“Apriremo alla corsa la zona rossa per far capire quanto ancora siamo indietro con la ricostruzione”.
Ancora una volta il sindaco di Pieve Torina, Alessandro Gentilucci, denuncia i ritardi della ricostruzione e la sua posizione resta chiara anche mentre è pronto a dare il via nel suo paese la partenza della settima tappa della Tirreno - Adriatico che, dopo il rinvio avvenuto a marzo, vede il 7 settembre come data ufficiale d'avvio.

La 55esima edizione della storica ed amata corsa ciclistica del Bel Paese terminerà il 14 settembre a San Benedetto del Tronto, tenendo conto delle normative anti-Covid e prevederà otto tappe anziché sette. Di queste, la settima è proprio la Pieve Torina - Loreto con i suoi 181 km di percorso.

"Una buona notizia per il ciclismo nazionale che inizia a ripartire, ed una grande soddisfazione per il nostro Comune riuscire ad ospitare nuovamente questo grande evento - sottolinea il primo cittadino -  Alessandro Gentilucci - . Pieve Torina si sta già preparando ad accogliere l'imponente macchina organizzativa della Tirreno - Adriatico che arriverà il 13 di settembre".

Ma la scelta di confermare la disponobilità del proprio paese rappresente, per il sindaco, non solo l'opportunità di far conoscere il territorio e le sue bellezze, ma anche "l’occasione per documentare, visto che apriremo alla corsa il centro storico e quindi la nostra zona rossa, l’inerzia di questi quattro anni in fatto di ricostruzione. 
L'edizione 2020 della Tirreno - Adriatico non la dimenticheremo facilmente, e riuscire a correrla nonostante tutto - conclude Gentilucci - significa puntare sulla ripartenza, la ripartenza dello sport come settore professionale e la ripartenza dello sport come volano per l'economia ed il turismo del nostro territorio. Ma abbiamo bisogno di ripartire davvero, di accelerare sulla ricostruzione, altrimenti se il traguardo continua a rimanere così lontano ed in salita temo che saremo in pochi ad arrivare a fine corsa”.

GS
Piccoli passi verso la normalità.
Questa mattina è stato segnato un traguardo importante a Visso dove è stato riaperto il nuovo ufficio postale nella storica sede di via Paolo da Visso dove sorgeva la struttura danneggiata dal sisma del 2016.
“Viviamo con grande gioia questa giornata in cui l’ufficio postale di Visso riprende l’operatività nella sua sede storica - ha dichiarato il sindaco Gian Luigi Spiganti Maurizi - . Siamo grati a Poste Italiane che sin dal sisma del 2016 si è impegnata per non interrompere il rapporto con i cittadini, attivandosi con un container prima e con l’apertura di questo bellissimo ufficio oggi. Un risultato eccezionale - ha concluso - ma ora che l'ufficio postale c'è è necessario riportare in paese anche gli abitanti” .

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Da dx:  Sindaco Gian Luigi Spiganti Maurizi, Direttrice di Filiale di Macerata Beatrice Bacchiocchi, Direttore dell'ufficio postale Matteo Bisbocci


L’ufficio è dotato di due sportelli abilitati a tutte le operazioni e una sala consulenza per fornire chiarimenti e consigli in modo riservato sui prodotti di risparmio, protezione e investimento dell’azienda.

Non manca lo sportello ATM Postamat, accessibile 24 ore su 24, per il prelevamento di denaro contante, il pagamento di bollettini di conto corrente postale e per tutte le altre operazioni oltre al servizio wi-fi gratuito per connettersi a internet in modo facile e veloce.

In questo momento di emergenza sanitaria sono poi garantite tutte le misure di sicurezza, grazie all’installazione di pannelli schermanti in plexiglass e il posizionamento di strisce per far rispettare la distanza interpersonale di almeno un metro.


GS

Un approfondimento sul nuovo e sul vecchio ufficio postale, a cura di Valerio Franconi, sarà pubblicato nella prossima uscita de L'Appennino Camerte.

