“Non una rinascita, perché non siamo mai morti, ma una crescita”. Determinato il rettore Unicam Claudio Pettinari nel giorno che ha visto la firma della prima ordinanza straordinaria del commissario Giovanni Legnini per la ricostruzione delle strutture danneggiate dal sisma del 2016. È l’ordinanza numero uno di questa “nuova generazione” di provvedimenti pensati dalla struttura commissariale per procedere spediti con la ricostruzione.
Quaranta milioni di euro per sette edifici che rappresentano il patrimonio dell’ateneo, della città e del territorio e sono: palazzo ducale, palazzo Ribechi, palazzo Battibocca, collegio Fazzini, San Domenico, Granelli ed edificio polo studenti.
“Grande soddisfazione - ha detto il rettore - non solo in Unicam ma in tutto il territorio, dalle montagne ad Ascoli Piceno, dove abbiamo le sedi collegate. È stato un percorso importante, grazie al Commissario è stato possibile accelerare questo cammino ed oggi possiamo guardare tutte le nostre strutture sapendo, in cuor nostro, che saranno tutte recuperate. Dico questo - ha precisato - perché c’era nell’animo di chi vive queste terre la paura che l’ateneo si fosse disamorato delle proprie strutture, quelle su cui questo ateneo è nato, cresciuto e diventato una eccellenza. Un ateneo che con tanti metri quadri in meno è riuscito ad avere in questi 4 anni un numero di studenti importante che non è diminuito, ma cresciuto. Aver mantenuto questi numeri è stato un duro lavoro, ma che ci rende felici. Questo anno, nonostante il Covid, è stato di ripresa anche sulle risorse che riusciamo ad attrarre per la ricerca. Significa che essa è viva e di interesse per l’intera nazione. Una ordinanza valida - ha detto riferendosi a quella formata stamattina - che ci permette di correre e se non lo facessimo sarebbe colpa nostra”.

Ha colto l’assist il commissario che, dopo la firma, ha dato simbolicamente in mano la responsabilità al rettore: “I docenti dell’ateneo hanno contribuito alla stesura dell’ordinanza - ha detto Legnini - . Senza il consenso pieno e la partecipazione attiva del Comune non sarebbe stato possibile, quando abbiamo scisso questa ordinanza da quella che a breve arriverà per la città. L’assessore regionale Castelli ha subito accompagnato questa nuova generazione di interventi, le ordinanze straordinarie che somigliano più ad un atto esecutivo ed hanno un contenuto più ampio per incidere sulla normativa vigente. Castelli è stato risolutivo nel chiedere di partire dall’ateneo. Non perché vogliamo lasciare indietro gli altri comuni, ma perché questa era matura e a brevissimo inizieremo con le ordinanze dei centri storici. L’ordinanza numero uno che abbiamo appena firmato vede sette interventi molto rilevanti per un totale di risorse superiore a 40 milioni di euro di cui 19 milioni erano già stanziati ed il resto viene predisposto con questo documento.
L’attuazione viene delegata all’ingegnere Gianluca Loffredo, il soggetto attuatore è l’università di Camerino a cui disponiamo la possibilità di rafforzare le strutture di supporto tecnico-amministrativo”.

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Consegna delle cravatte Unicam Castelli, Pettinari, Legnini, Sborgia

Ha sottolineato i tempi l’assessore regionale Guido Castelli: “Qualcuno disse che tra una causa e un effetto c’è un tempo, io credo che in questo caso ci sia stato un tempo ragionevole grazie a questa ordinanza. Un provvedimento che non è solo dell’Università di Camerino, perché reca la firma di quattro regioni e grazie a questo la cabina di coordinamento si conferma un punto da valorizzare per le future programmazioni importanti. È uno strumento agile per far sì che il centro Italia sia protagonista della ricostruzione, di una questione nazionale”.
Grande l’emozione per il sindaco Sandro Sborgia: “È come se questa ordinanza fosse stata fatta al Comune di Camerino - ha detto - e di questo sono davvero felice. In questa ordinanza vedo il rispetto di un impegno che è stato ricordato anche dal Capo dello Stato: la Repubblica ha il dovere di ricostruire il Centro Italia. Con l’ordinanza si adempie al dovere del Paese nei confronti di questi territori colpiti. Il significato va al di là di questo, perché per me la ricostruzione delle aree colpite dal sisma è un segnale importante anche per le comunità vicine a noi e in difficoltà. Faccio riferimento alla crisi dell’Elica. Ricostruire questi territori significa dare occasione di lavoro anche a chi la sta perdendo. Abbiamo tracciato un solco fondamentale per l’attivazione di una struttura normativa che sarà sicuramente da modello per tutto ciò che dovrà farsi più avanti e che potrà riguardare anche altre aree del Paese in difficoltà non solo per il sisma. L’università, per questa città e per tutto il territorio, è il motore economico, del pensiero di crescita e formazione. Non dobbiamo rinunciare all’idea che Camerino sia città di luogo di studio e la ricostruzione dei luoghi che lo permettono è fondamentale”.

