Il dibattito intorno all’abbattimento del Chiosco dei giardini “Giuseppe Coletti” di San Severino Marche si arricchisce di una nuova voce: quella di Luca Maria Cristini, architetto settempedano, che ha sottolineato come le valutazioni estetiche sul chiosco, seppur legittime, non debbano essere l’unico metro di giudizio per decidere sull’abbattimento o sull’ampliamento.
Cristini sposa quest’ultima soluzione: “Non vorrei che tra cinquant’anni, come accaduto per il chiosco precedente, o per il Municipio di Porto Sant’Elpidio, qualcuno rimpianga la struttura dell’ingegner Cona – ha affermato l’architetto –, visto che perderemmo un’opera architettonica che ha le sue peculiarità e la sua rilevanza. L’edificio si può comunque ampliare per esigenze funzionali. Chi lo ha gestito per molte estati ha dichiarato chiaramente che il chiosco non ha problemi funzionali, ma di gestione: se gestito bene può ancora essere efficace. Forse, con una spesa minore rispetto a quelle che andrebbero improntate per la demolizione e la ricostruzione di uno stabile più grande e che fondamentalmente non servirebbe a nessuno, potremmo restaurarlo donandogli dignità. Con l’ingente risparmio si dovrebbero piuttosto riqualificare le essenze arboree, ormai in stato di abbandono da anni”.

l.c.
Sta facendo discutere una parte della città di San Severino Marche la demolizione e costruzionedel Chiosco dei Giardini Pubblici “Giuseppe Coletti”. L’architetto Luca Maria Cristini ha avviato una raccolta firme giunta a 310 adesioni su https://www.change.org/noallademolizionedelchiosco e ha scritto anche alla soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche al fine di riconsiderare il progetto del nuovo edificio.

“Il progetto esecutivo per demolire e ricostruire il chiosco dello storico Giardino Pubblico “Giuseppe Coletti” di San Severino- scrive Cristini nella missiva- triplicato nelle dimensioni avrebbe già ottenuto l’autorizzazione della Soprintendenza, come si legge sulla stampa locale. Il giardino, voluto dal sindaco omonimo nel centro cittadino nel secolo XIX, è uno dei più significativi e antichi parchi urbani delle Marche, censito dagli uffici regionali, d’intesa con la Soprintendenza.

In origine, al posto del chiosco attuale, c'era una serra per i fiori e, di fronte a questa, un piccolo chiosco ottagonale in legno per la mescita di bibite. Proprio alla medesima funzione è destinata la struttura attuale, grazioso “chalet” modernista, progettato negli anni ’60 dall’ingegnere comunale Luigi Cona, professionista bene informato sulle tendenze architettoniche del tempo. Il pregio dell'edificio, a mio avviso, oltre che essere testimoniato dai preziosi schizzi e disegni tecnici originali che ancora oggi si conservano, sta nell’aver saputo coniugare le più moderne tecnologie costruttive del cemento armato, con l'uso della pietra locale da costruzione. Con quest’ultima sono realizzati i setti verticali, caratterizzati da una singolare, accuratissima posa in opera dei conci lapidei e dalle sagome umane ricavate nel loro spessore, una delle quali è passante ed evoca il celebre “Modulor” di Le Corbusier.”

Cristini, tornando al progetto del nuovo edificio, è critico verso il metodo adottato.“L'incarico viene formalizzato nelle vicinanze di Ferragosto, quando nessuno è attento all’albo pretorio, nessuna condivisione delle intenzioni è quindi riservata ai cittadini." Per quanto concerne il merito, Cristini critica la grandezza del nuovo immobile pari a 150 metri quadrati.

L’architetto interviene anche sui costi: “La spesa preventivata di 233.000 euro si potrebbe destinare al semplice restauro di quanto esiste. Il resto delle risorse potrebbero meglio essere impiegate per un programma di radicale manutenzione del verde. Si potrebbe anche realizzare all'interno del parco un percorso per disabili.” La lettera alla soprintendente chiude con un appello a “riconsiderare l’assenso alla demolizione del chiosco esistente ed alla costruzione di un edificio così grande e impattante in un contesto prezioso. “

La vicenda probabilmente non si chiuderà nell'immediato. Ascolteremo anche il parere dell'Amministrazione Comunale per riportare le ragioni della scelta effettuata.

Barbara Olmai

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