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"I frutti dell'ordinanza 'madre' che riguarda la semplificazione si cominceranno a vedere in estate".
Al quarto Commissario alla ricostruzione, Giovanni Legnini, insediato da due mesi, spetta non solo il compito di accelerare i tempi di ripartenza nelle terre del sisma, ma anche quello di riappropriarsi di una fiducia che, dal 2016, in queli luoghi, è andata man mano affievolendosi.
Tranquillizza, così, infatti, nell'esporre i contenuti delle quattro ordinanze firmate questa mattina su cui era stata raggiunta l'intesa due giorni fa.
Un segnale in controtendenza con gli altri Commissari arriva già dalle modalità: una videoconferenza con i giornalisti che mai si era svolta negli anni precedenti: "Ho voluto come addetto stampa un ottimo giornalista (Mario Sensini ndr) che è anche un profondo conoscitore delle problematiche della ricostruzione e dei territori ricompresi nel cratere. Io penso - ha detto - che la comunicazione, da parte della struttura commissariale, e l’informazione sono decisive per assolvere ad un dovere di trasparenza nelle decisioni e nella loro attuazione. Non può essere un accompagnamento, ma è un fattore coessenziale all’esercizio delle funzioni commissariali perché si tratta di recuperare un apprezabile grado di fiducia da parte dei cittadini".
Da questa premessa la spiegazione dell'ordinanza principale: "Si tratta di una mezza rivoluzione copernicana - ha spiegato - . Non è la prima volta che si parla di semplificazione, noi in questo caso la facciamo: l’abbiamo deliberata e scandita in norme. D'ora in poi il proprietario del fabbricato danneggiato, insieme al progettista, decide come ricostruire, calcola il contributo, acquisisce titoli e nulla osta. Sono loro che depositano tutto all’ufficio speciale per la ricostruzione che non deve fare più una istruttoria, come accadeva oggi, ma deve controllare la completezza della documentazione, dopodichè esercita il controllo e se ci sono errori o omissioni sarà rigettata altrimenti sarà accolta. Questo - ha chiarito - richiede severa e rigorosa capacità di controllo da parte degli uffici specail e un controllo di legalità che sia efficace".
Buone notizie anche per chi ha già presentato le domande: "Questo nuovo procedimento - ha annunciato Legnini - può essere adottato anche da coloro che hanno presentato le domande che sono in istruttoria. Questo perchè, quando questo sistema andrà a regime, consentiremo a tutti di ripresentare la domanda, altrimenti proseguirà con il procedimento precedente".
Effetti visibili già dall'estate, a cui non mancheranno importanti controlli già annunciati e contenuti nelle ordinanze.
La seconda ordinanza riguarda, invece, la delega ai Comuni per l’istruttoria delle pratica: I Comuni che vogliono gestire l’istruttoria delle pratiche possono farlo raggiungendo una intesa con gli uffici di ricostruzione sisma - ha detto - ". Al momento nessun Comune delle Marche ha fatto richiesta. 
Nel chiarire le motivazioni che hanno portato a stilare un primo elenco dei Comuni maggiormente colpiti, a cui ne seguiranno altri, Legnini ha chiarito che "Non esiste il doppio cratere perché non vi è alcuna differenziazione tra distribuzione di risorse e diritti. C’è solo la possibilità di richiedere la deroga da parte dei Comuni. Vi sono centi, borghi, frazioni, nuclei, che hanno necessità di queste deroghe e altri che possono ricostruire seguendo la procedura. Una norma che prevde anche la possibilità di includere tra i più danneggiati non solo l'intero comune ma anche una sola parte di esso".
Ma se queste semplificazioni riguardano la ricostruzione privata, è per quella pubblica che il Commissario chiede con forza dei cambiamenti al Governo: "Se vogliamo far sì che parta anche questa - ha detto - occorrono norme straordinarie, noi ne prevediamo due: L'applicazione generalizzata e il potere straordinario in capo al Commissario per provvedere, in deroga, nelle situazioni più critiche e complesse dove vi sono impedimenti.
E' necessaria una norma per l’economia per lo sviluppo di questi territori che si trovano ad affrontare tre emergenze: lo spopolamento precedente al 2016, il sisma, il coronavirus. Bisogna introdurre una misura stabile per sostenere attività produttive, turismo, cultura, infrastrutturazione digitale. Infine ciediamo altre 200 assunzioni per rafforzare la struttura commissariale che, così come è stata concepita, è disorganizzata e non è idonea per far fronte alla necessità di produrre una svolta alla ricostruzione. Questo completerebbe il quadro e ci metterebbe nelle condizioni di contribuire a far sì che la ricostruzione non solo costituisca un atto di giustizia per le popolazioni colpite, ma costituisca una leva per l’economia delle 4 regioni e di tutto il Paese".
Infine il problema delle macerie e delle finanze per il pagamento delle ditte che se ne stanno occupando: "Il problema delle macerie è serio - ha ammesso - , lo sto affrontando. Conto di definirlo in tempi ristretti perché sto facendo verifiche amministrative e finanziaerie.
Erano stati stanziati 100 milioni di euro da parte della Protezione Civile qundi, ad oggi, la struttura commissariale non era intervenuta. Sembrerebbe che quei fondi siano esauriti e in quel caso dobbiamo stanziare noi le risorse.
Ho già acquisito uno stato sulla situazione delle macerie nelle 4 regioni, ho chiesto un parere all’ufficio deputato e già lunedì prossimo mi confronterò con la Protezione Civile per un confronto. Qualora quelle risorse non risultassero più disponibili, provvederò a stanziarne altre".

