Chiosco dei Giardini a San Severino: continua il dibattito

Martedì, 13 Aprile 2021 13:46 | Letto 434 volte   Clicca per ascolare il testo Chiosco dei Giardini a San Severino: continua il dibattito Il dibattito intorno all’abbattimento del Chiosco dei giardini “Giuseppe Coletti” di San Severino Marche si arricchisce di una nuova voce: quella di Luca Maria Cristini, architetto settempedano, che ha sottolineato come le valutazioni estetiche sul chiosco, seppur legittime, non debbano essere l’unico metro di giudizio per decidere sull’abbattimento o sull’ampliamento. Cristini sposa quest’ultima soluzione: “Non vorrei che tra cinquant’anni, come accaduto per il chiosco precedente, o per il Municipio di Porto Sant’Elpidio, qualcuno rimpianga la struttura dell’ingegner Cona – ha affermato l’architetto –, visto che perderemmo un’opera architettonica che ha le sue peculiarità e la sua rilevanza. L’edificio si può comunque ampliare per esigenze funzionali. Chi lo ha gestito per molte estati ha dichiarato chiaramente che il chiosco non ha problemi funzionali, ma di gestione: se gestito bene può ancora essere efficace. Forse, con una spesa minore rispetto a quelle che andrebbero improntate per la demolizione e la ricostruzione di uno stabile più grande e che fondamentalmente non servirebbe a nessuno, potremmo restaurarlo donandogli dignità. Con l’ingente risparmio si dovrebbero piuttosto riqualificare le essenze arboree, ormai in stato di abbandono da anni”. l.c.
Il dibattito intorno all’abbattimento del Chiosco dei giardini “Giuseppe Coletti” di San Severino Marche si arricchisce di una nuova voce: quella di Luca Maria Cristini, architetto settempedano, che ha sottolineato come le valutazioni estetiche sul chiosco, seppur legittime, non debbano essere l’unico metro di giudizio per decidere sull’abbattimento o sull’ampliamento.
Cristini sposa quest’ultima soluzione: “Non vorrei che tra cinquant’anni, come accaduto per il chiosco precedente, o per il Municipio di Porto Sant’Elpidio, qualcuno rimpianga la struttura dell’ingegner Cona – ha affermato l’architetto –, visto che perderemmo un’opera architettonica che ha le sue peculiarità e la sua rilevanza. L’edificio si può comunque ampliare per esigenze funzionali. Chi lo ha gestito per molte estati ha dichiarato chiaramente che il chiosco non ha problemi funzionali, ma di gestione: se gestito bene può ancora essere efficace. Forse, con una spesa minore rispetto a quelle che andrebbero improntate per la demolizione e la ricostruzione di uno stabile più grande e che fondamentalmente non servirebbe a nessuno, potremmo restaurarlo donandogli dignità. Con l’ingente risparmio si dovrebbero piuttosto riqualificare le essenze arboree, ormai in stato di abbandono da anni”.

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