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Pettinari, Legnini, Sborgia

Un risultato raggiunto grazie alla collaborazione di tanti soggetti, ha sottolineato Gianluca Loffredo: “Il frutto di questo lavoro è un prodotto olistico - ha spiegato - perché vi sono confluiti diversi pensieri e conoscenze in più ambiti e sono finalizzati a valorizzare gli edifici, ma anche a salvare un patrimonio artistico, storico, identitario e paesaggistico di questi luoghi. Uno sforzo unitario multidisciplinare per raggiungere e questo risultato. Ora bisogna ancora pedalare, ma lo facciamo cn grinta”.

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L’attenzione alla importanza dei luoghi storici che saranno recuperati è stata evidenziata dal pro rettore, Graziano Leoni: “Oggi sento che è stato fatto un grande passo avanti, sono cambiate le regole del gioco e riusciamo a vedere il futuro della nostra storia. La nostra università ha nelle radici un grandissimo valore, a cui deve la sua sopravvivenza. Purtroppo queste radici non sono visibili oggi, ma sono quello che ci manca molto: il nostro patrimonio storico custodito in queste sette costruzioni che presto potranno tornare alla luce”

GS

Ancora una volta il terremoto  ha messo a dura prova il patrimonio e le opere d'arte già provate dalla crisi sismica, che va avanti ormai da un anno e mezzo, a partire da Muccia, epicentro di tante scosse di assestamento ma soprattutto dell’ultima più forte, di magnitudo 4.6.

A fare il punto è Carlo Morosi, ingegneri dell’arcidiocesi di Camerino-San Severino: “Abbiamo effettuato un sopralluogo e la struttura più lesionata è risultata quella della chiesa di Santa Maria in Varano, di fronte al cimitero.
Lì si è verificato il crollo della cella campanaria ed  abbiamo recuperato la campana. ( sotto nella foto )
campana di Muccia 
 
Venerdì faremo un sopralluogo - ha aggiunto - coi tecnici del Mibact e della protezione civile per capire l’entità, l’importo del danno e dei lavori di restauro”.
Contemporaneamente, fa sapere Morosi, verrà effettuata la messa in sicurezza  per la salvaguardia dell’immobile e degli affreschi.
 
( sotto nella foto la chiesa di Santa Maria in Varano )
 
chiesa di Santa Maria in Varano primo piano
 
 
Ma Santa Maria in Varano non è l’unica chiesa che ha subito danni: “Un’altra che è stata lesionata - ha spiegato - è la chiesa di San Biagio, al centro di Muccia,
 
chiesa di san biagio a Muccia crollo camorcanna 
 
 
dove ci sono stati crolli  della camorcanna interna e nella parte posteriore dell’abside sono aumentate le lesioni. Da un primo sopralluogo anche il campanile già puntellato dai Vigili del Fuoco è stato danneggiato ulteriormente”. 
Per quanto riguarda le chiese del centro storico di Camerino, dove è impossibile entrare, domani mattina ci sarà modo di andare a controllare la situazione: “Con l’ingegnere del Comune controlleremo il palazzo Arcivescovile, la chiesa di Santa Maria in Via e il Duomo che sono state già messe in sicurezza e non dovrebbero aver subito ulteriori danni”.
 
Altri sopralluoghi sono stati effettuati dall'architetto Giovanni Falaschi, responsabile dell'ufficio Uccat dell'arcidiocesi di Camerino-San Severino, nei territori di Muccia e Pieve Torina. "Gravi i danni riportati dalle strutture che non hanno ancora beneficiato della messa in sicurezza, in particolar modo la chiesa di San Michele Arcangelo di Fiume (Pieve Torina). Foto
 
pieve torina s.michele arcangelo fiume
 
Anche la chiesa di San Giovanni Battista a Gagliano di Camerino fin ora agibile, ha riportato puntuali ma significativi danni. ( nelle prossime tre foto i danni dell'ultimo terremoto )
 
camerino s.giovanni b. gagliano 1 vela campanaria
 
 
camerino s.giovanni b. gagliano 2 vela campanaria
 
camerino s.giovanni b. gagliano 3 concio espulso
 
 
In particolar modo - ha precisato - ai maschi murari dei lati corti e alla vela campanaria.
Resiste stoicamente, nonostante sorga sull'epicentro, la chiesa di Santa Maria di Seggiole a Pieve Torina, i cui danni lievi in facciata e alla vela campanaria sfigurano rispetto a quelli riportati dalle altre chiese più lontane". 
g.g.
 
pieve torina s.maria delle grazie seggiole
 
Sotto nella foto la chiesa di S.Paterniano Antico a Pieve Torina
 
pieve torina s.paterniano antico
 
 
 

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