Paolo Rumiz & Orchestra ESYO in “Trans Europa Express”. Concerto il 20 luglio al Benedetto XIII

Martedì, 17 Luglio 2018 21:59 | Letto 1751 volte   Clicca per ascolare il testo Paolo Rumiz & Orchestra ESYO in “Trans Europa Express”. Concerto il 20 luglio al Benedetto XIII Prende ufficialmente il via la collaborazione tra l’Università di Camerino e la European Spirit Of Youth Orchestra, fondata e diretta dal maestro Igor Coretti Kuret. A suggellare il connubio sarà “ Trans Europa Express- Tamburi di Pace 2018”, che vedrà l’ Orchestra sinfonica di 70 giovani provenienti da 11 paesi d’Europa, esibirsi in concerto all’auditorium Benedetto XIII il prossimo venerdì 20 luglio. Nato nel 2015 dal sodalizio con lo scrittore Paolo Rumiz, il progetto “ Tamburi di Pace” per il quarto anno consecutivo, insieme all’orchestra diretta dal maestro Kuret, offrirà il miracolo di un’Europa ‘sinfonica’, fondendo la narrazione delle storie dello scrittore triestino con la musica di Bach, Sibelius, Caikovskij, Rossini, Musorgskij, Elgar, Rachmaninov. Il Concerto di Gala patrocinato dalla Camera dei Deputati, una delle tappe della tournée estiva dell’orchestra, è previsto il 20 luglio a partire dalle ore 20.30, subito dopo la cerimonia d’inaugurazione del nuovo Centro per la Musica e per le Arti Figurative Unicam, alla presenza del Rettore Claudio Pettinari, del coordinatore prof. Gilberto Pambianchi e del Direttore Artistico M° Igor Coretti Kuret. Con la creazione del “ Centro per la musica e le arti figurative , attraverso le attività del Coro universitario e la ESYO, l’ateneo di Camerino ha inteso rilanciare il territorio e, per il mezzo della musica e dell’arte, promuoverlo a livello nazionale e internazionale Appassionato l’intervento del rettore Pettinari alla conferenza di presentazione , nell’illustrare il percorso che ha portato alla collaborazione, definendola un progetto di alta valenza formativa e interculturale, che l’ateneo ha voluto sostenere con forza, abbracciando i valori del dialogo tra culture diverse e dello spirito di condivisione, civiltà e socialità che sono alla base dell’Orchestra di giovani. “Musica e parole è il messaggio da cui ripartiamo- ha detto Rumiz – La sinergia che si è creata, sancisce un’alleanza tra un’esperienza musicale filoeuropea e un luogo espresso dalla sua università nell’Appennino. Il rapporto che esiste tra l’idea europea e l’Appennino è fortissimo, perché vi è nato San Benedetto, protettore d’Europa ed è dall’Appennino che in un momento di sbandamento totale, è nato il messaggio di ricostruzione. In questa nostra esperienza noi quasi tutti veniamo dal nord del Paese e, personalmente, da 12 anni batto sistematicamente questa terra e , ormai, sono diventato un fan dell’Appennino; qui ho trovato un’umanità e una capacità di resistenza e di ricostruzione che è un capitale che l’Italia non può permettersi di ignorare. Non posso pensare che una terra così centrale nei nostri destini, che è stata visitata da milioni di pellegrini, attraversata da eserciti, contesa dai più grandi regnanti d’Europa, questa terra che ha visto nascere l’Impero romano e il fondatore dell’ideale europeo Benedetto, sia considerata periferica, da un Paese come l’Italia che ne consenta l’abbandono. Noi come Orchestra ci presentiamo qui, non solo per fornire una leziosa colonna sonora a un discorsetto sull’Europa. Noi vogliamo essere invece un simbolo, una bandiera di coloro che non se ne vogliono andare; vogliamo essere anche un segnale alla politica sempre più distratta in questo Paese. Con la nostra presenza- ha continuato Rumiz- vorremmo dunque essere una spina nel fianco in coloro che credono che questo sia il momento di disfare l’Europa. Io ho dei nipotini, di fronte ai quali ho il dovere di