdilExpò, eventi che rappresentano un importante riferimento economico per il territorio con un indotto che trascurabile, subiscono lo stop. "Al momento le prospettive non sono affatto rosee - dichiara Marco Crescenzi della Service Promotion - La nostra attività, infatti, si basa sul concentramento di persone e inevitabilmente sarà una di quelle attività che, chiuse per prime, riapriranno dopo di tutte. Ogni previsione, dunque, appare adesso impossibile".
Un periodo non breve di sospensione, dunque, quello che si prevede e nessun piano comune sembra essere stato studiato dagli operatori del settore. "Purtroppo - conclude Crescenzi - abbiamo il limite di non avere un'associazione di categoria che ci accomuni, ma ci basiamo soltanto su rapporti tra colleghi. Forse anche per questo sembra che le istituzioni ci abbiano abbandonato, mentre altri settori hanno la priorità".

f.u.
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Pubblicato dall'Asur Marche l'avviso di appalto aggiudicato per i lavori di adeguamento funzionale del Covid Hospital di Camerino. La struttura infatti è stata interessata da alcuni lavori urgenti per poter ospitare i malati di Coronavirus che sono costati circa 84mila euro oltre all'Iva al 20 per cento. Tre aziende su cinque di quelle coinvolte sono marchigiane, due del territorio maceratese.
L'opera che ha richiesto maggiori risorse è stata l'adeguamento impiantistico della lungodegenza e la fornitura di container, di cui si è occupata la ditta Elettrostella di Monsampaolo del Tronto, per 39mila euro. A seguire, 13mila euro sono stati impiegati per alcune opere di adeguamento edile affidati alla Edilvitali di Tolentino, e 12mila euro per impianti elettrici e verifiche ambientali affidati alla Engie Servizi di Roma. Ulteriori 12mila euro per la modifica delle canalizzazioni delle unità di trattamento dell'aria (ditta Mazzaferro di Ripe San Ginesio) e, per finire, 8mila euro è stato il costo delle opere di modifica degli impianti idrici e di climatizzazione curate dalla Cmp Gestioni Termiche di Terni. 
Dai prossimi giorni, dopo l'annuncio di Bertolaso che vede da domenica prossima già attivo l'ospedale in Fiera a Civitanova, il Covid Hospital di Camerino inizierà il trasferimento dei pazienti nel nosocomio della costa.
"Il primo ospedale a trasferire i pazienti - spiega il sindaco di Camerino, Sandro Sborgia - sarà quello di Civitanova perchè in una città come quella non possono esserci due strutture dedicate al Covid, è giusto che quell'ospedale abbia la priorità su questo. In maniera concomitante - prosegue - l'ospedale di Camerino procederà gradualmente allo spostamento dei pazienti attualmente ricoverati e dovrà tornare all'ordinaria attività.
Non siamo ancora in grado di definire i tempi - aggiunge - dipende dalla ricettività dell'ospedale in Fiera e dalle condizioni dei pazienti. Stando sempre alle dichiarazioni della Regione credo che intorno alla metà di giugno, al massimo entro la fine, il nostro ospedale sarà riconvertito per le ordinarie attività".

G.G.
















