ll Pittore Falcioni illustra in un quadro un Canto di Dante

Giovedì, 18 Febbraio 2021 18:10 | Letto 1764 volte   Clicca per ascolare il testo ll Pittore Falcioni illustra in un quadro un Canto di Dante Un quadro del giovane pittore matelicese Mauro Falcioni è stato selezionato dallo storico e critico d’arte Giorgio Gregorio Grasso per la mostra esposta nella Fondazione d’Arte Contemporanea di Milano per rendere omaggio ai 700 anni dalla morte di Dante. “La Divina Commedia illustrata con le opere degli artisti” è il titolo dell’evento che porta in visione la capacità di giovani artisti del panorama italiano di interpretare alcune scene dei canti danteschi. Da sempre appassionato di arti visive e illustrazione, Mauro si forma in grafica per il web senza mai abbandonare la sua vera vocazione: il disegno a mano libera. Da autodidatta, negli anni dell’adolescenza, attraversa diversi registri stilistici: dal fantasy a rappresentazioni più figurative, fino a trovare nella chiave surrealista le soluzioni più efficaci per esprimere il proprio sguardo sul mondo. Per questa mostra ha realizzato un quadro in cui interpreta una storia tratta dal 28esimo Canto dell’Inferno dantesco, dove ci sono i seminatori di discordia. Tra i dannati vi è anche Bertram dal Bornio. “Un militare e poeta che aizzó con le sue composizioni di stampo politico-militaresco il principe dInghilterra Enrico III (detto il re giovane) contro il padre Enrico II.Su di lui si può osservare la legge del contrappasso: dal momento che nella vita aveva fatto separare due persone che si volevano bene, allinferno è costretto a vagare nelle Malebolge con la testa separata dal corpo, che tiene in mano come una lanterna. Nel mio quadro Bertram dal Bornio rappresenta il politico che, specificatamente in questa epoca, ritengo sia un seminatore di discordie. Questo è il motivo per cui lho raffigurato strisciante. Laltro motivo per il quale ho scelto di rappresentare questo Canto, è perché l’ho voluto dedicare a mio padre che è scomparso un anno fa a causa di una malattia. Con lui avevo un rapporto complicato anche se ci volevamo molto bene e la politica era proprio un argomento che ci teneva veramente separati.” Mauro falcioni nel suo modo di raccontarsi, nella pittura, esprime il suo mondo, un mondo fatto di gatti. “Tra le mie passioni c’è la psicanalisi. Tra le letture fatte anni fa, ci sono quelle sulla psicoanalisi junghiana. Mi aveva colpito molto il concetto dell’ombra, della gestione della parte istintuale di noi stessi. Quando cominciai a fare questi lavori decisi di rappresentare l’individuo diviso tra ragione e istinto. Per la ragione decisi di rappresentare un individuo spersonalizzato, perché comunque quello di cui parlo sono condizioni umane, quindi che riguardano tutti, affiancato e guidato spesso da un felino perché per me il felino rappresenta listinto per eccellenza e poi i gatti hanno questa particolarità, tanti credono che nel buio vedono perfettamente invece hanno bisogno di una piccola fonte di luce, gli basta la luce della luna. Grazie alla luna attraversano il buio, proprio come gli esseri umani che grazie ai sogni e ai desideri attraversano i periodi difficili della vita.”La provincia è capace di esprimere talenti. Sarebbe più facile valorizzarli dove sono nati e dove si sono formati. Gli artisti possono rappresentare un modo diverso e libero di leggere la complicata realtà, potrebbero essere un arricchimento per chi vive loro vicino. Peccato che spesso gli artisti debbano trovare fuori dalla provincia qualcuno capace di accoglierli. Ma daltronde i gatti di Mauro vanno incontro alla Luna, camminano alla ricerca di nuovi mondi da esplorare. Barbara Olmai
Un quadro del giovane pittore matelicese Mauro Falcioni è stato selezionato dallo storico e critico d’arte Giorgio Gregorio Grasso per la mostra esposta nella Fondazione d’Arte Contemporanea di Milano per rendere omaggio ai 700 anni dalla morte di Dante.

“La Divina Commedia illustrata con le opere degli artisti” è il titolo dell’evento che porta in visione la capacità di giovani artisti del panorama italiano di interpretare alcune scene dei canti danteschi. Da sempre appassionato di arti visive e illustrazione, Mauro si forma in grafica per il web senza mai abbandonare la sua vera vocazione: il disegno a mano libera. Da autodidatta, negli anni dell’adolescenza, attraversa diversi registri stilistici: dal fantasy a rappresentazioni più figurative, fino a trovare nella chiave surrealista le soluzioni più efficaci per esprimere il proprio sguardo sul mondo.

Per questa mostra ha realizzato un quadro in cui interpreta una storia tratta dal 28esimo Canto dell’Inferno dantesco, dove ci sono i seminatori di discordia. Tra i dannati vi è anche Bertram dal Bornio. “Un militare e poeta che aizzó con le sue composizioni di stampo politico-militaresco il principe d'Inghilterra Enrico III (detto il re giovane) contro il padre Enrico II.Su di lui si può osservare la legge del contrappasso: dal momento che nella vita aveva fatto separare due persone che si volevano bene, all'inferno è costretto a vagare nelle Malebolge con la testa separata dal corpo, che tiene in mano come una lanterna.

Nel mio quadro Bertram dal Bornio rappresenta il politico che, specificatamente in questa epoca, ritengo sia un seminatore di discordie. Questo è il motivo per cui l'ho raffigurato strisciante. L'altro motivo per il quale ho scelto di rappresentare questo Canto, è perché l’ho voluto dedicare a mio padre che è scomparso un anno fa a causa di una malattia. Con lui avevo un rapporto complicato anche se ci volevamo molto bene e la politica era proprio un argomento che ci teneva veramente separati.” Mauro falcioni nel suo modo di raccontarsi, nella pittura, esprime il suo mondo, un mondo fatto di gatti. “Tra le mie passioni c’è la psicanalisi. Tra le letture fatte anni fa, ci sono quelle sulla psicoanalisi junghiana. Mi aveva colpito molto il concetto dell’ombra, della gestione della parte istintuale di noi stessi.

Quando cominciai a fare questi lavori decisi di rappresentare l’individuo diviso tra ragione e istinto.
Per la ragione decisi di rappresentare un individuo spersonalizzato, perché comunque quello di cui parlo sono condizioni umane, quindi che riguardano tutti, affiancato e guidato spesso da un felino perché per me il felino rappresenta l'istinto per eccellenza
e poi i gatti hanno questa particolarità, tanti credono che nel buio vedono perfettamente invece hanno bisogno di una piccola fonte di luce, gli basta la luce della luna. Grazie alla luna attraversano il buio, proprio come gli esseri umani che grazie ai sogni e ai desideri attraversano i periodi difficili della vita.”

La provincia è capace di esprimere talenti. Sarebbe più facile valorizzarli dove sono nati e dove si sono formati. Gli artisti possono rappresentare un modo diverso e libero di leggere la complicata realtà, potrebbero essere un arricchimento per chi vive loro vicino. Peccato che spesso gli artisti debbano trovare fuori dalla provincia qualcuno capace di accoglierli. Ma d'altronde i gatti di Mauro vanno incontro alla Luna, camminano alla ricerca di nuovi mondi da esplorare.

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