Prende il via domenica 17 a Caldarola, per terminare domenica 28 novembre, la decima edizione di Dilettiamoci, che si presenta con 3 assolute novità. La prima è che gli spettacoli saranno tutti  di domenica, alle ore 17, nella sala Tonelli; la seconda è che occorrerà la prenotazione obbligatoria ed il green pass; la terza è che debutterà con un omaggio a Dante Alighieri, padre della lingua italiana, con un’opera scoppiettante di Luigi Lunari: un prologo in italiano proposto dall’AMAT Marche nell’ambito del progetto europeo S.P.A.R.S.E. per poi approdare a cinque rappresentazioni dialettali di grande spessore.

Un cartellone molto interessante e stimolante, come hanno avuto modo di sottolineare gli intervenuti alla presentazione, che si è svolta nel comune di Caldarola.

“Abbiamo a cuore questa rassegna - ha dichiarato il padrone di casa Luca Maria Giuseppetti - perché è diventata, da diversi anni, un appuntamento amato dal pubblico, un momento di riconciliazione con la bonomia, un tempo di distensione. Dobbiamo ringraziare la Compagnia Valenti per la tenacia nel mantenerla in piedi nonostante il terremoto che ci ha portato via il teatro e la pandemia che ha limitato la presenza del pubblico”.

Leonardo Roselli, vice sindaco di Camporotondo ha ricordato gli esordi della rassegna, che è partita proprio dal suo comune 12 anni fa: “E’ bello ripartire nonostante tutto, sono iniziative fondamentali per l’aggregazione di piccoli paesi come i nostri”.

Giammario Ottavi in rappresentanza dell’Amministrazione di Cessapalombo ha sottolineato quanto sia importante il teatro dialettale per mantenere vivo il ricordo delle tradizioni delle nostre radici,  mentre il vice sindaco di Belforte del Chienti Carla Budassi ha raccontato divertita come negli anni si sia trasformata da appassionata spettatrice a ad allieva, nella speranza di poter calcare quanto prima a sua volta un palco: “La compagnia Valenti, con il contributo dei nostri 5 Comuni, porterà anche quest’anno il teatro nella scuola De Magistris, con l’iniziativa Dialettiamoci Primavera, proprio per sottolineare il valore formativo che la recitazione può avere anche nelle giovani generazioni.”

Michele Borri di Serrapetrona si augura di tornare a vedere la sala Tonelli, che anche quest’anno ospita la rassegna in attesa dell’ultimazione dei lavori al Teatro Comunale di Caldarola, nuovamente piena di appassionati spettatori, molti dei quali in una sorta di “crisi d’astinenza” dagli spettacoli dal vivo.

 A chiudere il cerchio delle dichiarazioni degli amministratori l’Assessore alla Cultura del Comune di Caldarola Teresa Minnucci: “Probabilmente sono stata una delle prime abbonate alla rassegna inaugurale di Dialettiamoci. E’ un evento su cui ho sempre creduto moltissimo e che spero cresca sempre di più soprattutto quest’anno per la qualità degli spettacoli presentati e per la possibilità finalmente di riempire i posti al 100% grazie alla nuova direttiva nazionale varata proprio nelle ultime ore”.
La gestione degli eventi pandemici ha investito anche cinema e teatri, sconvolgendone i programmi. Provvedimenti che certo hanno messo in difficoltà le attività teatrali, senza però stopparle del tutto: la decima edizione della rassegna “Dialettiamoci”, a cura della Compagnia Teatrale Fabiano Valenti non sarà dal vivo, ma non sarà annullata. Una notizia attesa quella dell’annullamento in presenza, ma che ha indotto i vertici della compagnia a fare di necessità virtù: la soluzione scelta sarà quella della trasmissione in video: le quattro commedie in programma saranno infatti trasmesse in tv e diretta streaming. Del corpo della rassegna ha parlato ai microfoni di Radio C1 inBlu il presidente della compagnia, Fabio Macedoni: “Abbiamo scelto quattro opere provenienti da quattro province differenti: Ancona, Pesaro, Ascoli e Macerata: se non altro la tv ci consente di raggiungere un pubblico decisamente differente e speriamo più ampio rispetto alla rassegna organizzata in teatro. Sarà un buon esperimento, poiché le commedie sono di buona qualità. Spazieremo anche con i dialetti, Anconetano, Fanese, Ascolano e infine Treiese, o più in generale Maceratese. Dire che gli eventi pandemici non ci abbiano fermato sarebbe una bugia, ma continuiamo comunque a lavorare”.