lasciare un Paese possibilmente in condizioni non peggiori da quelle che ho ereditato dai miei genitori e quindi , a costo di essere un’esigua minoranza, sento l’obbligo di portare avanti un pensiero europeo. Il M° Igor Coretti Kuret – ha aggiunto lo scrittore- è triestino come me, sloveno di madre lingua, ed è il grande pedagogo di questi ragazzi. Molto più poliglotta di me, con i ragazzi che dirige è in grado di dialogare in qualsiasi lingua europea, offrendo loro non solo un grande allenamento alla musica di gruppo e all’ascolto ma anche un grande esempio di socialità. I ragazzi imparano a stare assieme, ad ascoltarsi e a capire che la leadership di un maestro non è semplicemente il carisma di una persona che cala dall’alto una sua formula musicale o di pensiero, ma è qualcuno che, attraverso l’ascolto, riesce a trarre dai ragazzi, il meglio di loro e a trasformare la teorica babele di lingue, di pensieri e civiltà, in una grande ricchezza unitaria sinfonica”. A illustrare l’avventura di “ Tamburi di Pace “, nata 4 anni fa, è stato lo stesso M° Igor Coretti Kuret : “ In realtà l’orchestra nasce ben prima: nasce grazie all’esperienza personale che ho fatto da giovane; suonavo nell’orchestra giovanile italiana allora diretta dal M° Riccardo Muti ; ho scoperto e vissuto l’emozione di far musica insieme ai miei coetanei e soprattutto ho capito l’importanza di un insieme formato da giovani menti che hanno energia e volontà di mettersi in gioco e di dare il massimo per ottenere l’eccellenza che per il musicista è la mèta irraggiungibile ma è quello che lo fa andare avanti. Noi abbiamo anche la possibilità di dar voce a chi voce sul palco non ne ha; Insegno ai ragazzi la responsabilità proprio per dare uno spirito d’insieme, affinché tutti possano vivere la sinfonia e l’armonia nel modo in cui l’hanno immaginata i compositori. Insegno ad imparare ad ascoltare il prossimo, sentire le sue richieste per aiutare a superare le sue difficoltà anche temporanee”. Toccato dall’esperienza camerte dello scorso anno quando i ragazzi visitarono la ’zona rossa’, il direttore ha raccontato le sensazioni del concerto del 2017 e del groviglio di emozioni e sentimenti di quella situazione. “ Noi insegniamo ai ragazzi non solo ad imparare il programma, ma anche ad ascoltare il prossimo, essere solidali e amare questa terra. Il motivo che ci spinge a fare questo atto di coraggio è per portare una voce di speranza. L’orchestra celebra 20 anni di vita e noi li celebriamo con una frase di Virgilio che è il motto del teatro Olimpico di Vicenza “Hic opus, hoc labor est . Qui lopera, qui la fatica, perché tanto lavoro c’è dietro la realizzazione di un sogno. Abbiamo trovato per strada un cammino pieno di amici veri; spero che si possa continuare a fare insieme questo cammino e a portare anche qui a Camerino quello che per ogni musicista è il senso della vita : l’armonia ,insieme a comunione, condivisione e, soprattutto, responsabilità”. A concludere la conferenza stampa, l’intervento del prof Gilberto Pambianchi , direttore del Museo e del “Centro per la musica e le arti figurative “. “ Ho aderito con entusiasmo al Centro, perché credo nella nuova missione dell’università di Camerino di divulgare la cultura e la pratica della musica; lo faremo con il Coro universitario e con la ESYO nell’ottica di offrire a studenti, docenti, e personale, una crescita che sia un po’ al difuori degli schemi quotidiani dell’insegnamento universitario. Credo che da questa esperienza potrà nascere anche un modo nuovo di insegnare. Scienza e musica, architettura e musica sono state sempre collegate. Credo dunque che dall’attività del Centro, si possano cogliere moltissimi spunti culturali e innovativi, capaci di lanciare forti messaggi “.