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Un Fondo Locale di solidarietà per venire in aiuto alle necessità di artigiani e commercianti di Camerino, le cui prospettive attuali e future sono messe a dura prova . E' l'idea lanciata dal dirigente dell'Istituto Comprensivo Betti di Camerino Maurizio Cavallaro e che in breve, ha ricevuto il plauso e l'adesione di tanti cittadini. "Si tratterebbe di un fondo dove chi vuole, tra i camerinesi, mette da € 10 in su, cui possono accedere artigiani e commercianti di Camerino, in caso di necessità. Così non dovremmo passare da banche o aguzzini vari, ma con una sorta di mutuo aiuto, ci si aiuterebbe tra di noi, con un patto tra gentiluomini, Per me ci dovrebbero essere solo tre persone a gestire i soldi, con rendicontazioni pubbliche, in modo che se magari un artigiano o commerciante o popolo delle partite IVA, un mese si trova scoperto per una bolletta  o per un pagamento, può chiedere i soldi al fondo e poi restituirli con comodo quando può ... e se può". Poche semplici parole, per rendere partecipe la frequentata  platea di facebook e ricevere un immediato riscontro di numerose adesioni e condivisioni.   
"Ho fatto i conti della serva- scrive Cavallaro-e, considerati i circa 1500 camerti dipendenti pubblici, con soli 10 euro a mese, si avrebbero a disposizione 150.000 euro l'anno da utilizzare solo per gli amici commercianti che sicuramente sino a fine anno non avranno gli introiti consueti. Così penso potrebbero essere evitate chiusure e difficoltà. Lo penso perché, conoscendo tutte le famiglie con i figli, se entrano in difficoltà queste famiglie, la nostra comunità rischia veramente grosso. Forse non abbiamo presente che l'Italia intera sta rischiando il crack. Almeno aiutiamoci tra noi". Un abbozzo d'idea che dovrà trovare perfezionamento ma che secondo il dirigente camerte, potrebbe servire ad evitare tanti passaggi burocratici, fidarsi degli amici con i quali si è cresciuti e mettere a disposizione quel poco che si ha in favore della propria comunità.
"In questa maniera- dice Maurizio Cavallaro- si velocizzerebbero le azioni per fronteggiare eventuali necessità o emergenze improvvise. Un'idea da meglio elaborare e ragionare ma che, considerata l'alta percentuale di dipendenti pubblici della città ducale, riuscirebbe a rappresentare un bel bilanciamento condiviso. Credo che a prescindere dalle fasi due o tre, la ripartenza vera si sposta verso i mesi di settembre e ottobre prossimi e lì sarà davvero dura per tutti. L'idea è quella della Banca di solidarietà o del Microcredito indiano, finalizzato appunto a far fronte a situazioni d'emergenza; una sorta di 'prestito d'onore' che viene dato anche sulla fiducia senza bisogno di tanta burocrazia. Un piccolo prestito che nell'immediatezza può evitare alle persone di incorrere in tante sanzioni come invece accade con i classici mutui. Già le persone che hanno commentato favorevolmente la mia proposta, potrebbero rappresentare una base discreta- conclude Cavallaro-. Ho intenzione di sentire anche il sindaco di Camerino, l'arcivescovo Massara e il Rettore di Unicam per vedere insieme se sarà possibile perfezionare questa proposta. Tante delle partite IVA sono persone con le quali sono cresciuto e ho pensato che la vita talvolta offre opportunità diverse. Questo è il momento di entrare in campo come comunità che, quando serve, si aiuta".
C.C.
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Aveva già portato il nome di Tolentino alla ribalta nazionale con la sua elezione a Miss Marche nel 2007, ma oggi che la sua città è in difficoltà, come l'intero Paese, a causa della pandemia, non si tira indietro e mette in campo le sue qualità di architetto per l'azienda di famiglia.
È stata Francesca Scattolini di Tuttarredo, infatti, insieme ai suoi familiari, a lanciare l'hashtag #unitipertolentino con la realizzazione di colonnine porta dispenser gel disinfettante mani e guanti per i commercianti della città e del territorio.

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Francesca Scattolini

"L'idea è nata inizialmente da mio fratello - dice la giovane tolentinate - che, essendo parte integrante di questa azienda familiare, ogni tanto ci lancia degli input e noi seguiamo i suoi consigli. Ci ha dato questa idea e in un pomeriggio è diventata realtà. Si tratta di un impegno attivo e gratuito per la nostra città e per i commercianti, categoria che ha subìto molto in questa fase".

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Il dispenser

Un modo per fare comunità in un altro periodo di difficoltà che Tolentino sta attraversando.
"Possiamo dire - prosegue - che noi siamo abbastanza temprati dopo il sisma ed altre situazioni difficili. Riusciamo a trovare il motivo e lo spunto per rialzarci e fare gruppo. Da questa idea è nato l'hashtah #unitipertolentino che ci auguriamo sia da spunto anche per altre aziende a dare il proprio contributo e sostegno, come meglio potranno".
E proprio a proposito di solidarietà, le colonnine saranno distribuite in due diversi modi: "Ai primi 50 esercenti che, dopo aver condiviso il post che rappresenta la colonnina, commenteranno scrivendo #unitipertolentino, sarà consegnata in modo totalmente gratuito una colonnina TXT che sta per Tuttarredo per Tolentino e devo dire - spiega Francesca Scattolini - che abbiamo già raggiunto l'obiettivo.
Per tutte le altre attività, tolentinati e non, la colonnina sarà disponibile al prezzo di costo, se ritirata nella nostra sede. Abbiamo ricevuto già richieste da Montappone, Passo di Treia e altre città vicine a Tolentino. Questo ci fa piacere".

Giulia Sancricca


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Venerdì, 08 Maggio 2020 08:51

Pian Perduto, proseguono i lavori

Se è vero che la montagna potrebbe essere uno dei tesori riscoperti per l'estate alle porte, la speranza è che a convincere i turisti a visitarla sia la riapertura della strada provinciale 136 “Pian Perduto” tra Castelsantangelo sul Nera  e Castelluccio di Norcia.
Con un servizio video avevamo visitato i cantieri quando l'inverno stava per diventare rigido ed i lavori avrebbero dovuto attendere il bel tempo.
Quando il sole è arrivato è stato il coronavirus a fermare la messa in sicurezza della strada.
Ora è il presidente della Provincia, Antonio Pettinari, ad annunciare la riapertura dei cantieri: da lunedì, gli operai che provengono da fuori regione, sono tornati al lavoro.