“Dialettiamoci” gode anche del supporto del comune di Caldarola, dopo il buon successo di un’altra rassegna, “Pillole di Marka”. Il sindaco Giuseppetti è convinto della bontà dell’esperimento: “Piuttosto che rinunciare, abbiamo optato per questa soluzione televisiva e web: sono convinto che sarà un esperimento buono, tale da non tagliare il cordone che ci lega al nostro pubblico”.

“Dopo il buon successo di “Pillole di Marka”, in rete dal 6 giugno, questa soluzione ci è parsa la più razionale – dichiara Francesco Facciolli, direttore artistico della rassegna – e anche quella che consente una diffusione maggiore. La scelta di trasmettere quattro commedie che propongono le aree dialettali di tutta la regione la trovo interessante e coinvolgente. Le compagnie si sono prestate con piacere e noi le ringraziamo. Sono convinto che potrà essere un tentativo da cui potremo ricavare delle positività”.

Il primo appuntamento è in programma per questo sabato 7 novembre, a cura della Compagnia Teatro del Sorriso di Ancona, “L’imbriago” di Palermo Giangiacomi, regia di Giampiero Piantadosi.

Red.
Non importa dove, l'importante è vivere il teatro per riunire una comunità ferita. E' un messaggio che Caldarola ha dimostrato dopo il terremoto con Dialettiamoci prima e Il gusto del teatro poi.
Dopo il successo della rassegna di teatro dialettale, infatti, torna per la quinta edizione il cartellone che unisce, invece, il piacere culinario a quello dello spettacolo.
E' stata presentata questa mattina, in conferenza stampa, nei nuovi uffici del Comune di Caldarola, la rassegna che partirà dal prossimo 18 gennaio e proseguirà, con 5 appuntamenti in totale, fino al 15 febbraio. Ad organizzarla, come ogni anno, la Compagnia Fabiano Valenti di Treia, con il sostegno del Comune di Caldarola, l'Unione Montana, la Uilt, la Pro Caldarola e la Regione Marche, insieme al sostegno di tante realtà imprenditoriali del territorio e la direzione artistica di Francesco Facciolli.
”Abbiamo cominciato con il teatro storico - dice Fabio Macedoni, presidente della Compagnia Valenti - . È la rassegna che ha debuttato con il primo mandato di Giuseppetti che era già un assiduo spettatore di Dialettiamoci. Spesso accade che cambiano le amministrazioni e si butta tutto all’aria mentre con Luca Giuseppetti quello che ha funzionato ha proseguito e così è nata questa rassegna. Una scelta nata prima del sisma come motivazione di fare qualcosa di brillante e di qualità, abbinato alla qualità dei prodotti. Una rassegna che ha dato il via a tante altre iniziative con l’apericena ma il copyright lo detiene Caldarola per la cura, l’attenzione e l’orgoglio con cui sono stati organizzati gli aperitivi“.
Si comincia il 18 alle 21.30, nella sala Tonelli con "L'inganno in maschera" portato in scena dall'ormai celebre, a Caldarola e non solo, compagnia Il teatro dei Picari di Macerata.
Pomeridiano, invece, l'appuntamento del 26 gennaio alle 17.15 con "...E fuori nevica" rappresentato dalla Cooperativa Ci Credo di Macerata.
Arriva da Castignano, poi, la Compagnia Nuovo Teatro Piceno che il primo febbraio alle 21.30 porterà in scena "Il libertino".
Aempre di sera l'appuntamento dell'8 febbraio con Il teatro dei Dioscuri di Salerno che porteranno la risata di Eduardo De Filippo intitolata "Uomo e galantuomo".
A chiudere il cartellone 2020 sarà l'associazione Teatro Claet di Ancona, il 15 febbraio alle 21.30 con "Oh Dio mio".
”Penso a quando questa rassegna è stata ideata la prima volta - dice il sindaco - e a come siamo andati avanti sempre, cercando di migliorarci nonostante il successo già ottenuto. Ora siamo arrivati ad un livello in cui questi appuntamenti vengono apprezzati sia per il livello delle compagnie partecipanti, sia per l’enogastronomia. Aperitivi migliorati di anno in anno sia per la qualità delle cantine che partecipano, che per i prodotti cucinati magistralmente dalla cuoca della nostra scuola. Novità di quest’anno - annuncia Giuseppetti - l’impegno di ogni borgo di Caldarola con i rispettivi prodotti tipici. Mi fa piacere perché questo è un momento di aggregazione per la nostra comunità, grazie ai vari sponsor che ancora ci assistono grazie al successo degli anni passati”.
La particolarità di questa rassegna, infatti, come si evince anche dal nome, è che prima degli spettacoli serali e dopo quello pomeridiano, ad allietare il palato del pubblico saranno i sapori della tradizione locale, grazie a tante realtà che ogni anno contribuiscono alla realizzazione degli apericena.
2A6A5137 EB5B 4A8A AA36 5BEA8343F06F
”Come teatro amatoriale - dice il presidente della Uilt Marche, Quinto Romagnoli - ringrazio gli organizzatori per questo evento che raccoglie una importante produzione di teatro amatoriale sui quali non ci sono dubbi per l’anno qualità“.
Il teatro è già di per sé, momento di aggregazione sociale, la buona tavola unisce ancora di più. E se questa trovata era già vincente prima del sisma, ora più che mai questa iniziativa servirà a ricostruire la società e alleggerire gli animi.

