Il consigliere regionale Angelo Sciapichetti e l'Area Democratica dichiarano a tutto tondo l'appoggio a Renzi, partendo dalle primarie, a cui tuttavia Sciapichetti non parteciperà in veste di candidato sindaco, fino ad arrivare alle regionali, che saranno prese in cosiderazione a tempo debito.
Da Bersani a Renzi il passo sembrerebbe denunciare una certa dose di incoerenza, ma il consigliere si difende da chi lo accusa di opportunismo, affermando che, da Franceschini in poi, l'Area Democratica ha sempre seguito un percorso lineare, senza mai appoggiare un vincitore già dichiarato, ma, anzi, lottando dalla minoranza. La scelta di abbandonare il fronte bersaniano, quindi, deriverebbe dall'esigenza di rendere il miglior servizio possibile alla cittadinanza, attraverso una figura, come quella di Renzi, potenziamente capace di attirare a sè anche una larga fetta di elettori oramai disillusi.
La storia personale di Sciapichetti, molto attivo sul fronte dell'associazionismo e del volontariato così come, lavorativamente, nella direzione di organizzazioni di categoria artigianale e del mondo cooperativo, potrebbe però sembrare in contrasto con gli ideali politici di Renzi: lo si accusa di aver accettato un incarico da parte di Spacca, all'epoca delle elezioni regionali, come consulente esperto di economia, senza avere competenze in materia.
L'accusa vorrebbe sottolineare l'opportunismo e i favoritismi che la cittadinanza, purtroppo, è ormai abituata a vedere nel mondo della politica, ma Sciapichetti sottolinea con molta fermezza che il cammino del suo partito ha semplicemente seguito la naturale evoluzione dalla Dc in poi, fino al Pd, senza mai cambiare bandiera per convenienza.
Non ci resta che attendere i risultati delle primarie, e vedere cosa succederà, poi, in ambito regionale.
Intanto, Macerata si avvia alle primarie, passaggio obbligatorio per l'elezione del sindaco, carica attualmente ricoperta da Romano Carancini. In questo momento, il Pd a Macerata si presenta forte e compatto, unità che però sembrerebbe essere sottoposta a particolari condizioni: prima fra tutte, quella appunto delle elezioni, le quali si presentano, in base a quanto emerso dalla stesura definitiva del documento unitario firmato dal deputato Irene Manzi, volte "ad una funzione di stimolo e iniziativa".
Qua sorgono i dubbi: che lo stimolo e l'iniziativa vadano in reatà ad indicare un cambiamento più radicale. C'è un piccolo "giallo", infatti, sugli elogi all'operato del sindaco Carancini, presenti nella prima versione del documento unitario, e scomparsi invece nellla definitiva. L'operato della giunta e l'elezione di Irene Manzi, ex vicesindaco, alla Camera dei deputati, rappresentavano infatti due elementi chiave nel giudizio positivo rivolto all'attuale amministrazione, così come nell'appoggio incondizionato durante la futura competizione elettorale che avverrà a Macerata.
Allo stato attuale delle cose, invece, suddetto appoggio non sembrerebbe poi così incondizionato, visto che la figura del sindaco Carancini non compare mai nel documento definitivo, volto piuttosto a sottolineare l'esigenza di un ritorno del Pd sullo scenario politico cittadino, quale partito guida in risposta alle emergenze del momento.