"Inoltre - scrive la Provincia in una nota - si lavora, in contemporanea, anche sul tratto consolidato nei mesi scorsi, sempre sulla provinciale “Pian Perduto”: in questo caso l’attività, portata avanti da un’azienda locale, è stata ripresa prima. Le maestranze stanno provvedendo all’installazione di barriere, alla realizzazione della zanella (utilizzata per far defluire le acque) e al completamento della massicciata della strada".

Il cantiere è diretto dall’ANAS come Soggetto Attuatore di Protezione Civile e del Ministero delle Infrastrutture de dei Trasporti e riguarda una strada ancora interrotta, in uno dei territori più colpiti dal sisma.

GS
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La sequenza sismica in atto da 4 giorni con epicentro nel comune di Amandola, ultima scossa di magnitudo 3.3 quella registrata oggi alle ore 12.31 dall'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, sta mettendo in apprensione la popolazione. A preoccupare è il ripetersi di questi eventi sismici, due dei quali  sono stati di una certa  intensità e avvertiti distintamente nelle province di Fermo, Ascoli e Macerata. A spiegarci scientificamente cosa sta accadendo è il geologo Emanuele Tondi, docente di Unicam e direttore delle nuova sede di INGV dell'ateneo di Camerino.
"Nel territorio comunale di Amandola è in corso uno sciame sismico, per la precisione a circa 4 km ad oves del centro abitato verso i Monti Sibillini. Lo sciame sismico in atto- spiega il prof. Emanuele Tondi-  si localizza appena fuori dalla zona destabilizzata dei terremoti del 2016, per cui non possiamo considerarle le scosse degli aftershocks della sequenza principale del 24 agosto 2016 che ancora non è finita. Vista però la vicinanza con quella sequenza, non possiamo tuttavia escludere che vi sia un'interazione.
Di solito gli sciami sismici durano alcuni giorni e poi vanno a terminare, ciò è avvenuto e avviene spesso nel territorio italiano- prosegue- tuttavia non possiamo sapere come evolverà, nel senso che comunque quella zona in passato è stata epicentro di terremoti non dell'intensità di quelli delle zone epicentrali del 2016( ndr Amatrice- Visso, Norcia) ma di certo importanti. In quella zona - sottolinea il prof. Tondi-, pur essendo minore rispetto a quella che caratterizza la dorsale appenninica, la pericolosità sismica resta comunque alta. I terremoti sono generati in questo caso da faglie più piccole e più profonde e purtroppo, trattandosi di zona che in passato ha generato terremoti anche più forti, è chiaro che esiste la possibilità  di scosse di maggiore intensità  rispetto a quelle verificatesi in questi giorni. La caratteristica del terremoto è infatti che avviene sempre nellle stesse zone e con caratteri simili; se dunque in passato si sono verificati eventi di una certa intensità con epicentro in determinate zone, lo stesso si verificherà anche in futuro. Nello specifico, prima o poi si ripeteranno terremoti simili a quelli che si sono avuti nel 1799 e nel 1873.  Il problema è che non possiamo sapere quando, ma è chiaro che più tempo passa dall'ultimo evento, più aumenta.la probabilità che si verifichi di nuovo. Noi dobbiamo essere comunque sempre pronti affinchè nel momento in cui si verifichi non crei danni; seguire le norme tecniche di costruzione in zona sismica, vuol dire avere edifici non vulnerabili dal punto di vista dei danni ed essere relativamente tranquilli". Certo, in un periodo di emergenza sanitaria come quella che stiamo vivendo, avvertire una scossa e fare mente locale che in realtà non si può uscire di casa, crea sicuramente un motivo di apprensione in più. "Questo è un problema aggiuntivo e a mio avviso -conclude il geologo- bisognerebbe cominciare a pensare ad una situazione di lockdown e ad una contemporanea emergenza sismica, anche non grave ma che comunque spinge le persone a stare fuori casa, anche la notte. Non  sarebbe un problema da poco, anche perchè non penso che una situazione del genere sia prevista da un piano di protezione civile, né comunale, né regionale e né nazionale. Credo dunque che andrebbero sviluppati anche queste tipologie di piani e di doppie emergenze simultanee. Non avevamo mai avuto prima un'emergenza sanitaria ma adesso che ci stiamo confrontando con essa, sbrighiamoci a prevedere la possibilità che durante un'emergenza sanitaria possano verificarsi anche delle crisi sismiche di rilievo". 
Carla Campetella
 

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