L'argomento sarà approfondito nella prossima edizione del settimanale L'Appennino Camerte.

GS
Bilancio positivo per la nona edizione di Dialettiamoci che sabato scorso, a Caldarola, ha archiviato con successo il cartellone 2019, tirando le somme di questo anno che ha visto salire sul palco quattro compagnie che, per motivi differenti, sono state tutte all’altezza delle aspettative.
Se da quella settempedana del Teatro Club Gubinelli, con l’opera Questa è la vita non poteva esservi sorpresa, essendo rodata e da lungo tempo ai vertici delle performance delle compagnie amatoriali, ha continuato adestare grande ammirazione quella proveniente da Potenza Picena, Li Sfiguranti de Montesanto, che, ancora autoctoni nella loro produzione, hanno fatto ridere di gusto il pubblico presente con la nuova commedia Come se non emo ditto gnè. Bella prestazione anche per l’Associazione Sipario di Jesi con l’opera Chi pe' riffe chi pe' raffe; la commedia è stata anche premiata dal pubblico come la migliore opera della rassegna col punteggio di 9.30.  Il gruppo dell’Arco Fermano è ritornato a Caldarola con l’opera Cento misure e un taju: una commedia divertente, con diversi spunti comici interessanti, ma decisamente differente da altreche avevano addirittura vinto la rassegna. 

È il sindaco di Caldarola che traccia il bilancio consuntivo: “Quattro serate magnifiche con la sala sempre gremita – commenta Luca Maria Giuseppetti  – che ci hanno fatto ritrovare momenti di serenità e di comunità; siamo veramente soddisfatti di come sia andata questa edizione e ci prepariamo a vivere con curiosa attesa la quinta rassegna de Il gusto del teatro, nel mese di gennaio; sono convinto che sarà un altro successo, stando anche al numero già molto elevato degli abbonamenti sottoscritti. Come al solito non lesineremo l’impegno sulla preparazione dell’aperitivo cena, come ormai è consuetudine acclarata”.

Applauditissimo, come sempre, il geniale cantastorie Adriano Marchi, ospite d’onore, che ha concluso la serata raccontando le sue esilaranti storie.

La rassegna è stata organizzata dalla compagnia teatrale Valenti, con la collaborazione dei 5Comuni (Caldarola, Belforte del Chienti, Cessapalombo, Camporotondo di Fiastrone e Serrapetrona) ed il sostegno di Banca di Macerata, Oro della Terra e ASSM-Terme di S. Luciadi Tolentino.

