Tolentino. Gli archeologi spiegano il sito Mesolitico

Mercoledì, 15 Gennaio 2020 17:30 | Letto 778 volte   Clicca per ascolare il testo Tolentino. Gli archeologi spiegano il sito Mesolitico Una sala gremita ha assistito alla presentazione dei reperti del Mesolitico rinvenuti in contrada Pace dopo l’avvio dei lavori per il nuovo Campus scolastico. Ad aprire l’incontro il presidente della Provincia, Antonio Pettinari, che con molta franchezza si è rivolto alla Soprintendenza: “Quando si cominciano questi lavori - ha ammesso -  noi amministratori ci auguriamo che non ci siano scoperte di questo tipo e se ci sono l’augurio è che non ci sia un fermo di tanto tempo perché comunque ci interessa la fine dell’opera. Quello che chiediamo, infatti, è un punto di incontro con la Soprintendenza che permetta di tutelare e custodire questi ritrovamenti, permettendo però di proseguire i lavori. Abbiamo trovato reperti ovunque: per i lavori alla nuova scuola di San Severino, per quella di Tolentino, per una piccola bretella a Villa Potenza. Ho avuto modo di valutare, in alcuni casi, l’opera ineccepibile della Soprintendenza - ha concluso - che ci ha permesso di proseguire velocemente con i lavori, mentre per altri siamo stai fermi troppo tempo”. Infine, l’invito del presidente alla Soprintendenza per avere la sede della seconda Soprintendenza delle Marche in provincia di Macerata per la quale metterebbe a disposizione anche gli uffici arredati, visti i diversi siti presenti in provincia e le difficoltà dovute al sisma. “Quello di Tolentino è un caso molto fortunato - ha detto la Soprintendente Maria Mazza - . Una occasione importante per restituire alla comunità, in un convegno come questo, una ricchezza storica di valore”. Ad introdurre l’argomento i funzionari della Soprintendenza Finocchi e Mazzieri che hanno ricordato che si tratta di un sito, quello scoperto, frequentato dagli ultimi raccoglitori, cacciatori, in cui non c’era ancora forma di insediamenti fissi. Qui gli uomini hanno preparato le armi, cacciato le prede e quindi è una organizzazione spaziale dell’area. Poi l’intervento di Marco Peresani dell’Università di Ferrara: “In Italia si registra la presenza dei primi uomini nelle zone meridionali della penisola e, lungo lo stivale, ci sono situazioni e ambienti che hanno ospitato questi primi abitanti. Da queste prime frequentazioni l’uomo ha migliorato la propria sopravvivenza fino a lasciare tracce del suo passaggio. Le Marche sono un tassello di tutto questo che ha prodotto evidenze e risultati importanti, ne sta producendo e continuerà a farlo grazie ai continui ritrovamenti. Il vantaggio di questa regione è che i manufatti ritrovati sono esposti in diversi musei”. Il primo cittadino, Giuseppe Pezzanesi, ha ricordato che “si tratta di un percorso che ha cambiato il mio modo di vedere alcune cose. Si è aperta - ha detto - una sensibilità e una voglia di conoscere le cose davvero grande. Vorrei che il futuro ci possa vedere ancora più collaborativi. Questo è un bacino di riferimento che ha una bella storia alle spalle, non è stato un momento di flessione o arresto, perché il cantiere della scuola non si è bloccato, ma allo stesso tempo l’accampamento ritrovato ha fatto il suo cammino. Mentre sta per nascere una struttura che appartiene al futuro come la scuola c’è stata la scoperta di qualcosa che appartiene al passato. La ritengo davvero una fortuna, un segno dal cielo”. Hanno concluso con approfondimenti sul Mesolitico la professoressa Fontana dell’Università di Ferrara e gli archeologi di ArcheoLab che hanno chiarito i risultati attesi e gli obiettivi degli studi. L’argomento sarà approfondito nel settimanale L’Appennino Camerte, nel l’uscita della prossima settimana. GS
Una sala gremita ha assistito alla presentazione dei reperti del Mesolitico rinvenuti in contrada Pace dopo l’avvio dei lavori per il nuovo Campus scolastico.

Ad aprire l’incontro il presidente della Provincia, Antonio Pettinari, che con molta franchezza si è rivolto alla Soprintendenza: “Quando si cominciano questi lavori - ha ammesso -  noi amministratori ci auguriamo che non ci siano scoperte di questo tipo e se ci sono l’augurio è che non ci sia un fermo di tanto tempo perché comunque ci interessa la fine dell’opera. Quello che chiediamo, infatti, è un punto di incontro con la Soprintendenza che permetta di tutelare e custodire questi ritrovamenti, permettendo però di proseguire i lavori. Abbiamo trovato reperti ovunque: per i lavori alla nuova scuola di San Severino, per quella di Tolentino, per una piccola bretella a Villa Potenza. Ho avuto modo di valutare, in alcuni casi, l’opera ineccepibile della Soprintendenza - ha concluso - che ci ha permesso di proseguire velocemente con i lavori, mentre per altri siamo stai fermi troppo tempo”.

Infine, l’invito del presidente alla Soprintendenza per avere la sede della seconda Soprintendenza delle Marche in provincia di Macerata per la quale metterebbe a disposizione anche gli uffici arredati, visti i diversi siti presenti in provincia e le difficoltà dovute al sisma.

“Quello di Tolentino è un caso molto fortunato - ha detto la Soprintendente Maria Mazza - . Una occasione importante per restituire alla comunità, in un convegno come questo, una ricchezza storica di valore”.

Ad introdurre l’argomento i funzionari della Soprintendenza Finocchi e Mazzieri che hanno ricordato che si tratta di un sito, quello scoperto, frequentato dagli ultimi raccoglitori, cacciatori, in cui non c’era ancora forma di insediamenti fissi. Qui gli uomini hanno preparato le armi, cacciato le prede e quindi è una organizzazione spaziale dell’area.

Poi l’intervento di Marco Peresani dell’Università di Ferrara: “In Italia si registra la presenza dei primi uomini nelle zone meridionali della penisola e, lungo lo stivale, ci sono situazioni e ambienti che hanno ospitato questi primi abitanti. Da queste prime frequentazioni l’uomo ha migliorato la propria sopravvivenza fino a lasciare tracce del suo passaggio. Le Marche sono un tassello di tutto questo che ha prodotto evidenze e risultati importanti, ne sta producendo e continuerà a farlo grazie ai continui ritrovamenti. Il vantaggio di questa regione è che i manufatti ritrovati sono esposti in diversi musei”.

Il primo cittadino, Giuseppe Pezzanesi, ha ricordato che “si tratta di un percorso che ha cambiato il mio modo di vedere alcune cose. Si è aperta - ha detto - una sensibilità e una voglia di conoscere le cose davvero grande. Vorrei che il futuro ci possa vedere ancora più collaborativi. Questo è un bacino di riferimento che ha una bella storia alle spalle, non è stato un momento di flessione o arresto, perché il cantiere della scuola non si è bloccato, ma allo stesso tempo l’accampamento ritrovato ha fatto il suo cammino. Mentre sta per nascere una struttura che appartiene al futuro come la scuola c’è stata la scoperta di qualcosa che appartiene al passato. La ritengo davvero una fortuna, un segno dal cielo”.

Hanno concluso con approfondimenti sul Mesolitico la professoressa Fontana dell’Università di Ferrara e gli archeologi di ArcheoLab che hanno chiarito i risultati attesi e gli obiettivi degli studi.




L’argomento sarà approfondito nel settimanale L’Appennino Camerte, nel l’uscita della prossima settimana.




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