Prende ufficialmente il via la collaborazione tra l’Università di Camerino e la European Spirit Of Youth Orchestra, fondata e diretta dal maestro Igor Coretti Kuret. A suggellare il connubio sarà “ Trans Europa Express- Tamburi di Pace 2018”, che vedrà l’ Orchestra sinfonica di 70 giovani provenienti da 11 paesi d’Europa, esibirsi in concerto all’auditorium Benedetto XIII il prossimo venerdì 20 luglio. Nato nel 2015 dal sodalizio con lo scrittore Paolo Rumiz, il progetto “ Tamburi di Pace” per il quarto anno consecutivo, insieme all’orchestra diretta dal maestro Kuret, offrirà il miracolo di un’Europa ‘sinfonica’, fondendo la narrazione delle storie dello scrittore triestino con la musica di Bach, Sibelius, Caikovskij, Rossini, Musorgskij, Elgar, Rachmaninov. Il Concerto di Gala patrocinato dalla Camera dei Deputati, una delle tappe della tournée estiva dell’orchestra, è previsto il 20 luglio a partire dalle ore 20.30, subito dopo la cerimonia d’inaugurazione del nuovo Centro per la Musica e per le Arti Figurative Unicam, alla presenza del Rettore Claudio Pettinari, del coordinatore prof. Gilberto Pambianchi e del Direttore Artistico M° Igor Coretti Kuret. Con la creazione del “ Centro per la musica e le arti figurative , attraverso le attività del Coro universitario e la ESYO, l’ateneo di Camerino ha inteso rilanciare il territorio e, per il mezzo della musica e dell’arte, promuoverlo a livello nazionale e internazionale

Appassionato l’intervento del rettore Pettinari alla conferenza di presentazione , nell’illustrare il percorso che ha portato alla collaborazione, definendola un progetto di alta valenza formativa e interculturale, che l’ateneo ha voluto sostenere con forza, abbracciando i valori del dialogo tra culture diverse e dello spirito di condivisione, civiltà e socialità che sono alla base dell’Orchestra di giovani.

Musica e parole è il messaggio da cui ripartiamo- ha detto Rumiz – La sinergia che si è creata, sancisce un’alleanza tra un’esperienza musicale filoeuropea e un luogo espresso dalla sua università nell’Appennino. Il rapporto che esiste tra l’idea europea e l’Appennino è fortissimo, perché vi è nato San Benedetto, protettore d’Europa ed è dall’Appennino che in un momento di sbandamento totale, è nato il messaggio di ricostruzione. In questa nostra esperienza noi quasi tutti veniamo dal nord del Paese e, personalmente, da 12 anni batto sistematicamente questa terra e , ormai, sono diventato un fan dell’Appennino; qui ho trovato un’umanità e una capacità di resistenza e di ricostruzione che è un capitale che l’Italia non può permettersi di ignorare. Non posso pensare che una terra così centrale nei nostri destini, che è stata visitata da milioni di pellegrini, attraversata da eserciti, contesa dai più grandi regnanti d’Europa, questa terra che ha visto nascere l’Impero romano e il fondatore dell’ideale europeo Benedetto, sia considerata periferica, da un Paese come l’Italia che ne consenta l’abbandono. Noi come Orchestra ci presentiamo qui, non solo per fornire una leziosa colonna sonora a un discorsetto sull’Europa. Noi vogliamo essere invece un simbolo, una bandiera di coloro che non se ne vogliono andare; vogliamo essere anche un segnale alla politica sempre più distratta in questo Paese. Con la nostra presenza- ha continuato Rumiz- vorremmo dunque essere una spina nel fianco in coloro che credono che questo sia il momento di disfare l’Europa. Io ho dei nipotini, di fronte ai quali ho il dovere di lasciare un Paese possibilmente in condizioni non peggiori da quelle che ho ereditato dai miei genitori e quindi , a costo di essere un’esigua minoranza, sento l’obbligo di portare avanti un pensiero europeo. Il M° Igor Coretti Kuret – ha aggiunto lo scrittore- è triestino come me, sloveno di madre lingua, ed è il grande pedagogo di questi ragazzi. Molto più poliglotta di me, con i ragazzi che dirige è in grado di dialogare in qualsiasi lingua europea, offrendo loro non solo un grande allenamento alla musica di gruppo e all’ascolto ma anche un grande esempio di socialità. I ragazzi imparano a stare assieme, ad ascoltarsi e a capire che la leadership di un maestro non è semplicemente il carisma di una persona che cala dall’alto una sua formula musicale o di pensiero, ma è qualcuno che, attraverso l’ascolto, riesce a trarre dai ragazzi, il meglio di loro e a trasformare la teorica babele di lingue, di pensieri e civiltà, in una grande ricchezza unitaria sinfonica”.