GS
Dieci anni di spettacoli, formazione ed eventi. Per stilare un bilancio di quello che la Compagnia teatrale Fabiano Valenti di Treia ha realizzato negli ultimi dieci anni e tracciare la strada per il futuro, sono state presentate questa mattina le iniziative organizzate in occasione di questo importante anniversario.
Quattro giornate, dal 14 al 17 novembre, con spettacoli, convegni, scuola e scrittori.
“Il mio ringraziamento va al Comune che ha creduto in queste celebrazioni - ha esordito Fabio Macedoni - . Non è stato facile e non lo sarà, ma quando si ha l’appoggio di più realtà è tutto più semplice”.
In rappresentanza dell’amministrazione David Buschittari e Luana Moretti, assessore alla Cultura.
“Fabio Macedoni è stato amministratore di questa città - ha detto il vice sindaco facente funzioni David Buschittari di Treia -  legato da una amicizia solida e duratura e non ha mai perso il suo forte attaccamento a Treia e a questa comunità ricca di cultura e tradizioni. Per questo per noi è un onore ospitare le giornate organizzate per questa ricorrenza. La Compagnia ha visto a Treia le sue radici e porta il nome di un personaggio molto legato a questa città. Fabiano Valenti è stato sindaco di Treia e resta ancora oggi nel cuore della sua gente, lasciando il ricordo di un impegno totale e assoluto per la sua comunità. Il mio rammarico è quello di non averlo conosciuto”.
Una energia e un entusiasmo, quelli della Compagnia, che sono diventati una missione, come ha ricordato l’assessore Moretti che ha concluso il suo intervento con l’augurio che queste caratteristiche non vengano mai meno.
“I due eventi dell’anniversario - ha detto - sono il preludio della stagione teatrale di Treia che sta per iniziare”.
Si comincia quindi il 14 novembre, alle 9, al teatro di Treia con gli studenti: “La scuola Leopardi di Macerata - spiega la docente Francesca Pagnanelli - ha accolto questa opportunità che si inserisce nell’approfondimento di alcune materie. Giovedì ci sarà questo incontro con Elena Frontaloni, Fiammetta Cirilli e Rosetta Martellini, eccellenze nello studio di Dolores Prato, molto legata a Treia e al dialetto. Attraverso le parole è possibile rafforzare la democrazia e una delle grandi sfide accolte da noi insegnanti è proprio questa”.

In serata, invece, alle 21.15 si prosegue con Dolores Prato grazie al racconto “Scottaure” portato in scena da Rosetta Martellini, in prima assoluta.
Venerdì 15 novembre, invece, l’appuntamento è nell’aula Multimediale di via Cavour, con un convegno realizzato in collaborazione con Unimc per parlare di dialetti e letteratura dialettale con Agostino Regnicoli che ha presentato l’iniziativa: “Affronteremo questo tema con personaggi noti legati alla lingua ed al dialetto - ha detto - . Io mi sono occupato del dialetto soprattutto dal punto di vista della fonetica e della grafia quindi partecipo con piacere al decennale della compagnia Valenti. Viene chiamata terza missione, infatti, l’attività dell’Università rivolta al territorio ed il dialetto ne è l’espressione”.
La sera, invece, l’appuntamento è di nuovo a teatro alle 21.30 con “Arlecchino si fa in tre”, esempio di un importante lavoro linguistico dove l’italiano e l’inglese si intrecciano di continuo.
Si prosegue sabato mattina quando i riflettori saranno puntati sullo stato del Teatro scolastico in Italia, alle 9, nell’aula Multimediale con “Quo vadis”.
Un tema che sarà affrontato anche da Francesco Facciolli, attore, regista e operatore teatrale che accenderà i riflettori sull’importanza sociale del teatro a scuola, e da Quinto Romagnoli, presidente della Uilt Marche, associazione importante come base per le iniziative del teatro a scuola.
La sera, il teatro ospiterà “La Cenerentola maritata”.

I quattro giorni non potranno che chiudersi con due appuntamenti legato alla compagnia Valenti: alle 10 si parlerà della storia di questa realtà, dell’attività e del futuro, mentre alle 17.15 spazio allo spettacolo “Rengrazienne Ddio” con la regia di Francesco Facciolli, portato in scena proprio dalla Compagnia Fabiano Valenti.
Un grande impegno, dunque, che conferma quanto per la compagnia siano stati dieci anni “Valenti”.

