I bambini delle scuole colmano la basilica di San Venanzio

Mercoledì, 18 Dicembre 2019 12:09 | Letto 2665 volte   Clicca per ascolare il testo I bambini delle scuole colmano la basilica di San Venanzio Prosegue la scia di luce e speranza cominciata domenica scorsa con la riapertura di San Venanzio. Questa mattina sono stati i bambini, coloro che quando il sisma ha tolto molto a queste terre erano così piccoli da non poter ricordare come fossero i luoghi simbolo, a rientrare nella basilica di Camerino.Alla santa messa fortemente voluta dall’arcivescovo Francesco Massara che l’ha celebrata, erano presenti gli studenti e gli insegnanti dell’istituto comprensivo Ugo Betti di Camerino, con i distaccamenti di Fiastra e Serravalle di Chienti “ Offriamo i canti che abbiamo preparato – dice il dirigente Maurizio Cavallaro - . Siamo molto uniti e si lavora per il bene di questa gioventù. Qualcuno delle scuole medie dice che si ricorda della chiesa prima del sisma: è importante tirare fuori la memoria. Io coniato l’acronimo di CAS con Custodire il passato, Abitare il presente e Sognare il futuro. Questo deve essere lo spirito che ci muove per andare avanti”.Il dirigente Cavallaro al piano Uno spirito che i bambini vivono in prima persona, come Cesare, che durante la funzione si è avvicinato all’arcivescovo per esprimere il suo pensiero: “Cesare ci ha invitato a pensare – ha detto Massara - , che davvero ognuno possa pensare alle cose belle della vita. L’invito, agli insegnati che passano tante ore con loro, è quello di seguirli e aiutarli a diventare uomini e donne con i veri valori della vita”. “ Abbiamo un compito enorme – dice la maestra Lorella - , sarebbe importante che anche la famiglia fosse da supporto al nostro grande lavoro. Ce la mettiamo tutta perché i nostri alunni sono la cosa più bella che abbiamo”. la maestra Lorella Grande lo stupore negli occhi dei bambini nel vedere la basilica; stupore che ha acceso il cuore del parroco don Marco Gentilucci: “Un momento bellissimo – ha detto - perché ci fa sentire una comunità viva. Quando ci dicono che le nostre comunità non hanno più giovani, non è vero, bisogna trovare il modo che questi giovani possano vivere l’esperienza cristiana. Un Natale che profuma di passato quello che ci apprestiamo a vivere: siamo ritornati in un luogo che parla della storia e della vita di tante persone. Sentiamo il bisogno di normalità, abbiamo sofferto per aver perso la semplicità di vita e penso che questa porta aperta dia tanta serenità a molti”.lAssessore Stefano Sfascia con i ragazzi Investire sul futuro di coloro che saranno i cittadini di domani è, dunque, il messaggio che è emerso anche dall’assessore Stefano Sfascia: “Un giorno di gioia per tanti motivi – ha spiegato -. Perché vediamo restituita alla città la chiesa più bella e significativa della nostra comunità. La gioia è anche nel vedere tanti bambini che rappresentano il futuro di questa città. Tutti ci dobbiamo impegnare affinchè possano restare dove sono nati ad esprimere le loro capacità e aspirazioni”. GSlalunno Cesare e larcivescovo Francesco
Prosegue la scia di luce e speranza cominciata domenica scorsa con la riapertura di San Venanzio.
Questa mattina sono stati i bambini, coloro che quando il sisma ha tolto molto a queste terre erano così piccoli da non poter ricordare come fossero i luoghi simbolo, a rientrare nella basilica di Camerino.
Alla santa messa fortemente voluta dall’arcivescovo Francesco Massara che l’ha celebrata, erano presenti gli studenti e gli insegnanti dell’istituto comprensivo Ugo Betti di Camerino, con i distaccamenti di Fiastra e Serravalle di Chienti

“ Offriamo i canti che abbiamo preparato – dice il dirigente Maurizio Cavallaro - . Siamo molto uniti e si lavora per il bene di questa gioventù. Qualcuno delle scuole medie dice che si ricorda della chiesa prima del sisma: è importante tirare fuori la memoria. Io coniato l’acronimo di CAS con Custodire il passato, Abitare il presente e Sognare il futuro. Questo deve essere lo spirito che ci muove per andare avanti”.

Il dirigente Cavallaro al piano
Il dirigente Cavallaro al piano

Uno spirito che i bambini vivono in prima persona, come Cesare, che durante la funzione si è avvicinato all’arcivescovo per esprimere il suo pensiero: “Cesare ci ha invitato a pensare – ha detto Massara - , che davvero ognuno possa pensare alle cose belle della vita. L’invito, agli insegnati che passano tante ore con loro, è quello di seguirli e aiutarli a diventare uomini e donne con i veri valori della vita”.

“ Abbiamo un compito enorme – dice la maestra Lorella - , sarebbe importante che anche la famiglia fosse da supporto al nostro grande lavoro. Ce la mettiamo tutta perché i nostri alunni sono la cosa più bella che abbiamo”.

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la maestra Lorella

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Grande lo stupore negli occhi dei bambini nel vedere la basilica; stupore che ha acceso il cuore del parroco don Marco Gentilucci: “Un momento bellissimo – ha detto - perché ci fa sentire una comunità viva. Quando ci dicono che le nostre comunità non hanno più giovani, non è vero, bisogna trovare il modo che questi giovani possano vivere l’esperienza cristiana. Un Natale che profuma di passato quello che ci apprestiamo a vivere: siamo ritornati in un luogo che parla della storia e della vita di tante persone. Sentiamo il bisogno di normalità, abbiamo sofferto per aver perso la semplicità di vita e penso che questa porta aperta dia tanta serenità a molti”.

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l'Assessore Stefano Sfascia con i ragazzi

Investire sul futuro di coloro che saranno i cittadini di domani è, dunque, il messaggio che è emerso anche dall’assessore Stefano Sfascia: “Un giorno di gioia per tanti motivi – ha spiegato -. Perché vediamo restituita alla città la chiesa più bella e significativa della nostra comunità. La gioia è anche nel vedere tanti bambini che rappresentano il futuro di questa città. Tutti ci dobbiamo impegnare affinchè possano restare dove sono nati ad esprimere le loro capacità e aspirazioni”.

GS

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l'alunno Cesare e l'arcivescovo Francesco

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