A illustrare l’avventura di “ Tamburi di Pace “, nata 4 anni fa, è stato lo stesso M° Igor Coretti Kuret : “ In realtà l’orchestra nasce ben prima: nasce grazie all’esperienza personale che ho fatto da giovane; suonavo nell’orchestra giovanile italiana allora diretta dal M° Riccardo Muti ; ho scoperto e vissuto l’emozione di far musica insieme ai miei coetanei e soprattutto ho capito l’importanza di un insieme formato da giovani menti che hanno energia e volontà di mettersi in gioco e di dare il massimo per ottenere l’eccellenza che per il musicista è la mèta irraggiungibile ma è quello che lo fa andare avanti. Noi abbiamo anche la possibilità di dar voce a chi voce sul palco non ne ha; Insegno ai ragazzi la responsabilità proprio per dare uno spirito d’insieme, affinché tutti possano vivere la sinfonia e l’armonia nel modo in cui l’hanno immaginata i compositori. Insegno ad imparare ad ascoltare il prossimo, sentire le sue richieste per aiutare a superare le sue difficoltà anche temporanee”.

Toccato dall’esperienza camerte dello scorso anno quando i ragazzi visitarono la ’zona rossa’, il direttore ha raccontato le sensazioni del concerto del 2017 e del groviglio di emozioni e sentimenti di quella situazione. “ Noi insegniamo ai ragazzi non solo ad imparare il programma, ma anche ad ascoltare il prossimo, essere solidali e amare questa terra. Il motivo che ci spinge a fare questo atto di coraggio è per portare una voce di speranza. L’orchestra celebra 20 anni di vita e noi li celebriamo con una frase di Virgilio che è il motto del teatro Olimpico di Vicenza “Hic opus, hoc labor est . "Qui l'opera, qui la fatica", perché tanto lavoro c’è dietro la realizzazione di un sogno. Abbiamo trovato per strada un cammino pieno di amici veri; spero che si possa continuare a fare insieme questo cammino e a portare anche qui a Camerino quello che per ogni musicista è il senso della vita : l’armonia ,insieme a comunione, condivisione e, soprattutto, responsabilità”.

A concludere la conferenza stampa, l’intervento del prof Gilberto Pambianchi , direttore del Museo e del “Centro per la musica e le arti figurative “.

“ Ho aderito con entusiasmo al Centro, perché credo nella nuova missione dell’università di Camerino di divulgare la cultura e la pratica della musica; lo faremo con il Coro universitario e con la ESYO nell’ottica di offrire a studenti, docenti, e personale, una crescita che sia un po’ al difuori degli schemi quotidiani dell’insegnamento universitario. Credo che da questa esperienza potrà nascere anche un modo nuovo di insegnare. Scienza e musica, architettura e musica sono state sempre collegate. Credo dunque che dall’attività del Centro, si possano cogliere moltissimi spunti culturali e innovativi, capaci di lanciare forti messaggi “.

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