Giulia Sancricca
Al via da sabato prossimo l'edizione 2019 di Dialettiamoci che come ogni anno, nonostante l'assenza del teatro, si svolge a Caldarola.
Anche se il sisma di tre anni fa è riuscito a togliere alla comunità anche uno dei punti di riferimento culturale come il teatro comunale, la voglia di ridere e di fare teatro nei Cinque Comuni non è mai venuta meno.
Ed è per questo che stamattina, con i rappresentanti dei Cinque Comuni coinvolti, il presidente della compagnia teatrale Fabiano Valenti di Troia che organizza la manifestazione e alcuni attori delle compagnie partecipanti, è stato presentato il cartellone della nuova rassegna di teatro dialettale che prenderà il via il 2 novembre e che si svolgerà nella sala polivalente Annalena Tonelli di Caldarola.
Ad aprire la stagione la compagnia Teatro Gubinelli di San Severino con "Questa è la vita.
L'appuntamento speciale sarà poi quello di sabato 9 con lo spettacolo finale del festival SPARSE che prevede anche l'apericena prima della pièce e si tratta di "Mago per svago" della compagnia L'Abile teatro. Si tratta di un progetto proposto dall’Amat, insieme ad altre nazioni, dedicato alle aree rurali, ed essendo Caldarola uno dei paesi coinvolti, è stato inserito nel cartellone per avere più visibilità e risposta di pubblico.
Si arriva al 23 novembre con l'associazione culturale Sipario di Jesi che presenterà "Chi pe' riffe, chi pe' raffe". Il 30 novembre l'appuntamento è con la compagnia teatrale Li sfiguranti de Montesanto di Potenza Picena che porteranno in scena la commedia dal titolo "Come se non emo ditto gnè".
La serata finale è quella del 14 dicembre, affidata al Gruppo dell'Arco Fermano di Fermo che si esibiranno in "Cento misure e un taju".
Una kermesse che dà spazio a tante realtà teatrali del territorio, così come sono molte le attività che la sostengono. Come ogni anno, testimonial dell'iniziativa è l'attore maceratese Cesare Bocci.

735C0CDD D780 469E 805C AE262252955D

Soddisfatto Fabio Macedoni (in foto sopra), presidente della compagnia teatrale Fabiano Valenti di Treia che organizza la manifestazione insieme ai Cinque Comuni, per il successo che ogni anno ottiene la rassegna: "Una manifestazione che ogni anno  ede la sinergia tra i Cinque Comuni ma anche tra realtà commerciali del territorio che continuano a credere in noi. Da questa sinergia già possiamo dire che abbiamo in mente una rassegna itinerante estiva che non si fermi a Caldarola ma che vada nei Cinque Comuni. Per Dialettiamoci quattro serate dedicate al dialetto e una alla magia che non fa parte della rassegna. Ci auguriamo che la risposta sia positiva come sempre. Ringrazio le compagnie ma è importante che ogni gruppo comprenda l’importanza di partecipare anche alle altre serate e non solo alla propria per comprendere a fondo l’importanza del teatro amatoriale e della tradizione. Il pubblico riconosce sempre questa sfumatura. Anche quest’anno poi sono cominciati i corsi di teatro Dialettiamoci Primavera nelle scuole con il professionista Francesco Facciolli”.
Una rassegna frutto appunto della collaborazione dei Cinque comuni come ha detto anche il sindaco di Caldarola, Luca Maria Giuseppetti: ”Ringrazio i sindaci perché non era scontato che avremmo proseguito con questa rassegna e soprattutto che avremmo proseguito qui a Caldarola. Quando abbiamo cominciato avevamo il teatro, purtroppo il sisma lo ha danneggiato ma dal momento che nel 2020 cominceranno i lavori mi auguro che la presentazione della decima edizione sarà con l’allegria nel cuore nel sapere che forse ci sarà il teatro pronto per la rassegna”.

L’argomento sarà approfondito con tutte le interviste nella prossima edizione de L’Appennino Camerte.

GS


Primo dei tre gli appuntamenti in programma per la rassegna Dialettiamoci8, sabato 17 alle 21.15, a Caldarola, nella sala polivalente Tonelli.

Il Teatro club Gubinelli di San Severino Marche porterà in scena la commedia “Patre pe’ procura” di Amedeo Gubinelli, per la regia di Alberto Pellegrino.