Giulia Sancricca

L'argomento sarà approfondito nella prossima edizione de L'Appennino Camerte.






Hanno percepito il Contributo di Autonoma Sistemazione fino ad oggi, ma il nuovo decreto prevede che gli venga tolto per via del loro trasferimento nel Lazio, nonostante la residenza resti a Castelsantangelo sul Nera.
Quella di Maria Cristina Belmonte e di suo marito Antonio Cristiani, rispettivamente 73 e 76 anni, è l'ennesima storia del sisma che sa di rabbia e contraddizione.
E' la storia di una coppia di anziani che fino al 2016 ha vissuto nella propria casa di Castelsantangelo sul Nera e che dopo la distruzione causata dal sisma è stata costretta a trovarsi un'altra sistemazione. Una scelta che allo Stato è andata bene, fino al nuovo decreto, che oggi rimescola le carte in tavola e trascina nella disperazione Maria Cristina e Antonio.
"Dopo la scossa del 24 agosto - racconta la 73enne con la voce commossa - , pur di rimanere nella nostra terra, avevamo trovato una casa in affitto a Visso, spostandoci dalla nostra abitazione di Castelsantangelo sul Nera, che dovrà essere demolita e per la quale sono quattro anni che attendiamo la chiamata per l'abbattimento.
Dopo il dramma di ottobre 2016, invece, abbiamo deciso di non sistemarci negli alberghi, né di richiedere una Sae, (anche perchè nel periodo dell'emergenza erano le istituzioni stesse a spingerci di fare richiesta per il Cas così da pesare di meno sulle casse dello Stato rispetto a chi aveva bisogno delle case in legno) e, vista la nostra età, abbiamo deciso di avvicinarci a nostro figlio che vive nel Lazio. Una scelta che avrebbe comunque previsto il Contributo di Autonoma Sistemazione, ma che ci ha permesso anche di stare vicini ai nostri figli".

