Camerino: 6376 abitanti al 31 dicembre 2020,minimo storico

Martedì, 23 Marzo 2021 17:57 | Letto 965 volte   Clicca per ascolare il testo Camerino: 6376 abitanti al 31 dicembre 2020,minimo storico Calo demografico a Camerino e con una nota stampa il vice presidente del Consiglio regionale Gianluca Pasqui esprime la sua preoccupazione e analizza i dati che emergono nellanalisi dellanno appena trascorso. I numeri relativi al drastico calo di residenti a Camerino nel 2020 - dichiara Pasqui - rispetto al 2019 sono una fotografia impietosa e fredda di un territorio che soffre e che necessita di una visione ampia e di lungo periodo per tornare a guardare con fiducia al futuro.I dati riportati nel documento unico di programmazione allegato al Bilancio di previsione 2021 predisposto dalla Giunta comunale evidenziano un crollo della popolazione residente in città che passa dai 6679 residenti al 31 dicembre 2019 ai 6376 al 31 dicembre 2020 con un calo di ben 303 unità pari a circa il 5 per cento del totale. È il numero più basso di camerinesi da un secolo a questa parte.Se già nel recente passato si era registrato un calo, gli ultimi numeri, assai importanti, mi preoccupano particolarmente e credo necessitino di una riflessione attenta.Credo che non sia soltanto l’effetto sisma a causare questo fenomeno, visto che ormai siamo entrati nel quinto anno dai tragici eventi del 2016 e Camerino avverte il problema solo da un paio di anni. Gli anziani muoiono e non si fanno più figli. I giovani laureati cercano fortuna nei grandi centri o all’estero. Le attività commerciali subiscono la concorrenza della grande distribuzione e dei centri commerciali, che possono tenere prezzi più bassi ed essere più competitivi. I servizi al cittadino mancano e sono spesso costosi.Così si perdono tradizioni e identità locali. E muoiono i luoghi della storia e della memoria.Ricostruzione non significa soltanto ridare alla gente dell’entroterra la casa che non ha più e che riavrà fra qualche tempo.  Ricostruzione deve assumere un significato ben più ampio, proprio nell’ambito di quella visione di medio e lungo periodo che consiste nel rilanciare le aree interne mediante interventi di sviluppo locale sostenibile, diretti ad invertire la tendenza allo spopolamento e all’abbandono e a garantire la fruizione dei servizi essenziali di cittadinanza negli ambiti dell’istruzione e della formazione, della giustizia, della salute, della mobilità e della comunicazione digitale ad alta velocità.Personalmente, mi metto come sempre a disposizione della comunità per fornire il mio contributo alla ripartenza di una terra che soffre, oggi ancor di più a causa della pandemia, ma che ha bisogno tutti i nostri sforzi per essere sostenuta in una rinascita che merita e che è certamente nelle corde di ognuno dei suoi abitanti. M.S.
Calo demografico a Camerino e con una nota stampa il vice presidente del Consiglio regionale Gianluca Pasqui esprime la sua preoccupazione e analizza i dati che emergono nell'analisi dell'anno appena trascorso.
" I numeri relativi al drastico calo di residenti a Camerino nel 2020 - dichiara Pasqui - rispetto al 2019 sono una fotografia impietosa e fredda di un territorio che soffre e che necessita di una visione ampia e di lungo periodo per tornare a guardare con fiducia al futuro.
I dati riportati nel documento unico di programmazione allegato al Bilancio di previsione 2021 predisposto dalla Giunta comunale evidenziano un crollo della popolazione residente in città che passa dai 6679 residenti al 31 dicembre 2019 ai 6376 al 31 dicembre 2020 con un calo di ben 303 unità pari a circa il 5 per cento del totale.
È il numero più basso di camerinesi da un secolo a questa parte.
Se già nel recente passato si era registrato un calo, gli ultimi numeri, assai importanti, mi preoccupano particolarmente e credo necessitino di una riflessione attenta.
Credo che non sia soltanto l’effetto sisma a causare questo fenomeno, visto che ormai siamo entrati nel quinto anno dai tragici eventi del 2016 e Camerino avverte il problema solo da un paio di anni. Gli anziani muoiono e non si fanno più figli.
I giovani laureati cercano fortuna nei grandi centri o all’estero. Le attività commerciali subiscono la concorrenza della grande distribuzione e dei centri commerciali, che possono tenere prezzi più bassi ed essere più competitivi. I servizi al cittadino mancano e sono spesso costosi.
Così si perdono tradizioni e identità locali. E muoiono i luoghi della storia e della memoria.
Ricostruzione non significa soltanto ridare alla gente dell’entroterra la casa che non ha più e che riavrà fra qualche tempo.  
Ricostruzione deve assumere un significato ben più ampio, proprio nell’ambito di quella visione di medio e lungo periodo che consiste nel rilanciare le aree interne mediante interventi di sviluppo locale sostenibile, diretti ad invertire la tendenza allo spopolamento e all’abbandono e a garantire la fruizione dei servizi essenziali di cittadinanza negli ambiti dell’istruzione e della formazione, della giustizia, della salute, della mobilità e della comunicazione digitale ad alta velocità.
Personalmente, mi metto come sempre a disposizione della comunità per fornire il mio contributo alla ripartenza di una terra che soffre, oggi ancor di più a causa della pandemia, ma che ha bisogno tutti i nostri sforzi per essere sostenuta in una rinascita che merita e che è certamente nelle corde di ognuno dei suoi abitanti.

M.S.


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