Si tratta di un’opera sperimentata da tempo, ricca di spunti, scritta sapientemente da un sacerdote che ben conosceva l’animo umano, interpretata magistralmente dagli attori settempedani. Dalle note di regia:

La solitudine dei sentimenti. Questa commedia, scritta nel 1980, può essere considerata il capolavoro della drammaturgia di Amedeo Gubinelli e uno dei migliori testi del teatro dialettale marchigiano del Novecento. L’autore ha scritto: “Ho voluto mostrare la vita quotidiana di un prete, i suoi problemi, le sue difficoltà, il piccolo mondo che circonda la parrocchia”. Per raggiungere questo scopo Gubinelli non trascura nessuno degli elementi che caratterizzano una vicenda circoscritta a un piccolo paese della provincia marchigiana: un bambino abbandonato da ignoti genitori; l’aristocratica altezzosa ed egoista, madre di un nobile di provincia conquistatore a buon mercato; una domestica scorbutica e materna; un sacrestano intrigante e fedele, una stagionata Figlia di Maria, zitella per forza e beghina per vocazione. Sembra a prima vista una commedia di costume con qualche velata intenzione educativa, come spesso accade nel teatro di Gubinelli. Il testo, a una seconda lettura, mostra notevole profondità sul piano sentimentale, psicologico e letterario, la quale conferisce un valore aggiunto che sta alla base del successo di pubblico riscosso da questa commedia. Per prima cosa emerge dal testo una totale identificazione tra il sacerdote-autore e il sacerdote-protagonista, perché identiche sono le emozioni e le motivazioni che ha provato nella vita quotidiana e che ora rivivono sulla scena. Alla base di questa vicenda c’è un sentimento di solitudine umana, ben diversa dalla solitudine spirituale che ha una sua sublimazione nella fede. Si tratta di una solitudine che affligge l’uomo-sacerdote, il quale è chiamato dal suo mandato a esercitare la carità e a donare amore a tutti fino a rischiare di restarne privo per sé. Il protagonista avverte dentro di sé un bisogno di paternità e di affetto che costituiscono dei sentimenti naturali per ogni uomo, sentimenti che percorrono questa storia di un sacerdote tanto coraggioso da sfidare le autorità ecclesiastiche e la comunità parrocchiale per tenere presso di sé un “figlio di nessuno”. Sulla base di quest’analisi, senza rinunciare a quanto di divertente la commedia contiene, si è scelta una chiave di lettura più interiore e meno “scanzonata”, che in alcuni passaggi appare persino avvolta in un sottile velo di malinconia, decisa a dare libero sfogo ai sentimenti. Prende così corpo la figura di un sacerdote che è anche un uomo assalito dai ricordi della sua giovinezza, che si trova improvvisamente al centro di una storia turbolenta fatta di sospetti, di pettegolezzi, di gravi accuse morali, di calunnie tendenti a ledere la sua dignità. Egli, con l’ingenua semplicità di chi si affida all’amore ispirato dal Cristo, decide di sfidare l’ambiente sociale, i suoi superiori, i potentati locali, scegliendo di diventare un “patre pe’ procura”, capace di vivere fino in fondo la bella avventura della paternità. Avrà al suo fianco la solidale presenza del sacrestano e soprattutto dell’arcigna domestica, non solo custode-tiranna dell’onorabilità della parrocchia, ma anche “matre pe’ procura” di quell’uomo che rischia di essere travolto dal suo atto d’amore. Dalla coraggiosa decisione di Don Piero, nasce così una nuova e un po’ strana famiglia attraversata da una fresca ventata di speranza: ora l’uomo e il sacerdote non saranno più soli, ma avranno accanto delle piccole mani che accarezzeranno il suo volto”.

Ritorna il concorso, come per le passate edizioni: a votare la migliore commedia presentata sarà solo il pubblico.

La rassegna è organizzata dalla compagnia teatrale Valenti, con la collaborazione dei 5Comuni ed il sostegno di Banca di Macerata, Oro della Terra e ASSM-Terme di S. Lucia di Tolentino.

DIALETTIAMOCI

 

Radioc1inblu

Radio FM e Internet
P.za Cavour, 8
62032 Camerino (MC)

Tel - Fax 0737.633180
Cellulare: 335.5367709

radioc1inblu@gmail.com

L'Appennino Camerte

Settimanale d'informazione dal 1921
Piazza Cavour, 8
62032 Camerino (MC)

Tel - Fax: 0737.633180
Cell: 335.5367709

appenninocamerte@gmail.com

Scopri come abbonarti

Questo sito utilizza i cookie

Puoi accettare e proseguire la navigazione o per maggiori informazioni Per saperne di piu'

Approvo
Clicca per ascolare il testo