Casa distrutta a Castelsantangelo

Ora la doccia gelata del nuovo decreto che ridefinisce i requisiti per il diritto del CAS: "Dal momento che non siamo rimasti nella regione dove avevamo la residenza - prosegue Maria Cristina - il nuovo decreto prevede che il CAS non ci spetti più. Non capisco con quale criterio sia stata fatta questa scelta - denuncia la donna - anche perchè siamo comunque rimasti in una regione, il Lazio, che rientra in quelle del cratere. Addirittura ci viene detto che per continuare a prendere il Contributo potremmo acquistare una nuova casa, ma sempre nelle Marche. Come possiamo - si chiede - alla nostra età, scegliere di acquistare una casa? Sarebbe stata una decisione condivisibile - aggiunge - se avessimo avuto l'obbligo di tornare nel nostro paese con l'obiettivo di ripopolare quei centri ormai vuoti. Ma che senso ha chiederci di tornare in qualsiasi luogo della regione?".
La coppia si è rivolta anche ad un legale per cercare di sbrogliare la matassa di una burocrazia senza fine: "Ci è stato detto che è possibile fare ricorso al Tar - spiega - ma oltre ad avere costi elevati, la questione avrebbe tempi lunghissimi che non avrebbero senso per due persone della nostra età. Noi siamo due pensionati - conclude il suo grido accorato Maria Cristina - , percepiamo la pensione minima. Abbiamo cercato di sistemarci al meglio senza pesare su nessuno e questa è la risposta che abbiamo ricevuto dallo Stato".
La storia di Maria Cristina e suo marito è la stessa di altri otto cittadini di Castelsantangelo sul Nera. Storie di chi, oltre a veder crollare la propria casa, hanno visto cadere anche quelle poche certezze messe in campo da coloro che, non sapendo ancora come uscire fuori dal problema della ricostruzione, si contraddicono pensando di risparmiare sulle spalle dei cittadini.

Giulia Sancricca


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La casa di Maria Cristina Belmonte a Castelsantangelo sul Nera

Dopo tre anni per Vincenzo e la sua famiglia si torna alla normalità.
È la storia dei primi caldarolesi che nel fine settimana scorso sono tornati a vivere nel centro storico, fino a qualche mese fa zona rossa. Si tratta di Vincenzo, della moglie Maria e del figlio che hanno potuto riabilitare la loro casa non danneggiata dal sisma ma comunque chiusa per tre anni in attesa della messa in sicurezza delle abitazioni vicine. 

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Vincenzo attendeva da tempo il rientro a casa dopo aver vissuto in appartamenti in affitto prima a Civitanova e poi a Tolentino e dopo essersi visto assegnare una SAE. 

"Resta l'amaro in bocca per il tempo perso e per i soldi pubblici spes - si legge in una nota del Comune - i. Tre anni durante i quali sono state fatte poche cose a causa delle lungaggini burocratiche, i muri pericolanti sono stati messi in sicurezza ma le pietre e calcinacci caduti quel terribile 30 ottobre 2016 sono ancora lì. Il comune di Caldarola sta atttendendo la risposta da parte della Protezione civile in merito all’apertura di un capitolo di spesa che riguarda personalmente il caso di Vincenzo perché a sue spese ha dovuto sostenere alcuni lavori interni per danni causati da infiltrazioni provenienti dell'abitazione a fianco".

Certo, la gioia di essere tornati a casa propria non ha prezzo, ma resta l’amarezza per la sensazione che si sarebbe potuto fare di più e la comprensibile insicurezza nell’essere circondati da case gravemente compromesse dal terremoto.

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In ogni modo soddisfatto il sindaco Luca Maria Guseppetti dice: “Sono dei primi, importantissimi, passi verso il centro storico, molti altri ancora da fare ma se si fossero scelte altre procedure con meno paletti e meno “carte” forse saremmo più avanti. Noi malgrado questo stiamo lavorando sodo per la zona perimetrata, piani attuativi e aggregati volontari”.

GS
Retorico dire che non dimenticheremo mai la scossa che esattamente tre anni fa ha cambiato la vita di tutto il Centro Italia. Diverso, invece, soffermarsi a pensare che spesso ricordiamo perfettamente cosa stavamo facendo quando abbiamo ricevuto una notizia importante. La stessa sensazione arriva quando si torna indietro con la memoria a quella mattina del 30 ottobre 2016. E’ forse quello infatti, per alcuni, l’ultimo ricordo di ciò che stavano vivendo nella casa che hanno dovuto abbandonare in fretta e furia per la paura che arrivasse un boato più forte. Molte di queste persone sono rientrate nella loro abitazione solo con i vigili del fuoco, per mettere in una borsa gli affetti personali e nel cuore i ricordi di una vita.
Tutto è cambiato da quel giorno di tre anni fa. Le piazze che al calar della sera si erano svuotate come ogni giorno, in attesa che l’indomani la vita avesse ripreso il proprio ritmo abituale, attendono ancora che qualcuno torni a passeggiare tra quelle mura. Non sanno che, forse, molti di loro non torneranno. Perché in questi tre anni di attesa, in una delle regioni più longeve d’Italia e dove la media dell’età degli abitanti è molto alta, c’è anche chi ha lasciato questa terra senza mai mollare la speranza di ritornare nella propria casa. E’ così che il Paese delle belle arti, delle chiese e dei castelli da tre anni è ferito al cuore.

