Nessuna strategia per i territori montani

Giovedì, 07 Marzo 2013 01:00 | Letto 944 volte   Clicca per ascolare il testo Nessuna strategia per i territori montani Comincia a far discutere la proposta di legge della Giunta regionale delle Marche, che dovrà ora passare al vaglio dellAssemblea legislativa, di scioglimento delle Comunità Montane in favore delle cosiddette Unioni Montane. Un provvedimento che interessa ben 72 comuni delle Marche, sui 98 classificati come montani, vale a dire tutti quelli con popolazione inferiore ai 3000 abitanti che sarebbero chiamati ad associare le funzioni fondamentali. Se da un lato il governatore Spacca parla di “semplificazione dei livelli istituzionali, che però salvaguarda le funzioni di tutela e valorizzazione delle aree montane” e lassessore agli enti locali Canzian dichiara che “la scelta va nella direzione del risparmio e della semplificazione”, pur riconoscendo che “laccorpamento non risolverebbe il problema dellesiguità delle risorse”, dallaltro interviene il capogruppo in regione del Pdl Francesco Massi, che annuncia una serie di emendamenti “per rettificare un testo che realizza qualche spicciolo di risparmio senza garantire un sostegno razionale ai territori montani che costituiscono la fascia più debole di tutto il territorio marchigiano”. Diverse le carenze segnalate da Massi. In primo luogo la mancanza di ogni strategia di incentivo e di sviluppo per il futuro delle aree montane. “Si pone il limite dei 3.000 abitanti per sollecitare i Comuni a costituire le unioni e quindi a gestire i servizi in forma associata – dichiara il consigliere Pdl in una nota - Tale limite è troppo basso e determinerà un frazionamento ed una grande dispersione organizzativa, con conseguente “spezzettamento” della programmazione e del sostegno alle Zone Montane”. “Come opposizione – conclude Massi - cercheremo di modificare tale proposta che, almeno in questi termini, rischia di dare un colpo mortale alle popolazioni e alle zone più deboli delle Marche. Non siamo per difendere gli apparati, ma vogliamo creare unione dei comuni tra i Comuni veramente montani, eliminando gli sprechi e definendo risorse certe per lo sviluppo”.  

Comincia a far discutere la proposta di legge della Giunta regionale delle Marche, che dovrà ora passare al vaglio dell'Assemblea legislativa, di scioglimento delle Comunità Montane in favore delle cosiddette Unioni Montane. Un provvedimento che interessa ben 72 comuni delle Marche, sui 98 classificati come montani, vale a dire tutti quelli con popolazione inferiore ai 3000 abitanti che sarebbero chiamati ad associare le funzioni fondamentali. Se da un lato il governatore Spacca parla di “semplificazione dei livelli istituzionali, che però salvaguarda le funzioni di tutela e valorizzazione delle aree montane” e l'assessore agli enti locali Canzian dichiara che “la scelta va nella direzione del risparmio e della semplificazione”, pur riconoscendo che “l'accorpamento non risolverebbe il problema dell'esiguità delle risorse”, dall'altro interviene il capogruppo in regione del Pdl Francesco Massi, che annuncia una serie di emendamenti “per rettificare un testo che realizza qualche spicciolo di risparmio senza garantire un sostegno razionale ai territori montani che costituiscono la fascia più debole di tutto il territorio marchigiano”. Diverse le carenze segnalate da Massi. In primo luogo la mancanza di ogni strategia di incentivo e di sviluppo per il futuro delle aree montane. “Si pone il limite dei 3.000 abitanti per sollecitare i Comuni a costituire le unioni e quindi a gestire i servizi in forma associata – dichiara il consigliere Pdl in una nota - Tale limite è troppo basso e determinerà un frazionamento ed una grande dispersione organizzativa, con conseguente “spezzettamento” della programmazione e del sostegno alle Zone Montane”. “Come opposizione – conclude Massi - cercheremo di modificare tale proposta che, almeno in questi termini, rischia di dare un colpo mortale alle popolazioni e alle zone più deboli delle Marche. Non siamo per difendere gli apparati, ma vogliamo creare unione dei comuni tra i Comuni veramente montani, eliminando gli sprechi e definendo risorse certe per lo sviluppo”.

 

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