Settimanali: L’Appennino camerte esempio di positività

Martedì, 19 Novembre 2019 16:55 | Letto 1192 volte   Clicca per ascolare il testo Settimanali: L’Appennino camerte esempio di positività Quale futuro per i settimanali diocesani? Un futuro di libertà è la risposta che viene fornita dai responsabili delle testate locali riuniti a Roma, da giovedì 21 a sabato 23 novembre per la 19à assemblea nazionale elettiva della Federazione Italiana dei Settimanale Cattolici (Fisc). Anche Avvenire, quotidiano dei vescovi, ha dedicato una pagina all’evento con l’intervento di alcuni direttori e responsabili di settimanali diocesani italiani. Tra questi Simone Incicco, direttore de L’Ancora di San Benedetto del Tronto e Delegato Regionale della Fisc Marche che cita l’esempio de L’Appennino camerte quale esempio di crescita e positività. Di seguito l’articolo a firma di Simone Incicco. I giornali diocesani che stanno vivendo un momento di transizione a causa della situazione dell’editoria in Italia.In questi anni abbiamo constatato che i giornali diocesani, oltre ad essere presidio per il territorio locale e a far sì che la Chiesa non sia afona come sostenuto da don Ivan Maffeis, registrano in alcuni casi anche dei dati in controtendenza con la situazione nazionale. Infatti, oltre ad essere nati dei nuovi giornali che hanno aderito alla FISC, si registrano delle crescite di vendite e assunzione di nuovo personale, come nel caso dell’Appenino Camerte di Camerino che ha assunto nell’ultimo anno 3 giornalisti.A mio avviso questo è possibile grazie a 5P che devono essere alla base di ogni giornalista cattolico: Preghiera, Periferie, Professionalità, Prossimità, Ponti.Preghiera: noi prima di essere giornalisti siamo cattolici e dobbiamo sempre ricordarci che il nostro è un servizio alla Verità, una Verità che prima di essere trasmessa agli altri deve essere contemplata. Questo ci deve portare ad acquisire una responsabilità, mettendo sempre al centro l’uomo.Periferie: dobbiamo abitare le periferie sia geografiche che esistenziali, cosa che i giornali laici sempre più difficilmente riescono a fare, per via del taglio del personale e del ridimensionamento dei giornali.Professionalità: siamo chiamati ad avere cura della nostra formazione continua per far sì di essere riconosciuti come veri operatori della comunicazione.Prossimità: abbiamo bisogno di raccontare le storie che ci sono vicine, essere prossimi anche come giornalisti, perché prima di scrivere dobbiamo metterci in ascolto del territorio.Ponti: è prioritario costruire ponti, come ci testimonia quotidianamente Papa Francesco, con il mondo laico che a volte ci guarda con sospetto e che quando verifica la nostra professionalità inizia a cercarci e a rinsaldare i rapporti.la versione dellarticolo onlinela pagina intera di Avvenire  
Quale futuro per i settimanali diocesani? Un futuro di libertà è la risposta che viene fornita dai responsabili delle testate locali riuniti a Roma, da giovedì 21 a sabato 23 novembre per la 19à assemblea nazionale elettiva della Federazione Italiana dei Settimanale Cattolici (Fisc). Anche Avvenire, quotidiano dei vescovi, ha dedicato una pagina all’evento con l’intervento di alcuni direttori e responsabili di settimanali diocesani italiani. Tra questi Simone Incicco, direttore de L’Ancora di San Benedetto del Tronto e Delegato Regionale della Fisc Marche che cita l’esempio de L’Appennino camerte quale esempio di crescita e positività.

Di seguito l’articolo a firma di Simone Incicco.

I giornali diocesani che stanno vivendo un momento di transizione a causa della situazione dell’editoria in Italia.
In questi anni abbiamo constatato che i giornali diocesani, oltre ad essere presidio per il territorio locale e a far sì che la Chiesa non sia afona come sostenuto da don Ivan Maffeis, registrano in alcuni casi anche dei dati in controtendenza con la situazione nazionale.
Infatti, oltre ad essere nati dei nuovi giornali che hanno aderito alla FISC, si registrano delle crescite di vendite e assunzione di nuovo personale, come nel caso dell’Appenino Camerte di Camerino che ha assunto nell’ultimo anno 3 giornalisti.
A mio avviso questo è possibile grazie a 5P che devono essere alla base di ogni giornalista cattolico: Preghiera, Periferie, Professionalità, Prossimità, Ponti.
Preghiera: noi prima di essere giornalisti siamo cattolici e dobbiamo sempre ricordarci che il nostro è un servizio alla Verità, una Verità che prima di essere trasmessa agli altri deve essere contemplata. Questo ci deve portare ad acquisire una responsabilità, mettendo sempre al centro l’uomo.
Periferie: dobbiamo abitare le periferie sia geografiche che esistenziali, cosa che i giornali laici sempre più difficilmente riescono a fare, per via del taglio del personale e del ridimensionamento dei giornali.
Professionalità: siamo chiamati ad avere cura della nostra formazione continua per far sì di essere riconosciuti come veri operatori della comunicazione.
Prossimità: abbiamo bisogno di raccontare le storie che ci sono vicine, essere prossimi anche come giornalisti, perché prima di scrivere dobbiamo metterci in ascolto del territorio.
Ponti: è prioritario costruire ponti, come ci testimonia quotidianamente Papa Francesco, con il mondo laico che a volte ci guarda con sospetto e che quando verifica la nostra professionalità inizia a cercarci e a rinsaldare i rapporti.


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