Castelsantangelo Sul Nera
Castelsantangelo Sul Nera

Attraversare lo stivale da Nord fino alla punta è come camminare in un salotto dorato dove in mezzo si inciampa su cristalli rotti e mai raccolti. Tre anni di niente, si potrebbe dire. Dove le uniche iniziative prese sono arrivate dal basso, anzi da dentro. Dal cuore di chi ha raccolto i propri cristalli e ha aperto la propria anima alla resilienza. Quella parola su cui, dopo averne tanto sentito parlare, forse per disperazione, ci si è cullati fino ad oggi e si continuerà a farlo. Tre anni di attese, dove c’è chi ha rimodulato la propria vita, dove c’è chi attende tra le pareti di un container, consapevole che ci vorrà del tempo per tornare a vivere come prima, o forse, anche quando sarà possibile farlo, non ci saranno più le forze. O addirittura, facendo qualche calcolo rispetto al sisma del 1997, quando e se tutto sarà ricostruito, si avrà la paura di sprofondare di nuovo.

Camerino
Camerino

Ma il dubbio che in questi anni si è fatto sempre più prepotente tra la gente forte di queste terre è sapere se chi governa questo Paese, tra una sfilata e l’altra nelle crepe più profonde, ha mai capito veramente cosa significhi cambiare vita, adattarsi a qualcosa che non ci si aspettava, attendere senza avere certezze, veder crollare la propria casa non per colpa del sisma, ma del tempo che scorre, quel tempo in cui non si è riusciti a far partire nemmeno le demolizioni ed i ricordi di una vita aspettano sotto le intemperie e il passare delle stagioni.

Giulia Sancricca

Visso
Visso

ussita
Ussita


E' stata prorogata fino al 31 dicembre 2020 la possibilità di poter usufruire gratuitamente del Servizio Seguimi di Poste italiane per le zone del sisma.
Aveva fatto discutere, negli ultimi giorni, l'annuncio di Poste che il servizio in questione sarebbe tornato a pagamento anche nelle zone del cratere sismico, ma proprio in queste ore è arrivata la comunicazione che la scelta è stata sospesa.
Il servizio, rivolto a quanti non hanno ancora definito la propria situazione abitativa, permette di ricevere automaticamente dal vecchio al nuovo indirizzo la propria corrispondenza. L’attivazione del Seguimi a titolo gratuito è possibile esclusivamente attraverso il numero verde gratuito 800 003 333:  potrà essere richiesto a partire da lunedì 21 ottobre e sarà valida fino al 31 dicembre 2020.
Possono usufruire della proroga o attivare il servizio gratuitamente i cittadini dei Comuni di: Macerata capoluogo, Acquacanina, Bolognola, Castelsantangelo sul Nera, Cessapalombo, Fiastra, Fiordimonte, Gualdo, Penna San Giovanni, Pievebovigliana, Pieve Torina, San Ginesio, Sant'Angelo in Pontano, Sarnano, Ussita, Visso, Apiro, Belforte del Chienti, Caldarola, Camerino, Camporotondo di Fiastrone, Castelraimondo, Cingoli, Colmurano, Corridonia, Esanatoglia, Fiuminata, Gagliole, Matelica, Mogliano, Monte San Martino, Montecavallo, Muccia, Petriolo, Pioraco, Poggio San Vicino, Pollenza, Ripe San Ginesio, San Severino Marche, Sefro, Serrapetrona, Serravalle del Chienti, Tolentino, Treia, Urbisaglia.

GS
Continuano a verificarsi problemi nelle casette che ospitano gli sfollati del terremoto. Riscontrati pavimenti danneggiati nel comune di Valfornace a Pievebovigliana le cui SAE sono state realizzate dal consorzio CNS.  Nel caso specifico a motivare il disagio e la richiesta di sopralluogo, come da prassi inoltrata agli uffici comunali, non è stata la problematica delle muffe più volte chiamata in causa per altre situazioni, bensì l’avvallamento e rigonfiamento dei materiali utilizzati per la pavimentazione. Le ispezioni sul posto eseguite dai tecnici del CNS hanno rivelato la necessità di interventi risolutivi per i quali si valuterà se smontare parzialmente i pannelli  o sostituire per intero la pavimentazione.
Non è chiaro se a scatenare il danno possa essere stata l’umidità proveniente dal suolo o quella che potrebbe avere interessato i materiali stoccati prima del montaggio, di certo pur trattandosi di un piccolo problema se paragonato a tutto quello che le popolazioni hanno dovuto sopportare in questi anni, è avvertito come una nuova preoccupazione che si somma a tante altre.
“Fughe allargate e una consistenza morbida al ripetuto calpestio in alcune parti della pavimentazione - ci dice una delle abitanti - danno la sensazione che i materiali prima o poi cedano. Adesso i tecnici hanno rassicurato che vedranno come poter operare per risolvere il problema. Ci hanno detto di pazientare e in qualche modo ci arrangeremo , però la sensazione è che non c'è mai fine al disagio".

C.C.
Piccoli passi verso la normalità a Pioraco dove tornano agibili altre abitazioni che erano state danneggiate dal sisma del 2016.
Il sindaco Matteo Cicconi ha, infatti, firmato la revoca delle ordinanze di inagibilità che erano state emesse il 24 novembre 2016 per le abitazioni di via IV novembre al civico 4 ed in via Perito civico 101.
I due edifici sono stati ristrutturati e rafforzati localmente sotto la direzione del geometra Andrea Radichetti.
Una notizia che scalda il cuore dei piorachesi che si uniscono alla felicità di coloro che presto potranno rientrare nelle proprie abitazioni, cominciando a vivere la normalità di un tempo, e sono Ernesto, Barbara, Luisa e Samantha Vincenzetti, Kamaljit Singh, Mariella Vissani e Gian Franco Bottaccio.

Lisa Grelloni
La questione della restituzione dell’Irpef sospesa mediante “busta paga pesante” non sembra trovare, secondo la Cisl, una soluzione rispettosa delle esigenze e dei disagi dei lavoratori e dei pensionati colpiti dal sisma. “L’ultima modifica normativa, introdotta mediante emendamento “Sblocca Cantieri” ha posticipato dal 1 giugno al 15 ottobre l’avvio della restituzione – scrivono in una nota - ma prevedendo l’obbligo di versare entro tale data le prime cinque rate dell’importo dovuto in unica soluzione, compromettendo non di poco la disponibilità economica di popolazioni tuttora colpite da significativi disagi e indicando come proroga una misura che non ha nulla a che fare con una vera proroga”.

Questa mattina, nella sede Cisl a Macerata, il punto della situazione sulla questione con Rocco Gravina: “Si tratta di un ulteriore salasso – afferma - perché i lavoratori e i pensionati si troveranno a pagare le cinque rate tutte insieme in un periodo dove, come fiscalità ordinaria, ci sono varie scadenze. C’è poi disparità che riguarda i pensionati: l’Inps ha già anticipato la scadenza al mese di settembre e quindi a molti pensionati è stata già ritirata questa quota. Noi da sempre abbiamo denunciato questo problema chiedendo di essere equiparati agli altri eventi sismici, con una restituzione parziale dell’Irpef.

Chiederemo con forza – aggiunge Gravina - anche ai Parlamentari del maceratese, di fare propria la richiesta e portarla al Governo. Non chiediamo un’altra proroga ma di definire, una volta per tutte, la norma e accogliere le nostre istanze. Chiediamo di avere la dilazione ma di una Irpef ridotta. Ci siamo attivati nei mesi scorsi, ci attiveremo ora per arrivare in tempo ad una soluzione definitiva. Siamo ancora in una fase molto delicata per la ricostruzione e la ripartenza di questi territori, se togliamo ancora risorse a lavoratori e pensionati le difficoltà aumenteranno”.

GS

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